Storia di campagna
di
Conte Condrano
genere
masturbazione
Non era facile vederla in giro tutta dedita com'era ai lavori di campagna, governo degli animali e lavori vari.
Veniva raramente in paese e raramente si faceva notare.
Ma non era una che passava inosservata. Fisico asciutto, muscoloso, gambe nervose, braccia che sapevano di lavoro e fatica, un viso spesso corrugato ma che sapeva aprirsi in sorrisi liminosi e inattesi.
L'età era indefinibile. Poteva averne 20 o 30 a seconda di quanto fosse scarmigliata e di chi la osservava. Aveva perso i genitori anni prima in un'incidente stradale e viveva con due fratelli più grandi di lei. Entrambi matti come cavalli e forti come buoi da tiro.
Si diceva fosse matta anche lei, ma sapeva far di conto e di fatto portava avanti lei la fattoria.
Fidanzati o amanti nemmeno a parlarne. Troppo selvatica, troppo fuori le righe e le convenzioni.
Ma, a parte questo, le dicerie di paese riferivano che se la facesse con i fratelli o forse con gli animali.
Che amava i cavalli, assisteva all'inseminazione delle mucche e, vi partecipava col veterinario...
Comunque la sua situazione sessuale era misteriosa quanto interessante.
L'occasione mi capitò quando come assistente del veterinario (specializzando) andai in giro per fattorie per controlli sugli animali da reddito. Non ero del paese e non mi importava delle dicerie su di lei. Maria si chiamava.
Avevo visitato due mucche e un cavallo da tiro in quella fattoria e Maria mi aveva guardato come fossi sceso da Marte: torva, ingrugnata come chi non vuole estranei nel suo "regno", ma con una luce di curiosità negli occhi e, forse, pure simpatia.
Ero già uscito dalla stalla quando uno dei suoi fratelli, il meno matto, volle offrirmi un bicchiere del loro vino (la visita era stata gratis).
Bevemmo, anche un po' di più del mio solito, e si chiacchierò. Poi andai via. Ma, uscendo dalla casa mi ricordai che non avevo dato istruzioni per la mucca gravida a Maria. Quindi riattraversai il cortile per tornare in stalla.
Qui mi addentrai ma di lei non c'era traccia. Solo i suoni normali degli animali.
Mi aggiravo e poi la vidi !
E che vidi...
Era presso un vitellone intento a brucare fieno...ma lei...
Lei era supina, sulla paglia, cosce aperte, scarmigliata e selvatica, con una mano carezzava il vitello e l'altra... con l'altra si trastullava la figa.
Non credevo ai miei occhi.
Subito mi venne duro come quando in tubo si immette acqua a pressione.
Era bellissima anche se vedevo, non visto, un bel paio di gambe muscolose ma femminili e un ventre bianco.
La figa era pelosa si, ma non come quella di una contadina trascurata e sciatta.
Aveva peli che le creavano una fila verticale sul pube. Per il resto glabra.
Si toccava come chi lo fa da tanto e con molto gusto. Senza fretta o ansia.
Vedevo tutto: si toccava alternativamente le labbra e poi indugiava sul clitoride...e riprendeva. Intanto toccava il pelo e le palle del vitello...comunque indifferente.
Da dove ero si vedeva che era bagnata...tanto...forse le gocciolava pure se si alzava.
Nel frattempo io non potevo trattenermi...al diavolo la mucca incinta ecc.
La mia mano andava...ora al ritmo di lei che intanto infilava 3 dita in vagina...era esperta nel farlo. Forse sin da piccola lo aveva fatto così: un corpo di animale vicino e le sue fantasie. Forse, pensai, sin da piccola aveva sperimentato la sensazione di cavalcare "a pelo" un pony...e si era eccitata.
Durò parecchio. Aveva gli occhi in alto e sembrava non vedere nulla, solo le sue fantasie.
Alla fine venne. Ebbe un vero orgasmo, quasi animalesco.
Ebbe forti sussulti quando si concentrò sul clitoride e...quando fu al culmine serrò le cosce come a stringere quel pene che non aveva mai avuto.
In quel momento venni anche io, in piedi dietro uno stipite in legno...uno spruzzo di un metro di gittata. Orgasmo fortissimo quanto inatteso.
