Percorso di vita 1
di
goldenoro69$
genere
prime esperienze
Il percorso nella vita di una persona a volte si orienta in modo non programmabile e si accetta nei limiti del possibile.
Nel mio caso vedevo tutti i giorni passare una una ragazzina dove lavoravo che mi guardava in modo invitante. Una mattina la fermai e scambiammo qualche parola con la promessa di rivederci. Il giorno dopo, nell'intervallo di pranzo me la trovai davanti e mi chiese cosa volessi, le risposi se potevamo frequentarci, acconsentì subito. Nei giorni successivi mi aspettava sempre, mi disse che aveva 15 anni, non che io ne avessi molti di più, non ancora ne compivo 18. Iniziammo a vederci più spesso e dopo una settimana mi disse in modo chiaro che voleva il mio cazzo in bocca, cosa che amava fare e che aveva già lo fatto con alcuni compagni di scuola. Abbastanza sbalordito mi prestai alla sua richiesta. Non che fossi molto esperto e subii quella pratica in modo entusiasmante. Non sputò nulla, ingoiò tutto. Mi spiegò che la gratificava quella pratica sessuale ma che non vedeva l'ora di utilizzare la figa. Mamma mia che troia pensai. Che troia, che troia non potevo fare a meno di vederla, persi proprio la testa. Un giorno, dopo un mese che stavamo assieme mi informò che il padre sarebbe andato al lavoro, la madre al paese e la sorella più piccola scuola e che io sarei dovuto andare a casa sua perché voleva diventare donna a tutti gli effetti e quindi perdere la verginità. Non si può rinunciare ad una offerta del genere scopammo ma non vi fu traccia dell'imene rotto, non uscì neanche una goccia di sangue da li capii che non era il primo cazzo che prendeva nonostante l'età. Non ci fu verso, mi innamorai perdutamente, ricambiata tra l'altro. Un giorno mi confessò che aveva già avuto dei rapporti con altri ragazzi e che la potevo lasciare. Non ci penso neanche a lasciarti mi piace come sei e quello che fai. Mi saltò addosso per la felicità ma le proposi di placare un po' la sua fame di sesso perché io a 18 anni ero in grado di soddisfarla.
Con l'accondiscendenza di zia separata che viveva sola, avevamo trovato anche la casa dove scopare. La zia si meravigliò della frequenza con cui lo facevamo ed un giorno mi chiese se era lei che lo chiedeva, certamente dissi è affamata, mi rispose "tutta sua zia la porcella". In quell'ambiente mi sentivo beato, ma i miei genitori si accorsero della situazione perché mi vedevano deperito, diedi colpa al lavoro. Dopo un anno ci presentammo ai nostri genitori e tutti furono contenti. Anche lei iniziò a lavorare ed un giorno mi disse che il suo datore di lavoro ci provava. Dissi cerca di dissuaderlo ma non maltrattarlo perché questo lavoro ti piace ed è vicino a casa. In due giorni decidemmo di convivere, trovammo casa e con pochissima attrezzatura ci trasferimmo perché con i genitori non andava molto d'accordo. Di giorno si lavorava e la notte si scopava, il paradiso. La sera tornai a casa e trovai il suo datore di lavoro Carlo, un ragazzone molto simpatico che mi salutò e mi disse che in quella casa così arredata non si poteva vivere e che avrebbe provveduto lui a sue spese, trattenendo una piccola quota mensile dalla paga di Daniela. Accettammo volentieri e lei per ringraziarlo lo baciò. La settimana successiva ci trovammo con la casa arredata con le relative attrezzature. Toccavamo il cielo con un dito. La domenica successiva per ringraziarlo invitammo a pranzo Carlo che si presentò educatamente e mia moglie l'accolse con un bacio sulle labbra. Forse era il segnale che Carlo aspettava perché la strinse a se tanto forte e la tenne così per più di un minuto e quando la lasciò aveva il cazzo che per poco non usciva dalla cintura, a dire il vero mi eccitai anch'io. Pranzammo ma Daniela non vedeva l'ora di portarlo a letto. Li invitai a mettersi sul divano perché avrei provveduto io a portare loro il caffe ed a sistemare la cucina. Sedevano uno accanto all'altra e mi accorsi che Daniela (finalmente dico il nome) che portava la solita mini non portava l'intimo. Pensai, la troia che è in lei si è risvegliata. Non mi sentivo di prendere posizione per non maltrattare lei ma anche Carlo che ci stava aiutando. Portai loro il caffè invitandoli ad andare in camera a riposare e per non far rumore mi chiusi in cucina. Dopo aver messo tutto a posto li avvisai che stavo uscendo e che sarei tornato più tardi. Chiusi la porta ed uscii per distrarmi, stetti fuori un'oretta ed al rientro li trovai ancora sul letto e Daniela mi disse di spogliarmi e mettermi con loro. Lei salì su Carlo ed aspirò con la figa il suo cazzo ed io la dovevo leccare. Era una posizione che la faceva godere in modo particolare ed a volte il cazzo di Carlo usciva e mi veniva in bocca, quando stavano per venire mi sono messo addosso a a lei ed anch'io ho infilato il cazzo nella figa. Dopo un secondo sborrata generale. Dopo un riposino ci alzammo e Carlo mi parlò chiaramente, mi disse che non voleva entrare nella nostra vita coniugale e quello che avevano fatto nel pomeriggio è stato un regalo promesso da Daniela e disse pure che non faceva alcuna trattenuta dalla paga e che eravamo due splendidi ragazzi. Ci salutò baciando Daniela sulle guance ed andò via. Daniela mi abbracciò, mi strinse forte e mi disse che non mi aveva avvisato dei suoi programmi per capire cosa ne pensavo io ed io avevo pensato esattamente quello che voleva lei. Da allora capimmo che eravamo fatti l'uno per l'altro.
Nel mio caso vedevo tutti i giorni passare una una ragazzina dove lavoravo che mi guardava in modo invitante. Una mattina la fermai e scambiammo qualche parola con la promessa di rivederci. Il giorno dopo, nell'intervallo di pranzo me la trovai davanti e mi chiese cosa volessi, le risposi se potevamo frequentarci, acconsentì subito. Nei giorni successivi mi aspettava sempre, mi disse che aveva 15 anni, non che io ne avessi molti di più, non ancora ne compivo 18. Iniziammo a vederci più spesso e dopo una settimana mi disse in modo chiaro che voleva il mio cazzo in bocca, cosa che amava fare e che aveva già lo fatto con alcuni compagni di scuola. Abbastanza sbalordito mi prestai alla sua richiesta. Non che fossi molto esperto e subii quella pratica in modo entusiasmante. Non sputò nulla, ingoiò tutto. Mi spiegò che la gratificava quella pratica sessuale ma che non vedeva l'ora di utilizzare la figa. Mamma mia che troia pensai. Che troia, che troia non potevo fare a meno di vederla, persi proprio la testa. Un giorno, dopo un mese che stavamo assieme mi informò che il padre sarebbe andato al lavoro, la madre al paese e la sorella più piccola scuola e che io sarei dovuto andare a casa sua perché voleva diventare donna a tutti gli effetti e quindi perdere la verginità. Non si può rinunciare ad una offerta del genere scopammo ma non vi fu traccia dell'imene rotto, non uscì neanche una goccia di sangue da li capii che non era il primo cazzo che prendeva nonostante l'età. Non ci fu verso, mi innamorai perdutamente, ricambiata tra l'altro. Un giorno mi confessò che aveva già avuto dei rapporti con altri ragazzi e che la potevo lasciare. Non ci penso neanche a lasciarti mi piace come sei e quello che fai. Mi saltò addosso per la felicità ma le proposi di placare un po' la sua fame di sesso perché io a 18 anni ero in grado di soddisfarla.
Con l'accondiscendenza di zia separata che viveva sola, avevamo trovato anche la casa dove scopare. La zia si meravigliò della frequenza con cui lo facevamo ed un giorno mi chiese se era lei che lo chiedeva, certamente dissi è affamata, mi rispose "tutta sua zia la porcella". In quell'ambiente mi sentivo beato, ma i miei genitori si accorsero della situazione perché mi vedevano deperito, diedi colpa al lavoro. Dopo un anno ci presentammo ai nostri genitori e tutti furono contenti. Anche lei iniziò a lavorare ed un giorno mi disse che il suo datore di lavoro ci provava. Dissi cerca di dissuaderlo ma non maltrattarlo perché questo lavoro ti piace ed è vicino a casa. In due giorni decidemmo di convivere, trovammo casa e con pochissima attrezzatura ci trasferimmo perché con i genitori non andava molto d'accordo. Di giorno si lavorava e la notte si scopava, il paradiso. La sera tornai a casa e trovai il suo datore di lavoro Carlo, un ragazzone molto simpatico che mi salutò e mi disse che in quella casa così arredata non si poteva vivere e che avrebbe provveduto lui a sue spese, trattenendo una piccola quota mensile dalla paga di Daniela. Accettammo volentieri e lei per ringraziarlo lo baciò. La settimana successiva ci trovammo con la casa arredata con le relative attrezzature. Toccavamo il cielo con un dito. La domenica successiva per ringraziarlo invitammo a pranzo Carlo che si presentò educatamente e mia moglie l'accolse con un bacio sulle labbra. Forse era il segnale che Carlo aspettava perché la strinse a se tanto forte e la tenne così per più di un minuto e quando la lasciò aveva il cazzo che per poco non usciva dalla cintura, a dire il vero mi eccitai anch'io. Pranzammo ma Daniela non vedeva l'ora di portarlo a letto. Li invitai a mettersi sul divano perché avrei provveduto io a portare loro il caffe ed a sistemare la cucina. Sedevano uno accanto all'altra e mi accorsi che Daniela (finalmente dico il nome) che portava la solita mini non portava l'intimo. Pensai, la troia che è in lei si è risvegliata. Non mi sentivo di prendere posizione per non maltrattare lei ma anche Carlo che ci stava aiutando. Portai loro il caffè invitandoli ad andare in camera a riposare e per non far rumore mi chiusi in cucina. Dopo aver messo tutto a posto li avvisai che stavo uscendo e che sarei tornato più tardi. Chiusi la porta ed uscii per distrarmi, stetti fuori un'oretta ed al rientro li trovai ancora sul letto e Daniela mi disse di spogliarmi e mettermi con loro. Lei salì su Carlo ed aspirò con la figa il suo cazzo ed io la dovevo leccare. Era una posizione che la faceva godere in modo particolare ed a volte il cazzo di Carlo usciva e mi veniva in bocca, quando stavano per venire mi sono messo addosso a a lei ed anch'io ho infilato il cazzo nella figa. Dopo un secondo sborrata generale. Dopo un riposino ci alzammo e Carlo mi parlò chiaramente, mi disse che non voleva entrare nella nostra vita coniugale e quello che avevano fatto nel pomeriggio è stato un regalo promesso da Daniela e disse pure che non faceva alcuna trattenuta dalla paga e che eravamo due splendidi ragazzi. Ci salutò baciando Daniela sulle guance ed andò via. Daniela mi abbracciò, mi strinse forte e mi disse che non mi aveva avvisato dei suoi programmi per capire cosa ne pensavo io ed io avevo pensato esattamente quello che voleva lei. Da allora capimmo che eravamo fatti l'uno per l'altro.
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