Il tradimento di mia moglie
di
Manuel81
genere
tradimenti
Sono Manuel, ho 40 anni e ho scoperto da pochi giorni di avere un bel paio di corna.
Mia moglie Elena ha 34 anni, bellissima: mora, un bel seno, un lato b quasi perfetto e due belle gambe snelle. Stiamo insieme da 11 anni, sposati da 3: quando l’ho conosciuta aveva una fila infinita di spasimanti ma ha sempre avuto la testa sulle spalle e non ho mai dubitato della sua fedeltà. Tuttavia durante la pandemia di covid-19 ho notato un cambiamento in lei, anche a causa della perdita del lavoro c’è stato un periodo in cui era davvero irascibile e nervosa, insomma le cose per un po’ non sono andate bene. Col tempo per fortuna tutto è tornato alla normalità ma questa estate ho scoperto un qualcosa che non avrei dovuto scoprire. Eravamo in vacanza in Sicilia, avevamo appena finito di scopare ed Elena si stava facendo la doccia. Ero sul letto sfinito, quando ad un certo punto sento una notifica sul cellulare di lei. Allungo lo sguardo sullo schermo, era la notifica di una mail. “Strano” pensai, non l’ho mai vista usare le mail.
“So che avevamo detto di non sentirci in vacanza, ma cazzo.. ti vorrei qui.. tutta per me”. Questo era il testo della mail. Rimasi sbigottito, specialmente perché conoscevo il mittente: Simone, 35 anni, il nostro giardiniere di fiducia, che ormai conoscevamo da anni e che capitava spesso da noi per la manutenzione del giardino. Capii subito che tra loro c’era qualcosa.
Riposi il cellulare sul comodino e feci finta di niente. La vacanza proseguì ma questa cosa mi mangiava dentro.
Una volta tornati a casa ho iniziato a stare attento a Elena, ai suoi orari, ai suoi messaggi ma non è successo nulla di nulla. Quando una sera a cena mi fa: “amore ho sentito Simone, sabato passerebbe a sistemare il giardino”.
“Nessun problema” risposi “ci hai già fissato?”
“Si, viene alle 8”.
Che troia, pensai. Si prendeva gioco di me, ignara del fatto che ormai sapevo la verità.
Quel sabato alle 8 Simone arrivó puntuale insieme al suo collaboratore Marco. Iniziarono a lavorare e mi offrii di dargli una mano. Verso le 9 Elena venne fuori a salutarci, indossava ancora la vestaglia da notte.
“Se volete fare colazione io sono in cucina” disse.
Passarono circa venti minuti.
“Vi dispiace se vado a mangiare qualcosa? Stamani non ho fatto colazione” disse Simone.
“Tranquillo, ci pensiamo noi qua” rispose Marco senza darmi il tempo di controbattere.
Simone entró in casa.
Controllai l’orologio, dopo 10 minuti non era ancora tornato.
“Senti vado anche io, torno tra poco” dissi al giovane Marco.
“Tranquillo fratello, fai con calma io vado avanti”.
Passai dalla cucina. Di Simone e Elena neanche l’ombra. Sentii la voce di lei provenire dalla camera. Mi avvicinai furtivamente, la porta era aperta per metà.
Beccati.
Erano sdraiati sul letto, le gambe di mia moglie sopra di lui, la vestaglia abbassata e si stavano baciando. Il mio cuore batteva all’impazzata. Provavo emozioni contrastanti.
“Quanto ti voglio Ele..”
“Sto rischiando troppo, fermiamoci Simo..”
“Ele io non resisto..”
Vidi mia moglie portare la sua mano sul pacco di Simone.
“Vedo che ti faccio sempre lo stesso effetto” disse mia moglie.
Lui si caló la zip, poi anche i pantaloni e gli slip. Mia moglie si ritrovò presto in mano l’uccello di Simone. Devo ammetterlo, un uccello di grossa dimensione.
Elena lo menava velocemente, era proprio a suo agio con quella verga e lui godeva.
“Si Ele.. si..”
“Quanto mi è mancato il tuo cazzone” disse Elena. Che troia, pensai di nuovo.
“Così Ele, così.. ahhhhh” quella sega lo stava facendo godere come un animale.
“Prendilo in bocca Ele..” disse Simone.
“Tu sei pazzo..”
“E dai che lo vuoi..” Simone appoggió la mano sulla nuca di mia moglie e delicatamente la accompagnó verso il suo uccello. Elena glielo prese in bocca e inizió a fargli un pompino.
Sentivo la sua saliva che faceva rumore e sentivo i suoi mugolii ogni volta che provava a prenderglielo tutto in bocca.
Il mio cazzo era duro, lo ammetto, mi sentivo ufficialmente un cornuto ma vedere Elena fare la troia in quel modo mi eccitava da morire.
“Basta Simo.. basta.. è troppo rischioso.. ti aspetto martedi mattina come sempre” Elena esortó Simone a rivestirsi, io tornai in giardino e dopo poco arrivó anche Simone.
“Alla buon’ora capo! Hai mangiato tutta la dispensa?” disse scherzosamente Marco.
“Beh la torta di Elena era ottima, mi spiace avervela finita!” Disse lui.
Già, la torta, come no. Bastardo.
Il martedi successivo presi un permesso a lavoro e mi appostai con la macchina poco distante dalla mia abitazione. Alle 9:30 arrivó Simone, vestito da lavoro. Suonó il campanello, Elena aprì e i due sparirono dietro il cancello che si chiudeva.
Quella mattina si sono fatti sicuramente una scopata. Una delle tante ormai.
