La mia ossessione - cap 3

di
genere
feticismo

Cap 3

Tornammo a casa ed io ero ancora eccitato. I nostri amici che tornarono in auto con noi andarono a dormire nelle loro stanze, così fece anche A, e così feci anche io. Mi cambiai con un’erezione considerevole e non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo poco prima. Mentre ero in bagno a lavarmi i denti, arriva A, per fare lo stesso. Non appena la vedo, la mia erezione riprende vigore, ed io non faccio nulla per nasconderla, tanto oramai lei sapeva. Lei mi guarda e guarda lì in basso, con uno sguardo malizioso. Va per lavarsi i denti e si frappone fra me ed il lavandino, sculettando un po’ e strusciandosi sul mio pacco, durissimo. Io rimasi immobile e paralizzato, con lo spazzolino in bocca. Lei si lava i denti come se nulla fosse, sculettando anche un po’, poi si piega in avanti – mettendosi di fatto a 90 - per sputare il dentifricio e facendo ancora più pressione sul mio pacco. Si asciuga, posa lo spazzolino, si gira verso di me, ancora imbambolato, allunga una mano sui pantaloni dove c’è il rigonfiamento e stringendomi i testicoli, mi sussurra all’orecchio con voce sensuale, “buonanotte, non consumarlo troppo pensando a me”. Sono passati nemmeno 5 secondi, che ho chiuso a chiave e mi sono masturbato che neanche dopo due minuti sono esploso, tanta era la voglia che avevo. Sono andato a letto cercando di dormire, ma il cervello mi riportava sempre indietro a quelle scene, ai suoi piedi a lei che mi stringe il pacco e al fatto che lei sapeva bene che ormai ero suo…
La mattina mi sveglia il cellulare, c’è un messaggio di A che mi dice che mi aspetta in spiaggia. Erano circa le 7, e noi eravamo tornati alle 3. Non so dove abbia trovato quella forza, ma dovevo trovarla anche io. Mi alzo, mi cambio e vado. La trovo a prendere il sole dell’alba distesa a pancia in giù, senza reggiseno, mostrando al cielo tutte le sue forme meravigliose e quel fondoschiena da urlo. Resto a guardarla per un po’, fin quando vado verso di lei e mi appoggio al lettino. Lei senza guardarmi, come se nulla fosse, mi dice “ah ma allora non guardi solo i piedi, anche il culo?” ed io replico dicendole “A, ma come fa un uomo a non guardarti il culo – è un’opera d’arte!”. La sento farsi una risata, si alza coprendosi il seno con il braccio, io cerco di non guardare ma i miei sono puntati sul suo seno, cercando di sbirciare.
Mi fa:
- “a me gli occhi, non alle mie tette. Volevo farmi un giro in barca, ti va?”
- “certo”
- “allora inizia a preparare tutto che ci prendo la colazione al bar e ti raggiungo al molo.

Dopo una decina di minuti arriva al gommone, sale a andiamo. Si stende sulla prora, seduta subito davanti la consolle di guida, permettendomi di ammirare le sue gambe e i suoi piedi. Partiamo e mi dice, ridendo, “mi raccomando guarda in avanti, non quaggiù - indicandomi i piedi”. Era riuscita di nuovo, senza di fatto fare nulla, a farmi impazzire. Dopo una decina di minuti di navigazione, ci avviciniamo ad una caletta dove a quell’ora non c’è mai nessuno, essendo raggiungibile solo via mare. Getto l’ancora, e ci buttiamo in acqua.
Nuotiamo per un po’ finche lei decide di tornare in barca. Sistema il materassino gonfiabile, me lo fa legare con una cima alla barca, lo butta in acqua e si tuffa. Sale sul materassino, dove si toglie il pezzo di sopra del costume e restringe le forme del bikini, per prendere più abbronzatura possibile. Ed io non riesco a fare a meno di guardare di nuovo quel panorama. Mi siedo sul tubolare e la osservo, perso. Dopo un po’ di tempo, mi dice di avvicinarmi, così mi tuffo in acqua e vado verso di lei che mi dice:
- “visto che giochi a pallanuoto non è un problema per te farmi un massaggio alle spalle stando in acqua, giusto? Tanto con quei quadricipiti non hai problemi!”
- “no no, nessun problema”
- “bene allora, inizia pure”

