Zia Nadia

di
genere
incesti

Tryout


Si torna dalle vacanze. Mia zia mi ha offerto un passaggio, da Sorrento a Milano, visto che i miei sono tornati a casa una settimana prima. C’è anche suo figlio, Paolo, mio cugino. Ha 17 anni, due anni meno di me. Stiamo bene insieme. Ci divertiamo, e ci piace il sesso in modo esagerato. Quest’estate ci è andata molto bene da quel punto di vista. D’altronde siamo anche belli, atletici e ben dotati, a detta delle ragazze ed anche delle nostre mamme. Due anni fa mia madre mi ha trovato nudo in bagno. Non mi vedeva così da quando avevo 14. Ha sgranato gli occhi “ma quell’arnese li come diventa quando è in funzione? Mi spavento solo ad immaginarlo duro... tu le ammazzi le ragazze con quel coso “. Confesso che quel complimento mi diede un brivido ed un po’ per quello ed un po’ perché mia madre indossava solo slip e reggiseno trasparente, il pene iniziò ad alzarsi e gonfiarsi. Mi ricordo ancora la faccia di mia madre davanti alla mia erezione. Incredula. Rossa in volto. Con gli occhi fissi sul mio uccello per un tempo lungo, lunghissimo. Per poi uscire dal bagno in silenzio.

Zia Nadia è la sorella di mia madre. Due anni più giovane, una gran bella donna, ammetto che mi sono segato tantissime volte immaginando mia zia, le sue tette grandi, le cosce sode, il sedere generoso, le labbra carnose. Anche in questa vacanza insieme sotto lo stesso tetto, ammetto che non ho perso occasione per guardarla, spiarla, o toccarla. E mi è sembrato che a lei piacesse farsi vedere in topless o chiedermi di spalmarle il dopo sole sulla schiena. O venire a svegliarmi la mattina sapendo che ero nudo sotto le lenzuola.
Anche ora che guida, la guarda da dietro. Non ha messo il reggiseno e le sue tette ballano ad ogni sobbalzo. A 50km da Firenze, troviamo un incidente. Stiamo fermi per oltre due ore. Visto che si sono fatte le 11 di sera, la zia propone di fermarsi in albergo e ripartire la mattina dopo. Troviamo un albergo, zia Nadia chiede due stanze ma alla reception dicono che purtroppo ne hanno una sola, con letto matrimoniale. La zia non ci pensa un secondo, la prende.
Entriamo in camera, Paolo, mio cugino, si toglie t-shirt e jeans. E poi anche gli slip. Va in bagno, poi torna. E si sdraia a letto. Zia Nadia ride “ma almeno di fronte a tuo cugino, puoi fare finta di avere un minimo di pudore ?”. “Tranquilla zia. Sono abituato al pisello di Paolo”. “Anche io, ma non mi ci voglio abituare!”. Ride ancora e poi va in bagno. Torna dopo cinque minuti. Indossa una maglia bianca un po’ lunga e ali slip. Vado in bagno anche io. Non so se mettermi nudo. Oppure tenermi i boxer. Scelgo per la seconda opzione. Esco, Paolo sta già dormendo. La zia è in mezzo al letto. Io mi sdraio sulla sua sinistra “per mia mamma sarebbe inconcepibile farmi dormire nudo accanto a lei”. “Ahaha, è per questo che porti ancora i boxer? Tua mamma un giorno mi ha telefonato sconvolta, mi ha detto che ti aveva trovato nudo in bagno, e che avevi un uccello enorme. E che ti è diventato duro davanti a lei. E che lei non riusciva a staccare gli occhi dal tuo cazzo”. “Si, mi ricordo. Mi ricordo che lei fece un commento su di me ... e lei indossava solo slip e reggiseno... e di colpo mi è venuto duro... e più mamma mi guardava più mi venivano strani desideri...”. “Beh, sappi che anche tua mamma li ha avuti... le ho detto di stare tranquilla... che è successo anche a me con Paolo ... alla fine siamo donne oltre che mamme”. “Ti confesso una cosa zia... mi sono fatto una sega subito dopo...”. Ecco, mentre dico questo, l’uccello si gonfia sotto i boxer. “Sono cose normali per un adolescente... ma ... ma vedo che hai un erezione ... è per me o per tua mamma?”