Così fan tutte....anche tua madre? Vol. 4
di
MADAME ESTREMI RIMEDI
genere
tradimenti
Per consigli confronti ed altro scrivete ad estremirimedi2019@libero.it
Non era una banale questione di una masturbazione usando l'intimo usato. Davide aveva già accesso ai miei cassetti o alla lavanderia a casa quando voleva stando spesso solo in casa e mi accorgevo che rovistava tra le mie cose. Ed avevo capito che non frugava per trovare mutande o altro e e segarsi, ma per cercare prove alla sua domanda, croce e delizia, fardello e gioia, se la sua mamma era effettivamente ciò che pareva a tutti i maschi che nel tran tran quotidiano incontravamo: una donna sposata che curava il suo aspetto e che adorava piacere, non disdegnando ogni tanto una cura di cazzo.
Se dal vestiario si poteva evincere che ero una donna che non trascurava mai il suo aspetto e che osava provocare, dall'intimo che rovistava nei cassetti o nella cesta dei panni sporchi si poteva dedurre che amavo il pizzo, il tanga o i perizomi, i baby doll che a volte usavo al posto dei reggiseni , e che a volte indossavo una lingerie da vera troia.
Credo già si ponesse la domanda se quel tipo di armamentario poteva essere la conferma di una signora lussuriosa, a cui piaceva far rizzare i cazzi o qualcosa di più, perchè i vestiti va bene, ma la lingerie lo fai per qualcuno in particolare dinanzi a cui ti spogli no?
Ecco che la mia azione di dimenticare la lingerie nella sua stanza era qualcosa di sottile, di latente. A casa mi aveva potuto vedere con tanga e baby doll o reggiseno addosso direttamente in svariate occasioni, ma la questione che si poneva era diversa: quel tanga col filo diamantato e quel baby doll di pizzo che lasciava le tette libere in quel pomeriggio che mio marito era fuori, quando uscivo rispondendo evasivamente alle sue domande su dove andavo e con chi, era la prova che sua madre si dava da fare?
I maschi sono così. Adorano dare patenti di troiaggine, vantarsi di conoscere letti di donne sposate, riferire di avventure in cui una donna si è trasformata con loro in una porca assatanata. Se vuoi portarli in cielo, al settimo, basta dirli che come hai goduto con loro, con nessuno mai. Al contrario basta alludere a una loro scarsa virilità e adieu, sono perduti. oppure, se la presunta troiaggine riguarda la moglie, la fidanzata, la sorella o la madre, sembrano subire un attacco letale alla loro virilità.
Immaginavo Davide osservare la lingerie in camera sua e soffrire, come sempre aveva sofferto quando gli dicevano della mamma bona, della mamma che faceva rizzare i cazzi, della mamma che aveva due tettone e sembrava una pornostar, della mamma che di sicuro qualcuno se lo faceva, della mamma che...'guarda Davide come la guardano, se la mangiano con gli occhi.
E lui, sofferente, prendere in mano quel baby doll e quel micro tanga e passarseli sul cazzo che era durissimo, e abbandonarsi ad una furia auto erotica.
improvvisamente non avere più paura che la mamma era una troia, ma sognarlo, ad occhi aperti, vedermi alle prese di un cazzo duro, e grosso, grosso a differenza del suo, leccata e posseduta da un uomo prestante e virile a differenza dell'ometto panciuto del padre. Lo immaginavo con il mio baby doll sul suo viso, il tanga a fasciargli il cazzo smanettato con impeto mentre mi vedeva nel suo film intraprendente a cavalcare un uomo virile, dotato e forte.
Non c'era più sofferenza allora nell'avere la mamma corteggiata, la mamma oggetto di battute da caserma, la mamma che solleticava i pruriti pettegoli dei maschi di paese.
Ora era lui a volermi troia, a sognarmi porca, volevo proprio sapere come mi immaginava, cosa mi faceva fare nel suo film per poter sborrare e liberarsi.
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Si era fatto tardi, mio marito era rientrato nella sua camera (dormivamo separati ormai da tempo), mentre mia figlia avrebbe passato la notte a casa di una sua cara amica.
Era in programma una gita da una mia carissima amica, al nord ormai da tanti anni.
Ci sarei andata con Davide, eravamo rimasti d'accordo così. capitava in un periodo vuoto per lui, senza lezioni universitarie o esami. Comoda a letto prenotai l'albergo.
Nonostante le insistenze della mia amica, che ci voleva ospiti a casa sua, essendo patita di ristoranti e hotel, adorando provarli e recensirli, approfittavo dell'occasione per godermi una comoda struttura ricettiva che dava offerte ottime inclusive di piscina e percorso benessere.
L'indomani dissi a Davide dell'hotel scelto e delle figate che c'erano.Aveva delle occhiaie profonde, la sua era stata una notte di libertà, in cui era stato se stesso, un cuckold che guardava sua madre montata, seppur solo in un sogno il cui appiglio alla realtà era costituito da una sottilissimo filo di stoffa di un tanga e di un baby doll. Li ripresi e li buttai nel cesto, avevano fatto sborrare due uomini. Non avevo visto ma lo sapevo.
