La finestra sul cortile
di
Alice 🦋 lamialettera22
genere
dominazione
Faceva caldo, le mie lenzuola ancora umide dalla notte trascorsa insieme.
Mi sono svegliata ed ho raggiunto la cucina per bere qualcosa.
Voi eravate lì a riposarVi serenamente.
Era la prima notte insieme, in realtà, era la prima volta di tante cose.
Eravate nella mia vita da poco più di un mese ed io avevo una curiosità insaziabile di assaggiare il Nostro mondo.
Non potevo indossare nulla tranne delle ciabattine da camera con un tacco piuttosto alto e scomodo: precisi ordini da non trasgredire.
Il mio corpo era straziato.
Segnato, livido, dolorante, tra le cosce evidententemente colorate di striature bianche.
Non mi avevate permesso di rinfrescarmi. Mi avevete morsa avidamente e sentivo i Vostri denti tatuati dappertutto.
La cucina aveva un balconcino che guardava la città dormire; sorseggiando un
bicchiere di acqua fresca mi sono appoggiata alla ringhiera ad osservare.
Ho sempre pensato di essere abbastanza brava ad osservare i dettagli del mondo.
Poi quella luce.. un computer acceso ed una scrivania, un uomo che batteva alla sua lettera22 proprio vicino alla finestra.
Mi piaceva pensare fosse un noto scrittore, sveglio a comporre in piena notte.
Guardavo curiosa ed ignara di essere totalmente nuda.
Il vento fresco dava sollievo alla mia pelle umida.
Poi, d'improvviso, quasi lo avessi chiamato, il suo sguardo si è appoggiato su di me.
Panico. Era troppo tardi per rientrare, ormai mi stava fissando e sentivo il suo sguardo penetrarmi la carne senza pudore.
Per una schiava mostrarsi nuda senza alcun permesso, è un oltraggio.
Ho rinunciato ad ogni diritto sul mio corpo quando ho scelto di donarmi a Lui.
Ed ora.. sarei stata punita duramente.
Eppure, ho un'indole ribelle, mi piace sfidare la Sua ira, sono sfrontata e godo nell'averne paura.
Resto lì.
Mi faccio guardare da ogni angolazione.
Lo scrittore sembra decisamente attratto dalla situazione e, nonostante io finga indifferenza, mi accorgo che smette di lavorare, si versa qualcosa da bere ed apre completamente la finestra. Siamo così vicini che nel silenzio della notte, potrebbe sentire ogni mio respiro.
Io trattengo il fiato, lui non parla ma non smette di fissarmi tra le gambe.
Il mio sguardo sembra distratto ma arrossisce.
Vado oltre. Rischio di più.
Apro le cosce attraverso la ringhiera. Le apro profondamente. Il mio piacere è completamente esposto.
Sento i suoi occhi addosso, è visibilamente eccitato ma continuo a non guardarlo.
L'aria fresca della sera soffia sul mio clitoride è così sensibile.. sento ancora i denti ed i morsi delle torture ricevute.
Le mie labbra decisamente bagnate, le vedo sporgere per quanto gonfie fossero.
Inizio a strusciarmi selvaggiamente contro il marmo della ringhiera.
Spingo e struscio..
Sono bollente e sempre più liquida.
Ora lo guardo, senza paura.
Voglio che veda ogni centimetro del mio corpo abbandonato al piacere perverso che mi sta regalando.
Dalla sedia lo vedo alzarsi e procedere in piedi per sporsi in avanti, quasi volesse sentire l'odore del mio orgasmo che sale.
Poi, sento quella voce.
Vi siete svegliato.. ed ora sento il corpo gelato e tremante.
"Bene. Adesso vai avanti, ma ti scopi così a fondo con le dita finché non sarò Io a fermarti".
Gelo.
Voi siete dietro di me e chissà da quanto tempo. Probabilmente avete assistito a tutto.. in silenzio.
Non ho il coraggio di girarmi ed incrociare quello sguardo, quello che conosco bene e che è furia e tempesta.
Sento il mio piacere aperto colare vergognosamente. Impossibile non vederlo.
