Uno, due, trio.

di
genere
saffico

*frutto di fantasia*

C'era già della simpatia, fin dal primo istante. Avevo diciott'anni e frequentavo la quinta liceo, ero una brava ragazza, tranquilla e persa fra i suoi pensieri;avevo però un disturbo dell'attenzione e una mente poco scientifica.
La vera svolta fu quando la vecchia e scorbutica prof di mate fu sostituita da una ragazza appena laureata e dai lunghi capelli neri, occhi azzurri, un bel corpo, forse per i miei gusti i fianchi erano un po' larghi ma era sicuramente una bella ragazza e sapeva come farsi rispettare dalla classe. Mi guardava negli occhi cercando di intuire dal mio sguardo se avessi capito o meno un esercizio, tutto calmo ma arrivò il primo 4 dell'anno e quando mi chiamò alla cattedra mi chiese spiegazioni: per farla breve avrei dovuto seguire un corso di recupero, con lei, dopo scuola, per un paio di giorni, perché si sa: "I buchi vanno tappati subito"; durante la prima lezione era molto più sciolta, forse perché eravamo solo io e lei, scherzavamo e il suo sorriso mi stregava; alla seconda lezione dopo aver fatto diverse disequazioni non so spiegarmi se sia stata io o lei ma come due calamite vicine, ci siamo baciate.
Poche parole, pochi sguardi, tanta passione. Abbiamo ripreso a baciarci con più foga mescolando le nostre lingue, mi iniziai a bagnare e sentire certe pulsioni, le sue mani sui miei fianchi, i baci dal collo alle labbra non aiutavano a calmarmi; "Che succede?" la prof di latino era entrata improvvisamente in classe, spalancando la porta e con dei libri da posare in mano. Il nostro sguardo si pietrificó ma la giovane laureata rispose subito: "La prego, non dica nulla a nessuno" "Non dirò nulla a nessuno" e con un sorrisetto falso continuò "solo se posso provare un bacio pure io" guardai quindi la mia professoressa di matematica che mi rassicuró.
L'insegnante di latino era una milf, passatemi il termine ma faceva girare la testa anche a molti maschietti, bionda, capelli mossi poco sotto le spalle, occhi azzurri e nonostante due figlie un fisico tonico, magro ma ben tenuto. Si avvicinó a me, si chinò e mi baciò.
La docente di matematica quindi riprese a torturarmi dolcemente il collo e io mi dividevo fra due donne, mentre baciavo quella di latino l'altra mi toglieva la maglietta, mi toccava e io le accarezzavo il seno, mi tolse pure il reggiseno e mi succhiò i capezzoli, a primo impatto ansimai; sicuramente la situazione mi piaceva ma allo stesso tempo ero poco esperta e mi sentivo in soggezione.
Improvvisamente la prof di matematica si allontanò e prese dalla sua borsa uno strap-on, sapevo già cosa fosse e come si usasse, "Lo avevo portato per noi ma abbiamo compagnia", decisi di prendere in mano la situazione e dissi: "tranquilla, tu guardaci e masturbati ma quando stai per venire smetti. Tu invece inizia a bagnarlo con la bocca, voglio vedere come lo succhi." un tono deciso e pure io mi stupii di aver detto a delle insegnanti una cosa simile. Così la prof di latino stuzzicava il suo clitoride con movimenti circolari mentre miss numeri seguiva il ritmo che gli davo, quelle labbra mi ipnotizzavano e l'unica cosa che mi uscii fu un:"Ecco, così, brava." Poi la misi a 90 sulla cattedra, presi in mano il dildo dello strap-on e lentamente iniziai a penetrare la sua intimità già fradicia, aumentai il ritmo sempre di più e continuai così finché i suoi gemiti si spensero in un forte orgasmo. Una voce mi fece svegliare da quel magico momento: "sto per venire pure io" esordì la docente di latino con due dita dentro cercando di imitare il mio ritmo usato con la collega. Con uno sguardo serio mi avvicinai e iniziai a contare... uno, due, tre... "Perché conti?" "Perché voglio farti aspettare un minuto esatto, devi stare ferma, zitta, fidarti di me e lasciarmi fare, ok?" Le strinsi una mano sul collo e la baciai, un minuto dopo la mia lingua era sulla sua fessura e si fermava a giocare col clitoride, i suoi umori erano un misto fra il dolce e il salato, non capivo precisamente se mi piacesse ma quando le sue coscie strinsero la mia testa e la mia bocca fu inondata dai suoi umori capii quanto sublime fu quel gusto. Ingoiai tutto e alzai lo sguardo per vederla ancora fra i leggeri spasmi, la pressione delle gambe sulla nuca diminuí, mi prese e mi baciò ancora. Suonó la campanella e mi rivestii per prendere il pullman e tornare a casa.
"Ti sei meritata un otto in latino"
"E anche in matematica dai, hai recuperato bene"

Sorrisi e prima di andarmene dissi: "grazie prof."
di
scritto il
2020-10-19
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