Galeotto il Cinema a Luci Rosse2
di
Gio54
genere
gay
Finito appena in tempo il gustoso pompino ci siamo dovuti ricomporre perchè il breve tragitto fino alla nostra meta ci impediva di continuare le nostre effusioni. Scesi dal treno Giorgio mi disse che se non avevo nulla da fare potevo andare con lui a casa sua e continuare il discorso interrotto, ed io visto che non avevo goduto ed avevo le palle piene che mi facevano male, e poi lui mi intrigava, ho accettato. Prima di dirigerci ognuno alle proprie auto mi diede l'indirizzo e con sorpresa scoprimmo che abitavamo nello stesso quartiere a 4 isolati unoo dall'altro. Mi avviai all'auto e subito dopo al suoindiizzo evitando di passare da sotto casa mia e lo trovai davanti al portone che mi aspettava. Entriamo in ascensore e mi appoggia le sue labbra alle mie che sapevano ancora del suo liquido e prima di uscire dall'ascensore mi disse che non abitava da solo ma con un'altra persona che mi sarebbe piaciuta e parecchio. Inizialmente rimasi un po' perplesso ma poi il suo sorriso mi fece capire che avrei gradito la cosa. Entrati in casa lui chiamò l'amico che mi presentò, si chiamava Renzo, aveva 46 anni ed aveva un fisico da palestrato,(dopo ho scoperto che aveva una piccola palestra che successivamente frequentai assiduamente, ma questo è un altro racconto). Renzo chiese lumi a Giorgio e questi rispose che mi aveva conosciuto in teno senza fare minmamente cenno al cinema ed avendo fatto amicizia gli aveva detto anche del pompino. Renzo a questo punto mi si avvicina e carezzandomi i capelli avvicina le sue labbra alle mie mi da un bacio intrufolando dentro la sua lingua dicendo 'io questo sapore lo conosco ed è quello di Giorgio', bene vuol dire che ti piace fare le cose complete. Mi invitarono ad entrare e dopo i soliti convenevoli, caffè liquore e poche chiacchere di presentazione mi chiesero se volevo darmi una rinfrescata. Alla mia affermativa risposta Giorgio si alza e ritorna con un grande accapatoio che odorava di pulito ed indicandomi il bagno mi indirizzai per fare una doccia infilandomi dentro la vasca. dopo circa 5 minuti entrano loro già nudi che mi chiedono un po di posto e cominciano ad insaponarmi uno davanti e l'altro dietro. Conoscevo già il cazzo di Giorgio ma quello di Renzo lo superava di almeno 4 cm. ed era di un cm. più grosso, una leccornia, mi eccitai subito, ed il mio buchetto sollecitato dalle dita di Giorgio che con la schiuma del sapone scivolava dentro di me smaniava qualcosa di più consitente. Inizialmente preferii il cazzo di Giorgio , un poco più piccolo di quello dell'amico e chinatomi per prendere in bocca il cono di Renzo ofrii il mio buco spudoratamente a Giorgio che non attendeva altro. Il cazzo di Renzo in occa mi scivolava fino in gola che ea una meraviglia, mi dicono che sono un ottimo linguista sia con gli uomini che con le donne, e Giorgio dopo avermi infilato fino a 4 dita dentro il buco ormai rilassato appogia il suo durissimo cazzo e piano piano me lo infila dentro con una maestria da gran chiavatore. Quella doppia penetrazione mi stava mandando in paradiso, scusate il paragone osceno, ma non intendevo ne lasciare l'uno ne lasciare l'alto così continuai per circa 15 minuti fino all'orgasmo di tutt'e tre il primo a godere fui io che ero in debito per l'eccitazione repressa sul treno, il secondo fu Renzo che mi scaricò in bocca una sborrata mastodontica che non riuscii a trattenere tutta ed alla fine Giorgio che mi riempì l'intestino con il suo nettare. Ero stremato ed alzatomi Giorgio mi baciò sulla bocca raccogliendo il resto dello sperma di Renzo che nel frattempo mi era uscito per il sovrappieno. Terminammo la doccia e messici ognuno il nostro accappatoio, che sapevo sarebbe durato poco addosso a noi ci siamo recati in salotto per bere qualcosa. A questo punto Giorgio mi fece notare il suo rammarico al fatto che la sera io sarei dovuto tornare a casa ed io visto che il mio lavoro me lo permetteva e che mi era successo altre volte di dovermi trattenere fuori di casa chiesi se potevo fare una telefonata. Alla loro risposta affermativa presi il telefono, allora i cellulari non erano tanto conosciuti, e chiamai casa dicendo che la sera non sarei tornato a casa per motivi di lavoro, allontanando la cornetta dall'orecchio per non sentire le urla dall'altra parte del telefono, poi chiusi. Festa grande e grande ammucchiata. Cenammo e alla fine della cena andammo a letto dove passammo una notte di fuoco che sto a raccontarvi anche perchè neanche me la ricordo perchè ne abbiamo fatte di cotte e di crude. Spero che questa seconda parte abbia fatto più effetto della prima e che vi sia piaciuta a presto Gio54
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