Pausa pranzo
di
Dreamer69
genere
gay
"A cazzo duro non si ragiona", recita un detto popolare, niente di più vero, sopratutto se il cazzo in questione, lo stai usando in ufficio, per montare il tuo collega. È uno spettacolo guardare quel corpo giovane muscoloso dimenarsi fra gemiti di piacere, ad ogni tuo colpo di nerchia. Poi ad un tratto realizzi che lo stai chiavando da più di mezz'ora, e la pausa pranzo sta per finire e potrebbero rientrare all'improvviso gli altri colleghi. A malincuore lo fai alzare quel tanto che ti permette di sussurrargli all'orecchio.."perdonami tesoro forse ti farò un po' male" poi di impeto lo fai appoggiare alla scrivania, e glielo infili fino alle palle, la mano sulla bocca serve solo in parte ad attutire il suo gemito, e il suo ansimare, mentre finisci di chiavarlo come un animale. Un minuto di estasi totale, scosso dai brividi dell'orgasmo. Un fazzolettino di carta per pulirgli la sborra che gli hai gettato sulla schiena e qualche coccola, con la soddisfazione di notare che hai fatto sborrare anche lui. Giusto il tempo di rivestirsi e rinfrescare l'aria della stanza e rientrano gli altri. A cazzo duro non si ragiona, e anche oggi col rischio di essere scoperti, in pausa pranzo abbiamo fatto tutto tranne che pranzare. Gli mando un messaggio sullo smartphone. " dobbiamo trovare un altro posto per divertirci caro mio". Osservo il suo sorriso mentre legge dalla sua postazione. Pensando alla prossima chiavata
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valutazione
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Commenti dei lettori al racconto erotico