Binario 5
di
Jilla
genere
etero
Come sempre era stata una bella serata, conclusa con una scopata fantastica! Era mercoledì sera, la nostra serata. Lui andava in palestra il lunedì, il mercoledì ed il venerdì; il mercoledì oltre ai soliti esercizi aggiungeva alla fine un corso di rilassamento… questo quello che raccontava a casa, in realtà questo era il modo per trascorrere la serata con me, averlo per me dalle 19 alle 23, 4 ore che mi ripagavano per tutta una settimana…
Di solito cenavamo qualcosa insieme chiacchierando del più e del meno come fanno quasi tutte le “coppie normali” e poi avevamo il tempo per godere di noi, era poco ma mi dovevo accontentare, lui era sposato, aveva un figlio, io sapevo che quelle 4 ore erano tutto quello che potevo avere.
Marco ed io ci siamo conosciuti, circa 2 anni fa, un po’ per caso: ero alla stazione, aspettavo il treno per tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro, il mio treno ferma sempre al binario 5; mentre aspetto noto che dall’altro lato, al 6, c’è un uomo che mi osserva, non ci faccio più di tanto caso, perché capita anche a me di fissare qualcuno dall’altro lato del binario o perché fa qualcosa di insolito, o perché è vestito in modo strano o perché mi incuriosisce e basta. La sera seguente lo noto di nuovo, e di nuovo mi guarda, faccio finta di niente e mi sposto un po’ più avanti, lui mi segue con lo sguardo, questa cosa mi piace, mi intriga, così decido che il giorno seguente avrei affrontato lo sguardo.
La mattina dopo, come sempre, mi avvio verso l’uscita della stazione e proprio in quel momento, in mezzo a tutta la calca di gente intenta ad andare al lavoro, la persona in fianco mi blocca e si presenta, è lui. Facciamo un pezzo di strada insieme, così fa in tempo a dirmi qualcosa di lui, ci salutiamo e l’ultimo pezzo di strada, prima di arrivare in ufficio, lo faccio pensando a lui… è un po’ più giovane di me, ma è proprio affascinante e pure simpatico per quel poco che ho potuto capire. Trascorro la mia consueta giornata di lavoro, ma ogni tanto la testa si fermava a pensare a quel ragazzo. Alle 18,30, all’uscita dal lavoro, sulla strada per la stazione, all’angolo dove ci eravamo salutati la mattina, lui è lì che mi aspetta, io sono sorpresa e lusingata, così facciamo di nuovo la strada assieme e mi propone per il giorno seguente di pranzare qualcosa insieme, dato che abbiamo gli stessi orari e i nostri uffici non sono molto lontani. Dico che ci avrei pensato, ma era evidente che avremmo pranzato insieme il giorno dopo, dato che ai due lati dei binari i nostri sguardi si incrociavano continuamente, le mie guance un po’ arrossate pensando che lo volevo. Così trascorse per la prima settimana. Avrei voluto mi chiedesse di uscire una sera, perché avrei voluto conoscerlo fuori dall’ambito lavorativo, ma soprattutto lo volevo, il mio corpo lo voleva… e la cosa era reciproca perché il lunedì seguente mi chiede se mercoledì sera ero libera per un aperitivo, ovviamente accettai!
Finalmente mercoledì! Ci fermiamo per un aperitivo in un bar alla moda che lui conosceva. Il locale è piuttosto affollato, ma riusciamo a trovare due posti alla fine del bancone, quindi riusciamo nonostante tutto essere abbastanza appartati. Mi guardo intorno per vedere non ci fossero visi conosciuti, ma non mi sembra, così mi rilasso. Stiamo bene insieme, ridiamo, scherziamo, e poi senza accorgercene abbiamo iniziato un sensuale giochino erotico con il cibo, con l’aperitivo… la lingua e la bocca erano pronte per quella serata che prometteva bene… era evidente che eravamo coinvolti… lui senza smettere di sorridere si avvicina un po’ e mi chiede di togliermi le mutandine, io ero talmente eccitata e un po’ frastornata dal cocktail che quasi senza rendermene conto eseguo l’operazione, e gli consegno le mie mutande, lì in mezzo ad un bar pieno di gente, ok eravamo in parte, spero non se ne fosse accorto nessuno, ma in quel momento proprio non me ne importava… lui inizia ad accarezzarmi la gamba, lentamente, dolcemente, infila la mano sotto la gonna e poi pian piano mi sfiora la figa, è molto leggero, molto erotico, ero molto bagnata e tesa perché qualcuno poteva accorgersene… lui si avvicina e mi dice di sorridere, di fare l’indifferente, ma non è molto facile, visto che i miei sensi erano tutti in estasi… mi infila un dito nella figa, lentamente dentro e fuori un paio di volte… caspita solo per questo stavo già per venire… Forse è il momento di uscire dal locale e di andare da qualche parte… le nostre voglie sono irrefrenabili, mi prende per mano, usciamo, mi tira dentro per una stradina, dietro il locale, c’è un angolo più nascosto e ci fermiamo lì ed iniziamo a baciarci, le nostre lingue sono veloci, vogliamo assaggiare tutto… le sue mani sono veloci, mi alza la gonna, mi