. “Beh, oddio... per te, per la situazione, scusami davvero ...”. La zia sorride. “Mi sta venendo caldo... mi perdoni se mi levo la t-shirt?”. Senza aspettare la mia risposta, la t-shirt sparisce e mi trovo la sua quarta di seno sotto i miei occhi. “Hai un seno stupendo, zia”. “Grazie Fabio. Ho un po’ di sonno. Dormiamo dai”. Si volta verso di me, mi bacia in bocca “buonanotte nipotino. Per favore spegni la luce”. Mi addormento quasi subito. Verso l’una, la zia si alza. Va in bagno. E torna a letto. Ho un tuffo al cuore. Ed un brivido tra le gambe. La zia riprende a dormire. Io non ci riesco. Vorrei toccare quelle tette. Accarezzare quelle gambe. Il cazzo vuole uscire dai boxer. Allora lo libero. Sono nudo ed in tiro accanto a zia Nadia. Mi giro verso di lei. Mi accorgo che il mio uccello si strofina sulla sua coscia. Poi l’abbraccio, facendo finta che sto sognando. Le palpo le tette. La zia non reagisce. Allora appoggia il viso sula tetta sinistra. La bacio. Lecco il capezzolo. La zia emette un gemito, come se stesse godendo. Ma continua a non muoversi. La mano destra scende sul suo stomaco. E poi più in basso. E poi dentro gli slip. Le sfioro il clitoride. Le labbra della sua figa. È bagnata. La penetro con un dito. Poi due. Poi tre. Poi spingo dentro più velocemente. La zia inizia a godere. “Fabio, sei pazzo...”. Le abbasso gli slip, lei se li sfila completamente poi mi spinge piano sul torace, mi sdraio, il cazzo e’ duro e dritto. “Fabio, questo cazzo adesso diventa mio” sussurra la zia. Inizia a segarmi mentre la sua lingua mi penetra le labbra e le mie dita scavano dentro la sua passera. Poi le sue labbra si muovono in basso, fino ad ingoiare la punta del mio pene. Il piacere sale e mi avvolge. Paolo dorme, nudo, pancia all’aria, sembra non sentire nulla. “Paolo ha il sonno pesante ma in balcone è meglio”. Apriamo la finestra e usciamo. Ci sono due sedie con vista sul bosco. La zia si siede su una delle due sedie. “Vieni qui, nipotino mio. Hai un cazzo davvero meraviglioso”. Lo accarezza. Lo bacia. Lo lecca. Se lo infila tra le tette. Io mi muovo su e giù, come per scopare quelle suoi seni soffici e tondi. “Zia, tu non sai quante volte mi sono masturbato pensando a te, al tuo corpo... non ci posso credere”. “Anche a me non sembra vero. La tua zia perversa si è toccata molte volte desiderando te”. Ora mi prende il pene e se infila in bocca. Mi stringe le palle. Mi accarezza l’ano. “Zia, sto venendo...”. La zia non si ferma. Mi incula con un dito mentre le sparo tutta la mia sborra in bocca. Che lei ingoia. Poi mi bacia. “Siediti accanto a me” dice la Zia. Io mi siedo mentre ansimo e mi massaggio il pene ancora duro e dritto. “Fabio, vado a prendere le sigarette ed una birra. La vuoi anche tu?”. “Vengo con te”. Entriamo. Paolo dorme a pancia in su. Con una erezione al massimo. La zia ride. Io apro il frigobar e prendo due birre. Lei si avvicina a suo figlio e lo accarezza tra le gambe, le massaggia i testicoli. “Dormi Paolo, dormi amore mio”. Usciamo di nuovo. Ci sediamo di fronte, incrociamo le gambe e le apriamo così possiamo vederci tra le gambe a vicenda. “Vuoi fumare?”. “Si, grazie zia”. “Fabio, ma non si mette mai a riposo il tuo uccello?”. Io rido. “Ma secondo te, avendo davanti la donna a cui ho dedicato un mare di seghe, nuda e a gambe aperte, potrà mai mettersi a riposo?”