I racconti erotici di un pensionato 2° Capitolo
di
marchese 777
genere
sadomaso
Iniziò l'autunno e le passeggiate al parco si fecero più rade e fu proprio una di quelle che rividi Mariolino , lo rividi in compagnia di due ragazze giovani come lui , ci incrociammo ed i nostri occhi si fissarono per un'istante ma entrambi facemmo finta di nulla proseguendo ognuno per la propria direzione .
Proseguii la mia passeggiata col cuore che batteva a mille dalla sorpresa , ma tirai dritto , tirai dritto coi ricordi di lui e del suo amico distesi sui loro lettini nudi e col cazzo in tiro .
Camminavo guardando dritto d'innanzi a me con nella testa fotografie di quella serata quando sentii alle mie spalle degli scalpitii avvicinarsi e delle voci chiamare il mio nome .
Mi fermai , mi girai e vidi che era Mariolino e le sue amiche a pronunciare il mio nome .
Entrambe le ragazze indossavano pantaloni e giubbotti in jeans , una aveva i capelli biondi e lunghi fino alle natiche , l'altra li aveva corti e castani ,
quest'ultima mi sembrò alquanto trasandata e nel correre un poco claudicante .
Quasi col fiatone si fermarono a due passi da me poi fu Mariolino a parlare .
Signor Giulio posso chiederle un favore , no non si preoccupi non le chiederò dei soldi , ma dato che lei è una persona di qui ci si può fidare vorrei farle conoscere mia sorella e la sua amica .
Questa è mia sorella Monica , disse il ragazzino indicando la biondina .
Questa è Rebecca , disse avvicinandosi all'altra ragazzina , si sono conosciute giorni fa in centro e sono diventate amiche , Rebecca è scappata da casa e non ha un posto dove andare a dormire , fino ad ora se l'è cavata andando a dormire nella sala d'aspetto della stazione centrale , rischiando grosso , lei è di Como .
Mentre ascoltavo attento alle parole di Mariolino guardavo quella ragazza che coi suoi occhi tristi a stento teneva al mio sguardo che la penetrava dentro vedendo quanta solitudine vi era in lei.
Il ragazzo venne al punto e mi chiese se potessi tenere Rebecca a casa mia per qualche giorno dando modo a loro di trovare un'altra soluzione .
Le chiediamo solo di aiutare Rebecca a stare in un posto sicuro , per favore ci aiuti .
Rebecca non parlò , non disse niente , mi fece solo un sorriso dolcissimo che mi fece decidere di accettare .
Vivevo solo e della mia vita potevo fare tutto quello che volevo , ai miei vicini avrei potuto dire che lei era una mia nipote , qualche cosa avrei inventato , poi quella dolcissima ragazzina mi avrebbe fatto compagnia .
I due fratelli , Mariolino e Monica , ci accompagnarono fino all'entrata del metrò poi loro presero la direzione opposta alla nostra .
Restammo seduti fianco a fianco senza parlare su quel metrò che ci avrebbe portato a casa mia che distava un paio di fermate dal parco , sentivo la sua fragilità in ogni suo movimento , la vedevo provata da quella vita da sbandata che forse non era la sua , un'adolescente in cerca di se stessa forse , oppure sconvolta da situazioni famigliari ottuse con padri e madri da dimenticare .
Dove risiedo fa parte di un caseggiato fatto di appartamenti di diverse misure , il mio , di tre stanze più servizi situato al terzo piano era uno dei migliori , sia come posizione sia come tranquillità , ci stavo bene , il vicinato si faceva i propri affari e come dialogo vi era solo quello di rito quando ci si incontrava in ascensore , parole di convenienza .
Arrivammo alla portineria ed il solito Francesco , il portinaio , restò stupito nel vedermi in compagnia di Rebecca , la squadrò da capo a piedi poi salutò dicendo : buona sera .
Salve , risposi tirando diritto verso la porta dell'ascensore , salimmo al terzo piano ed aprii la porta di casa facendola accomodare .