Iniziai così a massaggiarle le spalle, con lo sguardo che cercava di guardarle il fondoschiena. Ero ormai rapito da quella ragazza e non avevo più freni inibitori. Continuo qualche minuto, al che lei prende e si gira, mettendosi supina, coprendosi i seni con le mani. Io continuo a massaggiarle le spalle, finchè lei mi dice che voleva prendere il sole topless.
Nel mentre aggiunge “se continui a massaggiarmi senza mai guardarmi il seno, ti spetta un regalo. Altrimenti, mi rivesto e andiamo via”.
Io un po’ sconsolato, accetto. Abbasso la testa e la massaggio ancora per almeno 5 minuti. Dopodiché le dico che dovevo sgranchire un secondo le gambe e devo interrompere il massaggio. Come abitudine, mi lascio andare sotto acqua, per riposare le gambe e ritorno in superficie. Mi chiede se posso continuare, sempre impegnandomi a non guardare e di nuovo, accetto. Stavolta passano diversi minuti, finchè lei mi dice che può bastare e che voleva riposare una decina di minuti. Si rimette il pezzo di sopra del costume e mi dice che posso interrompere il massaggio.
Io mi fermo e stavo per tornare sul gommone per sistemare le cose prima di ripartire, quando lei mi dice “dove vai? Non vuoi il premio per l’impegno?” ed io “certo che lo voglio” a cui lei replica dicendomi “bene, allora vai dall’altra parte del lettino e fammi un massaggio ai piedi”.
Io nel sentire queste parole, mi eccito e mi fiondo sui suoi piedi. Erano lì, ad un niente dalla mia bocca. Avrei davvero tanto voluto leccarglieli e baciarli ma dovevo “accontentarmi” di massaggiarli. Inizio dalla pianta, poi il resto e anche le dita, una ad una, e nel mentre lo facevo immaginavo che al posto delle mie dita ci fosse la mia lingua. Continuo per un tempo che per me si era fermato fin quando lei mi dice che era arrivato il momento di tornare verso la spiaggia. Allora, trascino a nuoto il materassino verso il gommone, lei sale a bordo, io le passo dall’acqua il materassino, e mentre stacco la cima dalla galloccia, lei si siede sulla scaletta a poppa, con i piedi in acqua. Io vado per risalire a bordo quando le mi blocca e mi dice:
- “alt! Devi pagare il pedaggio”
- “devo pagare il pedaggio sulla mia barca”
- “eh certo, o pensavi che te la facessi passare liscia per tutto quello che hai fatto oggi?”
- “e che cosa avrei fatto per essere punito?”
- “beh, in primis, stamattina mi hai fissato il culo in spiaggia per almeno 5 minuti e devi pagare…”
- “e poi?”
- “beh, poi hai cercato di vedermi il seno”
- “che non ho visto però”
- “non conta quello. Paghi l’intenzione. Così come prima quando siamo venuti. Vedevo che stavi guardando le mie gambe mentre pilotavi”
- “Ma stavo guardando avanti! – protesto - ”
- “e quando ero sul materassino, se non ti avessi detto di non guardare, mi avresti fissato il seno tutto il tempo”
Aveva ragione ma cosa potevo dirle, cosìcchè dissi:
- “si ma non ho guardato nemmeno lì, mi hai anche premiato”
- “hai ragione, ma in realtà volevo a prescindere averti ai miei piedi e farmi fare un massaggio”
- “ah bene”
- “ah e poi, c’è ieri sera”
- “ieri sera?”
- “si, quando sono venuta in bagno e me lo hai strofinato sul sedere…”
- “ma guarda che tu l’hai fatto”
- “solo perché tu non avresti avuto il coraggio di farlo e io volevo sentire quanto ti faccio impazzire”
Rimasi a bocca aperta. Lei continuò:
- “quindi ora paghi!”
- “D’accordo che devo fare?”
- “Visto che hai fissato il mio corpo e hai cercato di vedere anche le parti coperte, per prima cosa ti togli il costume”
- “eh?!”
- “hai capito bene, levati il costume, e non solo il pantaloncino, anche lo slip che porti sotto e che hai messo per evitare che si vedesse la tua erezione”
- “e se non lo faccio?”
- “restiamo qui fin quando non lo fai”
- “ok, lo faccio…poi?”
- “poi…intanto toglilo”

