L'ufficio

di
genere
etero

3

In poche settimane riuscì a trasferirmi nel mio nuovo appartamento. Ero così entusiasta della mia nuova vita che le mie giornate erano sempre impegnate nei preparativi. Mi sentivo così piena di energie!
Arrivò in fretta il mio primo giorno di lavoro.
Ero elettrizzata, il cuore batteva forte per l'emozione.
Avevo già avuto modo di conoscere il notaio propietario dello studio durante il colloquio. Un uomo elegante e dai modi garbati. Era decisamente alto e corpulento, la sua presenza si faceva sentire. Ed era a modo suo affascinante.
Seppe mettermi a mio agio in breve tempo e il colloquio si svolse in modo fluido e sereno, senza aggressività per mettermi alla prova e senza tentennamenti dovuti all'imbarazzo da parte mia.
Mi svegliai presto quella mattina, per poter prepararmi con calma. Uscii di casa e mi incamminai verso l'ufficio, non era molto distante dal mio appartamento e in un quarto d'ora a piedi arrivai alla palazzina dove era situato. Citofonai e presi l'ascensore. Una volta arrivata al piano
suonai alla porta dello studio.
Venne ad aprire alla porta una signora sulla cinquantina, davvero una bella donna. Aveva i capelli biondi e mossi che lasciava cadere morbidamente sulle spalle.
"Buongiorno" disse "Devi essere Vittoria. Piacere, io sono Francesca, vieni dentro. Accomodati"
Ricambiai il saluto con un sorriso e la seguii all'interno dello studio.
"Questa è l'atrio dove accogliamo i clienti e quella sarà la tua scrivania. Il primo mese ti faremo fare un po di esperienza come segretaria. Con il tempo poi ti assegneremo compiti più impegnativi"
"Ne sono felice" risposi "avrò il tempo di abituarmi all'ambiente"
"Ma certo cara, nessuno vuole metterti fretta"
Ora la stavo guardando più attentamente, aveva un corpo meraviglioso. Le sue forme erano generose nei punti giusti, sui fianchi, sul seno. Mi sarebbe piaciuto avere un seno come il suo. Pensai che avrebbe dovuto portare una quinta misura.
"Vieni, ti mostro il resto dell'ufficio"
Le seguii e mi mostrò la varie stanze, il suo ufficio,  l'area relax, l'archivio, la toilette.
Mi offrì un caffè e conversammo piacevolmente per una decina di minuti quando fummo interrotte dal campanello.
"Questo deve essere Gianmarco, aspetta un momento"
Tornò insieme al notaio
"Ti preparo un caffè Marco?" chiese Francesca
"Certo, grazie " poi si volse verso di me
"Buongiorno Vittoria e benvenuta. Sei riuscita a trovare una sistemazione in città?"
"Ho trovato un appartamento non molto distante da qui. Non è molto grande ma davvero carino. Anche il proprietario è molto simpatico. Sono stata davvero fortunata."
La mia mente riandò per un momento a quel giorno. A quella meravogliosa scopata con lui. Subito mi si accese un calore fra le gambe e cercai immediatamente di sviare i miei pensieri.
Gianmarco si fermò con noi e mi spiegò come era gestito lo studio.
Cercavo di prestare la massima attenzione, memorizzando gli schemi  che mi stava elencando.
Mi accompagnò a quella che sarebbe stata la mia scrivania. Vi era appoggiato un grosso schedario. Mi spiegò cosa avrei dovuto fare, cosa controllare.
Terminate le consegne si diresse verso il suo ufficio. Mi diedi immediatamente da fare.
Le ore stavano scorrendo serene tra il rispondere alle varie telefonate e gli archivi. Di tanto in tanto Fracencesca o Gianmarco passavano dalla mia scrivania a chiedermi come stesse procedendo e a controllare il mio lavoro.
Arrivò l'ora di pranzo e decisi di recarmi al bar che avevo visto arrivando la mattina vicino al palazzo. Salutai e uscii dall'ufficio.
Consumai un pasto veloce, un panino e una bibita. Avevo ancora un bel po' di tempo a disposizione ma tornai subito in ufficio per studiare le pratiche che mi erano state affidate.
Scesi dall'ascensore e mi diressi verso lo studio notando che la porta non era del tutto chiusa. Credevo di averla chiusa uscendo, probabilmente era stata una dimenticanza loro.
