Gioco alcolico - Parte3
di
DW
genere
etero
Con la destra sulla sua schiena la stringo contro di me mentre le bacio il petto scoperto, la sinistra le palpa il culo assecondandole i movimenti, la sua mano è invece ancora tra i miei capelli a premermi contro il suo petto quando il reggiseno sparisce, me ne accorgo perché si sposta leggermente verso destra sfregandomi una tetta contro la faccia mentre mi tiene la testa ferma tra le mani, poi si sposta nuovamente verso sinistra strusciandomele contro il viso entrambe fino ad appoggiarmi un capezzolo contro i baffi, quasi ad imboccarmi, così lo prendo tra le labbra iniziando a succhiarlo senza riuscire ancora a vederlo.
Le afferro la tetta con una mano massaggiandogliela mentre le lecco il capezzolo, come avevo immaginato è piccola ma soda, piacevole sia al tatto che al gusto, decido di andare ad assaggiare anche l’altra mentre continuo a molestarle il capezzolo tra pollice ed indice.
Sono troppo eccitato di sentirla mugolare e quindi oso esplorare tra le sue mutandine con la mano che ormai sembrava aver preso residenza sul suo culo.
Non saprò mai se prima scherzava dicendo di essersi bagnata, ma sicuramente lo è adesso: la sfioro attraverso gli slip, smette di muovere il bacino su di me ma non oppone resistenza, anzi sembra gradire l’esser toccata mentre le succhio un capezzolo e le strizzo l’altro, mi faccio quindi più audace e scosto il tessuto e le sfioro un labbro umido.
Ha un leggero sussulto e mi tira i capelli ancora tra le sue dita, inarca un attimo la schiena e riprende a muoversi lentamente contro le mie dita che si fanno strada dentro di lei.
Le mie dita trovano il suo clitoride e lo sgrillettano allo stesso ritmo dell’indice dell’altra mano e della lingua sui suoi capezzoli: si irrigidisce mettendomi le mani sulle spalle e spingendosi di poco lontana dal mio corpo mentre ansima a bocca aperta.
Mi raddrizzo e con un’unica leccata arrivo al lobo del suo orecchio e lo mordo succhiandolo un po’, mentre le mie dita si insinuano dentro di lei a più riprese, poi prendo a baciarle il collo e la spalla, addentandola di tanto in tanto.
“Restiamo ancora coi vestiti addosso, piuttosto che bere?” le sussurro all’orecchio, lei senza nemmeno guardare afferra da terra la bottiglia e se la porta alla bocca, un fiumiciattolo le scorre lungo il collo mentre beve ma la mia lingua arriva rapida a far da diga.
Mi bacia e facendolo mi riversa del vino in bocca: -hai le mani occupate, non volevo disturbarle…
Poggia per terra la bottiglia ormai vuota, mi slaccia la cintura e mi sbottona i pantaloni, poi si alza mentre io mi scalcio via le scarpe dai piedi: è molto bella, gli occhi senza occhiali sono semichiusi, i capelli le coprono un seno ma l’altro nudo punta verso di me quasi a dirmi che gli manco già, il ventre piatto e candido è umido di sudore, gli slip color carne scivolano via lungo le cosce sode e morbide, rivelando un cespuglietto castano sopra una figa depilata, prima di accasciarsi ai suoi talloni.
Li raccoglie e si volta per poggiarli sul letto e prendere un cuscino, mostrandomi un culetto tondo e sodo che avrei voglia di addentare e sculacciare un po’, ma sono troppo rapito e rintontito dalla scena per fare o dire qualsiasi cosa, compreso spogliarmi.
Torna da me col cuscino in mano, lo lascia cadere tra i miei piedi e ci si inginocchia sopra, poi con una mano mi gratta la pancia dall’alto verso il basso fino a raggiungere il bordo dei miei bermuda, ha già abbassato la zip con l’altra mano e me li tira via, lanciandoli poi sul letto dietro di lei.
Le sue mani scorrono adesso lungo le mie cosce pelose poi sui boxer, sfiorando coi pollici il mio pene che sussulta, prima di arrivare all’elastico e tirarli via.
