La vacca punita
di
mark622012
genere
dominazione
Ciao a tutti è il mio primo racconto... attendo commenti e anche scambio di opinione e conoscenza...
buona lettura..........
Tornavamo a casa, dopo una cena di sushi, consumata insieme ai nostri amici, Marco e Sara. Era stata davvero una bella serata, in cui avevamo riso a oltranza, chiacchierato e bevuto, senza metterci troppi limiti. All'uscita del ristorante giapponese, Marco aveva proposto di bere il bicchierino della staffa a casa loro, e io e Michela accettammo volentieri. Le donne erano molto in tiro. Vestite da sera, un po' scollate, e davvero molto allegre. Sarà stato il vino, o la buona compagnia, forse, ma pensammo che un buon ultimo bicchierino ci stesse proprio.
Quando arrivammo a casa di Marco e Sara, prima di entrare nel loro appartamento, passammo vicino a una porta., quella di chi abitava proprio vicino a loro. Sara scoppiò a ridere, senza contenersi tanto. Non capivamo il perchè.
"Qui abita la nostra vicina, Simona, – disse – la sfaticata."
"Come sfaticata?!" chiese Michela incuriosita.
"Nel senso che ha 30 anni, e non ha proprio voglia di fare un cazzo..." fece Sara, allargando le braccia, come se fosse sconcertata.
"Vabbè, ma tu fatti gli affari tuoi, no?" le rispose Marco, non molto contento che la sua compagna fosse così critica nei confronti di una vicina che in fondo non le aveva fatto proprio nulla di male. Oltretutto il tono della voce, vista l'allegra serata, era piuttosto scoppiettante, e per nulla basso, e se Simona fosse stata in casa avrebbe potuto creare tensioni con la vicina.
"Beh, se penso una cosa di lei, avrò pure il diritto di dirla, no? - replicò Sara – E questa è proprio una sfaticata totale."
Io non intervenni. Pensai che fosse sempre meglio non intromettersi nelle discussioni tra moglie e marito, mentre Michela commentò sarcasticamente:
"Magari le piacerà qualcos'altro..." facendo un'allusione, evidentemente sessuale.
Sara fu molto divertita dalla battuta e dal sentirsi spalleggiata dall'amica.
"Esatto! E' quello che penso anch'io. Penso che le piaccia proprio prendere uccelli!"
Anche Michela rise di gusto, a questa nuova uscita. Le due ragazze sembravano proprio divertirsi a prenderla in giro.
Ma non si erano accorte che la ragazza, rientrando a casa, fosse esattamente dietro di loro.
"Scusate, credo che qui si stia parlando di me." disse laconicamente.
Eccoci, pensai, alla fine era evidente che ci sarebbero stati problemi. E ora i problemi erano arrivati.
"Ho sentito ciò che avete detto – proseguì la ragazza – e mi chiedevo se non fosse il caso che vi faceste gli affari vostri."
"Dai, stavamo solo scherzando... - intervenne Michela – io non ti conosco neanche, mica volevamo dire niente di male..."
"Forse tu no, - ribadì Simona – ma la vacca qui presente invece mi conosce, ed evidentemente pensa di parlarmi alle spalle."
"E tu pensi di potermi definire 'vacca'?" chiese Sara, ponendosi minacciosamente di fronte a lei.
Io e Marco osservavamo un po' preoccupati. Era già piuttosto caldo, ma la situazione stava diventando bollente. Presi la parola, cercando di stemperare la tensione. O più probabilmente, di trasferirla in un luogo che fosse al riparo da sguardi indiscreti.
"Dai, su, - dissi – entriamo a bere il bicchierino della staffa come avevamo detto, e lasciamo perdere queste inutili polemiche."
Marco infatti aprì subito la porta con la chiave. Ma le donne non avevano intenzione di lasciare perdere così.
"No, questa stronza mi ha chiamato 'vacca', deve chiedere scusa." disse Sara incazzata.
"Beh tu hai detto che sono una sfaticata. E ora mi hai pure chiamato stronza...avrei vogli di prenderti a calci nel culo." fece Simona.
In tutta risposta, Sara le diede uno spintone facendole perdere l'equilibrio, e buttandola dentro il proprio appartamento. Simona era visibilmente furiosa, e le si buttò addosso. Le due si avvinghiarono, rotolando dentro la sala. Cercammo di intervenire per separarle, non fu facile staccarle l'una dall'altra, ma con molta fatica, alla fine, ci riuscimmo.
La cosa sembrava finita lì. Riportammo la calma, e chiedemmo scusa a Simona per il comportamento della compagna di Marco, assolutamente censurabile. Le offrimmo di sedersi con noi, a bere qualcosa, e lei, stranamente, visto quanto appena successo, accettò. La pace pareva essere tornata in casa, e la nostra vicina Simona, non era affatto antipatica. Rideva e scherzava tranquillamente, anche se, in effetti, con Sara non si consideravano neanche lontanamente.
