La progressione

di
genere
sadomaso

Ho capito subito che Cinzia sarebbe diventata la compagna di tutta la vita.
Ci eravamo messi insieme da poco.
Una sera, come è capitato a tutti noi, eravamo a letto che fra baci e carezze si arrivò a fare l’amore.
Mentre scopavamo le stringevo il seno e i capezzoli.
Nella foga giocai con i suoi capezzoli in modo un po' brutale, li stingevo fra le dita, li tiravo, li mordevo.
Lei non diceva niente e non si lamentava e questo, per me, significava che potevo continuare. Così le stringevo i capezzoli sempre più forte e li tiravo sempre di più come mai avevo fatto con altre ragazze.
Cinzia invece di lamentarsi, tirava indietro il busto e così tirava ancora di più i capezzoli. Non capii subito ma questo mi consigliava che potevo andare oltre.
Non vi annoio con il racconto di tutta la serata.
Basta che sappiate che quando strizzai i suoi capezzoli in modo sadico tirandoli quasi a strapparli, lei venne copiosamente.
I capezzoli erano rosso fuoco e sembrava avesse appena finito di allattare tanto erano lunghi ma lei era felice e si addormentò serenamente abbracciandomi.
Bene: quella sera capii che Cinzia era la donna ideale per me e così dopo un paio di anni ci siamo sposati.
Io sono come lei così piano piano lei ha imparato cosa mi piacesse e quando mi masturbava, con le unghia mi tirava il frenulo o me lo pizziacava.
Che piacere meraviglioso che era quella sofferenza!
Con il passare del tempo siamo cresciuti diventando una coppia di veri sadomasochisti e il nostro livello sadomaso è cresciuto di anno in anno.
Dai pizzichi ai capezzoli, siamo passati al fisting vaginale molto spinto e sempre più duro.
Oggi lei viene a fontana quando la sfondo con la mia mano a pugno, rigiro il pugno dentro la sua fica allargandola senza alcun limite e tiro fuori il pugno di colpo. Che rumore fantastico e che meraviglia vederla sussultare ogni volta che entro ed esco velocemente il pugno chiuso.
Ma anche questo non le bastava e così abbiamo iniziato a giocare con i suoi seni: mollette da biancheria ai capezzoli, poi delle mollette per blocchi di carta, poi delle mollette dentate lasciate lì per tanto tempo da quasi bucare i capezzoli e da farla urlare di dolore e di piacere quando le levavo tirandole senza aprirle.
Siamo passati a giocare con le candele. Prima le gocce di cera che scendono sul seno fino a coprire i capezzoli e da questi gocciolare sulle gambe, poi siamo andati avanti usando sempre la candela per far sciogliere la cera che si era raffreddata sui suoi capezzoli.
Intanto gli anni passavano e Cinzia non aveva più le tette dure come pietra, anche il suo seno si ammorbidiva e la sua pelle cedeva un po'.
Ma non era certo un problema…
Una corda girata stretta attorno al seno lo faceva diventare nuovamente durissimo, i capezzoli erano tesissimi e in più dopo pochi minuti iniziavano ad assumere un meraviglioso colore rosso sempre più scuro e schiaffeggiarli era veramente una goduria.
Dopo un po' abbiamo reso il gioco un po' più complicato aggiungendo dei pesi alle mollette dentate attaccate ai capezzoli con i seni legati strettissimi.
Cinzia un po' si lamentava ma aveva le gambe bagnate dei suoi stessi umori e raggiungeva diversi orgasmi ogni volta.
Il successivo, naturale passaggio furono gli aghi.
Iniziammo a giocare con gli aghi prima cercando di metterli in modo artistico sul seno, ma presto mi chiese di provare sui capezzoli. Prima li appuntavo appena sull’areola, poi li facevo passare attraverso l’areola e infine li spingevo finché non restava fuori solo una piccola parte dell’ago.
Mi ricordo la prima volta che le misi un ago esattamente al centro del capezzolo spingendolo fino in fondo… Si guardava i seni con grande soddisfazione e le poche gocce di sangue che uscivano quando si levavano gli aghi non la disturbavano per niente.
Poi un giorno abbiamo visto un filmato dove un tizio dopo aver legato strettissime le tette della compagna, ci piantava dei chiodi. Li piantava con un martello e la cosa ci sembrava ridicola.Ma qualche giorno dopo Cinzia disse che voleva provare, così presi dei chiodi in acciaio abbastanza sottili per non distruggerle il seno. La sera le legai i seni come mai avevo fatto: erano d’acciaio e lei si sedette davanti a me. Presi un chiodo e tenendolo con due dita diedi un timido colpo con il martello. Ovviamente il chiodo non entrò ma ferì il suo splendido seno. Volemo smettere ma Cinzia mi rimproverò duramente: Usa quel cazzo di martello. Non lo sai piantare un chiodo?
Riprovai e questa volta usai il martello come se dovessi piantare il chiodo a un muro.
E così inchiodai il seno di Cinzia.
Oggi è passato del tempo e il seno di Cinzia non è più il capolavoro che era quando aveva vent’anni o trenta. Ma è più facile legarlo stretto fino a quando non assume quella forma bellissima di un palloncino con i capezzoli sparati in fuori.
Come poter giocare ora?
Cinzia è mingherlina, alta 1,55 ma con una quarta di seno. Non pesa molto.
Allora perché non provare a sospenderla per i seni?
Così abbiamo usato una trave della casa di campagna per metterci una carrucola e abbiamo provato.
Non potete immaginare che spettacolo meraviglioso.
I seni di Cinzia sembrano esplodere mentre lei dondola con tutto il peso del corpo che tira sui seni legati, il colore dei seni che da rosso chiaro diventano rosso sempre più cupo fino a diventare quasi blu, le vene del seno in estremo rilievo e i capezzoli che si proiettano in fuori come mai li avevo visti….
Ma questo è un riassunto della progressione dei nostri giochi sul seno di Cinzia.
Fatemi sapere se volete vi racconti di tante altre cose che io e mia moglie Cinzia facciamo.
Non avete idea di cosa posso raccontarvi…
Fatemi sapere se continuare o lasciare questo piccolo racconto unico e solo.
scritto il
2022-01-09
3 . 9 K
visite
3
voti
valutazione
6.7
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.