Entrai e richiusi la porta dietro di me e sentii della musica venire dal fondo del corridoio che portava alla stanza di Gianmarco. Mi diressi verso il suo ufficio e vidi che anche la sua porta era socchiusa.
Ero sempre più curiosa, la musica usciva proprio da lì. Come una spia sbirciai attraverso la fessura della porta. Non credetti a quello che stavo vedendo.
Gianmarco era in piedi appoggiato alla scrivania e Francesca in ginocchio davanti a lui mentre gli faceva un pompino!
Lui con una mano le teneva il capo mentre la testa era rivolta al soffitto. Chissà quanto gli stava piacendo, pensai.
Anche se ho molte fantasie a riguardo e non mi reputo di certo una puritana, anzi, trovai la situazione surreale. Sentivo crescere in me l'eccitazione.
Francesca lo stava succhiando con energia, la sua testa andava avanti e indietro con gran foga mentre stringeva il cazzo di Gianmarco con la mano. Lui accompagnava i suoi movimenti con la mano che affondava tra i suoi capelli.
Poi Francesca prese a sbottonarsi la camicetta e sfilò il seno dal reggipetto, quel suo bellissimo e grosso seno, e mise il cazzo di Gianmarco in mezzo.
Lui iniziò a muoversi, scopandole le tette. Ora la stava guardando in viso e lei ricambiava. I loro sguardi erano pieni di passione.
Anche io ero terribilmente eccitata alla vista del rapporto, senza pensarci molto feci scendere la mano in mezzo alle gambe e comincia ad accarezzarmi la figa.
Lui la prese sotto le braccia e la fece alzare. La girò e la mise piegata con il petto appoggiato alla sua scrivania. Le alzò la gonna e lale fece mitterr una gamba sulla scrivania. Lei aveva un culo fantastico che veniva risaltato dal perizoma in pizzo che indossava.
Gianmarco non fece molti complimenti, scostò appena gli slip di lei e la penetrò con gran vigore. Una mano la teneva per la spalla, facendole inarcare la schiena, e con l'altra le stringeva i fianchi. Ora stavano godendo liberamente, i gemiti di lei non avevano pudore. Lui ansimava mentre affondava il cazzo dentro di lei. Prese a stringerle il seno e a penetrarla con forza sempre maggiore
Mi sentivo bagnata, misi una mano dentro ai pantaloni e sentii il mio sesso umido. Con un dito presi a giocare con il clitoride e dovetti mordermi un labbro per non farmi scappare un gemito. Avrei voluto unirmi a loro, dio quanto avrei voluto.
Avevano cambiato posizione, ora Francesca era sdraiata supina dulla scrivania, lui le teneva le gambe sollevate e aperte mentre continuava a martellare la sua figa. Non riuscivo a vedere bene i dettagli, ma dall'ampiezza dei suoi movimenti pensai che doveva essere davvero ben dotato.
Si scostò e si mise in ginocchio per assaporare il sesso di lei. Lei gli stringeva la testa spingendolo con le mani verso di se. Quanta passione!
La vidi sussultare, mordersi un dito e gemere forte. Era venuta.
Lui si rialzò e riprese a scoparla, più forte di prima. Lei gemeva sempre più forte, ormai aveva perso ogni controllo.
Anche Gianmarco gemeva forte, sempre più intensamente. Stava per raggiungere l'orgasmo anche lui. Diede una serie di colpi decisi, poi si fermo e si appoggiò a lei. Si baciarono dolcemente mentre lui le accarezzava la testa. Lei gli aveva stretto le gambe attorno per sentirlo più vicino.
Mi ricomposi e tornai alla mia scrivania.
Dopo circa una decina di minuti uscirono dall'ufficio e vedendomi  seduta alla scrivania mi chiesero imbarazzati
"Da quanto tempo sei tornata?"
"Non da molto, sono tornata prima per studiare meglio il fascicolo" risposi.
Si guardarono a vicenda e la domanda implicita che si stavano rivolgendo era
se mi fossi accorta del loro amplesso.
Francesca allora mi chiese
"Hai sentito qualcosa?"
E con il sorriso più malizioso che ero capace di fare dissi
"Solo della buona musica"
Si guardarono nuovamente e scoppiarono entrambi in una risata liberatoria.
"Sembra che abbiamo trovato l'impiegata giusta" disse Gianmarco.
Gli sorrisi in risposta.
Avevo trovato proprio un bel ambiente di lavoro.






scritto il
2021-10-20
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