"Vado un secondo di là, a cambiarmi. Voglio mettermi un po' più comoda." disse la bionda compagna di Marco. La osservai. Era decisamente giunonica, e formosa. Tettone grandi, culo e fianchi pure, e aveva una chioma di capelli ondulati biondi. Tra me pensai che capivo perfettamente perchè Marco la chiamasse 'la mia vacca'.
Dopo qualche secondo Simona si alzò anche lei.
"Vi dispiace se vado un secondo in bagno?" disse.
Marco le indicò quale fosse la strada, lungo il corridoio.
Ma Simona non era affatto diretta in bagno. Entrò di soppiatto nella stanza dove Sara si stava cambiando. Chiuse la porta e la sorprese alle spalle, mentre la biondona era seminuda in completo intimo. Simona le infilò una mano nel reggiseno, strizzandole e stritolandole una mammella con grande cattiveria.
"Ma che cazzo...brutta troia..." la insultò Sara, cercando di reagire.
Ma Simona proseguiva con cattiveria. Stritolava duramente un seno della compagna di Marco, torcendole anche il capezzolo.
Sara sentendosi aggredita alle spalle provò a urlare, ma, con la porta chiusa e gli schiamazzi nel salotto, nessuno la sentì. Simona la spinse sul letto matrimoniale, e le salì a cavalcioni sulla schiena, cominciando a picchiarla brutalmente. La riempiva di schiaffi ovunque, e anche pugni, ma ovviamente non sul viso. Nonostante peso e corporatura, la compagna del mio amico sembrava il punching-ball della nostra vicina, che si stava divertendo a massacrarla di botte.
"Lasciamiiiiiiii!!!" urlava disperata Sara.
Ma Simona non aveva nessuna intenzione di lasciarla, anzi, voleva ridurla all'umiliazione pubblica. Quindi la afferrò per i capelli, buttandola giù dal letto, e trascinandola come una vera e propria vacca.
"Andiamo dagli altri, vaccona, così ti insegno a dire che sono una sfaticata, una che non ha voglia di fare nulla, e tutte le altre schifezze che hai detto sul mio conto senza neanche conoscermi..." le disse con cattiveria.
"Ma io...aspettaaa..." tentò di protestare Sara.
Solo per ricevere uno sculaccione violentissimo sul culo nudo che la fece strillare a tutta gola. Dal salotto sentivamo questi strani rumori, e inizialmente non capivamo cosa stesse succedendo. Finchè non vedemmo arrivare Sara, nuda, tirata come una cagna dalla vicina di casa, Simona. Colpita nell'orgoglio di essere umiliata pubblicamente in modo così vergognoso, Sara cercò di scuotersi, e si rialzò in piedi, cercando di prendere i capelli della sua vicina rivale. Che però la evitò facilmente.
"Che lenta sei, vacca." le disse.
E contemporaneamente la colpì con due potenti schiaffoni sulle tette. Sara urlò disperata cercando di proteggersele. Ma Simona era davvero troppo determinata, semplicemente più forte e cattiva di lei. La colpiva oviunque, chiudendola al muro, e tempestandola di pugni e schiaffi in tutto il corpo. Sara urlava non riuscendo a difendersi e a combinare nulla, cadendo infine a terra, sopraffatta. Dovemmo constatare che Simona l'avesse distrutta.
"Basta, ok, hai vinto..." disse sollevando una mano in segno di resa.
"Striscia a terra!" le comandò Simona, in completo controllo.
In lacrime la nostra amica eseguì senza discutere. Aveva preso troppi colpi, e non se la sentiva di ribellarsi in nessun modo.
Noi assistevamo con diversi stati d'animo. Io ero un po' in imbarazzo, e molto eccitato nel vedere Sara, nuda, così umiliata da quell'altra. Marco credo condividesse questo mio pensiero. Mi sembrava fosse molto in tiro, e che volesse che quel maltrattamento proseguisse ancora per un bel po'. Michela invece, dopo un momento di sorpresa nel quale non sapeva bene cosa fare, si incazzò di brutto. E si alzò dirigendosi verso Simona.
"Ora basta! - le disse – Hai vinto, ti sei vendicata, guarda come l'hai ridotta! Ora lasciala!"
"La lascio qualdo voglio io, tettona, capito?" le rispose quella a muso duro. E chiuse subito le sue dita sui suoi capezzoli, afferrandola attraverso la sua maglia. Michela strabuzzò gli occhi, gemendo. Simona la spingeva in avanti e lei arretrava, in seria difficoltà. Si ritrovò un attimo spalle al muro.
"Mi fai male... - sospirò la mia donna sofferente – lasciami..."
Ma in tutta risposta Simona le strappò la maglia, lasciandola solo col reggiseno. Michela era molto sorpresa, non si sarebbe mai aspettata di essere attaccata in questo modo. Con la coda dell'occhio guardava Sara, per cercare di capire se la bionda potesse in qualche modo darle una mano. Ma si rendeva conto che fosse in gran confusione, e che a malapena stesse cercando di rialzarsi. Eppure l'aggressività di Simona non diminuiva affatto. Michela era chiusa al muro, mentre la vicina di casa dei miei amici, le usava le tettone come punching ball, sbalzandole fuori dal reggiseno con precisi uppercut.