Non era una banale questione di una masturbazione usando l'intimo usato. Davide aveva già accesso ai miei cassetti o alla lavanderia a casa quando voleva stando spesso solo in casa e mi accorgevo che rovistava tra le mie cose. Ed avevo capito che non frugava per trovare mutande o altro e e segarsi, ma per cercare prove alla sua domanda, croce e delizia, fardello e gioia, se la sua mamma era effettivamente ciò che pareva a tutti i maschi che nel tran tran quotidiano incontravamo: una donna sposata che curava il suo aspetto e che adorava piacere, non disdegnando ogni tanto una cura di cazzo.
Se dal vestiario si poteva evincere che ero una donna che non trascurava mai il suo aspetto e che osava provocare, dall'intimo che rovistava nei cassetti o nella cesta dei panni sporchi si poteva dedurre che amavo il pizzo, il tanga o i perizomi, i baby doll che a volte usavo al posto dei reggiseni , e che a volte indossavo una lingerie da vera troia.
Credo già si ponesse la domanda se quel tipo di armamentario poteva essere la conferma di una signora lussuriosa, a cui piaceva far rizzare i cazzi o qualcosa di più, perchè i vestiti va bene, ma la lingerie lo fai per qualcuno in particolare dinanzi a cui ti spogli no?
Ecco che la mia azione di dimenticare la lingerie nella sua stanza era qualcosa di sottile, di latente. A casa mi aveva potuto vedere con tanga e baby doll o reggiseno addosso direttamente in svariate occasioni, ma la questione che si poneva era diversa: quel tanga col filo diamantato e quel baby doll di pizzo che lasciava le tette libere in quel pomeriggio che mio marito era fuori, quando uscivo rispondendo evasivamente alle sue domande su dove andavo e con chi, era la prova che sua madre si dava da fare?
I maschi sono così. Adorano dare patenti di troiaggine, vantarsi di conoscere letti di donne sposate, riferire di avventure in cui una donna si è trasformata con loro in una porca assatanata. Se vuoi portarli in cielo, al settimo, basta dirli che come hai goduto con loro, con nessuno mai. Al contrario basta alludere a una loro scarsa virilità e adieu, sono perduti. oppure, se la presunta troiaggine riguarda la moglie, la fidanzata, la sorella o la madre, sembrano subire un attacco letale alla loro virilità.
Immaginavo Davide osservare la lingerie in camera sua e soffrire, come sempre aveva sofferto quando gli dicevano della mamma bona, della mamma che faceva rizzare i cazzi, della mamma che aveva due tettone e sembrava una pornostar, della mamma che di sicuro qualcuno se lo faceva, della mamma che...'guarda Davide come la guardano, se la mangiano con gli occhi.
E lui, sofferente, prendere in mano quel baby doll e quel micro tanga e passarseli sul cazzo che era durissimo, e abbandonarsi ad una furia auto erotica.
improvvisamente non avere più paura che la mamma era una troia, ma sognarlo, ad occhi aperti, vedermi alle prese di un cazzo duro, e grosso, grosso a differenza del suo, leccata e posseduta da un uomo prestante e virile a differenza dell'ometto panciuto del padre. Lo immaginavo con il mio baby doll sul suo viso, il tanga a fasciargli il cazzo smanettato con impeto mentre mi vedeva nel suo film intraprendente a cavalcare un uomo virile, dotato e forte.
Non c'era più sofferenza allora nell'avere la mamma corteggiata, la mamma oggetto di battute da caserma, la mamma che solleticava i pruriti pettegoli dei maschi di paese.
Ora era lui a volermi troia, a sognarmi porca, volevo proprio sapere come mi immaginava, cosa mi faceva fare nel suo film per poter sborrare e liberarsi.
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Si era fatto tardi, mio marito era rientrato nella sua camera (dormivamo separati ormai da tempo), mentre mia figlia avrebbe passato la notte a casa di una sua cara amica.
Era in programma una gita da una mia carissima amica, al nord ormai da tanti anni.
Ci sarei andata con Davide, eravamo rimasti d'accordo così. capitava in un periodo vuoto per lui, senza lezioni universitarie o esami. Comoda a letto prenotai l'albergo.
Nonostante le insistenze della mia amica, che ci voleva ospiti a casa sua, essendo patita di ristoranti e hotel, adorando provarli e recensirli, approfittavo dell'occasione per godermi una comoda struttura ricettiva che dava offerte ottime inclusive di piscina e percorso benessere.
L'indomani dissi a Davide dell'hotel scelto e delle figate che c'erano.Aveva delle occhiaie profonde, la sua era stata una notte di libertà, in cui era stato se stesso, un cuckold che guardava sua madre montata, seppur solo in un sogno il cui appiglio alla realtà era costituito da una sottilissimo filo di stoffa di un tanga e di un baby doll. Li ripresi e li buttai nel cesto, avevano fatto sborrare due uomini. Non avevo visto ma lo sapevo.
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