tocca la figa bagnatissima, me la accarezza un po’ e ci infila dentro due dita, dentro e fuori, dentro e fuori, è molto eccitante, anche perché siamo sì un po’ nascosti, ma pur sempre per strada… a lui non sembra importargliene molto, così senza problemi, si abbassa ed inizia a leccarmela, mi infila la lingua nella figa, io sto godendo… è da tanto tempo che non facevo sesso con qualcuno e stasera non mi voglio proprio tirare indietro, sono pronta a tutto. Mi bacia appassionatamente, siamo un’esplosione di sensi, il suo cazzo è duro, bisogna liberarlo, gli apro i pantaloni e prendo il suo gran bel cazzo tra le mani lo massaggio un po’, mi inginocchio e lo prendo in bocca, gli faccio un pompino, come non ricordavo di saper fare, lui è ansimante e mi ferma, mi fa alzare, mi appoggia al muro, mi risolleva la gonna, mi aiuta ad alzare una gamba e con il cazzo duro mi penetra, io emetto un grido, non me lo aspettavo così in profondità con un colpo solo, con l’altra mano mi tappa la bocca, esce e subito dopo mi penetra di nuovo, un colpo dopo l’altro sempre profondo e deciso… io non mi posso muovere e non posso parlare, ma sto godendo da impazzire, mi sto facendo sbattere su per un muro di una stradina buia da uno semi-sconosciuto… un altro colpo… un altro ancora… sto per venire ed è così! Mi sento esausta, la mia figa bagnata ora è piena della sua sborra che mi scende sulle gambe, mi sento molto puttana, ma pienamente soddisfatta… mi ricompongo, mi pulisco, le mie mutandine non so proprio che fine abbiano fatto… vorrà dire che me ne tornerò a casa senza… e anche quello è eccitante…
Tutta la notte ho pensato a quella insolita scopata, ma soprattutto a cosa dire la mattina seguente a Marco che mi ha preso in quel modo…
Come sempre da 10 giorni a questa parte, lui è lì all’angolo della stazione che mi aspetta, non dice niente della sera prima, neanche io, forse perché è ancora troppo presto e siamo frastornati. Quando ci rivediamo alla fine della nostre giornata di lavoro lui dice che se a me andava bene il mercoledì successivo saremmo ancora potuti uscire insieme, sono passati due anni da quella prima scopata e ci siamo visti praticamente ogni mercoledì sera… e ogni mercoledì mi ha sempre riservato momenti magici e indimenticabili scopate.
Di solito cenavamo qualcosa insieme chiacchierando del più e del meno come fanno quasi tutte le “coppie normali” e poi avevamo il tempo per godere di noi, era poco ma mi dovevo accontentare, lui era sposato, aveva un figlio, io sapevo che quelle 4 ore erano tutto quello che potevo avere.
Marco ed io ci siamo conosciuti, circa 2 anni fa, un po’ per caso: ero alla stazione, aspettavo il treno per tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro, il mio treno ferma sempre al binario 5; mentre aspetto noto che dall’altro lato, al 6, c’è un uomo che mi osserva, non ci faccio più di tanto caso, perché capita anche a me di fissare qualcuno dall’altro lato del binario o perché fa qualcosa di insolito, o perché è vestito in modo strano o perché mi incuriosisce e basta. La sera seguente lo noto di nuovo, e di nuovo mi guarda, faccio finta di niente e mi sposto un po’ più avanti, lui mi segue con lo sguardo, questa cosa mi piace, mi intriga, così decido che il giorno seguente avrei affrontato lo sguardo.
La mattina dopo, come sempre, mi avvio verso l’uscita della stazione e proprio in quel momento, in mezzo a tutta la calca di gente intenta ad andare al lavoro, la persona in fianco mi blocca e si presenta, è lui. Facciamo un pezzo di strada insieme, così fa in tempo a dirmi qualcosa di lui, ci salutiamo e l’ultimo pezzo di strada, prima di arrivare in ufficio, lo faccio pensando a lui… è un po’ più giovane di me, ma è proprio affascinante e pure simpatico per quel poco che ho potuto capire. Trascorro la mia consueta giornata di lavoro, ma ogni tanto la testa si fermava a pensare a quel ragazzo. Alle 18,30, all’uscita dal lavoro, sulla strada per la stazione, all’angolo dove ci eravamo salutati la mattina, lui è lì che mi aspetta, io sono sorpresa e lusingata, così facciamo di nuovo la strada assieme e mi propone per il giorno seguente di pranzare qualcosa insieme, dato che abbiamo gli stessi orari e i nostri uffici non sono molto lontani. Dico che ci avrei pensato, ma era evidente che avremmo pranzato insieme il giorno dopo, dato che ai due lati dei binari i nostri sguardi si incrociavano continuamente, le mie guance un po’ arrossate pensando che lo volevo. Così trascorse per la prima settimana. Avrei voluto mi chiedesse di uscire una sera, perché avrei voluto conoscerlo fuori dall’ambito lavorativo, ma soprattutto lo volevo, il mio corpo lo voleva… e la cosa era reciproca perché il lunedì seguente mi chiede se mercoledì sera ero libera per un aperitivo, ovviamente accettai!