Hai fame ? le dissi mentre mi toglievo il giubbotto imbottito che mi faceva enorme .
No ma vorrei tanto farmi una doccia se fosse possibile , rispose .
Fai come se fosti a casa tua , gli dissi mostrandole la porta del bagno .
Gli preparai degli asciugamani puliti in bagno poi la lasciai libera di rassettarsi da quelle giornate pesanti passate allo sbando .
Si stava avvicinando l'ora di cena e per l'occasione , al posto del solito brodino di pollo o del minestrone , optai per della pasta condita con sugo già pronto , la tavola la preparai per bene con tovaglia e tovaglioli puliti , i bicchieri , quelli delle grandi occasioni , quelli col bordo dorato .
Mi chiamò a porta socchiusa chiedendomi se avessi un pigiama da darle .
Certo dissi : te lo porto subito .
Le allungai l'indumento entrando solo con il braccio nella porta socchiusa poi in attesa che lei venisse a prenderlo le dissi : spero che ti vada bene almeno la parte superiore di questo pigiama .
Sbirciai e la vidi nuda avvicinarsi alla porta per afferrare il pigiama , era perfetta , un corpicino esile e flessuoso con due tettine piccole ed appuntite che ad ogni suo passo sussultavano sode , un pube piatto ricoperto da una leggera peluria castano chiaro , come il colore dei suoi capelli a caschetto .
I nostri sguardi si incontrarono per un istante ed io la guardai di nuovo tutta vedendola bellissima nel suo rossore dovuto all'acqua della doccia calda sulla pelle .
Fra poco è pronta la cena , dissi .
Arrivo , rispose .
Dopo una decina di minuti usci dal bagno che io stavo scolando la pasta , aveva rinunciato ai pantaloni del pigiama troppo lungo per lei , aveva tenuto solo la parte superiore che le arrivava quasi a metà coscia .
Un dubbio mi assali , e se sotto fosse stata nuda .
Presi la scusa di andare a lavarmi le mani ed andai in bagno e li ne ebbi la certezza della sua nudità , in un catino messo nella vasca da bagno in ammollo vi erano le sue mutandine , il suo reggiseno , la sua maglietta ed i suoi jeans .
Ritornai in cucina ed iniziammo a mangiare .
Lei non fu loquace e nemmeno io , si parlava del più e del meno senza approfondire mai i discorsi poi finita la cena lei si propose di lavare i piatti ma io non volli , dissi che lei era mia ospite ma lei la spuntò .
A tutto pensai meno a dove l'avrei fatta dormire , me ne resi conto quando lei mi chiese di poter andare a letto .
Non disponevo ne di un divano ne una stanza degli ospiti perche questa la avevo adibita a ripostiglio pieno di cianfrusaglie di ogni genere , l'unica cosa diversa dalle sedie era una vecchia poltrona di fronte alla televisione.
Imbarazzato chiesi scusa dicendo che non era programmato , lei capì .
Le dissi che avrei dormito sulla poltrona in salotto e che le avrei lasciato il mio letto a sua disposizione ma lei disse che non me lo avrebbe permesso e che poi non era la prima volta che dormiva con un Uomo al suo fianco .
Andò in bagno poi a letto , io aspettai ancora di fronte alla televisione per una decina di minuti pensando al suo dolce pube , alle sue stuzzicanti tette adolescenziali , ai suoi occhi profondi e tristi , al suo viso tenero .
Andai in bagno e li rividi le mutandine ed il reggiseno , li rividi appesi allo stendibiancheria che avevo sopra alla vasca da bagno , li sfiorai con la mano immaginandone il contenuto poi mi preparai per andare a letto .
Entrai in camera da letto che lei pareva che dormisse , mi avvicinai al letto e cerando di non fare rumore mi ci infilai dentro ma causa i miei cento chili di peso e le molle cigolanti del mio letto feci il solito casino .
Sentivo la sua presenza , il suo profumo li fermo immobile in attesa di un suo movimento che mi facesse capire .
