Clara e Monica due sogni che si realizzano 2 cap

di
genere
incesti

Riprendo senza indugi il racconto da dove ho terminato.
Dopo quelle ore trascorse a casa di Clara e dopo il sesso sfrenato siamo rimasti in silenzio, poche parole un saluto freddo un bacio strappato vicino alla bocca e mi sono diretto subito a casa, arrivato nella casa dei nostri genitori dove ormai abitavo solo mi sono buttato sul divano e sono rimasto per qualche ora distrutto tra il sentimento di grande libidine e sfrenata eccitazione e il rimosrso di aver compiuto l'atto più condannato dalla morale comune. Più ci pensavo più mi tornava la voglia di andare ad abbracciare mia sorella, che ho sempre amato all follia e che in questa occasione mi ha portato a un amore ancora più profondo quello fisico. Quello carnale e passionale. Alzai il telefono e la chiamai, era tardi ma sapevo che non sarebbe riuscita a dormire ed infatti rispose al primo squillo. " Clara vieni da me, ho voglia di te, ho voglia di amarti finchè non ci stancheremo di noi due" sono queste le parole che proferi subito senza pensarci ma che venivano dal profondo del mio animo. lei mi rispose solo con due parole. - Arrivo aspettami - Da casa sua alla mia ci vogliono solo pochi minuti, quell'attesa però era per me come un tempo infinito, passarono più di venti minuti e non capii subito il perchè di tanta lungaggine, quando sentì la chiave girare nella serratura trasalì e la mia eccitazione arrivò alle stelle, ero solo in casa, indossavo solo un paio di boxer aperti sul davanti e il mio cazzo in tiro faceva capolino dalla fessura. Aspettai sul divano con aria disinteressata, o almeno pensavo di averla, quando una figura di donna entrò in penombra non credetti a quello che vidi. Non era Clara quella che si palesò ma mia cognata Monica. Dietro a lei entrò subito Clara che si affrettò a dirmi che se la cosa doveva continuare lei voleva coinvolgere Monica, si buttò letteralmente ai miei piedi e mi pregò di accettare... il mio pensiero era fisso alle tette di Monica. Le intravedevo in un reggiseno che le strizzavano e sollevavano donandole una dimensione ancora più grosse di quella 5 misura abbondante, Non riuscì a proferire parola ma il mio cazzo si era cosi ingrossato che la risposta fu evidente. Clara mi disse che sarebbe stato il nostro segreto e che l'amore sconfinato si sarebbe mischiato alla totale sottomissione di loro due verso di me. Monica si avvicinò e da quella posizione sdraiata potei scorgere bene che sotto la gonna non aveva intimo, le chiesi di sollevare la gonna, lei senza indugio lo fece, scoprendo una figa rasata ma di un eccitante freschezza che poche ne avevo viste come quella, anche se ammetto che preferisco il pelo folto e nero di Clara. Quella visione mi mandò in estasi, dovetti farmi forza per resistere a non buttarmi tra le sue gambe. Clara ci mise subito la mano in mezzo e incominciò ad accarezzarla, Monica rimase in piedi assecondando i movimenti delle dita di Clara, iniziò a mugulare e vidi subito come le dita di Clara divennero bagnate dagli umori di quella troia sconfinata di mia cognata. Non furono proferite grandi parole, ma l'intesa e l'irrefrenabile voglia dei nostri corpi ci condussero in un gioco di consapevole coinvolgimento che non poteva essere interrotto. Mi alzai, presi da dietro Monica e allungai le mani sulle tettone ancora nascoste da quel reggiseno, Clara mi guardò dritto negli occhi e con una luce strana dettata da una profonda eccitazione mi ordinò seccamente di strapparglielo di dosso, non me lo feci ripetere e con un gesto forte e deciso ruppi quel brandello di stoffa. Ne uscirono sobbalzando due tette da sballo e fu allora che non resistetti più e le strizzai a più non posso, Monica sembrava ritrarsi per il dolore ma resistette alla presa e mi invitò a continuare, Clara si mise in mezzo tra me e lei, era ancora vestita, le tolsi la camicia facendole saltare letteralmente due bottoni, le slacciai i jeans e sotto mi accorsi che non portava nulla, intanto la mano di Monica era già alle prese con il mio cazzo e il suo calore mi provocò un brivido di eccitazione che a stento riuscii a trattenere di venire in un orgasmo fantastico. Ero confuso: la visione di quelle tette, di quelle due fighe stupende, di quei corpi pulsanti di piacere ed eccitazione avevano provocato in me uno chock emotivo tanto da rendermi imbranato come un adolescente alla vista del corpo nudo della propria madre. Dovetti riprendermi e lo feci prendendo Clara e portando la sua bocca al mio arnese, lei lo prese tutto, le generose dimensioni del mio pene le provocarono un conato ma non smise di tenerlo in bocca e dopo poco iniziò a salivare come non mai e a farmi un pompino lento e umido. Monica mi mise una tetta in bocca e l'irrefrenabile volgia di morderle i capezzoli si trasformò in realtà. Strinsi tra i denti quel capezzolo rosa, lei mi prese la nuca e se la tirò contro la mia bocca era aperta completamente e solo una parte del suo seno riusciva ad entrare, più stringeva lei e più io mordevo ma la cosa non sembrava ferirla anzi era ancora più eccitata. La situazione era talmente coinvolgente che non mi accorsi nemmeno quando venni in bocca a Clara che comunque non rifiutò il fiotto bianco e cremoso del mio seme e anzi, con grande esperienza e mestiere deglutì completamente, quando tolse la sua bocca dal mio cazzo il suo sguardo era di ammirazione e compiacimento. Gli attimi che seguirono furono di svuotamento completo e di rigenerazione mentale e mi permisero di tornare in me, guardai Monica, le dissi che l'avrei scopata e lei si sdraiò sul divano mostrandomi il suo culo e la sua fica larga, introdussi il mio cazzo ancora duro e turgido, iniziai dapprima lentamente a stantuffarla poi aumentai il ritmo, intanto Clara si era messa davanti a Monica e stava facendosi leccare la figa grondante di miele. i mugoli di quelle due anime si intensificarono, il ritmo divenne unico e unisono e noi tre stavamo avendo un orgasmo unico, grande, intenso. Venni per la seconda volta ero dentro nell'utero di mia cognata e il caldo e profondo senso di piacere me lo ricordo come una scossa che mi martellò tutti i nervi pelvici per salire alla schiena fino ad arrivare al cervello come un proiettile. mi si annebbio la vista e per un attimo mi fermai come se fossi morto, poco dopo estrassi il cazzo ancora duro e ricoperto dalla mia sborra e dal sapore di Monica. Mi avvicinai alla bocca di Monica e le infilai tutto, sentivo la sua lingua alla ricerca di quel sapore unico. Le sue labbra risucchiarono fino all'ultima goccia e fino a quando la mia cappella non fu lucida e pulita. Si era fatta notte inoltrata ma il desiderio non calava e le forza e l'energia dei nostri 20 anni ci permisero di andare avanti tutta la notte fino all'alba di un lunedi che si prospettava indimenticabile.
prossimamente il terzo capitolo

sono graditi i commenti e i consigli sulla stesura di questi racconti. grazie.


scritto il
2021-05-14
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