Al calciatore piace il gioco duro

di
genere
trio

Continuazione di "A chilometri zero e poi a... centimetri trenta!"
Siamo una coppia normalissima, regolarmente sposata, molto innamorata l’uno dell’altro.
Loredana, la mia mogliettina, è una donna magnifica, almeno per me, non è una di quelle che quando passa ti giri e fischi, ma per gli anni che ha ne dimostra almeno 10 di meno e si fa guardare, non è alta, ben proporzionata, ha un bel seno e soprattutto un bel lato “B”, un viso sensualissimo ed almeno con me è molto ben disposta alla pratica del sesso, il che non guasta mai.
Il tempo scorreva ed ora vi racconto i fatti più’ recenti.
Un bel giorno, di ritorno da un matrimonio lontano 300 km dalla nostra città, stanchi e sfiniti, abbiamo fatto tappa in un albergo sulla strada del nostro ritorno verso casa. Era ormai tardo pomeriggio e su indicazione di alcuni amici ci siamo diretti verso un bellissimo hotel dotato di ogni comfort. Una volta arrivati e preso possesso della camera, ci siamo subito diretti nella beauty spa, situata all’ultimo piano dell’hotel. Location spettacolare, piscina coperta riscaldata circondata da una vetrata nel cielo, attorno al perimetro della piscina lettini in vimini dove potersi rilassare e poi sauna, bagno turco e docce aromatiche.
Il posto ideale dove trascorrere un’oretta di vero relax ed io e lei eravamo gli unici fruitori delle attrezzature.
Indossati i costumi da bagno iniziammo immediatamente con un sano bagno turco. Il locale era grande, ovviamente “nebbioso” e molto profumato, io mi adagiai su un lato della stanza e lei da quello opposto, sdraiati, ci potevamo intravedere nelle nubi bianche generate dal vapore.
Dopo qualche minuto di permanenza si aprì la porta e sempre nella penombra vedemmo entrare un uomo. Ed è a questo punto che pensai: il posto giusto al momento giusto? Chissà? Scrutai con attenzione mia moglie, la quale non si scompose e sembrò ignorare l’ospite. Allora diressi il mio sguardo su di lui, ma anche lui si sdraiò in totale relax e sembrava assorto nei suoi pensieri.
I miei pensieri si susseguivano veloci, eravamo lontani da casa, in un posto dove non eravamo conosciuti, le camere a portata di ascensore, sarebbe stata l’occasione perfetta. A questo punto presi la decisione di uscire dal bagno turco e di lasciarli soli, chissà se nascerà l’intesa?
Una volta fuori mi sdraiai su un lettino a bordo piscina e con il cuore in gola iniziai a fantasticare su cosa sarebbe potuto succedere: la mia parte irrazionale mi diede eccitazione, quella razionale mi fece star male.
Ma dopo pochi attimi la porta si aprì e vidi uscire Loredana. Venne sul lettino vicino al mio, mi chiese come mai fossi uscito ed io: “Ma tesoro, speravo, lasciandoti sola con quel bel ragazzo, che forse sarebbe stata la volta buona.”
Per risposta ottenni: “Ma dai… non sono preparata mentalmente… lo sai non mi piacciono le sorprese… e poi quello non mi ha degnato neppure di uno sguardo… figurati se gli interessavo!”
Allora le dissi: “Facciamo una cosa, io vado in camera, tu resti qui sola e quando esce cerca di capire se ti piace, se noti il suo interesse su di te fatti corteggiare.”
La lasciai distesa sul lettino, avvolta in un morbido asciugamano e abbandonata ai suoi pensieri.