Passarono minuti interminabili prima di sentire la sua mano sul mio cazzo , avrei voluto dire qualcosa , ma cosa dire .
Anche lei non parlò ma si intrufolò sotto alle coperte iniziando ad abbassarmi il pigiama e con mio aiuto a togliermelo , compresi gli slip , poi lavorando sotto coperta si spogliò completamente e quando ebbe finito mi cavalcò come per fare il sessantanove dandomi il suo culetto piccolo e tondo da baciare .
Lo intravvedevo appena nell'oscurità quel culetto , lo vedevo attraverso la flebile luce data dalla statuetta della Madonna posta sul comò , ma questo mi bastava , era perfetto nelle mie grandi mani .
Si strusciava col viso sul mio cazzo eccitato e durissimo , lo baciava , lo menava indietreggiando col culo spingendo sempre di più la sua figa sulla mia faccia in modo che io gliela leccassi : aprii la bocca e la mangiai .
Ne gustavo il sapore , il profumo e sentivo la sua voglia di godere .
Aprii quelle meravigliose rotondità che tenevo stretto fra le mani ed andai con la punta della lingua a stuzzicare il suo forellino profumato , lo leccai e rileccai più volte mentre sentivo la sua bocca cingermi la cappella dalla sue labbra , con la mano sinistra massaggiava le palle , con la destra menava.
Ero sul punto di venire e se avrebbe continuato le avrei sborrato in bocca , glielo dissi , ma lei imperterrita continuò .
Mi nascosi in mezzo alle sue dolci chiappette da ragazzina ed esplosi nella sua bocca riempiendola di sborra .
La sentivo mugolare a bocca piena sulla mia cappella , la sentivo venire sulle mie labbra , la sentivo godere e ne ero felice .
A bocca piena ritornò in superfice prese il fazzoletto che si era messa sotto al cuscino e con discrezione vi ci sputò dentro tutto il mio seme , mi guardò mi diede un bacio sulla fronte poi disse : è stato bello vero ?
Si tantissimo le dissi avvicinandomi a lei costringendola ad allungarsi sul letto nuda , le baciai le tette andando di nuovo al settimo celo poi la baciai su di una guancia , le feci una carezza e le dissi : mi hai ridato la vita .
FINE SECONDO CAPITOLO
Proseguii la mia passeggiata col cuore che batteva a mille dalla sorpresa , ma tirai dritto , tirai dritto coi ricordi di lui e del suo amico distesi sui loro lettini nudi e col cazzo in tiro .
Camminavo guardando dritto d'innanzi a me con nella testa fotografie di quella serata quando sentii alle mie spalle degli scalpitii avvicinarsi e delle voci chiamare il mio nome .
Mi fermai , mi girai e vidi che era Mariolino e le sue amiche a pronunciare il mio nome .
Entrambe le ragazze indossavano pantaloni e giubbotti in jeans , una aveva i capelli biondi e lunghi fino alle natiche , l'altra li aveva corti e castani ,
quest'ultima mi sembrò alquanto trasandata e nel correre un poco claudicante .
Quasi col fiatone si fermarono a due passi da me poi fu Mariolino a parlare .
Signor Giulio posso chiederle un favore , no non si preoccupi non le chiederò dei soldi , ma dato che lei è una persona di qui ci si può fidare vorrei farle conoscere mia sorella e la sua amica .
Questa è mia sorella Monica , disse il ragazzino indicando la biondina .
Questa è Rebecca , disse avvicinandosi all'altra ragazzina , si sono conosciute giorni fa in centro e sono diventate amiche , Rebecca è scappata da casa e non ha un posto dove andare a dormire , fino ad ora se l'è cavata andando a dormire nella sala d'aspetto della stazione centrale , rischiando grosso , lei è di Como .
Mentre ascoltavo attento alle parole di Mariolino guardavo quella ragazza che coi suoi occhi tristi a stento teneva al mio sguardo che la penetrava dentro vedendo quanta solitudine vi era in lei.
