Tommy sulle Dolomiti - Capitolo 7
di
Aramis
genere
gay
Capitolo 7
Tommy fu dapprima scioccato, la lingua di Lorenzo penetrò il suo buco posteriore, dove prima era stato il dito di Lorenzo e dove precedentemente non era mai entrato nulla. Non gli era mai balenata l'idea quel buco fosse un luogo dove potesse entrare qualche cosa e farlo eiaculare.
Il ditalino gli aveva provocato un orgasmo più intenso di qualsiasi altra cosa nella sua vita. Non solo aveva scoperto di avere più succo di quanto avrebbe creduto possibile e anche dopo due seghe l'intensità del venire era tremenda. Sentì i muscoli del buco del culo stringersi intorno al dito di Lorenzo mentre eiaculava e sentiva le calde sensazioni della stimolazione sulla prostata. Non sapeva di cosa si trattasse, ma sentì come se tutto il suo corpo, e specialmente il buco del culo, fosse infuocato. Lui non sarebbe mai stato di nuovo lo stesso.
Ora Tommy aveva la lingua nel suo buco e questo solamente pochi minuti dopo l’ultima sessione di sesso. Il fuoco era stato sostituito da un’umidità fresca che stava contemporaneamente calmando ed eccitando, così il suo cazzo tornò immediatamente di nuovo rigido. Voleva di più, più contatti, più tocchi con la lingua, più lingua profonda nel suo buco. Spinse il culo contro la faccia dell’altro ragazzo allargando le gambe intorno alla testa di Lorenzo, il mento del nuovo amico pigiato contro la parte inferiore del suo scroto mentre Lorenzo pigiava la bocca contro il suo buco del culo e faceva scivolare dentro la lingua sempre più profondamente.
Per entrambi gli i ragazzi era come se fossero uniti in una sola persona. Lorenzo sentì la sua saliva penetrare il buco di Tommy dalla punta della sua lingua ed assaggiare l'intensità profonda del sapore più privato del ragazzo, il dolce sapore dei suoi succhi. La lingua di Lorenzo nel suo buco soffiò via l'ultima delle inibizioni di Tommy, voleva unirsi all’amico in una sola persona, voleva unire ogni parte dei loro corpi. Spostò la bocca al pene di Lorenzo e ne ingoiò la completa lunghezza in bocca e gola.
Succhiò dentro la durezza e Lorenzo sparò immediatamente un carico di sborra, così forte ed intenso era per lui il gusto del buco dell'altro ragazzo nella sua bocca e nel naso.
Mentre Lorenzo spargeva un carico enorme di crema nella bocca di Tommy, il ragazzo vide Pietro e Lorenzo uniti nella sua mente e cominciò ad eiaculare anche lui, spremendo il buco del culo intorno alla lingua di Lorenzo. Il suo uccello era pigiato contro il collo e torace dell’amico e ne bagnò il corpo col più grande carico di crema che lui avesse mai sparato. Lorenzo spostò la bocca intorno alla fessura del culo e su intorno alle palle, poi afferrò in bocca il pene di Tommy che stava ancora sprizzando, bevendo lo sperma che continuava a sprizzare. I ragazzi continuarono a sparare in onde e getti per quasi un minuto.
I due ragazzi crollarono, il loro sperma, sesso ed energia spenti. Avevano l’uccello dell’altro in bocca e continuarono a succhiarlo e mungerlo finché tutta la sborra non fu estratta, i cazzi resi molli, le palle vuotate e pendenti nei loro sacchi. I loro muscoli erano rilassati, le loro menti vagavano. Come neonati continuarono il delicato, rilassante, calmante movimento di succhiare con le loro labbra il pene dell'altro e come madri che allattavano, la sensazione di essere succhiato, essendo munti, li rilassò, permettendo ai loro giovani corpi di avviare il processo in cui di nuovo lo sperma si riposizionava per le attività a venire.
Dopo alcuni minuti Tommy permise al cazzo molle di Lorenzo di scivolare fuori dalla sua bocca, si alzò appoggiandosi ad un gomito e guardò l'altro ragazzo. Improvvisamente ebbe paura.
“Sei sicuro che tua mamma non ritornerà?” chiese, rendendosi conto per la prima volta di che disastro sarebbe stato essere sorpresi così. Guardò l'orologio di fianco al letto. Erano le 13 e 30, la colazione di lavoro ufficiale stava finendo.
“Sarà meglio che muoviamo le chiappe!” disse. I ragazzi saltarono su e si misero i vestiti che si erano tolti solo mezz’ora prima, ma sembrava che ora fossero in un’altra vita. L'odore di sesso nella stanza era intenso. Lorenzo aprì la finestra lasciando entrare le fredda aria invernale. Andò in bagno e aprì l’acqua calda della doccia perché una nube di vapore andasse ad incontrare l'aria fredda nella stanza. L'odore di sesso scomparve nel misto di caldo, umido e freddo. Lui chiuse l'acqua e la finestra.
“Ok, bel tipo, siamo pronti.” Ed aprì la porta per il suo amico.
I due ragazzi si avviarono fianco a fianco lungo il corridoio vuoto, non si tenevano per mano o abbracciati, ma erano così vicini mentre camminavano che a volte le loro spalle o fianchi si scontravano. Quando l’ascensore arrivò e stavano per pigiare il bottone “terra”, le porte aprirono, e la madre di Lorenzo uscì.
“Oh, ciao mamma.” Lorenzo si rivolse al suo amico con un sorriso: “Questo è il mio nuovo amico, Tommy. I suoi genitori sono ambedue qui per la conferenza.”
“Ciao Tommy.”
La mamma di Lorenzo allungò una mano per stringere quella del ragazzo. Improvvisamente Tommy si ricordò che non si erano lavati dopo aver fatto sesso e che probabile la sua mano odorava di inguine e sperma.
“Felice di conoscerla” disse Tommy e strinse la mano sperando che non ci fosse nulla che denunciasse l’intimità che aveva condiviso con suo figlio: “Io sono Tommy Marchi.”
“Oh, tuo padre e il dottor Giovanni Marchi e tua madre la dottoressa Gianna Marchi? Questa mattina sono stata con loro, parlando della disfunzione dei genitali negli adolescenti. Loro hanno fatto delle ricerche interessanti.”
“Sì” Rispose Tommy ritirando rapidamente la mano: “Quelli sono i miei genitori.” (Lui e Lorenzo si scambiarono uno sguardo. Si stavano chiedendo contemporaneamente se le ricerche dei bravi dottori erano state interessanti come quella che avevano appena completato e che avrebbero continuato non appena avessero potuto trovare un luogo privato.)
“Bene” La dottoressa chiese ai ragazzi cosa avrebbero fatto nei due giorni successivi. I due amici si guardarono e sorrisero.
“Non so, mamma” Rispose Lorenzo: “C'è un’abbondanza di cose da fare e vedere, sicuramente non ci annoieremo.”
Tommy fu dapprima scioccato, la lingua di Lorenzo penetrò il suo buco posteriore, dove prima era stato il dito di Lorenzo e dove precedentemente non era mai entrato nulla. Non gli era mai balenata l'idea quel buco fosse un luogo dove potesse entrare qualche cosa e farlo eiaculare.
Il ditalino gli aveva provocato un orgasmo più intenso di qualsiasi altra cosa nella sua vita. Non solo aveva scoperto di avere più succo di quanto avrebbe creduto possibile e anche dopo due seghe l'intensità del venire era tremenda. Sentì i muscoli del buco del culo stringersi intorno al dito di Lorenzo mentre eiaculava e sentiva le calde sensazioni della stimolazione sulla prostata. Non sapeva di cosa si trattasse, ma sentì come se tutto il suo corpo, e specialmente il buco del culo, fosse infuocato. Lui non sarebbe mai stato di nuovo lo stesso.
Ora Tommy aveva la lingua nel suo buco e questo solamente pochi minuti dopo l’ultima sessione di sesso. Il fuoco era stato sostituito da un’umidità fresca che stava contemporaneamente calmando ed eccitando, così il suo cazzo tornò immediatamente di nuovo rigido. Voleva di più, più contatti, più tocchi con la lingua, più lingua profonda nel suo buco. Spinse il culo contro la faccia dell’altro ragazzo allargando le gambe intorno alla testa di Lorenzo, il mento del nuovo amico pigiato contro la parte inferiore del suo scroto mentre Lorenzo pigiava la bocca contro il suo buco del culo e faceva scivolare dentro la lingua sempre più profondamente.
Per entrambi gli i ragazzi era come se fossero uniti in una sola persona. Lorenzo sentì la sua saliva penetrare il buco di Tommy dalla punta della sua lingua ed assaggiare l'intensità profonda del sapore più privato del ragazzo, il dolce sapore dei suoi succhi. La lingua di Lorenzo nel suo buco soffiò via l'ultima delle inibizioni di Tommy, voleva unirsi all’amico in una sola persona, voleva unire ogni parte dei loro corpi. Spostò la bocca al pene di Lorenzo e ne ingoiò la completa lunghezza in bocca e gola.
Succhiò dentro la durezza e Lorenzo sparò immediatamente un carico di sborra, così forte ed intenso era per lui il gusto del buco dell'altro ragazzo nella sua bocca e nel naso.
Mentre Lorenzo spargeva un carico enorme di crema nella bocca di Tommy, il ragazzo vide Pietro e Lorenzo uniti nella sua mente e cominciò ad eiaculare anche lui, spremendo il buco del culo intorno alla lingua di Lorenzo. Il suo uccello era pigiato contro il collo e torace dell’amico e ne bagnò il corpo col più grande carico di crema che lui avesse mai sparato. Lorenzo spostò la bocca intorno alla fessura del culo e su intorno alle palle, poi afferrò in bocca il pene di Tommy che stava ancora sprizzando, bevendo lo sperma che continuava a sprizzare. I ragazzi continuarono a sparare in onde e getti per quasi un minuto.
I due ragazzi crollarono, il loro sperma, sesso ed energia spenti. Avevano l’uccello dell’altro in bocca e continuarono a succhiarlo e mungerlo finché tutta la sborra non fu estratta, i cazzi resi molli, le palle vuotate e pendenti nei loro sacchi. I loro muscoli erano rilassati, le loro menti vagavano. Come neonati continuarono il delicato, rilassante, calmante movimento di succhiare con le loro labbra il pene dell'altro e come madri che allattavano, la sensazione di essere succhiato, essendo munti, li rilassò, permettendo ai loro giovani corpi di avviare il processo in cui di nuovo lo sperma si riposizionava per le attività a venire.
Dopo alcuni minuti Tommy permise al cazzo molle di Lorenzo di scivolare fuori dalla sua bocca, si alzò appoggiandosi ad un gomito e guardò l'altro ragazzo. Improvvisamente ebbe paura.
“Sei sicuro che tua mamma non ritornerà?” chiese, rendendosi conto per la prima volta di che disastro sarebbe stato essere sorpresi così. Guardò l'orologio di fianco al letto. Erano le 13 e 30, la colazione di lavoro ufficiale stava finendo.
“Sarà meglio che muoviamo le chiappe!” disse. I ragazzi saltarono su e si misero i vestiti che si erano tolti solo mezz’ora prima, ma sembrava che ora fossero in un’altra vita. L'odore di sesso nella stanza era intenso. Lorenzo aprì la finestra lasciando entrare le fredda aria invernale. Andò in bagno e aprì l’acqua calda della doccia perché una nube di vapore andasse ad incontrare l'aria fredda nella stanza. L'odore di sesso scomparve nel misto di caldo, umido e freddo. Lui chiuse l'acqua e la finestra.
“Ok, bel tipo, siamo pronti.” Ed aprì la porta per il suo amico.
I due ragazzi si avviarono fianco a fianco lungo il corridoio vuoto, non si tenevano per mano o abbracciati, ma erano così vicini mentre camminavano che a volte le loro spalle o fianchi si scontravano. Quando l’ascensore arrivò e stavano per pigiare il bottone “terra”, le porte aprirono, e la madre di Lorenzo uscì.
“Oh, ciao mamma.” Lorenzo si rivolse al suo amico con un sorriso: “Questo è il mio nuovo amico, Tommy. I suoi genitori sono ambedue qui per la conferenza.”
“Ciao Tommy.”
La mamma di Lorenzo allungò una mano per stringere quella del ragazzo. Improvvisamente Tommy si ricordò che non si erano lavati dopo aver fatto sesso e che probabile la sua mano odorava di inguine e sperma.
“Felice di conoscerla” disse Tommy e strinse la mano sperando che non ci fosse nulla che denunciasse l’intimità che aveva condiviso con suo figlio: “Io sono Tommy Marchi.”
“Oh, tuo padre e il dottor Giovanni Marchi e tua madre la dottoressa Gianna Marchi? Questa mattina sono stata con loro, parlando della disfunzione dei genitali negli adolescenti. Loro hanno fatto delle ricerche interessanti.”
“Sì” Rispose Tommy ritirando rapidamente la mano: “Quelli sono i miei genitori.” (Lui e Lorenzo si scambiarono uno sguardo. Si stavano chiedendo contemporaneamente se le ricerche dei bravi dottori erano state interessanti come quella che avevano appena completato e che avrebbero continuato non appena avessero potuto trovare un luogo privato.)
“Bene” La dottoressa chiese ai ragazzi cosa avrebbero fatto nei due giorni successivi. I due amici si guardarono e sorrisero.
“Non so, mamma” Rispose Lorenzo: “C'è un’abbondanza di cose da fare e vedere, sicuramente non ci annoieremo.”
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