Onestamente non aspettavo altro, ma volevo vedere a che punto sarebbe arrivata… E così mi tolsi il costume, restando nudo in acqua.
A continuò poi: “ora, avvicinati ai miei piedini. E baciali!”
Non aspettavo altro che quelle parole, mi fiondai a baciarle i piedi, con l’erezione che cresceva sempre di più. Le leccai ogni millimetro quadrato di entrambi i piedi, succhiandole ad una ad una le dita fin quando lei mi fermò. E mi disse, mettendo i piedi in acqua: “fammi sentire quanto i miei piedini te lo fanno venire duro” – non terminò nemmeno la frase che posò i suoi piedi sulla mia asta, quasi a farmi una sega. Stavo impazzendo ma dovevo resistere.
- “mmm – leccandosi le labbra con la lingua – allora ti fanno davvero impazzire”
- “s-sì, A mi fai morire però così”
- “lo so. E non è ancora finita e guai a te se vieni”
- “o-ok v-va bene – biascicai pensando a cos’altro volesse se non dovevo venire”
- “ora sali nudo a bordo, voglio vederti come tu stavi vedendo il mio culo prima”
- “sì, certo” – risposi ormai imbambolato
Si diresse verso il prendisole di prua, io la seguivo nudo, con forse la mia erezione più vigorosa della mia vita. Si allungò guardandomi il pene eretto e disse: “in ginocchio e baciami i piedi”.
Io iniziai a baciarli di nuovo, potevo farlo per ore. Sentivo pulsarle lì sotto che rischiavo di venire senza dovermi masturbare. A mi sorprese di nuovo dopo qualche minuto che baciavo e leccavo, mi disse:
“Alzati in piedi e fammi vedere quanto ti è venuto duro”.
Io mi fermai e mi alzai, lei si avvicinò, avevo il pisello a 10 cm dalla sua faccia e sentivo il suo respiro sull’asta. Si avvicinò ancora di più, io stavo morendo, avevo forse 200 battiti al minuto. E anche la mia asta pulsava. Lei allungo una mano, stringendomi i testicoli, tirò fuori la lingua e leccò l’asta. Cercai di resistere ma ero al limite. Mi diede un bacio sulla cappella, scoperta dall’intensità dell’erezione e mi disse: “rimettiti in ginocchio, masturbati davanti a me mentre mi baci i piedi. E quando stai per venire, vieni sui miei piedi”. All’instante mi inginocchiai, non ce la facevo ormai più. Avevo bisogno di esplodere, così mentre le tenevo i piedi con la mano sinistra e li baciavo e li leccavo come non ci fosse un domani con la destra mi stavo masturbando. Nemmeno un minuto dopo le dissi che dovevo esplodere, lei posizionò i piedi sotto il mio pisello e mi disse: “mi raccomando, tutta sui miei piedini”. A sentire quelle parole, esplosi. Diversi fiotti di sperma si riversarono sui suoi piedi. Rimasi immobile, cercando di riprendere fiato e tornare ad un battito accettabile, finchè lei con un ghigno aggiunse:
- “non penserai che torno in spiaggia con il tuo sperma sui piedi?”
- “sebbene possa essere eccitante – replicai – non mi sembra il caso”
- “ecco, appunto. Quindi pulisci”
Mentre mi giravo a cercare qualcosa con cui pulire, lei continuò:
- “cos’hai capito? Li devi pulire con la lingua. Leccare via il tuo sperma”
- “cosa?”
- “hai capito benissimo. Forza, al lavoro”
Non so come, ma mi inginocchiai di nuovo, e ripulii i suoi piedi con la lingua, facendo attenzione a non lasciare nulla. Pulii anche in mezzo le dita, ovunque. Poi succhiai tutto e quando stavo per sputare lo sperma mi fermò con le mani e disse: “vieni qui e dammi un bacio”. Non l’avevo mai baciata e cosa voleva come primo bacio? La mia bocca piena del mio sperma che le avevo riversato sui piedi…
