Dominato

di
genere
gay

Mi ricordo bene, ero in auto e il cuore mi batteva forte perché andavo al primo appuntamento con un uomo a 50 anni suonati. Avevo avuto piccole esperienze tra ragazzi ma niente di reale. Mi sono sposato e ho sempre ritenuto di essere maschio, sebbene poco dotato e con piaceri anali che soddisfacevo con mezzi di fortuna che mi avevano reso per così dire accogliente. Ma un cazzo non lo avevo mai provato. Il giovane dove stavo andando lo avevo conosciuto in una chat. Mi aveva chiesto anche se mi piaceva sottomettermi. Avevo risposto affermativamente e mi aveva dato il numero di cell dicendomi il rione dove abitava. Mi stavo dirigendo verso di lui ed ero emozionato… emozionata anche perché più ci pensavo e più mi avvertivo femmina. Giunto in una piazza del quartiere l’ho chiamato. Ricordo che avevo il cuore in gola e mi tremavano le gambe. Mi risponde e mi dice di non muovermi. Sarebbe venuto a prendermi. Dopo pochi minuti mi avvicina un giovane con la barba. “Ciao – mi fa – andiamo? Abito vicino, ma seguimi a 10 metri”. Obbedisco. Lo seguo, entra in un portone che lascia aperto. Mi infilo a mia volta e al piano rialzato c’è una porta aperta dove fa capolino. Entrato a casa lui è in tuta di ginnastica e io allungo la mano tra le sue gambe chiedendogli se posso toccarlo. Invece di rispondermi mi prende la testa e la spinge in basso verso il cazzo. È molto grosso, quasi duro, lecco la stoffa. Mi allontana e mi chiede di spogliarmi. Lo faccio, ma mentre sto di spalle solo con gli slip le sue mani tirano le mutandine in alto lasciando le mie natiche scoperte. Sento quindi il suo cazzo caldo, anzi bruciante, su una natica. Mi spinge verso il letto e quasi mi strappa gli slip. Mentre sto seduto sul bordo del letto lo vedo. Ha un cazzo molto grande, duro, un po’ curvo su un lato e lui me lo avvicina alle labbra. Mi tira la testa a sé e me lo mette in bocca. Accennoa ad un pompino ma mi fa smettere. “Voltati – mi dice - ma non metterti a pecora resta in piedi appoggiato al letto, voglio vedere bene il tuo culo”. Eseguo l’ordine. Mi fa allargare le gambe e entra nel mezzo. Ora avverto il suo cazzo bruciare tra le mie natiche. Gli chiedo di mettere il preservativo. “Non mi piace è la risposta”. Intanto mi ha messo una pomata sull’ano e mi penetra con le dita. Poi mi lascia, mi dice di rilassarmi e mi appoggia una capocchia calda e grossa al buco. Spinge un po’ e mi entra ma non riesce a penetrarmi più di tanto. Il cazzo è grosso è fa tappo. Lo caccia fuori, mi da due forti ceffoni sulle natiche, mi piega di più e riprova. Ora entra meglio e infatti va dentro tutto. Comincia a scoparmi. Mi chiama “zoccola”. Io emetto mugolii… mi fa male… è troppo grosso. Cerco di divincolarmi, ma e lui che se ne esce. Mi gira di nuovo. Mi fa sedere sul leto. Io sono in trance, con gli occhi chiusi. E lui mi mette il cazzo sulle labbra. Lo prendo in bocca e lui mi scopa nel cavo orale. Avverto che il cazzo è sporco, ma entrambi non ci facciamo caso. Non so se sono io a pompare o se è lui che guida la testa con la mano. Alla fine sborra. Tanta sborra. In pate la tengo in bocca ma lui caccia fuori il cazzo e mi sborra in faccia. Mi piae. Gli lecco il cazzo sporco. Lui mi porta in bagno. Ci ricomponiamo. Cerco i miei abiti. Mi vesto. “Ciao, mi fa, il mio numro ce l’hai… ci vediamo”. “Ciao, ci vediamo” e sono di nuovo in strada.
scritto il
2020-12-23
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