Che disastro. Quella ragazza le stava pestando brutalmente tutte e due. Nè io nè Marco avevamo nessuna intenzione di intervenire. Se la dovevano sbrigare da sole. All'ennesimo pugno sulle tette, Michela crollò in ginocchio. Simona rise di gusto.
"Ma dai, già k.o.?" la sfottè.
E le slacciò il reggiseno, liberandole le tette completamente. Sara provò ad avvicinarsi a Simona, per fermarla, ma fu abbastanza maldestra in questo, e si fece sorprendere con un gran ceffone al viso. Sembrava proprio che Simona ci stesse prendendo gusto, a picchiarle duramente.
Le nostre donne in pochi attimi erano tutte e due in ginocchio. Battute e umiliate da una sola. Probabilmente avremmo dovuto intervenire, e non lasciarle lì, a prendere botte, e per questo forse ci avrebbero odiato, ma sia io che Marco, pensavamo che in fondo se lo meritassero proprio. E quindi rimanemmo sul divano a goderci la scena col cazzo duro.
Michela tentò di saltarle addosso, ma Simona le prese un braccio, scagliandola contro Sara, e travolgendola. Le due nostre compagne si ritrovarono a terra, l'una sull'altra, le tette nude di mia moglie strofinavano su quelle della compagna del mio amico. Era molto erotico constatare quanto fossero patetiche. E quanto Simona si stesse divertendo a darle una bella lezione. Ci chiedemmo dove volesse arrivare, fino a che punto volesse spingersi nel punirle e umiliarle.
"Scusa...ti ho fatto male?" chiese Michela a Sara, per esserle finita addosso.
"Non molto...ma ci sta facendo fare la figura delle fesse..." rispose la bionda.
"E quei due maiali non intervengono..." sbottò Michela.
"No, infatti. Dobbiamo cavarcela da sole..."
ma mentre Sara pronunciava queste parole, si trovò colpita da un pestone di Simona sulla schiena che la spedì pancia a terra, molto dolorosamente. Simona le salì subito sopra calpestandola con i piedi, e schiacciandole le tettone sul pavimento. Sara urlò di dolore e frustrazione. Non riusciva a combinare davvero nulla.
Michela vedendola così in difficoltà si alzò da terra e le accorse in aiuto. Ma era chiaramente troppo lenta, e quelle tettone che ballavano libere e nude, un bersaglio troppo facile. Simona le assestò uno, due, tre gancetti, ben precisi, che andarono tutti a segno, facendole molto male. La mia consorte allora tornò indietro, proteggendosi il grosso sensibile seno.
Simona le prendeva in giro, avendo capito di poterle dominare entrambe facilmente.
"AhAhAh! La vacca è sdraiata a terra che lecca il pavimento, la tettona invece sta piagnucolando perchè le ho fatto la bua alle sue delicate mammellone.. - disse rivolgendosi a noi. - Avete proprio due compagne incapaci!"
Beh, non potevamo non ammettere che non avesse ragione. La prestazione di Sara e Michela era davvero penosa. E Simona sembrava poterne approfittare a suo piacimento. E di questo non ci dispiaceva affatto. Erano entrambe terrorizzate da lei. Tutte e due si rialzarono faticosamente da terra. Sara aveva solo un paio di mutandine, Michela indossava ancora i suoi pantaloni eleganti aderenti che le modellavano bene il suo bel culo ampio e rotondo. Entrambe avevano i seni abbondanti scoperti, e se li coprivano, forse temendo che Simona volesse colpirle ancora lì. Oppure semplicemente perchè si vergognavano da morire di essere state spogliate e umiliate.
Noi assistevamo rapiti, e curiosi di vedere cosa Simona le avrebbe fatto ancora, e se avesse preferito concentrarsi sull'una o sull'altra. Ma La vicina fu decisamente equa. Si avvicinò e afferrò un capezzolo dell'una e uno dell'altra, e cominciò a strizzarlo e torcerlo con cattiveria.
"Forza, vacche! Urlate un po'!" disse.
E loro due urlarono. Urlarono eccome. Patetiche, davvero. Piangevano e piagnucolavano in tutti i modi. Quindi, molto velocemente, Simona lasciò le punte dei loro seni, già piuttosto maltrattate, e le afferrò per i capelli, scuotendo le loro teste.
"Ahiiiiii...ci strappi i capelliiii...che faiiiii" si lamentava Michela.
"Noooooo....lasciamiiiiii....bastaaaa" urlava Sara.
Simona le portò proprio davanti a noi, ridendo di gusto. Tenendole sempre per le chiome, guidò i loro visi a contatto. La bocca di Michela e quella di Sara si stavano pericolosamente sfiorando, mentre le tettone dell'una si strusciavano su quelle dell'altra. Noi eravamo letteralmente ipnotizzati.