Ed io ancora ad interrogarmi su cosa fare.
Mia moglie Elena ha 34 anni, bellissima: mora, un bel seno, un lato b quasi perfetto e due belle gambe snelle. Stiamo insieme da 11 anni, sposati da 3: quando l’ho conosciuta aveva una fila infinita di spasimanti ma ha sempre avuto la testa sulle spalle e non ho mai dubitato della sua fedeltà. Tuttavia durante la pandemia di covid-19 ho notato un cambiamento in lei, anche a causa della perdita del lavoro c’è stato un periodo in cui era davvero irascibile e nervosa, insomma le cose per un po’ non sono andate bene. Col tempo per fortuna tutto è tornato alla normalità ma questa estate ho scoperto un qualcosa che non avrei dovuto scoprire. Eravamo in vacanza in Sicilia, avevamo appena finito di scopare ed Elena si stava facendo la doccia. Ero sul letto sfinito, quando ad un certo punto sento una notifica sul cellulare di lei. Allungo lo sguardo sullo schermo, era la notifica di una mail. “Strano” pensai, non l’ho mai vista usare le mail.
“So che avevamo detto di non sentirci in vacanza, ma cazzo.. ti vorrei qui.. tutta per me”. Questo era il testo della mail. Rimasi sbigottito, specialmente perché conoscevo il mittente: Simone, 35 anni, il nostro giardiniere di fiducia, che ormai conoscevamo da anni e che capitava spesso da noi per la manutenzione del giardino. Capii subito che tra loro c’era qualcosa.
Riposi il cellulare sul comodino e feci finta di niente. La vacanza proseguì ma questa cosa mi mangiava dentro.
Una volta tornati a casa ho iniziato a stare attento a Elena, ai suoi orari, ai suoi messaggi ma non è successo nulla di nulla. Quando una sera a cena mi fa: “amore ho sentito Simone, sabato passerebbe a sistemare il giardino”.
“Nessun problema” risposi “ci hai già fissato?”
“Si, viene alle 8”.
Che troia, pensai. Si prendeva gioco di me, ignara del fatto che ormai sapevo la verità.
Quel sabato alle 8 Simone arrivó puntuale insieme al suo collaboratore Marco. Iniziarono a lavorare e mi offrii di dargli una mano. Verso le 9 Elena venne fuori a salutarci, indossava ancora la vestaglia da notte.
“Se volete fare colazione io sono in cucina” disse.
Passarono circa venti minuti.
“Vi dispiace se vado a mangiare qualcosa? Stamani non ho fatto colazione” disse Simone.
“Tranquillo, ci pensiamo noi qua” rispose Marco senza darmi il tempo di controbattere.
Simone entró in casa.
Controllai l’orologio, dopo 10 minuti non era ancora tornato.
“Senti vado anche io, torno tra poco” dissi al giovane Marco.
“Tranquillo fratello, fai con calma io vado avanti”.
Passai dalla cucina. Di Simone e Elena neanche l’ombra. Sentii la voce di lei provenire dalla camera. Mi avvicinai furtivamente, la porta era aperta per metà.
Beccati.
Erano sdraiati sul letto, le gambe di mia moglie sopra di lui, la vestaglia abbassata e si stavano baciando. Il mio cuore batteva all’impazzata. Provavo emozioni contrastanti.
“Quanto ti voglio Ele..”
“Sto rischiando troppo, fermiamoci Simo..”
“Ele io non resisto..”
Vidi mia moglie portare la sua mano sul pacco di Simone.
“Vedo che ti faccio sempre lo stesso effetto” disse mia moglie.
Lui si caló la zip, poi anche i pantaloni e gli slip. Mia moglie si ritrovò presto in mano l’uccello di Simone. Devo ammetterlo, un uccello di grossa dimensione.
Elena lo menava velocemente, era proprio a suo agio con quella verga e lui godeva.
“Si Ele.. si..”
“Quanto mi è mancato il tuo cazzone” disse Elena. Che troia, pensai di nuovo.
“Così Ele, così.. ahhhhh” quella sega lo stava facendo godere come un animale.
“Prendilo in bocca Ele..” disse Simone.
“Tu sei pazzo..”
“E dai che lo vuoi..” Simone appoggió la mano sulla nuca di mia moglie e delicatamente la accompagnó verso il suo uccello. Elena glielo prese in bocca e inizió a fargli un pompino.
Sentivo la sua saliva che faceva rumore e sentivo i suoi mugolii ogni volta che provava a prenderglielo tutto in bocca.
Il mio cazzo era duro, lo ammetto, mi sentivo ufficialmente un cornuto ma vedere Elena fare la troia in quel modo mi eccitava da morire.
“Basta Simo.. basta.. è troppo rischioso.. ti aspetto martedi mattina come sempre” Elena esortó Simone a rivestirsi, io tornai in giardino e dopo poco arrivó anche Simone.
“Alla buon’ora capo! Hai mangiato tutta la dispensa?” disse scherzosamente Marco.
“Beh la torta di Elena era ottima, mi spiace avervela finita!” Disse lui.
Già, la torta, come no. Bastardo.
Il martedi successivo presi un permesso a lavoro e mi appostai con la macchina poco distante dalla mia abitazione. Alle 9:30 arrivó Simone, vestito da lavoro. Suonó il campanello, Elena aprì e i due sparirono dietro il cancello che si chiudeva.
Quella mattina si sono fatti sicuramente una scopata. Una delle tante ormai.
Ed io ancora ad interrogarmi su cosa fare.
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