Un dildo nel culo 3
di
Alessia anale
genere
masturbazione
Sono seduta alla mia scrivania, con un butt plug infilato nel culo, e mi eccito al pensiero di te che leggi la mia storia. Appena mi muovo sento la pressione del corpo estraneo nelle mie viscere e una scarica di piacere mi fa bagnare. Da quando ho scoperto il piacere anale vivo in costante stato di eccitazione ma viverlo da sola non mi basta più. Voglio raccontarti quello che faccio, e come mi diverto per farti divertire insieme a me.
Prima di arrivare ad acquistare un dildo ho esplorato tutte le possibilità offerte dagli oggetti presenti in casa. E, visto che la fantasia non mi manca, mi sono divertita sempre molto. Ti ho già raccontato della mia passione per le carote, ma forse non sai che non sono i soli vegetali con i quali mi sono cimentata!
Volevo essere aperta, sempre di più, e le carote, anche le più grandi ormai entravano senza problemi, al punto che ero arrivata ad usarne due insieme. Era arrivato il momento di cambiare.
Un giorno di quella estate cittadina ero uscita per fare la spesa. Per non perdere l’allenamento avevo confezionato una catena con delle grandi perle di bigiotteria infilate in un robusto filo di cotone da ricamo, legandole una per una in modo che non potessero spostarsi, e la tenevo infilata nel culo ed in vagina: quattro perle in culo ed una nella fica. E così attrezzata mi ero recata al supermercato.
Ero eccitata e ad ogni movimento sentivo le perle che si muovevano nel mio culo facendomi bagnare. In questo stato mi trovai davanti al banco delle verdure e lì vidi troneggiare una pannocchia, gialla e grande, che mi invitava ad essere presa. Mi sbrigai a finire gli acquisti e, con la mia nuova pannocchia, tornai a casa.
Avete mai provato ad infilarvi una pannocchia su per il culo? Beh, se non siete fortemente motivati ve lo sconsiglio. Anche per me non è stato semplice. Iniziai pulendo la pannocchia e poi preparando accuratamente il mio culo. Mi feci il solito clistere di acqua calda e, dopo essermi lavata, iniziai a lubrificarmi e, con entrambe le mani a massaggiare il mio culo per renderlo elastico e aperto. Una volta riuscita ad introdurre quattro dita dentro ritenni di essere pronta per lei. La pannocchia era grande, più delle due carote che ormai ospitavo senza problemi ma, soprattutto, mi preoccupava la sua superficie bitorzoluta.
Iniziai con una abbondantissima lubrificazione e poi provai ad accostarla al buco del culo. Provando a spingere non ottenevo molto, la tensione e la paura di provare dolore mi facevano stringere la muscolatura e ottenevo solo di non riuscire nel mio intento. Iniziai allora a ruotarla, piano piano, e a spingerla contemporaneamente avanti e indietro. Sentivo contro il mio ano ogni chicco della pannocchia, e ad ogni spinta il mio ano cedeva un po’ di più. Il dolore provato era forte, ed era dato sia dalla dilatazione, maggiore del solito, che dalla superficie scabrosa che era in contatto con il mio sfintere. Ma più spingevo, più sentivo dolore e più mi eccitavo. Il desiderio di essere violata ed aperta in maniera oscena diventava sempre più forte, tanto che ad un certo punto iniziai a spingere senza più riguardi per il mio povero buco dolorante, auto infliggendomi uno dei dolori più forti che abbia mai provato. Ma la pannocchia era entrata. Dentro. Il mio buco era aperto e, sotto al dolore pulsante che partiva dal mio sfintere, iniziava a salire un piacere forte e profondo. Mi fermai tenendo la pannocchia ben conficcata nel culo, per dare modo al dolore di attenuarsi e al piacere di montare e sopraffarmi. La mia fica era gonfia e bagnata e l’eccitazione cresceva sempre di più. Iniziai allora a muovere la pannocchia, con delicatezza, lasciando che il mio culo sentisse tutte le sue asperità. Sempre più velocemente e sempre più a fondo. L’orgasmo arrivò potente e con esso la stretta dello sfintere che si serrò intorno al corpo della pannocchia che non voleva più uscire.
Avevo sentito di oggetti rimasti incastrati nel culo, ma non pensavo che mi sarebbe mai potuto accadere. Il panico si impossessò di me: mai sarei potuta andare in un pronto soccorso con una pannocchia su per il culo! Mi sdraiai sul letto, cercando di rilassarmi, e iniziai a tirare con fermezza la pannocchia verso l’esterno. Ogni centimetro che guadagnava era un supplizio, il mio culo si apriva e veniva violato in maniera dolorosa e inattesa. Dopo qualche minuto di tentativi, decisi che non era il caso di tirarla troppo per le lunghe e, dopo aver preso un bel respiro, tirai con decisione. Com’è andata? Beh, sono riuscita a tirarla fuori, non senza dolore. Il mio culo era devastato, aperto e dolorante. Non avevo mai provato un piacere tanto forte.
