Paura di volare
di
Madame Storm
genere
etero
Era la prima volta che saliva su un aereo per un viaggio di notte di 6 ore. Non poteva resistere. Tra l'altro aveva paura dell'aereo e non aveva mai viaggiato sola per questo. L'hostess le indicò il suo posto. Per fortuna non era un volo molto affollato e forse avrebbe potuto dormire qualche ora. Aveva il posto accanto al finestrino, ma prima di lei c'era seduto un uomo che si alzò per farle posto. " Prego" disse con una voce calda e morbida. "Grazie" rispose lei subito colpita da quella voce. " Vola per piacere o per lavoro" chiese lui. " Per lavoro" rispose lei. "Peccato" aggiunse lui. La donna lo guardò un po’ indispettita e un po’ incuriosita. "Il mio è un viaggio di puro piacere finalmente. È stato un anno impegnativo" continuò l'uomo. "Sono contenta per lei ogni tanto un po’ di svago è necessario" rispose freddamente, poi continuò "Guardi mi farebbe piacere continuare a parlare con lei, ma la verità è che ho paura dell'aereo ed è la prima volta che viaggio sola, quindi preferirei concentrarmi su questa mia ansia". "Niente di più sbagliato" osservò lui guardandola così intensamente negli occhi da farla sentire spogliata da qualsiasi difesa. "Se proprio non riesce a chiacchierare per distrarsi e se vuole può tenermi la mano almeno durante il decollo e chiudere gli occhi, vedrà che sarà meno difficile". La donna era molto imbarazzata e il suo orgoglio non le permetteva di accettare, ma aveva così tanta paura che aveva persino pensato di ubriacarsi e addormentarsi. "Su non si imbarazzi e non si faccia pregare, è solo per il decollo". Ancora una volta occhi negli occhi e quella strana sensazione nella testa e lungo la schiena. In un istante l’uomo posò la sua mano su quella di lei intrecciando delicatamente le loro dita. "Adesso chiuda gli occhi stiamo decollando. La donna, come ipnotizzata, chiuse gli occhi godendo del tocco di quella mano intrecciata alla sua che le dava quel misto di sicurezza e brivido. Si addormentò. Ad un tratto sentì una mano poggiarsi sul suo ginocchio e infilarsi delicatamente sotto la gonna. Aprì gli occhi, quell'uomo la guardava con un accenno di sorriso "Stia tranquilla, lasci fare a me, le assicuro che si rilasserà e il viaggio durerà un secondo”. La donna non riuscì ad opporre alcuna resistenza perché più quella mano saliva lungo la coscia più si rendeva conto di quanto lo aveva desiderato dal primo momento in cui i loro occhi si erano incrociati. La mano di lui salì fino all'inguine, con un dito lo accarezzò e poi scostò gli slip insinuandosi tra le labbra e iniziando a massaggiare il clitoride per poi scendere e salire in modo ritmico come una danza. Gli altri passeggeri erano assorti dal film proiettato o dormivano. La donna sistemò meglio la coperta sulle gambe per avere la possibilità di allargarle un po’ di più in modo che le dita di lui potessero esplorare quel posto caldo e bagnato e così accogliente. " Sai che non puoi urlare vero?" bisbigliò lui. "Ma perché dovrei urlare? Crede di essere così bravo? Sinceramente non sento ancora alcun beneficio" disse lei. Ma era una bugia...il respiro era già più veloce e se avesse continuato avrebbe voluto certamente di più. All'improvviso l’uomo infilò due dita in vagina in modo secco e diretto tanto che la donna sussultò improvvisamente. Iniziò a muovere le dita su e giù sempre più veloce, mentre lei tentava di non contorcersi sulla sedia e trattenere gemiti di piacere. "Ora seguimi in bagno senza slip se ti interessa godere davvero" disse l'uomo togliendo all'improvviso le dita e alzandosi verso il bagno. La donna aspettò qualche minuto e poi lo raggiunse senza opporsi, la sua unica volontà era abbandonarsi alle sue mani. La porta era aperta, tutto era rallentato all'esterno dal buio della notte. "Eccoti" disse lui. "Alzati la gonna e sbottona la camicia. Voglio guardarti. La donna ubbidì. L'uomo si avvicinò e con un dito seguì il profilo del reggiseno per poi scendere lungo la pancia e superando la gonna, senza esitare, lo infilò nella sua vagina ancora bagnata iniziando a muoverlo su e giù e accompagnandolo subito con un altro dito. "Non fare rumore" le mise una mano sulla bocca. La donna non riusciva a staccare gli occhi da quelli di lui e sentiva le gambe tremare dall'eccitazione. "Siediti sul lavandino e allarga le gambe", la donna obbedì. L'uomo slacciò i pantaloni e tirò fuori il suo membro dritto e poi guidandolo con la mano iniziò a sfregarlo contro il clitoride, lei si aggrappò alle sue spalle, estendendo la testa all’indietro e cercando di non emettere alcun gemito. All'improvviso la penetrò con un colpo deciso e possente e iniziò a colpirla con forza e passione. Nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo. Occhi negli occhi. L'uomo afferrò le gambe di lei per poggiarle sulle sue spalle in modo da riuscire a penetrarla ancora più a fondo, stimolando così anche il clitoride. Continuarono così per un tempo indefinito, occhi negli occhi, lei si morse la mano destra per tutto il tempo per non urlare, mentre i respiri erano sempre più veloci e affannosi.