Si rivela barzotto e mi sento un attimo in imbarazzo mentre fa fare ai miei boxer la stessa fine dei pantaloni.
io -Forse ho bevuto troppo…
Flavia -Tranquillo, ora ci penso io! -e come niente fosse lo afferra e lo tira su massaggiandolo e scappellandolo, poi si avvicina appoggiandosi alla mia coscia e lecca l’asta per lungo fino alla punta, baciandola.
Inizia a segarmi lentamente poi sempre più veloce, fino a lasciarlo di botto scappellato: adesso sta su da solo, storto, grosso e duro come l’ho sempre ricordato.
Si appoggia con entrambe le mani alle mie cosce divaricate e mi lecca nuovamente partendo dallo scroto, zigzagando lungo l’asta fino alla punta e senza interruzione prende la cappella in bocca, succhiandola.
La succhia un paio di volte ancora mentre sento che mi lecca il frenulo dentro la sua bocca, poi inizia a scendere continuando sempre a leccare lentamente per poi risalire in suzione, con la lingua che preme immobile facendomi irrigidire ed ansimare.
Mi succhia di nuovo la cappella, poi scende ancora come prima continuando a leccarmi anche in risalita e di nuovo in discesa, e continua il pompino alternando suzione e leccate, variando velocità a sua discrezione, mentre io me la godo quasi sdraiato sul pouf.
Con la coda dell’occhio la vedo prendere, ancora col mio cazzo in bocca, l’elastico per capelli dal polso, ma la fermo: -no, mi piace come mi solleticano le cosce…
Lei mi guarda dritta negli occhi e con nonchalance continua a succhiarmelo, mentre con le mani si arruffa di più i capelli invece di legarli.
Ricordo di avere ancora i suoi occhiali a portata di mano, li prendo e mentre è ferma a succhiarmi la cappella glieli inforco sul naso senza interromperla.
Flavia -Wow, ora si che è grosso! Potevi avvisarmi prima! -scherza mentre mi massaggia l’asta con una mano.
io -e rischiare di farti smettere? Giammai!
Flavia -ah vuoi che continui? -mentre parla mi accorgo che ho il cazzo sporco del suo rossetto e la cosa mi piace;
io -avoglia, se non sei stanca ovviamente…
Flavia -non ancora, comunque questi non servono, lo vedo benissimo a questa distanza
io -ma ti stanno molto sexy…
Flavia -…allora li tengo, feticista di un nerd! -e torna a succhiarmelo come se l’avessi interrotta sul più bello e mi volesse punire: lo tiene ancora in mano segandolo mentre mi succhia forte solo la punta e mi guarda avida attraverso le lenti.
io -però così vengo!
Flavia -non ti permettere! -mollandolo improvvisamente e lasciandolo oscillare;
io -ti fa schifo?
Flavia -no affatto, ma non voglio farti venire così presto…
io -che programmi avevi?
Flavia -preferisci scambiarci di posto piuttosto che bere? -propone mentre con una mano mi solletica la coscia e con l’altra il cazzo.
io -ma non era finita la bottiglia?
Flavia -ne ho un’altra di là, se preferisci…
io -ma magari non è così terribile quella
Flavia -vado subito a prendertela allora! -si alza scocciata per andare in cucina ma la fermo in tempo;
io -e va bene, te la lecco… -la afferro rapido da dietro e la sollevo dal pavimento mentre si dimena- ma ti prego basta vino! -mi volto e la lascio cadere di pancia sul pouf.
Adesso posso finalmente addentarle le chiappe, cosa che trovo molto soddisfacente e lei non sembra lamentarsene troppo, nemmeno quando la sculaccio.
Ha un bel culo largo e sodo, divertente da impastare una chiappa per mano, soprattutto con la mia faccia in mezzo: le divarico le chiappe con le mani e mi ci tuffo in mezzo, iniziando a limonare le sue grandi labbra, poi scendo sul clitoride per succhiarlo e leccarlo come lei aveva fatto col mio glande fino ad un attimo prima, ma forse in maniera più forsennata guidato dal suo ansimare;
è talmente eccitata, bagnata e dilatata, che nella foga mi accorgo di avere ormai il naso dentro di lei, così con un colpo di lingua mi caccio il suo clitoride in bocca e glielo succhio forte come fosse un capezzolo, lei lancia un acuto compiaciuto ed io le libero il terzo capezzolo dandole una leccata fin sulle piccole labbra e, tenendole sempre i glutei separati, allontano la testa qualche secondo per godermi quell’opera d’arte coi suoi umori he mi gocciolano dal naso e dai baffi.