Il ragazzo venne al punto e mi chiese se potessi tenere Rebecca a casa mia per qualche giorno dando modo a loro di trovare un'altra soluzione .
Le chiediamo solo di aiutare Rebecca a stare in un posto sicuro , per favore ci aiuti .
Rebecca non parlò , non disse niente , mi fece solo un sorriso dolcissimo che mi fece decidere di accettare .
Vivevo solo e della mia vita potevo fare tutto quello che volevo , ai miei vicini avrei potuto dire che lei era una mia nipote , qualche cosa avrei inventato , poi quella dolcissima ragazzina mi avrebbe fatto compagnia .
I due fratelli , Mariolino e Monica , ci accompagnarono fino all'entrata del metrò poi loro presero la direzione opposta alla nostra .
Restammo seduti fianco a fianco senza parlare su quel metrò che ci avrebbe portato a casa mia che distava un paio di fermate dal parco , sentivo la sua fragilità in ogni suo movimento , la vedevo provata da quella vita da sbandata che forse non era la sua , un'adolescente in cerca di se stessa forse , oppure sconvolta da situazioni famigliari ottuse con padri e madri da dimenticare .
Dove risiedo fa parte di un caseggiato fatto di appartamenti di diverse misure , il mio , di tre stanze più servizi situato al terzo piano era uno dei migliori , sia come posizione sia come tranquillità , ci stavo bene , il vicinato si faceva i propri affari e come dialogo vi era solo quello di rito quando ci si incontrava in ascensore , parole di convenienza .
Arrivammo alla portineria ed il solito Francesco , il portinaio , restò stupito nel vedermi in compagnia di Rebecca , la squadrò da capo a piedi poi salutò dicendo : buona sera .
Salve , risposi tirando diritto verso la porta dell'ascensore , salimmo al terzo piano ed aprii la porta di casa facendola accomodare .
Hai fame ? le dissi mentre mi toglievo il giubbotto imbottito che mi faceva enorme .
No ma vorrei tanto farmi una doccia se fosse possibile , rispose .
Fai come se fosti a casa tua , gli dissi mostrandole la porta del bagno .
Gli preparai degli asciugamani puliti in bagno poi la lasciai libera di rassettarsi da quelle giornate pesanti passate allo sbando .
Si stava avvicinando l'ora di cena e per l'occasione , al posto del solito brodino di pollo o del minestrone , optai per della pasta condita con sugo già pronto , la tavola la preparai per bene con tovaglia e tovaglioli puliti , i bicchieri , quelli delle grandi occasioni , quelli col bordo dorato .
Mi chiamò a porta socchiusa chiedendomi se avessi un pigiama da darle .
Certo dissi : te lo porto subito .
Le allungai l'indumento entrando solo con il braccio nella porta socchiusa poi in attesa che lei venisse a prenderlo le dissi : spero che ti vada bene almeno la parte superiore di questo pigiama .
Sbirciai e la vidi nuda avvicinarsi alla porta per afferrare il pigiama , era perfetta , un corpicino esile e flessuoso con due tettine piccole ed appuntite che ad ogni suo passo sussultavano sode , un pube piatto ricoperto da una leggera peluria castano chiaro , come il colore dei suoi capelli a caschetto .
I nostri sguardi si incontrarono per un istante ed io la guardai di nuovo tutta vedendola bellissima nel suo rossore dovuto all'acqua della doccia calda sulla pelle .
Fra poco è pronta la cena , dissi .
Arrivo , rispose .
Dopo una decina di minuti usci dal bagno che io stavo scolando la pasta , aveva rinunciato ai pantaloni del pigiama troppo lungo per lei , aveva tenuto solo la parte superiore che le arrivava quasi a metà coscia .
Un dubbio mi assali , e se sotto fosse stata nuda .
Presi la scusa di andare a lavarmi le mani ed andai in bagno e li ne ebbi la certezza della sua nudità , in un catino messo nella vasca da bagno in ammollo vi erano le sue mutandine , il suo reggiseno , la sua maglietta ed i suoi jeans .