Finalmente mercoledì! Ci fermiamo per un aperitivo in un bar alla moda che lui conosceva. Il locale è piuttosto affollato, ma riusciamo a trovare due posti alla fine del bancone, quindi riusciamo nonostante tutto essere abbastanza appartati. Mi guardo intorno per vedere non ci fossero visi conosciuti, ma non mi sembra, così mi rilasso. Stiamo bene insieme, ridiamo, scherziamo, e poi senza accorgercene abbiamo iniziato un sensuale giochino erotico con il cibo, con l’aperitivo… la lingua e la bocca erano pronte per quella serata che prometteva bene… era evidente che eravamo coinvolti… lui senza smettere di sorridere si avvicina un po’ e mi chiede di togliermi le mutandine, io ero talmente eccitata e un po’ frastornata dal cocktail che quasi senza rendermene conto eseguo l’operazione, e gli consegno le mie mutande, lì in mezzo ad un bar pieno di gente, ok eravamo in parte, spero non se ne fosse accorto nessuno, ma in quel momento proprio non me ne importava… lui inizia ad accarezzarmi la gamba, lentamente, dolcemente, infila la mano sotto la gonna e poi pian piano mi sfiora la figa, è molto leggero, molto erotico, ero molto bagnata e tesa perché qualcuno poteva accorgersene… lui si avvicina e mi dice di sorridere, di fare l’indifferente, ma non è molto facile, visto che i miei sensi erano tutti in estasi… mi infila un dito nella figa, lentamente dentro e fuori un paio di volte… caspita solo per questo stavo già per venire… Forse è il momento di uscire dal locale e di andare da qualche parte… le nostre voglie sono irrefrenabili, mi prende per mano, usciamo, mi tira dentro per una stradina, dietro il locale, c’è un angolo più nascosto e ci fermiamo lì ed iniziamo a baciarci, le nostre lingue sono veloci, vogliamo assaggiare tutto… le sue mani sono veloci, mi alza la gonna, mi tocca la figa bagnatissima, me la accarezza un po’ e ci infila dentro due dita, dentro e fuori, dentro e fuori, è molto eccitante, anche perché siamo sì un po’ nascosti, ma pur sempre per strada… a lui non sembra importargliene molto, così senza problemi, si abbassa ed inizia a leccarmela, mi infila la lingua nella figa, io sto godendo… è da tanto tempo che non facevo sesso con qualcuno e stasera non mi voglio proprio tirare indietro, sono pronta a tutto. Mi bacia appassionatamente, siamo un’esplosione di sensi, il suo cazzo è duro, bisogna liberarlo, gli apro i pantaloni e prendo il suo gran bel cazzo tra le mani lo massaggio un po’, mi inginocchio e lo prendo in bocca, gli faccio un pompino, come non ricordavo di saper fare, lui è ansimante e mi ferma, mi fa alzare, mi appoggia al muro, mi risolleva la gonna, mi aiuta ad alzare una gamba e con il cazzo duro mi penetra, io emetto un grido, non me lo aspettavo così in profondità con un colpo solo, con l’altra mano mi tappa la bocca, esce e subito dopo mi penetra di nuovo, un colpo dopo l’altro sempre profondo e deciso… io non mi posso muovere e non posso parlare, ma sto godendo da impazzire, mi sto facendo sbattere su per un muro di una stradina buia da uno semi-sconosciuto… un altro colpo… un altro ancora… sto per venire ed è così! Mi sento esausta, la mia figa bagnata ora è piena della sua sborra che mi scende sulle gambe, mi sento molto puttana, ma pienamente soddisfatta… mi ricompongo, mi pulisco, le mie mutandine non so proprio che fine abbiano fatto… vorrà dire che me ne tornerò a casa senza… e anche quello è eccitante…
Tutta la notte ho pensato a quella insolita scopata, ma soprattutto a cosa dire la mattina seguente a Marco che mi ha preso in quel modo…
Come sempre da 10 giorni a questa parte, lui è lì all’angolo della stazione che mi aspetta, non dice niente della sera prima, neanche io, forse perché è ancora troppo presto e siamo frastornati. Quando ci rivediamo alla fine della nostre giornata di lavoro lui dice che se a me andava bene il mercoledì successivo saremmo ancora potuti uscire insieme, sono passati due anni da quella prima scopata e ci siamo visti praticamente ogni mercoledì sera… e ogni mercoledì mi ha sempre riservato momenti magici e indimenticabili scopate.
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