Le afferro la tetta con una mano massaggiandogliela mentre le lecco il capezzolo, come avevo immaginato è piccola ma soda, piacevole sia al tatto che al gusto, decido di andare ad assaggiare anche l’altra mentre continuo a molestarle il capezzolo tra pollice ed indice.
Sono troppo eccitato di sentirla mugolare e quindi oso esplorare tra le sue mutandine con la mano che ormai sembrava aver preso residenza sul suo culo.
Non saprò mai se prima scherzava dicendo di essersi bagnata, ma sicuramente lo è adesso: la sfioro attraverso gli slip, smette di muovere il bacino su di me ma non oppone resistenza, anzi sembra gradire l’esser toccata mentre le succhio un capezzolo e le strizzo l’altro, mi faccio quindi più audace e scosto il tessuto e le sfioro un labbro umido.
Ha un leggero sussulto e mi tira i capelli ancora tra le sue dita, inarca un attimo la schiena e riprende a muoversi lentamente contro le mie dita che si fanno strada dentro di lei.
Le mie dita trovano il suo clitoride e lo sgrillettano allo stesso ritmo dell’indice dell’altra mano e della lingua sui suoi capezzoli: si irrigidisce mettendomi le mani sulle spalle e spingendosi di poco lontana dal mio corpo mentre ansima a bocca aperta.
Mi raddrizzo e con un’unica leccata arrivo al lobo del suo orecchio e lo mordo succhiandolo un po’, mentre le mie dita si insinuano dentro di lei a più riprese, poi prendo a baciarle il collo e la spalla, addentandola di tanto in tanto.
“Restiamo ancora coi vestiti addosso, piuttosto che bere?” le sussurro all’orecchio, lei senza nemmeno guardare afferra da terra la bottiglia e se la porta alla bocca, un fiumiciattolo le scorre lungo il collo mentre beve ma la mia lingua arriva rapida a far da diga.
Mi bacia e facendolo mi riversa del vino in bocca: -hai le mani occupate, non volevo disturbarle…
Poggia per terra la bottiglia ormai vuota, mi slaccia la cintura e mi sbottona i pantaloni, poi si alza mentre io mi scalcio via le scarpe dai piedi: è molto bella, gli occhi senza occhiali sono semichiusi, i capelli le coprono un seno ma l’altro nudo punta verso di me quasi a dirmi che gli manco già, il ventre piatto e candido è umido di sudore, gli slip color carne scivolano via lungo le cosce sode e morbide, rivelando un cespuglietto castano sopra una figa depilata, prima di accasciarsi ai suoi talloni.
Li raccoglie e si volta per poggiarli sul letto e prendere un cuscino, mostrandomi un culetto tondo e sodo che avrei voglia di addentare e sculacciare un po’, ma sono troppo rapito e rintontito dalla scena per fare o dire qualsiasi cosa, compreso spogliarmi.
Torna da me col cuscino in mano, lo lascia cadere tra i miei piedi e ci si inginocchia sopra, poi con una mano mi gratta la pancia dall’alto verso il basso fino a raggiungere il bordo dei miei bermuda, ha già abbassato la zip con l’altra mano e me li tira via, lanciandoli poi sul letto dietro di lei.
Le sue mani scorrono adesso lungo le mie cosce pelose poi sui boxer, sfiorando coi pollici il mio pene che sussulta, prima di arrivare all’elastico e tirarli via.
Si rivela barzotto e mi sento un attimo in imbarazzo mentre fa fare ai miei boxer la stessa fine dei pantaloni.
io -Forse ho bevuto troppo…
Flavia -Tranquillo, ora ci penso io! -e come niente fosse lo afferra e lo tira su massaggiandolo e scappellandolo, poi si avvicina appoggiandosi alla mia coscia e lecca l’asta per lungo fino alla punta, baciandola.