Ritornai in cucina ed iniziammo a mangiare .
Lei non fu loquace e nemmeno io , si parlava del più e del meno senza approfondire mai i discorsi poi finita la cena lei si propose di lavare i piatti ma io non volli , dissi che lei era mia ospite ma lei la spuntò .
A tutto pensai meno a dove l'avrei fatta dormire , me ne resi conto quando lei mi chiese di poter andare a letto .
Non disponevo ne di un divano ne una stanza degli ospiti perche questa la avevo adibita a ripostiglio pieno di cianfrusaglie di ogni genere , l'unica cosa diversa dalle sedie era una vecchia poltrona di fronte alla televisione.
Imbarazzato chiesi scusa dicendo che non era programmato , lei capì .
Le dissi che avrei dormito sulla poltrona in salotto e che le avrei lasciato il mio letto a sua disposizione ma lei disse che non me lo avrebbe permesso e che poi non era la prima volta che dormiva con un Uomo al suo fianco .
Andò in bagno poi a letto , io aspettai ancora di fronte alla televisione per una decina di minuti pensando al suo dolce pube , alle sue stuzzicanti tette adolescenziali , ai suoi occhi profondi e tristi , al suo viso tenero .
Andai in bagno e li rividi le mutandine ed il reggiseno , li rividi appesi allo stendibiancheria che avevo sopra alla vasca da bagno , li sfiorai con la mano immaginandone il contenuto poi mi preparai per andare a letto .
Entrai in camera da letto che lei pareva che dormisse , mi avvicinai al letto e cerando di non fare rumore mi ci infilai dentro ma causa i miei cento chili di peso e le molle cigolanti del mio letto feci il solito casino .
Sentivo la sua presenza , il suo profumo li fermo immobile in attesa di un suo movimento che mi facesse capire .
Passarono minuti interminabili prima di sentire la sua mano sul mio cazzo , avrei voluto dire qualcosa , ma cosa dire .
Anche lei non parlò ma si intrufolò sotto alle coperte iniziando ad abbassarmi il pigiama e con mio aiuto a togliermelo , compresi gli slip , poi lavorando sotto coperta si spogliò completamente e quando ebbe finito mi cavalcò come per fare il sessantanove dandomi il suo culetto piccolo e tondo da baciare .
Lo intravvedevo appena nell'oscurità quel culetto , lo vedevo attraverso la flebile luce data dalla statuetta della Madonna posta sul comò , ma questo mi bastava , era perfetto nelle mie grandi mani .
Si strusciava col viso sul mio cazzo eccitato e durissimo , lo baciava , lo menava indietreggiando col culo spingendo sempre di più la sua figa sulla mia faccia in modo che io gliela leccassi : aprii la bocca e la mangiai .
Ne gustavo il sapore , il profumo e sentivo la sua voglia di godere .
Aprii quelle meravigliose rotondità che tenevo stretto fra le mani ed andai con la punta della lingua a stuzzicare il suo forellino profumato , lo leccai e rileccai più volte mentre sentivo la sua bocca cingermi la cappella dalla sue labbra , con la mano sinistra massaggiava le palle , con la destra menava.
Ero sul punto di venire e se avrebbe continuato le avrei sborrato in bocca , glielo dissi , ma lei imperterrita continuò .
Mi nascosi in mezzo alle sue dolci chiappette da ragazzina ed esplosi nella sua bocca riempiendola di sborra .
La sentivo mugolare a bocca piena sulla mia cappella , la sentivo venire sulle mie labbra , la sentivo godere e ne ero felice .
A bocca piena ritornò in superfice prese il fazzoletto che si era messa sotto al cuscino e con discrezione vi ci sputò dentro tutto il mio seme , mi guardò mi diede un bacio sulla fronte poi disse : è stato bello vero ?
Si tantissimo le dissi avvicinandomi a lei costringendola ad allungarsi sul letto nuda , le baciai le tette andando di nuovo al settimo celo poi la baciai su di una guancia , le feci una carezza e le dissi : mi hai ridato la vita .
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