Il Ragazzo Infortunato
di
ArtistaCuckold
genere
tradimenti
Ero sulla strada per ritornare a casa con la mia fidanzata, Antonella.
Entrambi siamo studenti di infermieristica, lei una bellissima ragazza bionda, occhi marroni, bocca carnosa, seno prosperoso e fisico con spalle piccole e fianchi non troppo grandi, forma triangolare pochissima pancetta e piedi 39 con bello smalto marrone.
Era una giornata calda estiva e avevamo appena terminato il corso, stavamo tornando a casa.
Lungo la strada, tra baci e carezze come dei fidanzati molto innamorati, ci apparve una scena raccapricciante. Eravamo ancora inesperti, entrambi non sapevamo cosa fare, ma sapevamo che avremmo dovuto agire.
Un ragazzo alto, bel fisico muscoloso, occhi marroni e castano, era a terra dolorante.
In prima impressione mi paragonai a lui perché avevo complessi sulla mia bellezza, ma in fondo eravamo uguali, la vera differenza era la sua altezza e il suo fisico con degli addominali mentre io avevo la pancetta.
Tolto questo momento di riflessione, capii che io e Antonella dovevamo fare qualcosa, come dovere di infermieri se veramente abbiamo questa passione, dovevamo agire. Decidemmo di scendere dall'auto e avvicinarci al ragazzo facendogli alcune domande.
Gli domandammo come si chiamasse e cosa ci fece li, il suo nome era Marco e disse che si stava allenando in bicicletta quando un auto in quella strada lo colpii facendolo sbattere a terra. Lo rassicurammo dicendogli che siamo studenti di infermieristica e che in caso lo avremmo portato all'ospedale prima però prestandogli delle cure.
Fatto salire in macchina, notavo Antonella parlare con lui in modo un po esagerato e insistente, e qualche volta notavo con la coda dell'occhio che si leccava le labbra, mentre il ragazzo sembrava pensare ad altro, preso dal suo dolore e triste pure per la sua bicicletta sfracellata.
Durante il tragitto per decidere dove portare il ragazzo, mentre stavo guidando, Antonella cominciò a fare domande infermieristiche al ragazzo, e si accorse che non ebbe bisogno di andare all'ospedale ma poteva anche essere curato a casa.
Antonella mi disse di fare una prova, bisbigliò nel mio orecchio, con il bel calore del suo fiato caldo, della sua bellissima bocca e mi disse di fare una sorta di tirocinio anche se eravamo ancora all'inizio e di provare a portarlo a casa nostra, facendolo dormire nell'altra camera
prestandogli cure.
Io e Antonella vivevamo a casa insieme in un piccolo appartamento in cui studiamo e conviviamo con amore.
All'inizio sinceramente pensavo che potesse essere una cosa difficile riuscire a curare e tenere un ragazzo con la nostra dimestichezza, poi però cominciai a pensare che bisognava pur partire ad esercitare la professione.
Arrivati a casa, Antonella diresse tutto. Cominciò ad ordinare di prendere delle garze, acqua ossigenata, spugne e anche di rifare il letto per Marco che doveva dormire.
Notai che mentre lo curava, lo faceva con molta passione e cominciai a provare gelosia, ma pensai che lei prima o poi avrebbe anche avuto un ragazzo da curare perciò mi ci dovevo abituare.
Antonella toccava tutti i muscoli di Marco, chiedeva se gli faceva male una parte piuttosto che un'altra, quasi approfittandosene di palpeggiare e percepire quel bel corpo tonico. Per di più Marco cominciò ad avere un'erezione.
Terminate le cure, io e Antonella ci dirigemmo verso il nostro letto e Antonella consigliò a Marco di riposare.
Io chiesi ad Antonella se forse stesse per provare qualcosa per Marco e lei subito si arrabbiò e mi disse di non pensare a queste cose, essendo io feticista dei piedi, mi disse che le avrei dovuto chiedere scusa e baciarle il piede ma al momento indossava stivaletti con calze collant e non voleva toglierle, perché disse di desiderarle più odorose.
