Gioco alcolico
di
DW
genere
etero
Ci eravamo conosciuti per caso su FB ed aveva subito cominciato a provarci, mi piaceva il fatto che fosse molto alla mano e così le proposi subito un primo appuntamento per andare a vedere una mostra la mattina seguente; riusciva a ridere ad ogni mia battuta, persino le peggiori o le più sconce che con altri avrei trattenuto ed anche lei amava fare giochi di parole pieni di doppi sensi, avevamo vari interessi in comune tra musica, cinema, serie tv e forse per questo riuscimmo a parlare e scherzare di tutto da subito per ore, tanto che già al secondo appuntamento, sotto suo invito, ci ritrovammo a parlare in riva al mare fino alle 4 di notte bevendo solo una birra a testa e una volta realizzato venne naturale baciarci teneramente un po’ imbarazzati.
Una sera di fine giugno andiamo ad un cinema all’aperto a vedere un film di Woody Allen, uscivamo insieme da non più di 10 giorni, è molto carina ed anche stasera sprigiona serenità e spensieratezza nonostante la sessione d’esami: i lunghi capelli biondi sono sciolti dietro le spalle, porta degli occhiali da vista grandi che non riescono a coprire quel suo particolare taglio d’occhi sottilissimo, malizioso ed innocente allo stesso tempo, labbra sottili che non trattengono mai il suo ampio sorriso, porta un vestitino semplice azzurro con fantasia a fiori con bretelline, scollo ad U e gonna sopra il ginocchio e dei sandali.
Una volta usciti dall’arena incontriamo per caso i miei coinquilini con alcuni amici che si dirigono verso casa nostra per fare qualche gioco di società e bere e ci invitano.
Flavia -No grazie -risponde lei prima che potessi pensare qualsiasi cosa- abbiamo già altri programmi, grazie lo stesso.
Non ho idea di cosa stia parlando, ma l’assecondo il tempo di allontanarci e chiederle perplesso spiegazioni: Flavia -dai, te lo avevo accennato, le mie coinquiline sono andate via ed ho 2 bottiglie di vino da far fuori prima che si rovinino con questo caldo; piuttosto, hai pensato a qualche gioco alcolico da fare?
Lei mi ammicca con quei suoi occhi furbi, ma io mi ricordo vagamente della proposta perché convinto fosse solo per stuzzicarmi, una provocazione per mettermi alla prova o che stesse semplicemente scherzando, sgrano gli occhi e faccio finta di nulla:
io -ah sì certo, ora mi ricordo, ne ho in mente un paio, poi vediamo.
Il mio lato tonto ed ingenuo si trattiene dal proporre di recuperare le 2 bottiglie e raggiungere i miei amici o peggio invitarli a casa sua, poi il mio lato nerd prende il sopravvento nella speranza di inventare in 15 minuti (mentre fingo di ascoltare i suoi discorsi lungo il tragitto) un gioco alcolico in cui uno dei 2 partecipanti vuole vedere nuda l’altra senza però risultare troppo esplicito perché non sa se anche lei vuol vederlo nudo o farsi vedere nuda: la sfida si fa ardua.
Saliamo da lei e mi mostra casa, poi prende una delle 2 bottiglie e 2 calici e li portiamo in camera sua dove stappa la prima:
Io -carina la camera tutta rosa, i poster e le foto alle pareti, i peluches e il cuscino a forma di cuore: sicura di avere già fatto 18 anni e che le tue “coinquiline” non siano in realtà tua madre e tua sorella?
Flavia -chissà, ti lascerò col dubbio, non faresti mai qualcosa di inopportuno ad una ragazzina, vero?
io -certo che no: me ne starò qua seduto a distanza su questo discretissimo pouf viola molto poco sobrio a sorseggiare vino fingendomi esperto mentre mi racconti che compiti ti hanno lasciato per le vacanze!
Nel frattempo mi porge un calice e dopo essersi tolta le scarpe, acceso 2 abatjour soffuse e spento il lampadario, si siede a gambe incrociate sul suo letto, anch’esso rosa, a scrutarmi da lontano mandando giù un primo lungo sorso.
Fa una smorfia strana di malcelata sofferenza, e se fino a quel momento avevo scherzato, dopo questa reazione al vino, il sospetto circa la sua età mi viene, poi assaggio anche io e mi consolo nello scoprire che è il vino ad essere pessimo: - ottima scelta, si vede che siete un’esperta, ora non ho più dubbi sul fatto voi siate una donna adulta, alla vostra!- mimo un brindisi da lontano e beviamo entrambi.
Flavia -Dio è terribile, non so se riuscirò a berne oltre!
io -come? Dopo che mi hai trascinato qui per farmi ubriacare? Mi hai fatto inventare i giochi e poi non bevi?
Flavia -trascinato qui? Se non volevi potevi benissimo non venire, oppure puoi andartene anche adesso eh
io -nono sono un gentiluomo io, mica posso lasciarti da sola qua a scolarti sta bottiglia ormai aperta- vuoto il bicchiere disgustato.
Flavia -sei proprio un uomo da non lasciarsi scappare eh- vuota anche lei il bicchiere -quindi questi giochi? Devo riempire i bicchieri?
io -guarda, vista la situazione me n’è venuto in mente uno più adatto, lo chiameremo "PIUTTOSTO": a turno ognuno chiede all’altro se farebbe una determinata cosa piuttosto che bere un sorso di questa eccellente annata, l’altro quindi deve accettare la sfida facendo quello che gli è stato chiesto o in alternativa bere; per esempio: mi leccheresti l’orecchio piuttosto che bere altro vino?