Ero ormai preso da quella creatura selvatica ma attraente come un'abisso o una vertigine.
C.
Veniva raramente in paese e raramente si faceva notare.
Ma non era una che passava inosservata. Fisico asciutto, muscoloso, gambe nervose, braccia che sapevano di lavoro e fatica, un viso spesso corrugato ma che sapeva aprirsi in sorrisi liminosi e inattesi.
L'età era indefinibile. Poteva averne 20 o 30 a seconda di quanto fosse scarmigliata e di chi la osservava. Aveva perso i genitori anni prima in un'incidente stradale e viveva con due fratelli più grandi di lei. Entrambi matti come cavalli e forti come buoi da tiro.
Si diceva fosse matta anche lei, ma sapeva far di conto e di fatto portava avanti lei la fattoria.
Fidanzati o amanti nemmeno a parlarne. Troppo selvatica, troppo fuori le righe e le convenzioni.
Ma, a parte questo, le dicerie di paese riferivano che se la facesse con i fratelli o forse con gli animali.
Che amava i cavalli, assisteva all'inseminazione delle mucche e, vi partecipava col veterinario...
Comunque la sua situazione sessuale era misteriosa quanto interessante.
L'occasione mi capitò quando come assistente del veterinario (specializzando) andai in giro per fattorie per controlli sugli animali da reddito. Non ero del paese e non mi importava delle dicerie su di lei. Maria si chiamava.
Avevo visitato due mucche e un cavallo da tiro in quella fattoria e Maria mi aveva guardato come fossi sceso da Marte: torva, ingrugnata come chi non vuole estranei nel suo "regno", ma con una luce di curiosità negli occhi e, forse, pure simpatia.
Ero già uscito dalla stalla quando uno dei suoi fratelli, il meno matto, volle offrirmi un bicchiere del loro vino (la visita era stata gratis).
Bevemmo, anche un po' di più del mio solito, e si chiacchierò. Poi andai via. Ma, uscendo dalla casa mi ricordai che non avevo dato istruzioni per la mucca gravida a Maria. Quindi riattraversai il cortile per tornare in stalla.
Qui mi addentrai ma di lei non c'era traccia. Solo i suoni normali degli animali.
Mi aggiravo e poi la vidi !
E che vidi...
Era presso un vitellone intento a brucare fieno...ma lei...
Lei era supina, sulla paglia, cosce aperte, scarmigliata e selvatica, con una mano carezzava il vitello e l'altra... con l'altra si trastullava la figa.
Non credevo ai miei occhi.
Subito mi venne duro come quando in tubo si immette acqua a pressione.
Era bellissima anche se vedevo, non visto, un bel paio di gambe muscolose ma femminili e un ventre bianco.
La figa era pelosa si, ma non come quella di una contadina trascurata e sciatta.
Aveva peli che le creavano una fila verticale sul pube. Per il resto glabra.
Si toccava come chi lo fa da tanto e con molto gusto. Senza fretta o ansia.
Vedevo tutto: si toccava alternativamente le labbra e poi indugiava sul clitoride...e riprendeva. Intanto toccava il pelo e le palle del vitello...comunque indifferente.
Da dove ero si vedeva che era bagnata...tanto...forse le gocciolava pure se si alzava.
Nel frattempo io non potevo trattenermi...al diavolo la mucca incinta ecc.
La mia mano andava...ora al ritmo di lei che intanto infilava 3 dita in vagina...era esperta nel farlo. Forse sin da piccola lo aveva fatto così: un corpo di animale vicino e le sue fantasie. Forse, pensai, sin da piccola aveva sperimentato la sensazione di cavalcare "a pelo" un pony...e si era eccitata.
Durò parecchio. Aveva gli occhi in alto e sembrava non vedere nulla, solo le sue fantasie.
Alla fine venne. Ebbe un vero orgasmo, quasi animalesco.
Ebbe forti sussulti quando si concentrò sul clitoride e...quando fu al culmine serrò le cosce come a stringere quel pene che non aveva mai avuto.
In quel momento venni anche io, in piedi dietro uno stipite in legno...uno spruzzo di un metro di gittata. Orgasmo fortissimo quanto inatteso.
Ero ormai preso da quella creatura selvatica ma attraente come un'abisso o una vertigine.
C.
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