Lino e Sofia, amorevole sodomia.
di
Dinomichelino
genere
incesti
Lino amava profondamente il culo di Sofia. Sofia non era solo la figlia, era la figlia prediletta. Vent'anni e un culo da favola. Lino amava i culo, gli piaceva odorare il buco della moglie, soffiava in quel piccolo cratere delizioso e poi dopo una bella sputazza incastrava il proprio pisello con lo scrigno segreto della donna. Olivia era però invecchiata precocemente e il suo bel culetto da ventenne si era trasformato nel culone sgraziato di una milf cinquantenne. Buono per qualche sborratina veloce ma incapace di creargli erezioni voluttuose.
"Sofia puoi venir su da me?". Lino aveva appena mandato un vocale alla figlia.
L'enorme casa su due piani nascondeva dolci segreti e indicibili verità.
In lontananza si poteva ammirare il blu del mare e da quei balconi sul mare la famiglia di Lino passava l'ennesima estate serena, lontani dal caos della metropoli.
Sofia si era appena iscritta all'università, si era comperata una bella automobile femminile e ambiva a diventare qualcuno finalmente. Vent'anni e tanta ambizione, un corpo da favola e un padre arrapato.
Sofia non disdegnava le attenzioni morbose del genitore.
"Sto salendo". Disse lei posando il cellulare sul tavolo.
Il padre si era già preparato, prima di veder arrivare la figlia dalle scale si era brevemente masturbato in bagno per eccitarsi quel tanto da avere il cazzo bello in tiro.
Sofia era appena salita e vedendo l'erezione paterna si lasciò scappare un'occhiata maliziosa al pacco del genitore.
"Ti serve aiuto papà?".
"Certo Sofia. Vedi il mio cazzo? È diventato troppo duro e mi fa male. Potresti aiutarmi a sgonfiarlo?"
"Certamente...".
Sofia si inginocchiò come già altre volte in quella casa. La madre sapeva della perversione del marito per la figlia ma non voleva intromettersi, erano entrambi adulti, potevano fare quel che volevano. Olivia sapeva di avere una figlia zoccola.
In rete e su WhatsApp giravano i video di Sofia intenta a scopare con più ragazzi contemporaneamente. Nei cessi dell'università il numero di telefono di Sofia era associato ad una dote particolare, la chiamavano tutti "Dottoressa in bocchinologia".
Sofia si era scopata praticamente tutti all'università, non solo maschi, quando capitava l'occasione si faceva pure delle belle leccate di passera.
Il padre conosceva bene le abilità della figlia.
Una ventenne troia in casa, il massimo delle perversioni possibili.
Sofia spompinava il padre con dovizia di attenzioni. Sputacchiava sul membro paterno e poi si aiutava con le mani per tenere bello duro il cazzo di Lino, non voleva però farlo venire subito in bocca.
Il padre voleva terminare sempre nel culo, quel diabolico culo che lo attirava come le api col miele.
La figlia si alzò in piedi, si levò le mutandine e mostrò il bel culetto tondo a quel porco del padre, ancora sudato e gocciolante di saliva dal cazzo.
La ragazza si tolse pure la magliettina e rimase completamente nuda, tette al vento, col corpo appoggiato alla ringhiera. La ragazza si mise a pecora, appoggiò i gomiti al balcone aspettando la penetrazione anale del padre.
Non era la prima, non sarebbe stata l'ultima volta. Il padre sputò sulla mano destra lubrificando il cazzo, già bello inumidito dalla boccuccia zozza di Sofia.
Lino strinse i fianchi della ragazza e cominciò la penetrazione. Dal balcone in lontananza si poteva scorgere il mare, in tutta la sua bellezza. Lì sotto lo sguardo maialesco di Lino invece si poteva ammirare la schiena perfetta di Sofia e un culo perfetto, bello, adattissimo ad una scopata da dietro.
