Un drink... due, o tre... - Parte 1

di
genere
orge

"Giadaaaaaa... ce l'abbiamo fatta!"
La suonerai del cellulare quasi la spaventò, concentrata com'era sui libri. Giada prese il telefono, aprì Whatsapp e lesse il messaggio di Cristina. "Ce l'abbiamo fatta... a far cosa?" Non le veniva proprio in mente, così indagò con l'amica.
"Ciao Cri... a che ti riferisci?"
"Ma come a cosa mi riferisco... sono riuscita a farci mettere in lista! Stasera!"
Finalmente era tutto chiaro: era almeno un mese che Cristina insisteva con il voler andare a ballare in questo locale della Città molto alla moda e molto esclusivo. Era quasi impossibile entrare se non conoscevi qualcuno che ti facesse mettere in lista. A Giada non è che andasse più di tanto; insomma, le piaceva ballare e bere qualche drink ma non si definiva una assidua frequentatrice di discoteche. Una, due volte al mese ma quasi mai in locali rinomati, di solito andava a ballare in qualche locale più o meno frequentato.
Al contrario, Cristina sembrava uscire da qualche locale solo per scegliere l'outfit per entrare nel successivo. Per non deludere l'amica, che era completamente su di giri, si mostrò entusiasta (tanto da una conversazione mica si capisce il "tono"):
"Che bello!!! Chi siamo?"
"Io, tu, Laura e Alessandra! Vi passo a prendere tutte io per le 10:30, dopo cena! Non vedo l'ora!"
Almeno Giada non avrebbe dovuto guidare. Magari una serata fuori le avrebbe fatto bene, erano settimane che stava preparando quel maledetto esame e il materiale da studiare sembrava non finire mai. Tra l'altro, poteva anche essere una buona occasione per ritrovare un po' di quella femminilità smarrita tra libri, felpe e pigiami. Cercando di guardare il lato positivo, Giada continuò a studiare un'altra oretta, poi decise che era il caso di prepararsi la cena. Da quando si era trasferita nella Città per studiare seguiva dei ritmi tutti suoi: spesso le capitava di cenare alle sette di sera, altre volte dopo le dieci. Si preparò qualcosa di veloce, giusto per non restare a digiuno, poi cominciò a prepararsi. Si liberò della felpa e dei leggins, restando in intimo. Certo che era proprio -come le disse una volta un suo ex- un gran bel pezzo di fica: era abbastanza alta, 1.78 circa, più di tutte le sue amiche. Sedere sodo, gambe lunghe e allenate (andava a correre quasi tutte le mattine per tenersi in forma senza dover spendere soldi in abbonamenti per palestre varie), una terza abbondante e capelli neri lunghi fino alle spalle. Le labbra le piacevano molto: erano carnose e scure di natura. Sempre per ricordare una frase pronunciata da quel gran signore del suo ex: due labbra da pompinara. E infatti i pompini che Giada gli faceva erano, a detta sua, incredibili.
Tra loro era finita da un pezzo e, a essere sinceri, a Giada mancavano le loro scopate probabilmente molto più di quanto non gli mancasse lui, che era spesso un vero cafone. Ma erano stati insieme quando Giada aveva appena vent'anni mentre ora, a 25 anni compiuti, aveva decisamente alzato i propri standard. Forse per questo era l'unica della compagnia a non avere un fidanzato.
Mentre indugiava in queste considerazioni passava in rassegna gli abiti tra cui scegliere per la serata: un vestitino al ginocchio scuro, un tubino più aderente, una gonna... alla fine scelse di rispolverare delle autoreggenti che non indossava da tempo immemore e di abbinarle ad un vestitino nero che le arrivava poco sopra il ginocchio. Le lasciava la schiena generosamente scoperta e anche la scollatura non era male; tuttavia, non era il caso di uscire senza portarsi una giacca, anche perché il locale era sulla spiaggia e, anche se si era agli inizi di Maggio, non faceva ancora così caldo. Infilò le scarpe col tacco, non troppo alto, e si guardò allo specchio: faceva proprio la sua figura. E infatti, quando Cristina e le altre la vennero a prendere, i commenti furono di tale sorta:
"Tesoroo sei bellissima! Tutti ti guarderanno stasera"
"Sìì -aggiunse Laura- sei stupenda!"
Anche Alessandra le fece complimenti simili.
"Grazie ragazze" sorrise Giada "che dicono i ragazzi? Tutto bene?"
"Tutto bene -sospirò Laura- Luca non era contentissimo di questa serata, avrebbe preferito esserci, ma non è mica la prima volta che usciamo da sole. Anche Carlo e Antonio..."
"... anche Carlo e Antonio -continuò Alessandra- hanno avuto da ridire, ma niente di grave... almeno tu sei libera!"