Prima di arrivare ad acquistare un dildo ho esplorato tutte le possibilità offerte dagli oggetti presenti in casa. E, visto che la fantasia non mi manca, mi sono divertita sempre molto. Ti ho già raccontato della mia passione per le carote, ma forse non sai che non sono i soli vegetali con i quali mi sono cimentata!
Volevo essere aperta, sempre di più, e le carote, anche le più grandi ormai entravano senza problemi, al punto che ero arrivata ad usarne due insieme. Era arrivato il momento di cambiare.
Un giorno di quella estate cittadina ero uscita per fare la spesa. Per non perdere l’allenamento avevo confezionato una catena con delle grandi perle di bigiotteria infilate in un robusto filo di cotone da ricamo, legandole una per una in modo che non potessero spostarsi, e la tenevo infilata nel culo ed in vagina: quattro perle in culo ed una nella fica. E così attrezzata mi ero recata al supermercato.
Ero eccitata e ad ogni movimento sentivo le perle che si muovevano nel mio culo facendomi bagnare. In questo stato mi trovai davanti al banco delle verdure e lì vidi troneggiare una pannocchia, gialla e grande, che mi invitava ad essere presa. Mi sbrigai a finire gli acquisti e, con la mia nuova pannocchia, tornai a casa.
Avete mai provato ad infilarvi una pannocchia su per il culo? Beh, se non siete fortemente motivati ve lo sconsiglio. Anche per me non è stato semplice. Iniziai pulendo la pannocchia e poi preparando accuratamente il mio culo. Mi feci il solito clistere di acqua calda e, dopo essermi lavata, iniziai a lubrificarmi e, con entrambe le mani a massaggiare il mio culo per renderlo elastico e aperto. Una volta riuscita ad introdurre quattro dita dentro ritenni di essere pronta per lei. La pannocchia era grande, più delle due carote che ormai ospitavo senza problemi ma, soprattutto, mi preoccupava la sua superficie bitorzoluta.
Iniziai con una abbondantissima lubrificazione e poi provai ad accostarla al buco del culo. Provando a spingere non ottenevo molto, la tensione e la paura di provare dolore mi facevano stringere la muscolatura e ottenevo solo di non riuscire nel mio intento. Iniziai allora a ruotarla, piano piano, e a spingerla contemporaneamente avanti e indietro. Sentivo contro il mio ano ogni chicco della pannocchia, e ad ogni spinta il mio ano cedeva un po’ di più. Il dolore provato era forte, ed era dato sia dalla dilatazione, maggiore del solito, che dalla superficie scabrosa che era in contatto con il mio sfintere. Ma più spingevo, più sentivo dolore e più mi eccitavo. Il desiderio di essere violata ed aperta in maniera oscena diventava sempre più forte, tanto che ad un certo punto iniziai a spingere senza più riguardi per il mio povero buco dolorante, auto infliggendomi uno dei dolori più forti che abbia mai provato. Ma la pannocchia era entrata. Dentro. Il mio buco era aperto e, sotto al dolore pulsante che partiva dal mio sfintere, iniziava a salire un piacere forte e profondo. Mi fermai tenendo la pannocchia ben conficcata nel culo, per dare modo al dolore di attenuarsi e al piacere di montare e sopraffarmi. La mia fica era gonfia e bagnata e l’eccitazione cresceva sempre di più. Iniziai allora a muovere la pannocchia, con delicatezza, lasciando che il mio culo sentisse tutte le sue asperità. Sempre più velocemente e sempre più a fondo. L’orgasmo arrivò potente e con esso la stretta dello sfintere che si serrò intorno al corpo della pannocchia che non voleva più uscire.
Avevo sentito di oggetti rimasti incastrati nel culo, ma non pensavo che mi sarebbe mai potuto accadere. Il panico si impossessò di me: mai sarei potuta andare in un pronto soccorso con una pannocchia su per il culo! Mi sdraiai sul letto, cercando di rilassarmi, e iniziai a tirare con fermezza la pannocchia verso l’esterno. Ogni centimetro che guadagnava era un supplizio, il mio culo si apriva e veniva violato in maniera dolorosa e inattesa. Dopo qualche minuto di tentativi, decisi che non era il caso di tirarla troppo per le lunghe e, dopo aver preso un bel respiro, tirai con decisione. Com’è andata? Beh, sono riuscita a tirarla fuori, non senza dolore. Il mio culo era devastato, aperto e dolorante. Non avevo mai provato un piacere tanto forte.
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