L'uomo alla finestra sembra divertito e sempre più curioso.
Obbedisco.
"Apri bene quelle cosce così che il tuo amico ti veda colare sul pavimento".
Apro.
"Adesso ti scopi velocemente con tre dita. Entri di colpo e ti masturbi. Forza."
.. infilo le mie dita nel piacere così gonfio e stanco dalla nottata trascorsa, trattenendo il respiro per il dolore che mi sto procurando.
Sono perfettamente liquida, ma il gonfiore interno non permette l'accesso a tutte e tre le dita insieme. Non riesco e mi vergogno.
"Togli quelle dita. Apri di più le cosce, alza le gambe"
Da dietro Vi insinuate con le dita senza pietà, fino a strapparmi un grido di dolore. Mi stuprate ferocemente il piacere con la mano. Non so quante dita siano. Vi sento farVi spazio. Sento spingere. Sento bruciare. Sento il mio umore colare. Sento un godimento assoluto. Non riesco più a resistere a quelle dita cosi grandi e così profondamente infilate in fondo alla mia carne.
Una Vostra mano sulla mia bocca mi impedisce di respirare con regolarità.
Controllate le cosce, controllate il mio respiro. E Voi non fermate il mio orgasmo. Lo lasciate uscire.
Non contento avete continuato a prendermi sempre più veloce.. ad ogni colpo mi sembrava di sentirVi entrare sempre di più. Volevate conquistare ogni spazio.
Guardavo quell'uomo. E lui guardava Noi.
Era sconvolto. I suoi occhi erano infiammati.
Non mi serviva vedere quanto fosse duro, io lo sentivo.
Sono esplosa
Sono esplosa in un altro orgasmo devastante.
Non potevo urlare con quella mano sulla bocca, ma ho buttato fuori tutto ciò che era possibile dal mio corpo.
Vi siete preso tutto. Fino all'ultima goccia non avete smesso di spingere. Mi avete totalmente distrutta.
Quella era stata la mia punizione.
La Vostra rabbia si era sciolta ed i Vostri occhi erano sazi.
Lo spettacolo era finito.
Adesso eravamo solo e di nuovo Noi.
Mi sono svegliata ed ho raggiunto la cucina per bere qualcosa.
Voi eravate lì a riposarVi serenamente.
Era la prima notte insieme, in realtà, era la prima volta di tante cose.
Eravate nella mia vita da poco più di un mese ed io avevo una curiosità insaziabile di assaggiare il Nostro mondo.
Non potevo indossare nulla tranne delle ciabattine da camera con un tacco piuttosto alto e scomodo: precisi ordini da non trasgredire.
Il mio corpo era straziato.
Segnato, livido, dolorante, tra le cosce evidententemente colorate di striature bianche.
Non mi avevate permesso di rinfrescarmi. Mi avevete morsa avidamente e sentivo i Vostri denti tatuati dappertutto.
La cucina aveva un balconcino che guardava la città dormire; sorseggiando un
bicchiere di acqua fresca mi sono appoggiata alla ringhiera ad osservare.
Ho sempre pensato di essere abbastanza brava ad osservare i dettagli del mondo.
Poi quella luce.. un computer acceso ed una scrivania, un uomo che batteva alla sua lettera22 proprio vicino alla finestra.
Mi piaceva pensare fosse un noto scrittore, sveglio a comporre in piena notte.
Guardavo curiosa ed ignara di essere totalmente nuda.
Il vento fresco dava sollievo alla mia pelle umida.
Poi, d'improvviso, quasi lo avessi chiamato, il suo sguardo si è appoggiato su di me.
Panico. Era troppo tardi per rientrare, ormai mi stava fissando e sentivo il suo sguardo penetrarmi la carne senza pudore.
Per una schiava mostrarsi nuda senza alcun permesso, è un oltraggio.
Ho rinunciato ad ogni diritto sul mio corpo quando ho scelto di donarmi a Lui.
Ed ora.. sarei stata punita duramente.
Eppure, ho un'indole ribelle, mi piace sfidare la Sua ira, sono sfrontata e godo nell'averne paura.
Resto lì.