Pur guardandosi bene dal dirlo, Giada sapeva che i timori dei fidanzati delle amiche non erano del tutto infondati; per carità, nessuna di loro aveva mai tradito il partner, ma non disdegnavano farsi toccare il culo o ballare con i ragazzi che di solito affollano disco e locali. Si diceva che Laura, una volta, avesse baciato un tipo ma erano tutte piuttosto alticce quella sera e nessuna ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Tra chiacchiere e risate arrivarono in fretta al locale, anche se ci misero un po' a trovare parcheggio. Una volta uscite dall'auto, Giada poté notare che anche gli outfit delle amiche non scherzavano: Laura, capelli biondi, seno abbondante e bel culo, indossava un top bianco che le scopriva l'ombelico ed una gonna anch'essa bianca, decisamente corta. Alessandra aveva scelto invece una camicetta scura, che bene si abbinava ai suoi capelli rossi (l'invidia di tutto il gruppo) ed un paio di short anch'essi generosamente corti. Cristina aveva scelto un vestitino nero, simile a quello di Giada ma più corto, e non indossava le calze. Le ragazze si avviarono verso l'ingresso del locale e dopo pochi minuti erano dentro. Il posto era veramente bello e il fatto che si aprisse sulla spiaggia impediva la solita calca che si genera in certi posti. Sentendosi molti occhi maschili addosso, le ragazze si avviarono al bancone per bere qualcosa prima di cominciare a ballare.
Al bancone vennero subito abbordate da un gruppo di ragazzi.
"Ehilà, bellissime" esordì uno, con un sorriso a trentadue denti "siete sole? Permettete che vi offriamo da bere?"
Approccio non proprio innovativo, ma un drink gratis -visti i prezzi praticati- non si rifiuta mai. Tempo due minuti e tutti avevano qualcosa da bere. Il ragazzo che aveva parlato per primo, Marco, si avvicinò a Giada.
"Mmh... sono sicuro di averti già visto. Studi all'Università?"
"Sì, forse... anche voi studiate lì?"
"Giovanni e Matteo sì, io ogni tanto ci vado per pranzare con Matteo e Sandro ma di solito lavoro in centro, mi sono laureato in Giurisprudenza due anni fa"
Mentre chiacchierava, Giada vide con la coda dell'occhio le amiche sparire in pista, seguite a ruota dagli amici di Marco.
"Allora... -continuò lui- fidanzata?"
"Non perdi tempo tu, eh?" rise Giada "nno, al momento no... loro sì, quindi mi dispiace per i tuoi amici!"
"Oh, be'... fatti loro. Andiamo a ballare?"
Anche Giada e Marco si misero a ballare assieme, anche se Marco si assentava ogni tanto per tornare con dei drink. Uno, due, tre... Giada non li contava più. Le piaceva quel senso di leggerezza, dopo tante settimane chiusi in casa se lo meritava proprio, un po' di divertimento. Oramai ballavano sempre più vicini e Giada poteva sentire il respiro eccitato di Marco sul suo collo. Era un bel ragazzo, e lei aveva voglia di divertirsi... tanto che cominciava a sentire un certo calore in mezzo alle gambe. Così, approfittando della situazione, cominciò a spingere il sedere all'indietro, cominciando a strusciarsi sul cazzo di Marco, già gonfio. Poi si girò, guardò Marco negli occhi e gli infilò la lingua in bocca mentre le mani di lui le afferravano il culo sodo.
"Mmmh... vieni con me" Giada si fece portar via dalla pista, Marco si diresse verso zone più appartate della spiaggia, dietro alcuni scogli.
"Me lo fai venire durissimo..."
"Ah sì? Vediamo..." Giada, complice l'alcol che le faceva sempre perdere un po' di freni inibitori, afferrò il cazzo di Marco da sopra i jeans.
"Mmmh... non scherzi, eh? Vediamo un po'..."
In condizioni normali, non avrebbe mai fatto quello che stava per fare. Ma Marco le piaceva, era simpatico, carino, lei aveva bevuto un po' e non scopava da troppo, troppo tempo. Si inginocchiò, tolse la cintura a Marco e gli aprì la zip. Il ragazzo quasi non credeva a quello che gli stava succedendo, ma quando vide il proprio cazzo svettare gonfio davanti a Giada, decise che non era il caso di farsi troppe domande. Giada rimase qualche secondo ad ammirarlo -era proprio grosso e duro- poi cominciò a leccarlo partendo dai coglioni per risalire poi fino alla cappella.
"Uuuh... che lingua calda che hai..." Giada sorrise, dischiuse le labbra e cominciò a prendere il cazzo in bocca, piano piano, fino a farselo arriva in gola. Alternava succhiate a leccate di palle, cercava di metterselo tutto in bocca mentre spingeva il sedere del ragazzo, invitandolo a scoparle la gola.
"Mmmh... che bel cazzo hai, sai?"
Mentre Marco si godeva il pompino, videro delle ombre avvicinarsi. Giada si fermò di colpo, con il cazzo di Marco ancora tra le labbra.
"Ma braaavaaaa!" era Laura, visibilmente su di giri, seguita da Cristina, Alessandra e gli altri tre amici di Marco. Si vedeva che erano tutti abbastanza brilli.
"Che faiii? Guarda la zoccoletta... glielo succhi così??" Laura aveva ancora un bicchiere semivuoto in mano. Giada era rimasta un attimo interdetta, un po' per lo spavento, un po' per l'imbarazzo, e stava quasi per alzarsi quando notò che Cristina aveva afferrato Matteo e gli aveva infilato la lingua in bocca. Fu come se quello fosse un segnale convenuto: Sandro cominciò a toccare il culo di Alessandra mentre Laura si inginocchiò vicino a Giada. La situazione era surreale: Cristina e Matteo si erano seduti su uno scoglio lì vicino e si stavano quasi spogliando a vicenda, Sandro aveva oramai aperto la camicetta di Alessandra e le stava succhiando i capezzoli mentre Laura e Giada erano inginocchiate davanti al cazzo di Marco...
scritto il
2020-12-21
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