Le due signore II parte
di
domenico
genere
dominazione
Michelle
Decisi che era giunto il momento di conoscere l’altra Signora che avevo contattato in precedenza e così andai da Michelle. Aveva un piccolo studio non lontano dall’appartamentino di Christine, era più piccolo, una sola stanza e decisamente più buio.
Michelle aveva circa 40 anni, bionda alta quasi 1,80 cm lunghissime gambe affusolate grossi seni e fianchi lievemente abbondanti. Era molto bella e molto spregiudicata, era arrivata in Italia qualche anno dopo Christine, aveva partecipato a qualche pellicola porno e poi si messa a fare la Dominatrice. La professione le piaceva, non disdegnava neanche il sesso, ovviamente alle sue regole, ma quello che la eccitava maggiormente era sodomizzare gli schiavi. Aveva un buon assortimento di fruste, frustini e paddles ma soprattutto era ampiamente rifornita di dildos e strap on, chiunque andasse a trovarla subiva la stessa sorte. Mi raccontò che una volta era venuto un ragazzetto magro, bassino, un po’ peloso, era incuriosito un po’ impaurito, diceva che era troppo buio, voleva andarsene, Lei era riuscita a trattenerlo, l’aveva fatto spogliare, distendere sul letto e, senza che quasi non se ne rendersene conto, il ragazzo si era ritrovato a pancia in giù con mani e piedi legati alla sponde del letto. Prima gli aveva scaldato il sedere col frustino poi dopo opportuna lubrificazione l’aveva penetrato, con un dito e quindi con falli di dimensioni crescenti nonostante le sue proteste. Raccontava queste storia divertita dicendo che a Lei piaceva ma anche gli uomini segretamente godevano. Mi faceva stendere nudo supino sul letto con le gambe lievemente piegate penetrava con un piccolo fallo anale e contemporaneamente mi accarezzava, quando ero pronto mi montava sopra e mi cavalcava godendo come una pazza. Non arrivai mai a fare certe cose che sapevo imponeva ad altri più masochisti di me, per esempio non venni mai costretto a sedermi sullo gabellino sodomizzatore, dal cui sedile spuntava minaccioso un fallo nero di 20 cm. E neppure volli mai incontrare Nina un trans colombiano molto femminile dotato di un pene di dimensioni non eccessive (12-13 cm ) ma molto attivo. Nel corso di un rituale di dominazione Michelle faceva sodomizzare lo schiavo da Nina. L’essere violato di fronte a una donna aumentava nella vittima il senso di frustrazione.
Poi un giorno le portai una bottiglia di vino rosso forte che Lei amava molto, aprì la bottiglia ne bevve due bicchieri, un po’ su di giri andò verso l’armadio l’aprì e tirò fuori un paio di sandali dal tacco altissimo, mi disse :“Vedi questi li mettevo quando volevo andare in giro a fare la zoccola, adesso te li metti e tu e voglio vederti camminare sculettando”. Ovviamente lo feci per buoni 10 min. Lei intanto si spogliò completamente indossò un paio di stivali a mezza coscia con i lacci e quindi uno strap on di dimensioni medie su cui mise un preservativo ed abbondante lubrificante, il vino l’aveva disinibita ed eccitata, nuda con gli stivali neri il fallo luccicante sembrava una vera Amazzone Guerriera. “Vedi questo si chiama strap on ma io preferisco chiamarlo cazzo a cintura perché si capisca bene a cosa serve e adesso visto che sei una troia che cammina sculettando vai su letto e mettiti disteso a pancia in giù” Mi venne sopra e senza tanti complimenti mi penetrò, mi pompava e mugolava oscenità. Mi stava realisticamente violentando, il mio pene era flaccido ma sentivo l’eccitazione crescermi dentro. Ad un certo punto scivolò fuori si liberò dell’arnese si tolse gli stivali e rimase nuda, volle che la scopassi. Mentre la prendevo godeva come una pazza e diceva follie. Mi voleva chiudere nell’armadio
per costringermi a vedere Lei che faceva l’amore con altri uomini, minacciava di farmi inculare da Nina, giurava che mi avrebbe travestito e portato a battere il marciapiede, sembrava non finire mai. Uscii dalla studio con la sensazione di aver fatto qualcosa di irripetibile e non mi sbagliavo…..
Decisi che era giunto il momento di conoscere l’altra Signora che avevo contattato in precedenza e così andai da Michelle. Aveva un piccolo studio non lontano dall’appartamentino di Christine, era più piccolo, una sola stanza e decisamente più buio.
Michelle aveva circa 40 anni, bionda alta quasi 1,80 cm lunghissime gambe affusolate grossi seni e fianchi lievemente abbondanti. Era molto bella e molto spregiudicata, era arrivata in Italia qualche anno dopo Christine, aveva partecipato a qualche pellicola porno e poi si messa a fare la Dominatrice. La professione le piaceva, non disdegnava neanche il sesso, ovviamente alle sue regole, ma quello che la eccitava maggiormente era sodomizzare gli schiavi. Aveva un buon assortimento di fruste, frustini e paddles ma soprattutto era ampiamente rifornita di dildos e strap on, chiunque andasse a trovarla subiva la stessa sorte. Mi raccontò che una volta era venuto un ragazzetto magro, bassino, un po’ peloso, era incuriosito un po’ impaurito, diceva che era troppo buio, voleva andarsene, Lei era riuscita a trattenerlo, l’aveva fatto spogliare, distendere sul letto e, senza che quasi non se ne rendersene conto, il ragazzo si era ritrovato a pancia in giù con mani e piedi legati alla sponde del letto. Prima gli aveva scaldato il sedere col frustino poi dopo opportuna lubrificazione l’aveva penetrato, con un dito e quindi con falli di dimensioni crescenti nonostante le sue proteste. Raccontava queste storia divertita dicendo che a Lei piaceva ma anche gli uomini segretamente godevano. Mi faceva stendere nudo supino sul letto con le gambe lievemente piegate penetrava con un piccolo fallo anale e contemporaneamente mi accarezzava, quando ero pronto mi montava sopra e mi cavalcava godendo come una pazza. Non arrivai mai a fare certe cose che sapevo imponeva ad altri più masochisti di me, per esempio non venni mai costretto a sedermi sullo gabellino sodomizzatore, dal cui sedile spuntava minaccioso un fallo nero di 20 cm. E neppure volli mai incontrare Nina un trans colombiano molto femminile dotato di un pene di dimensioni non eccessive (12-13 cm ) ma molto attivo. Nel corso di un rituale di dominazione Michelle faceva sodomizzare lo schiavo da Nina. L’essere violato di fronte a una donna aumentava nella vittima il senso di frustrazione.
Poi un giorno le portai una bottiglia di vino rosso forte che Lei amava molto, aprì la bottiglia ne bevve due bicchieri, un po’ su di giri andò verso l’armadio l’aprì e tirò fuori un paio di sandali dal tacco altissimo, mi disse :“Vedi questi li mettevo quando volevo andare in giro a fare la zoccola, adesso te li metti e tu e voglio vederti camminare sculettando”. Ovviamente lo feci per buoni 10 min. Lei intanto si spogliò completamente indossò un paio di stivali a mezza coscia con i lacci e quindi uno strap on di dimensioni medie su cui mise un preservativo ed abbondante lubrificante, il vino l’aveva disinibita ed eccitata, nuda con gli stivali neri il fallo luccicante sembrava una vera Amazzone Guerriera. “Vedi questo si chiama strap on ma io preferisco chiamarlo cazzo a cintura perché si capisca bene a cosa serve e adesso visto che sei una troia che cammina sculettando vai su letto e mettiti disteso a pancia in giù” Mi venne sopra e senza tanti complimenti mi penetrò, mi pompava e mugolava oscenità. Mi stava realisticamente violentando, il mio pene era flaccido ma sentivo l’eccitazione crescermi dentro. Ad un certo punto scivolò fuori si liberò dell’arnese si tolse gli stivali e rimase nuda, volle che la scopassi. Mentre la prendevo godeva come una pazza e diceva follie. Mi voleva chiudere nell’armadio
per costringermi a vedere Lei che faceva l’amore con altri uomini, minacciava di farmi inculare da Nina, giurava che mi avrebbe travestito e portato a battere il marciapiede, sembrava non finire mai. Uscii dalla studio con la sensazione di aver fatto qualcosa di irripetibile e non mi sbagliavo…..
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