Si fece sera, e dopo aver mangiato portammo il cibo anche a Marco che ci ringraziò, dopodiché dato che fu una giornata di estate molto calda, e dopo la stanchezza decidemmo di andare tutti a dormire, soprattutto per Marco.
Dopo aver dato la buonanotte a Marco, spegnemmo le luci e andammo a letto.
Pensai che da adesso potevo stare tranquillo, quel giorno in realtà era stato una bella esperienza di infermiere e io ed Antonella finalmente potemmo addormentarci e toccarci, baciarci.
Antonella si sdraiò molto stanca e si addormentò subito, allora a quel punto anche io cominciai ad aver sonno ma comunque la abbracciai e le diedi dei bacetti.
Ci misi un po per riuscire a dormire, pensai al corpo di Marco, a come Antonella lo toccava e a come avrei potuto essere tradito da lei e cosa avrei potuto fare.
Poi però mi addormentai abbracciando Antonella e stringendola.
Poco dopo, non saprei dire quanto tempo, mi svegliai e notai che a fianco al mio bicchiere c'era una scatola di sonniferi. Sinceramente non saprei ricordare quando avevo bevuto, ma probabilmente, dato che erano gocce, erano strategia di qualcuno.
Chiunque le abbia messe, non sa che io non ho il sonno profondo e perciò mi sveglio spesso se sento rumore o altre cose.
Sentivo dei rumori forti, simili a piccole scoppiate provenire dalla camera di Marco.
La prima cosa che feci fu di toccare Antonella e avvertirla, ma mi accorsi presto che lei non era presente così mi alzai subito mi diressi vicino alla camera di Marco che aveva la porta socchiusa.
Antonella si era addormentata con ancora gli stivaletti e calze addosso, sulle coperte, dicendo di essere molto stanca, e dato il caldo desiderava rimanere scoperta, aveva solo un reggiseno e le mutandine. Gli stivaletti decise di non toglierli perché avrebbe voluto farmeli sniffare il giorno dopo accontentando le mie voglie feticistiche.
Aprii la porta che era accostata e trovai un biglietto accanto agli stivaletti di Antonella, lo raccolsi, mentre intanto a seguito delle scoppiate sentivo delle urla di donna aggiungersi e aumentare sempre più di intensità.
Preso il bigliettino, con un forte batticuore che era misto ad eccitazione, vergogna e panico del poter subire un tradimento, lo portai al viso e cominciai a leggere.
C'era scritto: Tesoro se sei arrivato qua, e i sonniferi non ti hanno addormentato, volevo solo farti sapere che ti amo, ti prego concedimi solo una sera di svago, intanto ti ho lasciato i miei stivaletti e dentro c'è anche una sorpresa.
La prima cosa che accadde furono le mie lacrime e la mia rabbia del tradimento, pensai a tutte le cose fatte insieme, ma subito questa cosa fu interrotta da una strana eccitazione. Mi chinai agli stivaletti di Antonella come se lei fosse la davanti a me e li portai al naso, scoprendo che la sorpresa erano anche le sue calze collant sudate.
La puzza dei piedi di Antonella per me è squisita, è un odore simile a fontina e taleggio, con anche un po di liquido distillato e intenso.
Quell'odore mi pervase le narici facendomi venire in mente Antonella vestita da padrona, che mi sculacciasse e mi umiliasse, dicendomi che non sarò mai bello quanto Marco.
Intanto mi avvicinai di più alla stanza, dato che era costituita da una parte di biblioteca e dopo c'era il letto.
Le luci erano soffuse, una musica soft stava per terminare, aveva accompagnato parecchio quel momento, forse preceduto da baci e coccole e c'era un odore di rose che di solito usiamo io ed Antonella per fare l'amore. C'erano lucette rosse e gialle sopra il letto, luci comprate da me e Antonella.
Il letto aveva lenzuola beige, con stile moderno e sensuale, con forme arcuate che richiamano alla sessualità.
Circondato da guardaroba e con avanti una piccola sala con divano e tavolo per poter mangiare.
Sentivo Antonella ansimare e cominciai anche ad intravederla, sdraiata sopra le gambe di Marco con occhi socchiusi dal dolore, ma come li riapriva peni di una forte eccitazione.
La prima cosa che udii fu Marco dirle: Troia, ecco di cosa hai bisogno, di un ragazzo che ti sappia tenere testa, no come quel coglione del tuo fidanzato. Antonella rispose: Si Marco, hai ragione, tu si che sei un vero duro, sculacciami, ho bisogno di essere posseduta.
E scoprii che quei rumori erano sculacciate di Marco alla mia Antonella.
In quel momento ormai accettai totalmente che Antonella non fosse più mia e che aveva bisogno di un ragazzo che la domasse.
Continuai ad annusare la sua buonissima puzza di piedi anche nelle calze collant e cominciai a succhiarle mentre lei si inginocchiò davanti a Marco, accarezzandogli le gambe.
Lo guardava ed esclamò: Come stai Marco? Adesso sarò una bravissima infermiera, ti curerò io non ti devi preoccupare, lasciati andare amore.
Come se non bastasse lo chiamò anche amore.
Antonella accarezzò le palle gonfie di Marco con le sue unghie lunghe smaltate marrone, gli fece venire degli spasmi di piacere.
cominciò poi a leccarle, a me non aveva mai fatto sesso orale così e in quel momento potevo solo annusare il suo sublime sudore di piede.
La puzza dei suoi piedi continuava ad ubriacarmi e i suoni di risucchio cominciavano a farsi intensi.
Antonella continuava a massaggiare le palle di Marco mentre gli leccava la cappella e gli succhiava il cazzo e lo guardava dritto negli occhi con occhi da sottomessa e compiaciuta, mentre lui la prendeva da dietro.
La chiamava puttana e diceva che finalmente stava bene dopo tanto dolore, urlava dal piacere con compiacimento e liberazione e sembrava quasi volesse farsi sentire da me, come per dire: La tua troia mi sta facendo stare veramente in paradiso come non fa con te coglione, tu puoi solo stare ai suoi piedi sfigato.
Ed è quella la sensazione che provavo in quel momento, poco dopo, Marco disse proprio quelle parole, non proprio dirette a me, ma dicendo ad Antonella che lo stava veramente facendo sentire in paradiso e che io potevo solo sognare una pompa del tipo e lei ammise che con me non aveva mai praticato sesso orale in quella maniera, che io spesso vengo con il piede e no con la sua bocca o figa.
Allora si misero a ridere, era ovvio che Antonella aveva bisogno di uno stallone pronto a scoparla.
La prese e la sbatté sul letto, la mise a quattro zampe e a pecora, entro pochi secondi era già sopra di lei.
Io sentii il mio cuore battere sempre più forte dall'eccitazione, e dalla preoccupazione, Marco penetrò molto lentamente Antonella che cominciò a gemere, prima molto piano, la accarezzava dietro e Antonella accostandosi alle orecchie di Marco, facendogli sentire anche a lui il calore della sua bocca e del suo fiato, gli disse ce era proprio uno stallone. Marco la baciò con la lingua, le loro lingue era perse tra di loro e si intrecciavano nella passione, e io mi sentivo sempre più lontano e debole. Poi le baciò il collo, respirò il profumo dal collo di Antonella e spinse più forte mentre cominciò a sculacciarla.
Antonella emise delle grida e il tutto si fece più rapido. Marco prese Antonella per i fianchi, cominciò a sbatterla come una troia e a sculacciarla, il tutto sempre più forte, Antonella all'aumentare dei colpi di Marco, aumentava l'intensità dei suoi gemiti di piacere, alcune volte intervallati da un lungo: aaaaaaaaaaaaah Più basso di tono e che stava a dire che finalmente, dopo tanto, aveva trovato il ragazzo che la faceva godere.