Inizia a segarmi lentamente poi sempre più veloce, fino a lasciarlo di botto scappellato: adesso sta su da solo, storto, grosso e duro come l’ho sempre ricordato.
Si appoggia con entrambe le mani alle mie cosce divaricate e mi lecca nuovamente partendo dallo scroto, zigzagando lungo l’asta fino alla punta e senza interruzione prende la cappella in bocca, succhiandola.
La succhia un paio di volte ancora mentre sento che mi lecca il frenulo dentro la sua bocca, poi inizia a scendere continuando sempre a leccare lentamente per poi risalire in suzione, con la lingua che preme immobile facendomi irrigidire ed ansimare.
Mi succhia di nuovo la cappella, poi scende ancora come prima continuando a leccarmi anche in risalita e di nuovo in discesa, e continua il pompino alternando suzione e leccate, variando velocità a sua discrezione, mentre io me la godo quasi sdraiato sul pouf.
Con la coda dell’occhio la vedo prendere, ancora col mio cazzo in bocca, l’elastico per capelli dal polso, ma la fermo: -no, mi piace come mi solleticano le cosce…
Lei mi guarda dritta negli occhi e con nonchalance continua a succhiarmelo, mentre con le mani si arruffa di più i capelli invece di legarli.
Ricordo di avere ancora i suoi occhiali a portata di mano, li prendo e mentre è ferma a succhiarmi la cappella glieli inforco sul naso senza interromperla.
Flavia -Wow, ora si che è grosso! Potevi avvisarmi prima! -scherza mentre mi massaggia l’asta con una mano.
io -e rischiare di farti smettere? Giammai!
Flavia -ah vuoi che continui? -mentre parla mi accorgo che ho il cazzo sporco del suo rossetto e la cosa mi piace;
io -avoglia, se non sei stanca ovviamente…
Flavia -non ancora, comunque questi non servono, lo vedo benissimo a questa distanza
io -ma ti stanno molto sexy…
Flavia -…allora li tengo, feticista di un nerd! -e torna a succhiarmelo come se l’avessi interrotta sul più bello e mi volesse punire: lo tiene ancora in mano segandolo mentre mi succhia forte solo la punta e mi guarda avida attraverso le lenti.
io -però così vengo!
Flavia -non ti permettere! -mollandolo improvvisamente e lasciandolo oscillare;
io -ti fa schifo?
Flavia -no affatto, ma non voglio farti venire così presto…
io -che programmi avevi?
Flavia -preferisci scambiarci di posto piuttosto che bere? -propone mentre con una mano mi solletica la coscia e con l’altra il cazzo.
io -ma non era finita la bottiglia?
Flavia -ne ho un’altra di là, se preferisci…
io -ma magari non è così terribile quella
Flavia -vado subito a prendertela allora! -si alza scocciata per andare in cucina ma la fermo in tempo;
io -e va bene, te la lecco… -la afferro rapido da dietro e la sollevo dal pavimento mentre si dimena- ma ti prego basta vino! -mi volto e la lascio cadere di pancia sul pouf.
Adesso posso finalmente addentarle le chiappe, cosa che trovo molto soddisfacente e lei non sembra lamentarsene troppo, nemmeno quando la sculaccio.
Ha un bel culo largo e sodo, divertente da impastare una chiappa per mano, soprattutto con la mia faccia in mezzo: le divarico le chiappe con le mani e mi ci tuffo in mezzo, iniziando a limonare le sue grandi labbra, poi scendo sul clitoride per succhiarlo e leccarlo come lei aveva fatto col mio glande fino ad un attimo prima, ma forse in maniera più forsennata guidato dal suo ansimare;
è talmente eccitata, bagnata e dilatata, che nella foga mi accorgo di avere ormai il naso dentro di lei, così con un colpo di lingua mi caccio il suo clitoride in bocca e glielo succhio forte come fosse un capezzolo, lei lancia un acuto compiaciuto ed io le libero il terzo capezzolo dandole una leccata fin sulle piccole labbra e, tenendole sempre i glutei separati, allontano la testa qualche secondo per godermi quell’opera d’arte coi suoi umori he mi gocciolano dal naso e dai baffi.
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