La capo ufficio

di
genere
etero

La Capo Ufficio

Non sapeva come era finito in quella situazione; la sua capoufficio, 55 anni, a coscie larghe distesa sul tavolo della sua stanza si stava facendo leccare la fica da lui che aveva almeno 20 anni meno di lei. Con una scusa lo aveva invitato a intrattenersi ancora un poco in ufficio dopo la chiusura…, si la scusa erano state quelle fotocopie da consultare…ora lui la stava leccando con grande passione; la fica della dottoressa R. era tutta bagnata; lui baciava anche quelle belle cosce tornite che erano state solo parzialmente liberate dalle calze. Ad un certo punto la dottoressa con molta professionalità e con un dolce sorrisetto gli accenno di fermarsi un attimo. Si finì di liberare delle calze che appoggiò su un angolo del tavolo e si accucciò davanti a lui prendendogli l’asta nerboruta in bocca. Cominciò a ciucciare con passione e ritmo; si faceva manovrare quella sberla di carne nella bocca come se quella fosse una sua seconda fica, ma qualcosa non la rendeva tranquilla… – Luca ? – gli disse ad un certo punto … - può andare a chiudere la porta dell’ufficio? - … - si – rispose Luca e velocemente deambulando con quel palo duro sguainato andò verso l’ingresso dell’ufficio e lo chiuse con due mandate.
La trovò nuda, tranne la maglia che ancora le nascondeva i seni, appoggiata al termosifone. –Non dica nulla di questo, per favore – Ma non si deve preoccupare- rispose Luca ed intanto il pisello gli si era riammosciato. Si sorrisero a vicenda, un sorriso complice; lei aveva dei capelli biondi leggermente brizzolati; era di media altezza, formosa, con due bei seni, un bel culetto e una figa pelosetta. Si abbracciarono e si baciarono con un lingua lingua interminabile; ora lui desiderava quella femmina come non mai, la strinse a se e intanto gli massaggiava robustamente le natiche con le sue mani tozze e pelose; lei si avvinghiò a lui con dolcezza felina, il pene di Luca si inturgidì nuovamente come un tizzone di legno che ardeva; fu lei a condurlo prima fra le labbra bagnate della sua figa e quindi dentro quella calda, umida grotta. Scoparono selvaggiamente per 10 minuti circa; lei a cavalcioni su di lui e lui che spingeva come un ossesso. Lui gli venne dentro in modo prorompente e selvaggio; erano rossi e caldi come non mai dopo quell’amplesso selvaggio; avrebbero voluto continuare ad amarsi sotto una doccia oppure in un giaciglio caldo, ma la situazione imponeva che ritornassero alle loro case e che riprendessero per un po’ a vivere la loro vita distintamente l’uno dall’altra. Si rivestirono, appunto. Si precipitarono come un corpo solo verso la macchinetta automatica del caffè; bevvero ancora qualche cosa di caldo insieme e poi… bye bye…alla prossima, anzi a domani mattina …che…si lavora.


di
scritto il
2012-01-17
7 . 4 K
visite
8
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Una trans di nome Aisha
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.