Mi faccio guardare da ogni angolazione.
Lo scrittore sembra decisamente attratto dalla situazione e, nonostante io finga indifferenza, mi accorgo che smette di lavorare, si versa qualcosa da bere ed apre completamente la finestra. Siamo così vicini che nel silenzio della notte, potrebbe sentire ogni mio respiro.
Io trattengo il fiato, lui non parla ma non smette di fissarmi tra le gambe.
Il mio sguardo sembra distratto ma arrossisce.
Vado oltre. Rischio di più.
Apro le cosce attraverso la ringhiera. Le apro profondamente. Il mio piacere è completamente esposto.
Sento i suoi occhi addosso, è visibilamente eccitato ma continuo a non guardarlo.
L'aria fresca della sera soffia sul mio clitoride è così sensibile.. sento ancora i denti ed i morsi delle torture ricevute.
Le mie labbra decisamente bagnate, le vedo sporgere per quanto gonfie fossero.
Inizio a strusciarmi selvaggiamente contro il marmo della ringhiera.
Spingo e struscio..
Sono bollente e sempre più liquida.
Ora lo guardo, senza paura.
Voglio che veda ogni centimetro del mio corpo abbandonato al piacere perverso che mi sta regalando.
Dalla sedia lo vedo alzarsi e procedere in piedi per sporsi in avanti, quasi volesse sentire l'odore del mio orgasmo che sale.
Poi, sento quella voce.
Vi siete svegliato.. ed ora sento il corpo gelato e tremante.
"Bene. Adesso vai avanti, ma ti scopi così a fondo con le dita finché non sarò Io a fermarti".
Gelo.
Voi siete dietro di me e chissà da quanto tempo. Probabilmente avete assistito a tutto.. in silenzio.
Non ho il coraggio di girarmi ed incrociare quello sguardo, quello che conosco bene e che è furia e tempesta.
Sento il mio piacere aperto colare vergognosamente. Impossibile non vederlo.
L'uomo alla finestra sembra divertito e sempre più curioso.
Obbedisco.
"Apri bene quelle cosce così che il tuo amico ti veda colare sul pavimento".
Apro.
"Adesso ti scopi velocemente con tre dita. Entri di colpo e ti masturbi. Forza."
.. infilo le mie dita nel piacere così gonfio e stanco dalla nottata trascorsa, trattenendo il respiro per il dolore che mi sto procurando.
Sono perfettamente liquida, ma il gonfiore interno non permette l'accesso a tutte e tre le dita insieme. Non riesco e mi vergogno.
"Togli quelle dita. Apri di più le cosce, alza le gambe"
Da dietro Vi insinuate con le dita senza pietà, fino a strapparmi un grido di dolore. Mi stuprate ferocemente il piacere con la mano. Non so quante dita siano. Vi sento farVi spazio. Sento spingere. Sento bruciare. Sento il mio umore colare. Sento un godimento assoluto. Non riesco più a resistere a quelle dita cosi grandi e così profondamente infilate in fondo alla mia carne.
Una Vostra mano sulla mia bocca mi impedisce di respirare con regolarità.
Controllate le cosce, controllate il mio respiro. E Voi non fermate il mio orgasmo. Lo lasciate uscire.
Non contento avete continuato a prendermi sempre più veloce.. ad ogni colpo mi sembrava di sentirVi entrare sempre di più. Volevate conquistare ogni spazio.
Guardavo quell'uomo. E lui guardava Noi.
Era sconvolto. I suoi occhi erano infiammati.
Non mi serviva vedere quanto fosse duro, io lo sentivo.
Sono esplosa
Sono esplosa in un altro orgasmo devastante.
Non potevo urlare con quella mano sulla bocca, ma ho buttato fuori tutto ciò che era possibile dal mio corpo.
Vi siete preso tutto. Fino all'ultima goccia non avete smesso di spingere. Mi avete totalmente distrutta.
Quella era stata la mia punizione.
La Vostra rabbia si era sciolta ed i Vostri occhi erano sazi.
Lo spettacolo era finito.
Adesso eravamo solo e di nuovo Noi.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico