Il cinema, il mio primo guado

di
genere
dominazione

Vagavo per le strade della mia città, completamente perso nella mia angoscia senza fine e, soprattutto, senza via d' uscita. Il giorno dopo sarebbe scaduto il termine per provvedere al pagamento di un assegno da 10 milioni di lire giacente presso il notaio per il pagamento o, in mancanza, il protesto. Era la fine per me. In fumo la mia carriera di promettente ufficiale di Marina. Ero , al tempo, un promettente Capitano e la mia carriera era aperta fino al massimo grado. Ero giovane e lanciato verso una carriera luminosa. Laureato giovanissimo ero entrato in Accademia e da lì proseguito fino al grado di Capitano. Nel frattempo mi ero sposato ed avevamo due figli. L' errore fatale l' avevo commesso per la mia predisposizione ad aiutare un mio carissimo amico che mi aveva chiesto aiuto con il rilascio di un assegno che lui aveva girato a terzi per debiti che aveva contratto. Alcuni giorni prima l' avevo contattato per verificare che avrebbe provveduto per tempo al versamento sul mio conto corrente della somma. Mi aveva assicurato che sarebbe stato fatto. Invece, la telefonata del direttore di filiale della Banca, che mi anticipava l' invio del titolo dal notaio, aveva fatto montare la mia ansia e la disperazione di non poter far nulla per salvarmi. Ero nella situazione di frustrazione e di impotenza per non poter aver in mano la soluzione del dramma : non dipendeva da me!
Mentre vorticavano tutte le angosce e le paure nella mia testa, mi ero fermato sul marciapiede per accendere una sigaretta. Mi girai e fui avvolto da un'onda inavvertita ed imperscrutabile di un richiamo subliminale: un cartellone indicava l' ingresso di un cinema hardcore che era alle mie spalle. Come un automa mi girai e fui attratto da luci fantasmagoriche provenienti dall' interno. Entrare fu irresistibile. Senza proferire parola mi trovavo davanti all' omino della biglietteria che mi guardava con un curioso sorrisetto ironico nel mentre mi diceva che il biglietto costava duemila lire.
Senza rivolgergli lo sguardo tirai fuori una banconota, appoggiandola sul banco e ritirando il biglietto mi stavo accingendo a spostare le pesanti, unte, tendone che separavano la hall dall' atrio da cui partiva una scalinata che mi avrebbe catapultato, in breve, nella tribuna del cinema. Durante la scalata potevo sentire le voci che ne provenivano che erano di continui sospiri, tutti uguali e ripetitivi. Appena sbarcato nella tribuna fui avvolto da un' oscurità profonda squarciata,ad intervalli irregolari, da fasci di luce provenienti dall' ampio schermo. Non senza fatica scelsi il posto dove sedermi, lontano e defilato per isolarmi quanto più possibile. Seduto che fui mi guardavo attorno ed,a malapena, potei dare uno sguardo in profondità nel vastissimo ambiente avvolto nella quasi totale oscurità. Nel frattempo ero avvolto da un odore pesante di sesso ed urina. Non ne ero , sorprendentemente, nauseato; anzi ne ero sommerso piacevolmente. Accesa una sigaretta, finalmente, mi ero concentrato sullo schermo. Una coppia di amanti stavano compiendo interminabili evoluzioni di atti sessuali molto promettenti ed eccitanti. Aspiravo calme volute di fumo che,nell' oscurità frammentata da fasci luce, apparivano color latte. Mi accorgevo che il malumore che mi aveva avvilito fino a prima di entrare nel cinema si era del tutto dissolto. Ero come su una nuvola che galleggiava leggera. La sigaretta si consumava con lentezza e ne gustavo profondamente ogni tirata. Dopo un poco, esauritala con l' ultima boccata di fumo, l'avevo lasciata indolentemente cadere sul pavimento. Nello stesso momento, un' ombra si era appalesata alle mie spalle. Mi ero girato impercettibilmente tanto da poter vedere un uomo a ridosso della spalliera sulla quale ero appoggiato. Non davo eccessiva importanza a quella situazione fino a quando l' uomo , con fare deciso, si era accomodato nella poltrona accanto alla mia e nel sedersi mi aveva sussurrato se poteva sedersi lì. Con un cenno del capo gli avevo fatto intendere che non m'importava.
Si era , subito, tolto il cappotto appoggiandolo sulle sue gambe. Lo guardavo di sottecchi senza mostrare disagio e lui ricambiava. Inevitabilmente potevo vederlo sufficientemente a malgrado la luminosità esigua. Era un uomo di circa 50/55 anni. Ben vestito con giacca e cravatta. Era alto e ben fatto ed aveva un portamento non banale. Dopo un tempo che mi sembrò lunghissimo ma che in realtà doveva essere stato di circa 5 minuti, cominciavo ad avvertire tentativi di avvicinare la sua gamba alla mia. Era chiaro a quel punto che stava cercando di sondare la mia disponibilità ad una qualche intimità. I tentativi di mandarmi messaggi a tale scopo si susseguivano sempre più intensi ed espliciti. Io ero fermo e con lo sguardo indirizzato verso lo schermo. Ad un tratto, aveva allungato la mano verso le mie cosce ed io immediatamente l'avevo tolta senza particolare enfasi. Aveva atteso pochi secondi per reiterare la mossa. Ed anche questa volta l' avevo respinta con garbo ma anche con decisione. Si erano susseguite diverse volte le sue iniziative e sempre io allontanavo quella mano. Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, mi si era fatto vicino al mio viso e mi aveva alitato che mi trovava pronto e duro e che lo lasciassi fare. Con calma gli avevo replicato che non avevo voglia anche perché se avesse continuato mi sarei sborrato addosso immediatamente. Lui sembrava voler abbandonare me restava , tuttavia, fermo accanto a me, accostando la sua gamba alla mia per confermare la sua volontà all'approccio. Improvvisamente, spiazzandomi decisamente, mi afferrò con dolcezza la mano e con rapida mossa se l'era portata sulle sue cosce e da lì, rapidamente sul suo cazzo sopra i pantaloni e sotto il palto`. Mi aveva sorpreso decisamente ma , di più, ero sorpreso dalla mia totale accondiscendenza poiché non ritraevo la mano lasciandola mollemente sul suo cazzo.Lo avvertivo duro ed "importante". Incoraggiato dalla mia assoluta incapacità di togliere la mano dal suo cazzo aveva iniziato a fare pressione sulla mia mano per poi iniziare a strofinarla sul suo sesso ormai enorme sotto la stoffa dei pantaloni. Non avrebbe impiegato che pochi attimi per sbottonare la patta e rapidamente liberare quel mostro che aveva tra le gambe. Per la prima volta nella mia vita avevo un cazzo, che non fosse il mio tra le mani.
Mi girava la testa e le tempie mi martellavano. Ero eccitato come mai prima in vita mia. Si era avvicinato al mio viso cercando di baciarmi ma lo avevo allontanato. Mi incitava a muovere la mia mano che io tenevo ferma sul cazzo che sentivo vibrare ma rimanevo immobile, soggiogato ma terrorizzato di essere in mezzo al guado senza volontà di tornare a riva ma inevitabilmente avviato a raggiungere l' altra sponda.
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scritto il
2021-12-04
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