Appena uscito dalla porta a vetri decisi di rimanere defilato per vedere come sarebbe finita. Il tempo passava, ma del tipo neppure l’ombra, evidentemente stava bene immerso nell’umido, ignaro che fuori potesse esserci una lieta sorpresa. Ma poi all’improvviso, finalmente pensai io, il tipo uscì dal bagno turco, fece una veloce doccia e decise di sdraiarsi su un lettino esattamente di fronte a lei. È strano, pensai fra me e me, si è messo in quella postazione sicuramente per osservarla! E qui il mio cuore iniziò a galoppare, salivazione azzerata, forse ci siamo. Lei con fare disinvolto lasciò scivolare l’asciugamano a terra, era bellissima, con il costume da mare nero! Erano uno di fronte all’altro, li divideva il lato corto della piscina, chissà a cosa avranno pensato, ora lei lentamente aveva divaricato le gambe come a volersi aprire, lui iniziò a guardarla, secondo me ben intenzionato e pronto a reagire alle sue provocazioni. Era sempre lei a fare la prima mossa, ora infatti si passava lentamente una mano sul costume, quasi a volersi sfiorare intimamente, lui la guardava e ricambiava con una mano che si infilava nel suo pantaloncino da mare. È fatta pensai io!
A questo punto, a malincuore perché la scena mi intrigava, decisi di ritirarmi in camera ed attendere lo sviluppo degli eventi.
Dopo quasi 30 minuti di attesa, con il mio cervello che stava andando in fumo, sentii bussare, mi precipitai ad aprire la porta, era lei avvolta in un asciugamano con un mini pareo, mi guardò e mi chiese: “Sei veramente pronto?”
Io risposi al volo: “Certo amore mio, prontissimo di vederti godere fra le braccia di un altro.” Irresponsabile? Forse geloso? Immensamente, ma ormai non potevo più tirarmi indietro.
Io le chiesi: “E lui dove è?” E lei: “Arriva fra poco, è in camera sua.”
Conosco molto bene mia moglie, da oltre vent’anni, so scrutare nei suoi atteggiamenti ogni cosa, in quel momento era assolutamente eccitata!! Andò in bagno e quando uscì, con aria visibilmente agitata, si distese sul letto. Era sempre in costume.
Mi disse: “Amore voglio che tu stia sempre vicino a me, voglio guardarti e voglio sentire il tuo respiro, certo sarò dove vorrai, intanto è un gioco e come tale faremo.”
Era finalmente il momento, bussarono alla porta, eccitazione, frenesia, nervosismo, non so’ più quale era il mio stato d’animo. Aprii, lui con aria disinvolta si presentò: “Piacere Beppe!”
Era un ragazzo niente male, poteva avere non più di 30 anni, altissimo, capelli corti, un bel fisico, anche perché, l’abbiamo saputo dopo, era un calciatore professionista e giocava in una squadra di calcio di serie B e nell’anno successivo avrebbe giocato in serie A.
Siamo stati fortunati, pensai io. La luce nella stanza era soffusa, lei era sempre distesa sul letto esattamente nel mezzo quasi a volerci fare accomodare ai due lati. E cosi infatti successe, io mi sedetti sul letto alla sua destra e Beppe alla sua sinistra. La baciai, lei mi concesse il fianco e il suo sedere si spostò verso lui. Ora eravamo tutti e due concentrati a toccarla, quasi sfiorandola, sembrava un rito, era tutto molto soft, lei apprezzava con respiri profondi e leggeri sussulti. Beppe si concentrava sulla parte bassa del costume, con le dita la sfiorava, io mi concentravo, sempre da sopra il costume, sui capezzoli. Già, i capezzoli, la parte più sensibile della mia bella “maialina”, il centro nevralgico del suo piacere. Ora, mentre continuavamo a toccarla, era come se avessimo formato un panino: io, lui e lei, che era il prosciutto che ci stava dentro! Il più era fatto, ora bisognava solo lasciarsi trasportare.
Anche le mani di lei cercavano di farsi strada, la vedevo, cercava di aprire i pantaloni di Beppe, che denotavano un discreto rigonfiamento ed è a questo punto che decisi di lasciare a loro il palcoscenico e di ritirarmi in platea.
Di fronte al letto vi era un divanetto ed è lì che andai a sedermi, per godermi tutte le loro performance.
Lei passò all’attacco, gli sfilò i pantaloni ed iniziò con le labbra a sfiorargli il membro turgido e duro, ma ancora ingabbiato negli slip. Quando i due furono totalmente nudi, in una posizione di piacere per entrambi, lei donò con la bocca piacere a lui e lui viceversa. Tradotto: un bel 69!
Quante volte avevo immaginato di vederla così, ora questa fantasia si era realizzata, era bellissimo vederla concentrata su un altro membro, di un altro uomo, per dargli il giusto piacere.
Presi il cellulare perché volevo immortalare quei momenti per poi farle vedere quanto fosse stata brava.
Mi aggiravo intorno al letto come un vero fotoreporter professionista, in realtà ero solo un marito contento! Dal 69 alla penetrazione passò poco tempo, erano troppo eccitati, lei era un’anima in pena, la conosco troppo bene, lo voleva dentro, voleva godere, si mise supina e lui da dietro alla pecorina.
A lei contrariamente al solito bastarono pochi istanti per lasciarsi andare in un orgasmo multiplo, sbatteva, vibrava, mugolava, avrebbe voluto urlare ma si stava trattenendo.
Io mi spostai sul davanti per poterla vedere bene in viso. Mi vide, mi guardò e mi fece capire che era estasiata.
Nel momento più bello, quando anche io avevo il mio cazzo che stava per scoppiare, con una mano mi fece le “corna”. Questo era quello che le avevo chiesto di fare quando fosse capitato e lei lo fece nel momento più bello quando tutti e tre stavamo godendo in un tripudio di sensazioni uniche.
Beppe proseguì senza mollare, continuava a spingere, colpi profondi e ritmati, sembrava instancabile, lei gradiva, si poteva vedere e soprattutto sentire.
I loro corpi erano un tutt’uno, viaggiavano in perfetta sintonia, cambiavano posizione senza colpo ferire, ora lei era sotto. Lui spingeva ed io continuavo a svolgere il mio compito di fotoreporter, ci risiamo, stava nuovamente per godere, era scatenata, poche volte era successo di poter avere l’onore di vedere mia moglie godere in quel modo e questa era una di quelle. Mi avvicinai e le afferrai un capezzolo, lo strinsi forte, a lei piaceva così, era uno dei modi migliori per darle immenso piacere, bastavano pochi secondi, lui la penetrava e io stringevo forte, lei si lasciava andare in un secondo e più godurioso orgasmo, si dimenava, parlava, singhiozzava, incitava, diceva: “Sono una troia.”
Cercava il mio consenso ed io le dicevo: “Si amore, sei una vera porcellina da monta.”
Alle mie parole l’orgasmo si prolungava, sembrava non finire mai, Beppe continuava il suo “lavoretto” senza parlare e spingeva fino a farlo sparire tutto dentro la sua fica.
Lei aveva ancora voglia e lui aveva ancora benzina in corpo, cambiarono posizione, lui sotto e lei sopra, rivolta verso di me. Ora era lei che si muoveva ritmicamente su e giù, io le parlavo, le dicevo: “Ti piace prendere un bel cazzo vero?” E lei mi rispondeva: “Si tanto, amore, lo sai che mi piace tantissimo.”
Ero soddisfatto. Mi avvicinai nuovamente al letto e le infilai una piccola parte di dito nel buchino. Sapevo che lo avrebbe gradito, eccome se lo gradì! La velocità aumentava, lei mi chiese di baciarla, mi avvicinò la bocca e la baciai, dopo di che lei saltò su quell’asta dura come una vera atleta. Stava per godere ancora una volta, io spingevo il dito ed il suo culo si allargava. Sentivo il rumore inconfondibile delle palle di Beppe che sbattevano vicino alla mia mano ed ecco l’esplosione.
“Godo, godooo, godooo, cornuto godooo”, urlava. Era in preda ad un violentissimo orgasmo, eccitata, stravolta, mentre io continuavo a masturbarmi lui la pompava e lei godeva! A quel punto salii in piedi sul letto e non potendone più le venni copiosamente sul volto, mentre anche Beppe sborrava a fontanella. Tutti e tre ci ritrovammo distesi sul letto, stanchissimi ma felici.
Subito dopo c’era la fila per andare in bagno, mentre nella stanza si respirava, come dice una canzone, l’odore del sesso.
Beppe si rivestì, sembrava molto contento, gli offrimmo qualche cosa da bere, ci lasciò il suo numero di telefono e ci salutò velocemente, con discrezione, così come era arrivato.
di
scritto il
2021-11-19
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