. “Sei uno scemo... ma mi piace sentirmelo dire... non ti va di accarezzarlo un po’ per la zia mentre parliamo? “. Non aspetto un secondo. Apro ancora di più le gambe ed inizio a segarmi con la mano destra, su e giù, piano piano. “Così mi piace... “. Ora la zia fa lo stesso, inizia a toccarsi tra le gambe. Si infila due dita dentro, se le toglie e mi mostra quanto sono bagnate. Poi si accende la sigaretta. “Fabio Fabio ... quando è stata la prima volta che ti sei fatto una sega per me? Come mai? “. Mi accendo una sigaretta anche io. Poi mi rimetto ad accarezzarmi il pene lentamente. “Quattro anni fa... Tu eri in camera con mia madre a provare i bikini per l’estate. E io e Paolo ci siamo goduti lo spettacolo in silenzio dal balcone. Poi quando vuoi siete andate al mare, io sono andato in bagno, ho trovato le tue mutandine nel cesto della biancheria, le ho indossate e mi sono fatto una sega..”. “Maiale...e dimmi, ti sei mai fatto una sega pensando a tua madre?”. “Oh zia, ... insomma... si... è successo... quel pomeriggio che mi ha sorpreso in bagno col cazzo in tiro, subito dopo”. “E quando ti sei segato, immaginavi di scoparla? Come? Da dietro?”. “No... pensava a lei che mi faceva un pompino...”. “E ti piacerebbe se te lo facesse davvero ?”. “Non lo so. Sono molto confuso... non come con te. Con te ho sempre voluto fare sesso davvero”. “Ma me lo dovevi dire... non ti sei accorto che mi piaci? che non perdo occasione di vederti nudo? Che quando ti chiedo di spalmarmi la crema solare è solo perché mi eccito?”. Zia Nadia spegne la sigaretta, si alza, si mette le mani sui fianchi e viene verso di me. “Ora tocca a te farmi godere”. Si apre la figa e si siede maestosamente sul mio cazzo. Le tette mi coprono il volto, le mani si stringono sul suo culo mentre lei mi scopa con una passera calda e umida. “Ohhh cazzo, Fabio. riempimi, spingi dentro, fai godere la zia...”. Mi cavalca per cinque minuti, poi si alza e si appoggia alla balaustra del balcone. Si piega in avanti “dai, prendimi da dietro. Sbattimi quel cazzo dentro”. Non mi faccio pregare. La prendo da dietro e spingo dentro forte e piano, sento che le piace. Muove le natiche contro di me. Scopiamo bene, cinque minuti. Forse 10. Un urlo strozzato è il segnale che l’orgasmo è arrivato. Lei trema. Ed io arrivo al culmine allo stesso tempo. E la riempio di sborra. Tiro il cazzo fuori. Il mio sperma le cola tra le gambe. La faccio voltare. Mi inginocchio e le lecco la figa, poi mi rialzo e bacio la zia con lingua e passione. “Grazie Fabio... mi hai fatto a pezzi...oddio, sono quasi le tre di mattina... dai andiamo a letto”. Mi prende per mano ed entriamo in camera. Andiamo in bagno insieme. Paolo dorme tranquillo. La zia si siede sul bidet ed inizia a lavarsi la passera. Io vado davanti al water “zio posso fare la pipì?”. “Chiaro che si...non credere, la sto facendo anche io mentre mi sto togliendo il tuo sperma da dentro...tu sei matto comunque, volevo mettere incinta tua zia? Per fortuna che prendo la pillola...”. La zia ride. Poi mi prende il pene in mano “hey, ti va di vederci di tanto in tanto? Mi è piaciuto davvero scopare con te. Ti va?”. Mi stringe le palle e si porta le labbra sulla punta del mio uccello. “Ogni volta che vuoi zia”. Il mio pene scompare dentro la bocca di zia Nadia. Ma dura poco. “Dai, andiamo a dormire”.
Torniamo in camera. La zia si sdraia in mezzo. Paolo a sinistra. Io a destra. La zia si gira verso suo figlio. Sento che gli bisbiglia qualcosa. Io mi giro e mi avvicino a lei, metto il mio bacino contro il suo sedere. Infilo una mano sotto il suo fianco e l’avvolgo intorno alla sua terra sinistra. La mano destra tra le sue gambe. La zia continua a sussurrare qualcosa a suo figlio e con la mano destra lo accarezza sugli addominali, su e giù. Sempre più giù.
scritto il
2021-04-10
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