Mi aveva parlato dei suoi problemi ad avere un orgasmo e qua sembrava averne trovato la soluzione al problema fastidioso.
Finalmente stava godendo la sua vita sessuale, e io per quanto la amo, ero felice del suo godimento e volevo che Marco continuasse sempre di più.
Così decisi di irrompere e avvicinarmi a lei e baciarla.
Preso dall'istinto mi misi accanto ad Antonella, ed entrambi rimasero sconvolti.
Si fermarono ma io baciai subito Antonella in bocca, lei mi leccò e assaggiai anche il sapore del cazzo di Marco.
Marco riprese subito e sentii i suoi colpi, veramente energici, dal corpo di Antonella che riprese ad ansimare.
Dopo un po, Marco stanco si fermò ed Antonella baciò Marco e si mise lei sopra di lui mentre io mi misi ai piedi del letto e poi a baciare i piedi di Antonella, ancora odorosi e a leccarli mentre lei cavalcò per bene Marco, dicendo di sentirsi troia, e chiamandomi schiavo leccapiedi.
Dopo aver goduto con Antonella sopra, Marco si mise sopra e ricominciò a stantuffare sbattendo con forza la sua fica, mentre Antonella gli accarezzava il culo e lo spingeva con le gambe. Lo accarezzava dietro la testa e il collo ed erano vivi in un immenso piacere. Era come fossero in un oasi deserta fatta di sesso. Dove prima tutto era selvaggio e rapido, duro e forte, cruento, e dopo rallentava tutto in un piacere quasi fatto per affetto, e si scambiavano baci de carezze, guardandosi come due persone innamorate schiave della passione. Sembrava si cercassero da tanto tempo, Marco era pazzo per Antonella e la possedeva senza poter ribadire pure perché sicuramente mi avrebbe sopraffatto, perciò potevo soltanto essere sottomesso a loro due. Antonella e Marco qualche volta, dopo che si erano un po stancati fisicamente, mi presero a sberle e poi tornarono ad amoreggiare, e intanto io continuavo a leccare i piedi di Antonella che era totalmente persa nella bocca del suo eroe. Poi mi ordinò di leccare il culo di Marco e la sua fica che era sbattuta e mi ordinò subito dopo di prendere insieme la sborra di Marco e baciarci. Era una cosa bellissima, ci faceva sentire ancora più legate come fossimo due troie.
Poco dopo Antonella mi ordinò di tornare di là con le sue scarpe e annusarle mentre la dovevo lasciare in pace con Marco.
Scoparono tutta la notte tra continui gemiti, alcune volte lunghi sospiri, sospiri sempre più rapidi e forti, colpi e sculacciate, anche offese nei miei confronti che da parte di Antonella si fecero sempre più pesanti come che sono solo un leccapiedi e basta e vennero tanto.
Si alternarono con anche dei bellissimi: AAAAAAAAA di piacere.
Nel tutto mi sentivo un bambino ma ebbi degli orgasmi che furono i più belli di tutte le altre.
Penso che lo avranno fatto da per tutto, sul divano, sul tavolo, rumori e gemiti di piacere ovunque, io ormai sentivo che Antonella non poteva più stare soltanto fidanzata ma aveva bisogno di scopare, di fare esperienze.
Mi sentivo deriso e debole e tanto ma tanto piacere ed era quello che mi sentivo.
Uno sfigato a dover condividere la compagna e poterle leccare i piedi ed essere suo servo adoratore.
La mia visione, durante tutti quei suoni, era offuscata e distaccata, ero nelle mie fantasie e loro stavano provando tanto piacere e si alternavano anche a baci e coccole affettuose.
Riuscivo a percepire il loro benessere che era anche il mio e il mio amore per Antonella era ancora più forte.
Il giorno dopo Antonella e Marco mi svegliarono, ordinandomi di ripulirle la fica e i piedi e preparare la colazione mentre loro si baciarono seduti sul divano.
Da quel giorno io e Antonella siamo una felicissima coppia cuckold
Entrambi siamo studenti di infermieristica, lei una bellissima ragazza bionda, occhi marroni, bocca carnosa, seno prosperoso e fisico con spalle piccole e fianchi non troppo grandi, forma triangolare pochissima pancetta e piedi 39 con bello smalto marrone.
Era una giornata calda estiva e avevamo appena terminato il corso, stavamo tornando a casa.
Lungo la strada, tra baci e carezze come dei fidanzati molto innamorati, ci apparve una scena raccapricciante. Eravamo ancora inesperti, entrambi non sapevamo cosa fare, ma sapevamo che avremmo dovuto agire.
Un ragazzo alto, bel fisico muscoloso, occhi marroni e castano, era a terra dolorante.
In prima impressione mi paragonai a lui perché avevo complessi sulla mia bellezza, ma in fondo eravamo uguali, la vera differenza era la sua altezza e il suo fisico con degli addominali mentre io avevo la pancetta.
Tolto questo momento di riflessione, capii che io e Antonella dovevamo fare qualcosa, come dovere di infermieri se veramente abbiamo questa passione, dovevamo agire. Decidemmo di scendere dall'auto e avvicinarci al ragazzo facendogli alcune domande.
Gli domandammo come si chiamasse e cosa ci fece li, il suo nome era Marco e disse che si stava allenando in bicicletta quando un auto in quella strada lo colpii facendolo sbattere a terra. Lo rassicurammo dicendogli che siamo studenti di infermieristica e che in caso lo avremmo portato all'ospedale prima però prestandogli delle cure.
Fatto salire in macchina, notavo Antonella parlare con lui in modo un po esagerato e insistente, e qualche volta notavo con la coda dell'occhio che si leccava le labbra, mentre il ragazzo sembrava pensare ad altro, preso dal suo dolore e triste pure per la sua bicicletta sfracellata.
Durante il tragitto per decidere dove portare il ragazzo, mentre stavo guidando, Antonella cominciò a fare domande infermieristiche al ragazzo, e si accorse che non ebbe bisogno di andare all'ospedale ma poteva anche essere curato a casa.
Antonella mi disse di fare una prova, bisbigliò nel mio orecchio, con il bel calore del suo fiato caldo, della sua bellissima bocca e mi disse di fare una sorta di tirocinio anche se eravamo ancora all'inizio e di provare a portarlo a casa nostra, facendolo dormire nell'altra camera
prestandogli cure.
Io e Antonella vivevamo a casa insieme in un piccolo appartamento in cui studiamo e conviviamo con amore.
All'inizio sinceramente pensavo che potesse essere una cosa difficile riuscire a curare e tenere un ragazzo con la nostra dimestichezza, poi però cominciai a pensare che bisognava pur partire ad esercitare la professione.
Arrivati a casa, Antonella diresse tutto. Cominciò ad ordinare di prendere delle garze, acqua ossigenata, spugne e anche di rifare il letto per Marco che doveva dormire.
Notai che mentre lo curava, lo faceva con molta passione e cominciai a provare gelosia, ma pensai che lei prima o poi avrebbe anche avuto un ragazzo da curare perciò mi ci dovevo abituare.
Antonella toccava tutti i muscoli di Marco, chiedeva se gli faceva male una parte piuttosto che un'altra, quasi approfittandosene di palpeggiare e percepire quel bel corpo tonico. Per di più Marco cominciò ad avere un'erezione.
Terminate le cure, io e Antonella ci dirigemmo verso il nostro letto e Antonella consigliò a Marco di riposare.
Io chiesi ad Antonella se forse stesse per provare qualcosa per Marco e lei subito si arrabbiò e mi disse di non pensare a queste cose, essendo io feticista dei piedi, mi disse che le avrei dovuto chiedere scusa e baciarle il piede ma al momento indossava stivaletti con calze collant e non voleva toglierle, perché disse di desiderarle più odorose.
Si fece sera, e dopo aver mangiato portammo il cibo anche a Marco che ci ringraziò, dopodiché dato che fu una giornata di estate molto calda, e dopo la stanchezza decidemmo di andare tutti a dormire, soprattutto per Marco.
Dopo aver dato la buonanotte a Marco, spegnemmo le luci e andammo a letto.
Pensai che da adesso potevo stare tranquillo, quel giorno in realtà era stato una bella esperienza di infermiere e io ed Antonella finalmente potemmo addormentarci e toccarci, baciarci.
Antonella si sdraiò molto stanca e si addormentò subito, allora a quel punto anche io cominciai ad aver sonno ma comunque la abbracciai e le diedi dei bacetti.
Ci misi un po per riuscire a dormire, pensai al corpo di Marco, a come Antonella lo toccava e a come avrei potuto essere tradito da lei e cosa avrei potuto fare.
Poi però mi addormentai abbracciando Antonella e stringendola.
Poco dopo, non saprei dire quanto tempo, mi svegliai e notai che a fianco al mio bicchiere c'era una scatola di sonniferi. Sinceramente non saprei ricordare quando avevo bevuto, ma probabilmente, dato che erano gocce, erano strategia di qualcuno.
Chiunque le abbia messe, non sa che io non ho il sonno profondo e perciò mi sveglio spesso se sento rumore o altre cose.
Sentivo dei rumori forti, simili a piccole scoppiate provenire dalla camera di Marco.
La prima cosa che feci fu di toccare Antonella e avvertirla, ma mi accorsi presto che lei non era presente così mi alzai subito mi diressi vicino alla camera di Marco che aveva la porta socchiusa.
Antonella si era addormentata con ancora gli stivaletti e calze addosso, sulle coperte, dicendo di essere molto stanca, e dato il caldo desiderava rimanere scoperta, aveva solo un reggiseno e le mutandine. Gli stivaletti decise di non toglierli perché avrebbe voluto farmeli sniffare il giorno dopo accontentando le mie voglie feticistiche.
Aprii la porta che era accostata e trovai un biglietto accanto agli stivaletti di Antonella, lo raccolsi, mentre intanto a seguito delle scoppiate sentivo delle urla di donna aggiungersi e aumentare sempre più di intensità.
Preso il bigliettino, con un forte batticuore che era misto ad eccitazione, vergogna e panico del poter subire un tradimento, lo portai al viso e cominciai a leggere.
C'era scritto: Tesoro se sei arrivato qua, e i sonniferi non ti hanno addormentato, volevo solo farti sapere che ti amo, ti prego concedimi solo una sera di svago, intanto ti ho lasciato i miei stivaletti e dentro c'è anche una sorpresa.
La prima cosa che accadde furono le mie lacrime e la mia rabbia del tradimento, pensai a tutte le cose fatte insieme, ma subito questa cosa fu interrotta da una strana eccitazione. Mi chinai agli stivaletti di Antonella come se lei fosse la davanti a me e li portai al naso, scoprendo che la sorpresa erano anche le sue calze collant sudate.
La puzza dei piedi di Antonella per me è squisita, è un odore simile a fontina e taleggio, con anche un po di liquido distillato e intenso.
Quell'odore mi pervase le narici facendomi venire in mente Antonella vestita da padrona, che mi sculacciasse e mi umiliasse, dicendomi che non sarò mai bello quanto Marco.
Intanto mi avvicinai di più alla stanza, dato che era costituita da una parte di biblioteca e dopo c'era il letto.
Le luci erano soffuse, una musica soft stava per terminare, aveva accompagnato parecchio quel momento, forse preceduto da baci e coccole e c'era un odore di rose che di solito usiamo io ed Antonella per fare l'amore. C'erano lucette rosse e gialle sopra il letto, luci comprate da me e Antonella.
Il letto aveva lenzuola beige, con stile moderno e sensuale, con forme arcuate che richiamano alla sessualità.
Circondato da guardaroba e con avanti una piccola sala con divano e tavolo per poter mangiare.
Sentivo Antonella ansimare e cominciai anche ad intravederla, sdraiata sopra le gambe di Marco con occhi socchiusi dal dolore, ma come li riapriva peni di una forte eccitazione.
La prima cosa che udii fu Marco dirle: Troia, ecco di cosa hai bisogno, di un ragazzo che ti sappia tenere testa, no come quel coglione del tuo fidanzato. Antonella rispose: Si Marco, hai ragione, tu si che sei un vero duro, sculacciami, ho bisogno di essere posseduta.
E scoprii che quei rumori erano sculacciate di Marco alla mia Antonella.
In quel momento ormai accettai totalmente che Antonella non fosse più mia e che aveva bisogno di un ragazzo che la domasse.
Continuai ad annusare la sua buonissima puzza di piedi anche nelle calze collant e cominciai a succhiarle mentre lei si inginocchiò davanti a Marco, accarezzandogli le gambe.
Lo guardava ed esclamò: Come stai Marco? Adesso sarò una bravissima infermiera, ti curerò io non ti devi preoccupare, lasciati andare amore.
Come se non bastasse lo chiamò anche amore.
Antonella accarezzò le palle gonfie di Marco con le sue unghie lunghe smaltate marrone, gli fece venire degli spasmi di piacere.
cominciò poi a leccarle, a me non aveva mai fatto sesso orale così e in quel momento potevo solo annusare il suo sublime sudore di piede.
La puzza dei suoi piedi continuava ad ubriacarmi e i suoni di risucchio cominciavano a farsi intensi.
Antonella continuava a massaggiare le palle di Marco mentre gli leccava la cappella e gli succhiava il cazzo e lo guardava dritto negli occhi con occhi da sottomessa e compiaciuta, mentre lui la prendeva da dietro.
La chiamava puttana e diceva che finalmente stava bene dopo tanto dolore, urlava dal piacere con compiacimento e liberazione e sembrava quasi volesse farsi sentire da me, come per dire: La tua troia mi sta facendo stare veramente in paradiso come non fa con te coglione, tu puoi solo stare ai suoi piedi sfigato.
Ed è quella la sensazione che provavo in quel momento, poco dopo, Marco disse proprio quelle parole, non proprio dirette a me, ma dicendo ad Antonella che lo stava veramente facendo sentire in paradiso e che io potevo solo sognare una pompa del tipo e lei ammise che con me non aveva mai praticato sesso orale in quella maniera, che io spesso vengo con il piede e no con la sua bocca o figa.
Allora si misero a ridere, era ovvio che Antonella aveva bisogno di uno stallone pronto a scoparla.
La prese e la sbatté sul letto, la mise a quattro zampe e a pecora, entro pochi secondi era già sopra di lei.
Io sentii il mio cuore battere sempre più forte dall'eccitazione, e dalla preoccupazione, Marco penetrò molto lentamente Antonella che cominciò a gemere, prima molto piano, la accarezzava dietro e Antonella accostandosi alle orecchie di Marco, facendogli sentire anche a lui il calore della sua bocca e del suo fiato, gli disse ce era proprio uno stallone. Marco la baciò con la lingua, le loro lingue era perse tra di loro e si intrecciavano nella passione, e io mi sentivo sempre più lontano e debole. Poi le baciò il collo, respirò il profumo dal collo di Antonella e spinse più forte mentre cominciò a sculacciarla.
Antonella emise delle grida e il tutto si fece più rapido. Marco prese Antonella per i fianchi, cominciò a sbatterla come una troia e a sculacciarla, il tutto sempre più forte, Antonella all'aumentare dei colpi di Marco, aumentava l'intensità dei suoi gemiti di piacere, alcune volte intervallati da un lungo: aaaaaaaaaaaaah Più basso di tono e che stava a dire che finalmente, dopo tanto, aveva trovato il ragazzo che la faceva godere.