La baciai, lei si fece riversare lo sperma in bocca, rise guardandomi e lo ingoiò tutto, per poi darmi un altro bacio, con la lingua. Una caratteristica di A era la sua risata, mi faceva letteralmente impazzire, ma non solo sessualmente. Poteva chiedermi qualsiasi cosa volesse con quella risata. Nel mentre io ero ancora nudo e il mio pisello, seppur meno vigoroso era di nuovo su. Lei se ne accorse e mi disse “ma quanto ti faccio impazzire per avercelo di nuovo duro?” - io non feci in tempo a rispondere che lei era in ginocchio davanti la mia erezione - “non farti strane idee, gli do solo un saluto”. E dette queste parole, lo mise in bocca. Sentivo la sua lingua sulla mia asta, stavo impazzendo. Lei poi strinse i testicoli con una mano mentre con l’altra, sempre tenendolo in bocca, mi masturbava. Andò avanti nemmeno un minuto che io ero pronto ad esplodere di nuovo. Ero talmente eccitato e impreparato che non riuscivo a contenermi. Glielo dissi e lei, con quella sua risata anziché rispondere mi guardò negli occhi, aumentò il ritmo della sega ed esplosi nella sua bocca. Lei ingoiò tutto, di nuovo, dicendomi che aspettava da troppo tempo farmi capitolare. Si perché non ero io che mi ero fatto fare un pompino da lei ma piuttosto era lei che mi aveva voluto fare un pompino. Mi fece rivestire e ripartimmo. Io ancora non ci credevo a quello che era successo. Lei se ne stava sul prendisole, che mi guardava con uno sguardo che avrebbe steso chiunque, con il sole che le faceva brillare il corpo ricoperto di salsedine. Tornammo al molo, e mentre stavo fissando il gommando, A mi si avvicinò dicendomi che quella sera avrei trovato un regalo in camera. E mi fece impazzire di nuovo. Tornammo in spiaggia che i nostri amici ancora non c’erano. Arrivarono solo alcune ore dopo. Pranzammo insieme in casa, alcuni di loro ci salutarono che tornavano a casa e restammo in 5. Io, A, una coppia di nostri compagni di classe e un’altra ragazza. Quella sera loro volevano andare a ballare di nuovo ma io ero davvero ko. Dissi loro che non me la sentivo e sarei restato a casa che il giorno dopo volevo andare a pesca.
Si preparano e uscirono. A, indossava un vestito meno vistoso di quello della sera prima e non indossava i tacchi a spicco che mi avevano fatto impazzire. Era bellissima e glielo sussurrai all’orecchio.
Qualche istante dopo che erano usciti, mi scrisse un sms dicendomi:
“in camera mia ti ho lasciato una sorpresa…”
A quelle parole mi fiondai in camera sua, aprii la porta e sul letto aveva lasciato in bella vista la scatola con quei tacchi da capogiro. Aprii la scatola e trovai un bigliettino che recitava: “gli ho indossati mentre mi preparavo, dovresti ancora sentire il mio … fanne buon uso stasera…”
A quelle parole, ero già con una mano sul pacco, in ginocchio davanti al letto che stavo per leccarle le scarpe. Qualche minuto dopo mi scrisse di nuovo, mentre io ero intento a masturbarmi e leccarle le scarpe, “allora, hai già dato? – con un emoji malizioso”…

Continua
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2020-11-05
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