Lino cominciò l'anale con decisione, voleva fare capire a Sofia che quel cazzo nel culo non sarebbe stato dolce e romantico. Lino adorava il sesso brutale, voleva fare male al culo della figlia, voleva sentirla genere, voleva fare sentire a Sofia tutto il bruciore del culo del mondo. Lino così ansimando continuava a sbattere il bacino sul sedere della figlia. Il rumore delle palle sudate sulla pelle del culo di Sofia si sentiva come un tonfo sordo fino alla spiaggia.
"Papà fammi male, sborrami in culo, fammi godere..."
Sofia spronava il padre a incularla con ardore. Lino non si faceva problemi, il cazzo era enorme, si era ingrossato a dismisura. Sentiva lo strofinare del suo attrezzo nel piccolo buco della figlia, pur inculata molte volte il buco non si era deformato. Lino stava prendendo sempre più forza, i colpi erano decisi e potenti, il culo spruzzava liquidi ovunque, l'enorme uccello del padre non temeva il momento in cui sarebbe esploso in una bella sborrata copiosa.
L'eccitazione era al massimo, Lino non riusciva più a trattenersi, la figlia gemeva dal godimento e dal dolore, ansimava sudata come una cozza attaccata agli scogli ed invece era solo una ventenne attaccata dal sedere al cazzo del padre.
"Vengooooooo..." urlò Lino e una spruzzata copiosa e bollente si attaccò al sedere di Sofia stremata ed esausta per il sesso anale appena subito.
I due si fermarono a guardare il mare, nudi, lei con lo sperma attaccato al culo che colando sulle gambe finiva per terra.
Si accesero una sigaretta, fumarono una boccata a testa poi Sofia con fare indifferente chiese: "Mi inculi anche domani papà?"
"Se vuoi Sofia. Solo se vuoi"
"Certo che voglio papi. Sai che sono una troia"
"Domani però lo facciamo con tua madre presente. Voglio vederla mentre ci guarda. Sai come si eccita a vedere quando ti inculo Sofia"
"Anche mamma è una porca, hai ragione papà".
Finirono la sigaretta, Sofia si fece una doccia e uscì, aveva appuntamento con un ragazzo del posto. Sarebbe uscita a cena , avrebbe bevuto un drink e poi si sarebbe fatta una bella scopata sulla spiaggia di notte. Le faceva male il buco del culo, non era preoccupata, Ke faceva sempre male il buco del culo, con tutti i cazzi presi dal padre e dagli altri uomini il suo culo era più trafficato di un aeroporto internazionale.
"Sofia puoi venir su da me?". Lino aveva appena mandato un vocale alla figlia.
L'enorme casa su due piani nascondeva dolci segreti e indicibili verità.
In lontananza si poteva ammirare il blu del mare e da quei balconi sul mare la famiglia di Lino passava l'ennesima estate serena, lontani dal caos della metropoli.
Sofia si era appena iscritta all'università, si era comperata una bella automobile femminile e ambiva a diventare qualcuno finalmente. Vent'anni e tanta ambizione, un corpo da favola e un padre arrapato.
Sofia non disdegnava le attenzioni morbose del genitore.
"Sto salendo". Disse lei posando il cellulare sul tavolo.
Il padre si era già preparato, prima di veder arrivare la figlia dalle scale si era brevemente masturbato in bagno per eccitarsi quel tanto da avere il cazzo bello in tiro.
Sofia era appena salita e vedendo l'erezione paterna si lasciò scappare un'occhiata maliziosa al pacco del genitore.
"Ti serve aiuto papà?".
"Certo Sofia. Vedi il mio cazzo? È diventato troppo duro e mi fa male. Potresti aiutarmi a sgonfiarlo?"
"Certamente...".
Sofia si inginocchiò come già altre volte in quella casa. La madre sapeva della perversione del marito per la figlia ma non voleva intromettersi, erano entrambi adulti, potevano fare quel che volevano. Olivia sapeva di avere una figlia zoccola.
In rete e su WhatsApp giravano i video di Sofia intenta a scopare con più ragazzi contemporaneamente. Nei cessi dell'università il numero di telefono di Sofia era associato ad una dote particolare, la chiamavano tutti "Dottoressa in bocchinologia".