"No...dai, ma che cazzo fai...." protestò Michela indignata.
Sara cercava di scostare il volto, ma la presa di Simona sui suoi capelli era davvero salda, e la costringeva a tenere la faccia a contatto con quella di mia moglie. Che peraltro si trovava nella stessa situazione.
"Forza, vacche. Fate vedere ai vostri cari mariti e compagni, un bel bacione lesbo. O vi sbatto le facce, l'una contro l'altra, e vi faccio sanguinare i nasini."
Le nostre due donne, visibilmente impaurite da questa stronza, si rivelarono piuttosto arrendevoli, e senza dire nulla unirono subito le labbra. Non avevo mai visto mia moglie, baciarsi con un'altra donna, e devo dire che l'effetto sul mio cazzo, fu immediato. Lo sentivo scoppiare. Dallo sguardo di Marco lo spettacolo non doveva essere dispiaciuto neanche a lui. Anche perchè, pure se umiliate e piangenti, notai che le nostre ragazze mostrarono un inturgidimento dei loro capezzoli immediato, e non resistettero alla tentazione di sollevare una manina e toccarsi il seno a vicenda. Probabilmente quelle tettone così grosse erano una forte tentazione per tutte e due.
"...hmmm...mi stai..palpando le tette..." disse Michela a metà fra lo sdegnato e l'eccitato.
"...ouuhhh...pure tu..." rispose Sara, altrettanto in confusione.
"Cazzo, le nostre signore stanno facendo un bello show!" dissi a Marco.
"Ahahah hai visto come le sta dominando Simona? Che iena!" rise lui.
Diamine, effettivamente Simona le aveva soggiogate molto facilmente. E loro due erano davvero patetiche. Le usava come marionette. Quando lasciò le loro teste, per un minuto buono continuarono a limonarsi e palparsi senza avere il coraggio di interrompersi.
"AhAhAh, sembra che le vostre due vaccone siano anche un po' lesbiche, no?" ci disse Simona, sempre più divertita.
A quelle parole, le nostre compagne parvero un minimo scuotersi, tirando fuori un po' di orgoglio.
"Dai, cazzo, non possiamo farci prendere per il culo così..." disse Sara, cercando di fare reagire anche Michela. Pure se era evidente che il lungo bacio avesse inturgidito in modo sospetto i loro capezzoli, le due si incitarono a vicenda. E si voltarono verso Simona per aggredirla. Purtroppo, la loro nemica si era dotata di un bastone di una scopa, e cominciò subito a sbatterlo molto forte sulle coscie nude di Sara. La vacca del mio amico strillò forte sentendosi le coscione prese a bastonate, e si voltò, solo per prenderle anche sui glutei. Quella Simona era un vero e proprio diavolo, e stava infliggendo una severa punizione alla povera Sara. Ancora una volta si era dimostrata molto più avanti delle nostre due donne. Michela cercava di fermarla, ma quell'altra era più robusta di lei, e, una volta vista la biondona Sara a terra, si concentrò su mia moglie, colpendola col bastone sul fianco, e poi sulla schiena nuda. Michela, urlando, finì di nuovo a terra, cercando di proteggersi, raggomitolandosi, e Simona ne approfittò per darle un'ulteriore pesante lezione, bastonandola dappertutto. Michela urlava, supplicando in modo indegno, senza nessun amor proprio. Ma Simona, priva di pietà e comprensione, le ordinò:
"Levati i pantaloni, tettona!"
Mia moglie era completamente terrorizzata, ed eseguì subito quel comando. Lei e Sara erano tutte e due, sedute a terra, con Simona davanti a loro in piedi. Usava il bastone per impaurirle ancora di più.
"Mettetevi a quattro zampe, vacche!" le ordinò.
Sara e Michela eseguirono, mettendosi nella posizione indicata dalla loro avversaria, che si era dimostrata, a più riprese, più abile e forte di tutte e due, Con due sonore bastonate sul culo, Simona le faceva camminare a carponi per tutto il salotto. Le tettone delle nostre compagne ballavano, penzolando. Che disastro, pensai, le ha distrutte. Ma mi resi conto come fosse ovvio che la vicina di casa del mio amico non avesse intenzione di fermarsi qua. Condusse le due vacche fuori dall'appartamento di Marco, come se le stesse pascolando.
"Ma che fai?... - chiese Michela – se ci vede qualcuno..."
"Tra l'altro siamo nel nostro palazzo...speriamo non ci sia nessuno..." fece Sara.
Noi seguivamo come Simona conducesse le due mucche al pascolo. Aprì casa sua, e le costrinse a entrare, portandole nella propria camera da letto. Che intenzioni aveva?, ci chiedevamo.
Si voltò verso me e Marco, e ci disse:
"Che facciamo, organizziamo una bella lotta fra vacche? E chi perde viene fottuta?"
Michela e Sara erano terrorizzate dall'idea. Non volevano lottare contro la propria amica, ma soprattutto non volevano che chi perdesse fosse fottuta in qualche modo che non era stato ancora ben chiarito.
buona lettura..........
Tornavamo a casa, dopo una cena di sushi, consumata insieme ai nostri amici, Marco e Sara. Era stata davvero una bella serata, in cui avevamo riso a oltranza, chiacchierato e bevuto, senza metterci troppi limiti. All'uscita del ristorante giapponese, Marco aveva proposto di bere il bicchierino della staffa a casa loro, e io e Michela accettammo volentieri. Le donne erano molto in tiro. Vestite da sera, un po' scollate, e davvero molto allegre. Sarà stato il vino, o la buona compagnia, forse, ma pensammo che un buon ultimo bicchierino ci stesse proprio.
Quando arrivammo a casa di Marco e Sara, prima di entrare nel loro appartamento, passammo vicino a una porta., quella di chi abitava proprio vicino a loro. Sara scoppiò a ridere, senza contenersi tanto. Non capivamo il perchè.
"Qui abita la nostra vicina, Simona, – disse – la sfaticata."
"Come sfaticata?!" chiese Michela incuriosita.
"Nel senso che ha 30 anni, e non ha proprio voglia di fare un cazzo..." fece Sara, allargando le braccia, come se fosse sconcertata.
"Vabbè, ma tu fatti gli affari tuoi, no?" le rispose Marco, non molto contento che la sua compagna fosse così critica nei confronti di una vicina che in fondo non le aveva fatto proprio nulla di male. Oltretutto il tono della voce, vista l'allegra serata, era piuttosto scoppiettante, e per nulla basso, e se Simona fosse stata in casa avrebbe potuto creare tensioni con la vicina.
"Beh, se penso una cosa di lei, avrò pure il diritto di dirla, no? - replicò Sara – E questa è proprio una sfaticata totale."
Io non intervenni. Pensai che fosse sempre meglio non intromettersi nelle discussioni tra moglie e marito, mentre Michela commentò sarcasticamente:
"Magari le piacerà qualcos'altro..." facendo un'allusione, evidentemente sessuale.
Sara fu molto divertita dalla battuta e dal sentirsi spalleggiata dall'amica.
"Esatto! E' quello che penso anch'io. Penso che le piaccia proprio prendere uccelli!"
Anche Michela rise di gusto, a questa nuova uscita. Le due ragazze sembravano proprio divertirsi a prenderla in giro.
Ma non si erano accorte che la ragazza, rientrando a casa, fosse esattamente dietro di loro.
"Scusate, credo che qui si stia parlando di me." disse laconicamente.
Eccoci, pensai, alla fine era evidente che ci sarebbero stati problemi. E ora i problemi erano arrivati.
"Ho sentito ciò che avete detto – proseguì la ragazza – e mi chiedevo se non fosse il caso che vi faceste gli affari vostri."
"Dai, stavamo solo scherzando... - intervenne Michela – io non ti conosco neanche, mica volevamo dire niente di male..."
"Forse tu no, - ribadì Simona – ma la vacca qui presente invece mi conosce, ed evidentemente pensa di parlarmi alle spalle."
"E tu pensi di potermi definire 'vacca'?" chiese Sara, ponendosi minacciosamente di fronte a lei.
Io e Marco osservavamo un po' preoccupati. Era già piuttosto caldo, ma la situazione stava diventando bollente. Presi la parola, cercando di stemperare la tensione. O più probabilmente, di trasferirla in un luogo che fosse al riparo da sguardi indiscreti.
"Dai, su, - dissi – entriamo a bere il bicchierino della staffa come avevamo detto, e lasciamo perdere queste inutili polemiche."
Marco infatti aprì subito la porta con la chiave. Ma le donne non avevano intenzione di lasciare perdere così.
"No, questa stronza mi ha chiamato 'vacca', deve chiedere scusa." disse Sara incazzata.
"Beh tu hai detto che sono una sfaticata. E ora mi hai pure chiamato stronza...avrei vogli di prenderti a calci nel culo." fece Simona.
In tutta risposta, Sara le diede uno spintone facendole perdere l'equilibrio, e buttandola dentro il proprio appartamento. Simona era visibilmente furiosa, e le si buttò addosso. Le due si avvinghiarono, rotolando dentro la sala. Cercammo di intervenire per separarle, non fu facile staccarle l'una dall'altra, ma con molta fatica, alla fine, ci riuscimmo.
La cosa sembrava finita lì. Riportammo la calma, e chiedemmo scusa a Simona per il comportamento della compagna di Marco, assolutamente censurabile. Le offrimmo di sedersi con noi, a bere qualcosa, e lei, stranamente, visto quanto appena successo, accettò. La pace pareva essere tornata in casa, e la nostra vicina Simona, non era affatto antipatica. Rideva e scherzava tranquillamente, anche se, in effetti, con Sara non si consideravano neanche lontanamente.
"Vado un secondo di là, a cambiarmi. Voglio mettermi un po' più comoda." disse la bionda compagna di Marco. La osservai. Era decisamente giunonica, e formosa. Tettone grandi, culo e fianchi pure, e aveva una chioma di capelli ondulati biondi. Tra me pensai che capivo perfettamente perchè Marco la chiamasse 'la mia vacca'.
Dopo qualche secondo Simona si alzò anche lei.
"Vi dispiace se vado un secondo in bagno?" disse.
Marco le indicò quale fosse la strada, lungo il corridoio.
Ma Simona non era affatto diretta in bagno. Entrò di soppiatto nella stanza dove Sara si stava cambiando. Chiuse la porta e la sorprese alle spalle, mentre la biondona era seminuda in completo intimo. Simona le infilò una mano nel reggiseno, strizzandole e stritolandole una mammella con grande cattiveria.
"Ma che cazzo...brutta troia..." la insultò Sara, cercando di reagire.
Ma Simona proseguiva con cattiveria. Stritolava duramente un seno della compagna di Marco, torcendole anche il capezzolo.
Sara sentendosi aggredita alle spalle provò a urlare, ma, con la porta chiusa e gli schiamazzi nel salotto, nessuno la sentì. Simona la spinse sul letto matrimoniale, e le salì a cavalcioni sulla schiena, cominciando a picchiarla brutalmente. La riempiva di schiaffi ovunque, e anche pugni, ma ovviamente non sul viso. Nonostante peso e corporatura, la compagna del mio amico sembrava il punching-ball della nostra vicina, che si stava divertendo a massacrarla di botte.
"Lasciamiiiiiiii!!!" urlava disperata Sara.
Ma Simona non aveva nessuna intenzione di lasciarla, anzi, voleva ridurla all'umiliazione pubblica. Quindi la afferrò per i capelli, buttandola giù dal letto, e trascinandola come una vera e propria vacca.
"Andiamo dagli altri, vaccona, così ti insegno a dire che sono una sfaticata, una che non ha voglia di fare nulla, e tutte le altre schifezze che hai detto sul mio conto senza neanche conoscermi..." le disse con cattiveria.
"Ma io...aspettaaa..." tentò di protestare Sara.
Solo per ricevere uno sculaccione violentissimo sul culo nudo che la fece strillare a tutta gola. Dal salotto sentivamo questi strani rumori, e inizialmente non capivamo cosa stesse succedendo. Finchè non vedemmo arrivare Sara, nuda, tirata come una cagna dalla vicina di casa, Simona. Colpita nell'orgoglio di essere umiliata pubblicamente in modo così vergognoso, Sara cercò di scuotersi, e si rialzò in piedi, cercando di prendere i capelli della sua vicina rivale. Che però la evitò facilmente.
"Che lenta sei, vacca." le disse.
E contemporaneamente la colpì con due potenti schiaffoni sulle tette. Sara urlò disperata cercando di proteggersele. Ma Simona era davvero troppo determinata, semplicemente più forte e cattiva di lei. La colpiva oviunque, chiudendola al muro, e tempestandola di pugni e schiaffi in tutto il corpo. Sara urlava non riuscendo a difendersi e a combinare nulla, cadendo infine a terra, sopraffatta. Dovemmo constatare che Simona l'avesse distrutta.
"Basta, ok, hai vinto..." disse sollevando una mano in segno di resa.
"Striscia a terra!" le comandò Simona, in completo controllo.
In lacrime la nostra amica eseguì senza discutere. Aveva preso troppi colpi, e non se la sentiva di ribellarsi in nessun modo.
Noi assistevamo con diversi stati d'animo. Io ero un po' in imbarazzo, e molto eccitato nel vedere Sara, nuda, così umiliata da quell'altra. Marco credo condividesse questo mio pensiero. Mi sembrava fosse molto in tiro, e che volesse che quel maltrattamento proseguisse ancora per un bel po'. Michela invece, dopo un momento di sorpresa nel quale non sapeva bene cosa fare, si incazzò di brutto. E si alzò dirigendosi verso Simona.
"Ora basta! - le disse – Hai vinto, ti sei vendicata, guarda come l'hai ridotta! Ora lasciala!"
"La lascio qualdo voglio io, tettona, capito?" le rispose quella a muso duro. E chiuse subito le sue dita sui suoi capezzoli, afferrandola attraverso la sua maglia. Michela strabuzzò gli occhi, gemendo. Simona la spingeva in avanti e lei arretrava, in seria difficoltà. Si ritrovò un attimo spalle al muro.
"Mi fai male... - sospirò la mia donna sofferente – lasciami..."
Ma in tutta risposta Simona le strappò la maglia, lasciandola solo col reggiseno. Michela era molto sorpresa, non si sarebbe mai aspettata di essere attaccata in questo modo. Con la coda dell'occhio guardava Sara, per cercare di capire se la bionda potesse in qualche modo darle una mano. Ma si rendeva conto che fosse in gran confusione, e che a malapena stesse cercando di rialzarsi. Eppure l'aggressività di Simona non diminuiva affatto. Michela era chiusa al muro, mentre la vicina di casa dei miei amici, le usava le tettone come punching ball, sbalzandole fuori dal reggiseno con precisi uppercut.
Che disastro. Quella ragazza le stava pestando brutalmente tutte e due. Nè io nè Marco avevamo nessuna intenzione di intervenire. Se la dovevano sbrigare da sole. All'ennesimo pugno sulle tette, Michela crollò in ginocchio. Simona rise di gusto.
"Ma dai, già k.o.?" la sfottè.
E le slacciò il reggiseno, liberandole le tette completamente. Sara provò ad avvicinarsi a Simona, per fermarla, ma fu abbastanza maldestra in questo, e si fece sorprendere con un gran ceffone al viso. Sembrava proprio che Simona ci stesse prendendo gusto, a picchiarle duramente.
Le nostre donne in pochi attimi erano tutte e due in ginocchio. Battute e umiliate da una sola. Probabilmente avremmo dovuto intervenire, e non lasciarle lì, a prendere botte, e per questo forse ci avrebbero odiato, ma sia io che Marco, pensavamo che in fondo se lo meritassero proprio. E quindi rimanemmo sul divano a goderci la scena col cazzo duro.
Michela tentò di saltarle addosso, ma Simona le prese un braccio, scagliandola contro Sara, e travolgendola. Le due nostre compagne si ritrovarono a terra, l'una sull'altra, le tette nude di mia moglie strofinavano su quelle della compagna del mio amico. Era molto erotico constatare quanto fossero patetiche. E quanto Simona si stesse divertendo a darle una bella lezione. Ci chiedemmo dove volesse arrivare, fino a che punto volesse spingersi nel punirle e umiliarle.
"Scusa...ti ho fatto male?" chiese Michela a Sara, per esserle finita addosso.
"Non molto...ma ci sta facendo fare la figura delle fesse..." rispose la bionda.
"E quei due maiali non intervengono..." sbottò Michela.
"No, infatti. Dobbiamo cavarcela da sole..."
ma mentre Sara pronunciava queste parole, si trovò colpita da un pestone di Simona sulla schiena che la spedì pancia a terra, molto dolorosamente. Simona le salì subito sopra calpestandola con i piedi, e schiacciandole le tettone sul pavimento. Sara urlò di dolore e frustrazione. Non riusciva a combinare davvero nulla.
Michela vedendola così in difficoltà si alzò da terra e le accorse in aiuto. Ma era chiaramente troppo lenta, e quelle tettone che ballavano libere e nude, un bersaglio troppo facile. Simona le assestò uno, due, tre gancetti, ben precisi, che andarono tutti a segno, facendole molto male. La mia consorte allora tornò indietro, proteggendosi il grosso sensibile seno.
Simona le prendeva in giro, avendo capito di poterle dominare entrambe facilmente.
"AhAhAh! La vacca è sdraiata a terra che lecca il pavimento, la tettona invece sta piagnucolando perchè le ho fatto la bua alle sue delicate mammellone.. - disse rivolgendosi a noi. - Avete proprio due compagne incapaci!"
Beh, non potevamo non ammettere che non avesse ragione. La prestazione di Sara e Michela era davvero penosa. E Simona sembrava poterne approfittare a suo piacimento. E di questo non ci dispiaceva affatto. Erano entrambe terrorizzate da lei. Tutte e due si rialzarono faticosamente da terra. Sara aveva solo un paio di mutandine, Michela indossava ancora i suoi pantaloni eleganti aderenti che le modellavano bene il suo bel culo ampio e rotondo. Entrambe avevano i seni abbondanti scoperti, e se li coprivano, forse temendo che Simona volesse colpirle ancora lì. Oppure semplicemente perchè si vergognavano da morire di essere state spogliate e umiliate.
Noi assistevamo rapiti, e curiosi di vedere cosa Simona le avrebbe fatto ancora, e se avesse preferito concentrarsi sull'una o sull'altra. Ma La vicina fu decisamente equa. Si avvicinò e afferrò un capezzolo dell'una e uno dell'altra, e cominciò a strizzarlo e torcerlo con cattiveria.
"Forza, vacche! Urlate un po'!" disse.
E loro due urlarono. Urlarono eccome. Patetiche, davvero. Piangevano e piagnucolavano in tutti i modi. Quindi, molto velocemente, Simona lasciò le punte dei loro seni, già piuttosto maltrattate, e le afferrò per i capelli, scuotendo le loro teste.
"Ahiiiiii...ci strappi i capelliiii...che faiiiii" si lamentava Michela.
"Noooooo....lasciamiiiiii....bastaaaa" urlava Sara.
Simona le portò proprio davanti a noi, ridendo di gusto. Tenendole sempre per le chiome, guidò i loro visi a contatto. La bocca di Michela e quella di Sara si stavano pericolosamente sfiorando, mentre le tettone dell'una si strusciavano su quelle dell'altra. Noi eravamo letteralmente ipnotizzati.
"No...dai, ma che cazzo fai...." protestò Michela indignata.
Sara cercava di scostare il volto, ma la presa di Simona sui suoi capelli era davvero salda, e la costringeva a tenere la faccia a contatto con quella di mia moglie. Che peraltro si trovava nella stessa situazione.
"Forza, vacche. Fate vedere ai vostri cari mariti e compagni, un bel bacione lesbo. O vi sbatto le facce, l'una contro l'altra, e vi faccio sanguinare i nasini."
Le nostre due donne, visibilmente impaurite da questa stronza, si rivelarono piuttosto arrendevoli, e senza dire nulla unirono subito le labbra. Non avevo mai visto mia moglie, baciarsi con un'altra donna, e devo dire che l'effetto sul mio cazzo, fu immediato. Lo sentivo scoppiare. Dallo sguardo di Marco lo spettacolo non doveva essere dispiaciuto neanche a lui. Anche perchè, pure se umiliate e piangenti, notai che le nostre ragazze mostrarono un inturgidimento dei loro capezzoli immediato, e non resistettero alla tentazione di sollevare una manina e toccarsi il seno a vicenda. Probabilmente quelle tettone così grosse erano una forte tentazione per tutte e due.
"...hmmm...mi stai..palpando le tette..." disse Michela a metà fra lo sdegnato e l'eccitato.
"...ouuhhh...pure tu..." rispose Sara, altrettanto in confusione.
"Cazzo, le nostre signore stanno facendo un bello show!" dissi a Marco.
"Ahahah hai visto come le sta dominando Simona? Che iena!" rise lui.
Diamine, effettivamente Simona le aveva soggiogate molto facilmente. E loro due erano davvero patetiche. Le usava come marionette. Quando lasciò le loro teste, per un minuto buono continuarono a limonarsi e palparsi senza avere il coraggio di interrompersi.
"AhAhAh, sembra che le vostre due vaccone siano anche un po' lesbiche, no?" ci disse Simona, sempre più divertita.
A quelle parole, le nostre compagne parvero un minimo scuotersi, tirando fuori un po' di orgoglio.
"Dai, cazzo, non possiamo farci prendere per il culo così..." disse Sara, cercando di fare reagire anche Michela. Pure se era evidente che il lungo bacio avesse inturgidito in modo sospetto i loro capezzoli, le due si incitarono a vicenda. E si voltarono verso Simona per aggredirla. Purtroppo, la loro nemica si era dotata di un bastone di una scopa, e cominciò subito a sbatterlo molto forte sulle coscie nude di Sara. La vacca del mio amico strillò forte sentendosi le coscione prese a bastonate, e si voltò, solo per prenderle anche sui glutei. Quella Simona era un vero e proprio diavolo, e stava infliggendo una severa punizione alla povera Sara. Ancora una volta si era dimostrata molto più avanti delle nostre due donne. Michela cercava di fermarla, ma quell'altra era più robusta di lei, e, una volta vista la biondona Sara a terra, si concentrò su mia moglie, colpendola col bastone sul fianco, e poi sulla schiena nuda. Michela, urlando, finì di nuovo a terra, cercando di proteggersi, raggomitolandosi, e Simona ne approfittò per darle un'ulteriore pesante lezione, bastonandola dappertutto. Michela urlava, supplicando in modo indegno, senza nessun amor proprio. Ma Simona, priva di pietà e comprensione, le ordinò:
"Levati i pantaloni, tettona!"
Mia moglie era completamente terrorizzata, ed eseguì subito quel comando. Lei e Sara erano tutte e due, sedute a terra, con Simona davanti a loro in piedi. Usava il bastone per impaurirle ancora di più.
"Mettetevi a quattro zampe, vacche!" le ordinò.
Sara e Michela eseguirono, mettendosi nella posizione indicata dalla loro avversaria, che si era dimostrata, a più riprese, più abile e forte di tutte e due, Con due sonore bastonate sul culo, Simona le faceva camminare a carponi per tutto il salotto. Le tettone delle nostre compagne ballavano, penzolando. Che disastro, pensai, le ha distrutte. Ma mi resi conto come fosse ovvio che la vicina di casa del mio amico non avesse intenzione di fermarsi qua. Condusse le due vacche fuori dall'appartamento di Marco, come se le stesse pascolando.
"Ma che fai?... - chiese Michela – se ci vede qualcuno..."
"Tra l'altro siamo nel nostro palazzo...speriamo non ci sia nessuno..." fece Sara.
Noi seguivamo come Simona conducesse le due mucche al pascolo. Aprì casa sua, e le costrinse a entrare, portandole nella propria camera da letto. Che intenzioni aveva?, ci chiedevamo.
Si voltò verso me e Marco, e ci disse:
"Che facciamo, organizziamo una bella lotta fra vacche? E chi perde viene fottuta?"
Michela e Sara erano terrorizzate dall'idea. Non volevano lottare contro la propria amica, ma soprattutto non volevano che chi perdesse fosse fottuta in qualche modo che non era stato ancora ben chiarito.
3
voti
voti
valutazione
1.7
1.7
Commenti dei lettori al racconto erotico