Mi aveva parlato dei suoi problemi ad avere un orgasmo e qua sembrava averne trovato la soluzione al problema fastidioso.
Finalmente stava godendo la sua vita sessuale, e io per quanto la amo, ero felice del suo godimento e volevo che Marco continuasse sempre di più.
Così decisi di irrompere e avvicinarmi a lei e baciarla.
Preso dall'istinto mi misi accanto ad Antonella, ed entrambi rimasero sconvolti.
Si fermarono ma io baciai subito Antonella in bocca, lei mi leccò e assaggiai anche il sapore del cazzo di Marco.
Marco riprese subito e sentii i suoi colpi, veramente energici, dal corpo di Antonella che riprese ad ansimare.
Dopo un po, Marco stanco si fermò ed Antonella baciò Marco e si mise lei sopra di lui mentre io mi misi ai piedi del letto e poi a baciare i piedi di Antonella, ancora odorosi e a leccarli mentre lei cavalcò per bene Marco, dicendo di sentirsi troia, e chiamandomi schiavo leccapiedi.
Dopo aver goduto con Antonella sopra, Marco si mise sopra e ricominciò a stantuffare sbattendo con forza la sua fica, mentre Antonella gli accarezzava il culo e lo spingeva con le gambe. Lo accarezzava dietro la testa e il collo ed erano vivi in un immenso piacere. Era come fossero in un oasi deserta fatta di sesso. Dove prima tutto era selvaggio e rapido, duro e forte, cruento, e dopo rallentava tutto in un piacere quasi fatto per affetto, e si scambiavano baci de carezze, guardandosi come due persone innamorate schiave della passione. Sembrava si cercassero da tanto tempo, Marco era pazzo per Antonella e la possedeva senza poter ribadire pure perché sicuramente mi avrebbe sopraffatto, perciò potevo soltanto essere sottomesso a loro due. Antonella e Marco qualche volta, dopo che si erano un po stancati fisicamente, mi presero a sberle e poi tornarono ad amoreggiare, e intanto io continuavo a leccare i piedi di Antonella che era totalmente persa nella bocca del suo eroe. Poi mi ordinò di leccare il culo di Marco e la sua fica che era sbattuta e mi ordinò subito dopo di prendere insieme la sborra di Marco e baciarci. Era una cosa bellissima, ci faceva sentire ancora più legate come fossimo due troie.
Poco dopo Antonella mi ordinò di tornare di là con le sue scarpe e annusarle mentre la dovevo lasciare in pace con Marco.
Scoparono tutta la notte tra continui gemiti, alcune volte lunghi sospiri, sospiri sempre più rapidi e forti, colpi e sculacciate, anche offese nei miei confronti che da parte di Antonella si fecero sempre più pesanti come che sono solo un leccapiedi e basta e vennero tanto.
Si alternarono con anche dei bellissimi: AAAAAAAAA di piacere.
Nel tutto mi sentivo un bambino ma ebbi degli orgasmi che furono i più belli di tutte le altre.
Penso che lo avranno fatto da per tutto, sul divano, sul tavolo, rumori e gemiti di piacere ovunque, io ormai sentivo che Antonella non poteva più stare soltanto fidanzata ma aveva bisogno di scopare, di fare esperienze.
Mi sentivo deriso e debole e tanto ma tanto piacere ed era quello che mi sentivo.
Uno sfigato a dover condividere la compagna e poterle leccare i piedi ed essere suo servo adoratore.
La mia visione, durante tutti quei suoni, era offuscata e distaccata, ero nelle mie fantasie e loro stavano provando tanto piacere e si alternavano anche a baci e coccole affettuose.
Riuscivo a percepire il loro benessere che era anche il mio e il mio amore per Antonella era ancora più forte.
Il giorno dopo Antonella e Marco mi svegliarono, ordinandomi di ripulirle la fica e i piedi e preparare la colazione mentre loro si baciarono seduti sul divano.
Da quel giorno io e Antonella siamo una felicissima coppia cuckold
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