Sofia si era scopata praticamente tutti all'università, non solo maschi, quando capitava l'occasione si faceva pure delle belle leccate di passera.
Il padre conosceva bene le abilità della figlia.
Una ventenne troia in casa, il massimo delle perversioni possibili.
Sofia spompinava il padre con dovizia di attenzioni. Sputacchiava sul membro paterno e poi si aiutava con le mani per tenere bello duro il cazzo di Lino, non voleva però farlo venire subito in bocca.
Il padre voleva terminare sempre nel culo, quel diabolico culo che lo attirava come le api col miele.
La figlia si alzò in piedi, si levò le mutandine e mostrò il bel culetto tondo a quel porco del padre, ancora sudato e gocciolante di saliva dal cazzo.
La ragazza si tolse pure la magliettina e rimase completamente nuda, tette al vento, col corpo appoggiato alla ringhiera. La ragazza si mise a pecora, appoggiò i gomiti al balcone aspettando la penetrazione anale del padre.
Non era la prima, non sarebbe stata l'ultima volta. Il padre sputò sulla mano destra lubrificando il cazzo, già bello inumidito dalla boccuccia zozza di Sofia.
Lino strinse i fianchi della ragazza e cominciò la penetrazione. Dal balcone in lontananza si poteva scorgere il mare, in tutta la sua bellezza. Lì sotto lo sguardo maialesco di Lino invece si poteva ammirare la schiena perfetta di Sofia e un culo perfetto, bello, adattissimo ad una scopata da dietro.
Lino cominciò l'anale con decisione, voleva fare capire a Sofia che quel cazzo nel culo non sarebbe stato dolce e romantico. Lino adorava il sesso brutale, voleva fare male al culo della figlia, voleva sentirla genere, voleva fare sentire a Sofia tutto il bruciore del culo del mondo. Lino così ansimando continuava a sbattere il bacino sul sedere della figlia. Il rumore delle palle sudate sulla pelle del culo di Sofia si sentiva come un tonfo sordo fino alla spiaggia.
"Papà fammi male, sborrami in culo, fammi godere..."
Sofia spronava il padre a incularla con ardore. Lino non si faceva problemi, il cazzo era enorme, si era ingrossato a dismisura. Sentiva lo strofinare del suo attrezzo nel piccolo buco della figlia, pur inculata molte volte il buco non si era deformato. Lino stava prendendo sempre più forza, i colpi erano decisi e potenti, il culo spruzzava liquidi ovunque, l'enorme uccello del padre non temeva il momento in cui sarebbe esploso in una bella sborrata copiosa.
L'eccitazione era al massimo, Lino non riusciva più a trattenersi, la figlia gemeva dal godimento e dal dolore, ansimava sudata come una cozza attaccata agli scogli ed invece era solo una ventenne attaccata dal sedere al cazzo del padre.
"Vengooooooo..." urlò Lino e una spruzzata copiosa e bollente si attaccò al sedere di Sofia stremata ed esausta per il sesso anale appena subito.
I due si fermarono a guardare il mare, nudi, lei con lo sperma attaccato al culo che colando sulle gambe finiva per terra.
Si accesero una sigaretta, fumarono una boccata a testa poi Sofia con fare indifferente chiese: "Mi inculi anche domani papà?"
"Se vuoi Sofia. Solo se vuoi"
"Certo che voglio papi. Sai che sono una troia"
"Domani però lo facciamo con tua madre presente. Voglio vederla mentre ci guarda. Sai come si eccita a vedere quando ti inculo Sofia"
"Anche mamma è una porca, hai ragione papà".
Finirono la sigaretta, Sofia si fece una doccia e uscì, aveva appuntamento con un ragazzo del posto. Sarebbe uscita a cena , avrebbe bevuto un drink e poi si sarebbe fatta una bella scopata sulla spiaggia di notte. Le faceva male il buco del culo, non era preoccupata, Ke faceva sempre male il buco del culo, con tutti i cazzi presi dal padre e dagli altri uomini il suo culo era più trafficato di un aeroporto internazionale.
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