Messaggi inattesi.
di
Pietro90
genere
etero
In un pigro pomeriggio e senza alcun preavviso mi arrivò un messaggio su whatsapp da una lontana amica della quale non pensavo di avere ancora il suo numero. A onor del vero ai tempi delle medie era stata la mia fidanzatina per qualche mese. Qualche palpatina, ma sempre sui vestiti. Avevo provato ad infilarle la pano sotto alle mutandine, ma non aveva voluto che mi spingessi oltre e io non insistetti. Mi limitai a lunghe limonate, a palpate sui vestiti e a strofinarle contro il mio cazzo duro.
Ecco perché quel giorno mi stupii non poco di quel messaggio… Lo aprii con molta curiosità e lessi “ciao, disturbo te e la tua ragazza se ti mando una foto?”. Il mistero si infittiva, infatti non capivo come a questa veniva in mente di mandarmi una foto dopo tanto tanto tempo che non ci parlavamo. Tanto tempo che non sapeva neppure che in quel periodo non uscivo con nessuna. Ma se una donna ? in quel momento non avevo, non difettavo di curiosità e, senza perdere troppo tempo, le risposi “la mia ragazza non la disturbi perché non esiste ne tanto meno me! “. Passarono pochi secondi che il telefono suonò nuovamente, questa volta con la foto promessa! Era la foto di una donna in intimo, non particolarmente sexy, davanti a uno specchio. L’inquadratura la riprendeva dal collo in giù, ma notai subito che il reggiseno era bello pieno. Tanto che pensai “Non ricordavo che quando ci strusciavamo nascondesse sotto la maglia qualcosa di così grande…”.Foto accompagnata da una didascalia che suonava, più o meno, così “Sono io, ti piaccio?”. Urgeva una risposta brillante, ma non subito, non volevo che pensasse che ero uno sfigato. Feci passare un po’ di tempo e poi le scrissi “Meno male che ero seduto… Complimenti, sei bellissima. A cosa devo l’onore?”, la sua risposta non si fece attendere quanto la mia e disse “grazie per l’apprezzamento, avevo paura di farmi una figura di m…..!”,e poi subito un altro “…Ero qui che pensavo al passato e ho deciso di farti un regalo, ne vuoi altri?”. Questa volta, per far notare il mio interesse non feci passare molto tempo e le dissi “…e me lo chiedi pure?!?”, poi aggiunsi “e io come posso sdebitarmi?”. Seguirono così un po’ di messaggi e foto…
Foto sua una tetta in primo piano con il capezzolo durissimo e l’areola rosa chiaro.
Messaggio mio “stupendo!”
Suo “si nota com’è duro all’idea di una tua foto…?”
Foto mia del mio pacco ormai gonfio.
Messaggio suo “Chissà com’è sotto?!”
Foto dello slip che indossava nella prima foto lanciato a terra.
Foto mia della cappella in primo piano e bella gonfia.
Messaggio suo “stupendo e com’è lucido, chissà com’è averlo in bocca…”
Messaggio mio “…Vogliamo vederci così lo scopri…?”
A quel punto la palla era tra le sue mani…E con mio grande stupore mi rispose con una foto con didascalia: foto della sua patata, ma con le gambe strette e una strisciolina di peli scuri che usciva, mentre la didascalia suonava così “puoi questa sera?!”. Le risposi “passo a prenderti alle 211:00? Abiti sempre allo stesso posto?”. Quel fantastico scambio di messaggi si concluse con la foto del primo piano delle sue labbra a forma di bacio, con sotto scritto “si sempre nello stesso posto. Ti aspetto…”.
Appoggiato il cellulare dovetti ammettere a me stesso che quello scambio di messaggi era stato al quanto surreale, ma presi coscienza che per quella sera avevo un appuntamento.
Continua…
Se volete scrivermi per darmi consigli e il vostro parere, fatelo qui: qualcosadinuovo@blu.it
Ecco perché quel giorno mi stupii non poco di quel messaggio… Lo aprii con molta curiosità e lessi “ciao, disturbo te e la tua ragazza se ti mando una foto?”. Il mistero si infittiva, infatti non capivo come a questa veniva in mente di mandarmi una foto dopo tanto tanto tempo che non ci parlavamo. Tanto tempo che non sapeva neppure che in quel periodo non uscivo con nessuna. Ma se una donna ? in quel momento non avevo, non difettavo di curiosità e, senza perdere troppo tempo, le risposi “la mia ragazza non la disturbi perché non esiste ne tanto meno me! “. Passarono pochi secondi che il telefono suonò nuovamente, questa volta con la foto promessa! Era la foto di una donna in intimo, non particolarmente sexy, davanti a uno specchio. L’inquadratura la riprendeva dal collo in giù, ma notai subito che il reggiseno era bello pieno. Tanto che pensai “Non ricordavo che quando ci strusciavamo nascondesse sotto la maglia qualcosa di così grande…”.Foto accompagnata da una didascalia che suonava, più o meno, così “Sono io, ti piaccio?”. Urgeva una risposta brillante, ma non subito, non volevo che pensasse che ero uno sfigato. Feci passare un po’ di tempo e poi le scrissi “Meno male che ero seduto… Complimenti, sei bellissima. A cosa devo l’onore?”, la sua risposta non si fece attendere quanto la mia e disse “grazie per l’apprezzamento, avevo paura di farmi una figura di m…..!”,e poi subito un altro “…Ero qui che pensavo al passato e ho deciso di farti un regalo, ne vuoi altri?”. Questa volta, per far notare il mio interesse non feci passare molto tempo e le dissi “…e me lo chiedi pure?!?”, poi aggiunsi “e io come posso sdebitarmi?”. Seguirono così un po’ di messaggi e foto…
Foto sua una tetta in primo piano con il capezzolo durissimo e l’areola rosa chiaro.
Messaggio mio “stupendo!”
Suo “si nota com’è duro all’idea di una tua foto…?”
Foto mia del mio pacco ormai gonfio.
Messaggio suo “Chissà com’è sotto?!”
Foto dello slip che indossava nella prima foto lanciato a terra.
Foto mia della cappella in primo piano e bella gonfia.
Messaggio suo “stupendo e com’è lucido, chissà com’è averlo in bocca…”
Messaggio mio “…Vogliamo vederci così lo scopri…?”
A quel punto la palla era tra le sue mani…E con mio grande stupore mi rispose con una foto con didascalia: foto della sua patata, ma con le gambe strette e una strisciolina di peli scuri che usciva, mentre la didascalia suonava così “puoi questa sera?!”. Le risposi “passo a prenderti alle 211:00? Abiti sempre allo stesso posto?”. Quel fantastico scambio di messaggi si concluse con la foto del primo piano delle sue labbra a forma di bacio, con sotto scritto “si sempre nello stesso posto. Ti aspetto…”.
Appoggiato il cellulare dovetti ammettere a me stesso che quello scambio di messaggi era stato al quanto surreale, ma presi coscienza che per quella sera avevo un appuntamento.
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