L'eccitazione negli occhi di entrambi era più potente dell'atto stesso e infatti l'orgasmo raggiunse entrambi in un tempo molto breve, costringendoli a mordersi lei la mano e lui il labbro inferiore per non urlare. Ancora ansimanti si abbracciarono e poi allontanandosi appena si ricomposero, cercando ancora l'uno lo sguardo dell'altro. "Esci prima tu" disse lui. La donna obbedì e tornò a sedersi completamente stravolta e incredula per l'esperienza vissuta. Dopo pochi minuti arrivò lui. Le si sedette accanto prendendole la mano e baciandole il dorso e la punta delle dita. "Non so il tuo nome" disse lei. "Puoi scegliere il nome che vuoi" rispose lui "ciò che conta è quello che siamo stati fino ad un attimo fa". La donna gli sorrise e chiuse gli occhi. "Mi scusi siamo arrivati, deve allacciare la cintura per l'atterraggio". La donna si svegliò, l'uomo accanto a lei le sorrideva. " Si è addormentata... ha visto che avevo ragione? La mia mano le ha dato sicurezza". La donna arrossì imbarazzata ripensando al sogno " si ... ecco... io... credo di aver dormito ... ma sa ... non so... ecco... ho fatto un sogno... un sogno che sembrava vero, ma ... io... ecco...". L'uomo la fissò di nuovo, occhi negli occhi, e portò la mano di lei alla bocca baciandone il dorso e la punta delle dita. " Non mi ha detto il suo nome... ma forse ciò che conta è …" disse lui. Un brivido la attraversò... non lo stava più ascoltando, sensazioni confuse e travolgenti le appannavano la mente e un profondo desiderio di essere di nuovo posseduta da quell’uomo come nel sogno … solo una domanda riusciva a formulare nella testa: ma è stato davvero un sogno?
L'eccitazione negli occhi di entrambi era più potente dell'atto stesso e infatti l'orgasmo raggiunse entrambi in un tempo molto breve, costringendoli a mordersi lei la mano e lui il labbro inferiore per non urlare. Ancora ansimanti si abbracciarono e poi allontanandosi appena si ricomposero, cercando ancora l'uno lo sguardo dell'altro. "Esci prima tu" disse lui. La donna obbedì e tornò a sedersi completamente stravolta e incredula per l'esperienza vissuta. Dopo pochi minuti arrivò lui. Le si sedette accanto prendendole la mano e baciandole il dorso e la punta delle dita. "Non so il tuo nome" disse lei. "Puoi scegliere il nome che vuoi" rispose lui "ciò che conta è quello che siamo stati fino ad un attimo fa". La donna gli sorrise e chiuse gli occhi. "Mi scusi siamo arrivati, deve allacciare la cintura per l'atterraggio". La donna si svegliò, l'uomo accanto a lei le sorrideva. " Si è addormentata... ha visto che avevo ragione? La mia mano le ha dato sicurezza". La donna arrossì imbarazzata ripensando al sogno " si ... ecco... io... credo di aver dormito ... ma sa ... non so... ecco... ho fatto un sogno... un sogno che sembrava vero, ma ... io... ecco...". L'uomo la fissò di nuovo, occhi negli occhi, e portò la mano di lei alla bocca baciandone il dorso e la punta delle dita. " Non mi ha detto il suo nome... ma forse ciò che conta è …" disse lui. Un brivido la attraversò... non lo stava più ascoltando, sensazioni confuse e travolgenti le appannavano la mente e un profondo desiderio di essere di nuovo posseduta da quell’uomo come nel sogno … solo una domanda riusciva a formulare nella testa: ma è stato davvero un sogno?
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