Lei si alza veloce, scatta a piedi scalzi verso di me, si china ad altezza pouf e mi lecca la guancia e l’orecchio sinistro rialzandosi: -ti leccherei tutta la faccia, piuttosto! Ora tocca a me, dammi il bicchiere…
Una sera di fine giugno andiamo ad un cinema all’aperto a vedere un film di Woody Allen, uscivamo insieme da non più di 10 giorni, è molto carina ed anche stasera sprigiona serenità e spensieratezza nonostante la sessione d’esami: i lunghi capelli biondi sono sciolti dietro le spalle, porta degli occhiali da vista grandi che non riescono a coprire quel suo particolare taglio d’occhi sottilissimo, malizioso ed innocente allo stesso tempo, labbra sottili che non trattengono mai il suo ampio sorriso, porta un vestitino semplice azzurro con fantasia a fiori con bretelline, scollo ad U e gonna sopra il ginocchio e dei sandali.
Una volta usciti dall’arena incontriamo per caso i miei coinquilini con alcuni amici che si dirigono verso casa nostra per fare qualche gioco di società e bere e ci invitano.
Flavia -No grazie -risponde lei prima che potessi pensare qualsiasi cosa- abbiamo già altri programmi, grazie lo stesso.
Non ho idea di cosa stia parlando, ma l’assecondo il tempo di allontanarci e chiederle perplesso spiegazioni: Flavia -dai, te lo avevo accennato, le mie coinquiline sono andate via ed ho 2 bottiglie di vino da far fuori prima che si rovinino con questo caldo; piuttosto, hai pensato a qualche gioco alcolico da fare?
Lei mi ammicca con quei suoi occhi furbi, ma io mi ricordo vagamente della proposta perché convinto fosse solo per stuzzicarmi, una provocazione per mettermi alla prova o che stesse semplicemente scherzando, sgrano gli occhi e faccio finta di nulla:
io -ah sì certo, ora mi ricordo, ne ho in mente un paio, poi vediamo.
Il mio lato tonto ed ingenuo si trattiene dal proporre di recuperare le 2 bottiglie e raggiungere i miei amici o peggio invitarli a casa sua, poi il mio lato nerd prende il sopravvento nella speranza di inventare in 15 minuti (mentre fingo di ascoltare i suoi discorsi lungo il tragitto) un gioco alcolico in cui uno dei 2 partecipanti vuole vedere nuda l’altra senza però risultare troppo esplicito perché non sa se anche lei vuol vederlo nudo o farsi vedere nuda: la sfida si fa ardua.
Saliamo da lei e mi mostra casa, poi prende una delle 2 bottiglie e 2 calici e li portiamo in camera sua dove stappa la prima:
Io -carina la camera tutta rosa, i poster e le foto alle pareti, i peluches e il cuscino a forma di cuore: sicura di avere già fatto 18 anni e che le tue “coinquiline” non siano in realtà tua madre e tua sorella?
Flavia -chissà, ti lascerò col dubbio, non faresti mai qualcosa di inopportuno ad una ragazzina, vero?
io -certo che no: me ne starò qua seduto a distanza su questo discretissimo pouf viola molto poco sobrio a sorseggiare vino fingendomi esperto mentre mi racconti che compiti ti hanno lasciato per le vacanze!
Nel frattempo mi porge un calice e dopo essersi tolta le scarpe, acceso 2 abatjour soffuse e spento il lampadario, si siede a gambe incrociate sul suo letto, anch’esso rosa, a scrutarmi da lontano mandando giù un primo lungo sorso.
Fa una smorfia strana di malcelata sofferenza, e se fino a quel momento avevo scherzato, dopo questa reazione al vino, il sospetto circa la sua età mi viene, poi assaggio anche io e mi consolo nello scoprire che è il vino ad essere pessimo: - ottima scelta, si vede che siete un’esperta, ora non ho più dubbi sul fatto voi siate una donna adulta, alla vostra!- mimo un brindisi da lontano e beviamo entrambi.
Flavia -Dio è terribile, non so se riuscirò a berne oltre!
io -come? Dopo che mi hai trascinato qui per farmi ubriacare? Mi hai fatto inventare i giochi e poi non bevi?
Flavia -trascinato qui? Se non volevi potevi benissimo non venire, oppure puoi andartene anche adesso eh
io -nono sono un gentiluomo io, mica posso lasciarti da sola qua a scolarti sta bottiglia ormai aperta- vuoto il bicchiere disgustato.
Flavia -sei proprio un uomo da non lasciarsi scappare eh- vuota anche lei il bicchiere -quindi questi giochi? Devo riempire i bicchieri?
io -guarda, vista la situazione me n’è venuto in mente uno più adatto, lo chiameremo "PIUTTOSTO": a turno ognuno chiede all’altro se farebbe una determinata cosa piuttosto che bere un sorso di questa eccellente annata, l’altro quindi deve accettare la sfida facendo quello che gli è stato chiesto o in alternativa bere; per esempio: mi leccheresti l’orecchio piuttosto che bere altro vino?
Lei si alza veloce, scatta a piedi scalzi verso di me, si china ad altezza pouf e mi lecca la guancia e l’orecchio sinistro rialzandosi: -ti leccherei tutta la faccia, piuttosto! Ora tocca a me, dammi il bicchiere…
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