Vite parallele. Pt1
di
Lupin3
genere
tradimenti
Vite parallele è un racconto basato su un tradimento, un amore, un ossessione, una passione e soprattutto su un illusione verso una donna che non è mia moglie.
Quel giorno facevo il turno spezzato a lavoro e quindi mi trovavo a coprire anche il turno serale, durante la pausa pomeridiana di solito non torno a casa ma resto nei paragi del posto dove lavoro, quel pomeriggio pioveva e ancora ora riesco a sentire quell'aria, quell'atmosfera di quella giornata che pensandoci oggi era magica ma io ancora non lo sapevo. Erano solito assumere stagisti e persone con prestazioni occasionali nei periodi più intensi di lavoro, quel pomeriggio scortato da un suo amico viene per un colloquio lei, il suo nome lo cambio per ragioni mie in Cristina, non troppo alta ma con uno sguardo e un sorriso che mi fanno subito apprezzare la sua bellezza con qualche commento con un collega di fianco. Il colloquio va benissimo e il giorno dopo me la ritrovo a lavoro, bella e splendente come il sole, essendo io un tipo molto estroverso rompo subito il ghiaccio con presentazioni varie e qualche battutina per metterla a sua agio, il suo sgardo mi ipnotizza e in me cerco di stare molto calma e di non far capire nulla a nessuno e soprattutto a lei essendo io sposato con mia moglie in attesa del nostro primo figlio, il pomeriggio come al solito tutti in pausa e tutti a fumare e rilassare tra un a chiacchierata e l'altra è mi ci ritrovo a passare 3 ore della mia vita, le più belle e veloci di tutte.
Passa qualche giorno e il rapporto stranamente al posto di migliorare peggiora, allora tra me e me penso che abbia sfruttato il mio essere estroverso per inserirsi in modo veloce a lavoro facendo la simpatica per un po'. Dopo un po' di settimane un po' freddi ci ricapita un pomeriggio insieme gli racconto un po' la mia vita e lei la sua, gli dico le mie passione e una di queste è quella per i dolci e gli porto in dono un dolce fatto da me, tutto filava per il verso giusto ci eravamo chiariti anche se lei era sempre la stessa era io che avevo perso certezze e cercavo di riprendermele. Appena la situazione sembrava andare per il verso giusto una notizia mi stava per ammazzare, mi chiedevano di andare in trasferta a Bergamo per 2 settimane. Ci vado e non faccio altro che pensare a lei, allora faccio un piccolo passo per placare la mia angoscia del non vederla, gli chiedo l'amicizia sui social e dopo un po' di attesa eccola che arriva e manco a farlo apposta la sera con una scusa banale eravamo lì a parlare, io ero in hotel e lei a casa appena rientrata da una serata col suo ragazzo, parliamo del più e del meno inizialmente e la sensazione che ne fa da padrone è il fatto che sembrava ci conoscessimo da anni tanto era la sintonia tra cose in comune ed esperienze fatte. Passati i 15 giorni dove ci siamo sentiti praticamente tutte le sere era diventato il nostro rito ormai dopo aver trascorso la giornata tra lavoro e impegni ritrovarci a scrivere e parlare, faccio ritorno a casa e lavoro. L'ultima sera prima del mio ritorno ero riuscito a strappargli una promessa, appena ci vediamo ci diamo un abbraccio così grande e forte da farci del male, e così fu appena ci incrociammo ci fu uno sguardo magnetico e ci abbracciamo così forte che ancora ora sento il suo profumo sulla mia pelle.
Passa qualche settimana solita routine la sera ci troviamo a scriverci e si avvicina il giorno del mio compleanno e lei mi dice che ha un regalo per me e che appena possibile me lo da lontano da occhio indiscreti dei colleghi, ci appariamo dopo il lavoro e mi da questa scatolina, mi abbasso per ringraziarla e al posto di un abbraccio gli do un bacio sulle labbra, dato il trasporto mi aspetto fosse ricambiato invece mi da uno schiaffo e mi lascia lì attonito come uno stupido e va via imprecando. La sera provo a chiarire e le scrivo dopo un po' di resistenza gli strappo un incontro il mattino al bar per un caffè e chiarire il tutto. A BREVE PUBBLICHERÒ LA SECONDA PARTE DOVE INIZIERÀ IL BELLO DELLA STORIA E NELLA TERZA PARTE LA FINE CHE NON VI ANTICIPO COME SIA.
Quel giorno facevo il turno spezzato a lavoro e quindi mi trovavo a coprire anche il turno serale, durante la pausa pomeridiana di solito non torno a casa ma resto nei paragi del posto dove lavoro, quel pomeriggio pioveva e ancora ora riesco a sentire quell'aria, quell'atmosfera di quella giornata che pensandoci oggi era magica ma io ancora non lo sapevo. Erano solito assumere stagisti e persone con prestazioni occasionali nei periodi più intensi di lavoro, quel pomeriggio scortato da un suo amico viene per un colloquio lei, il suo nome lo cambio per ragioni mie in Cristina, non troppo alta ma con uno sguardo e un sorriso che mi fanno subito apprezzare la sua bellezza con qualche commento con un collega di fianco. Il colloquio va benissimo e il giorno dopo me la ritrovo a lavoro, bella e splendente come il sole, essendo io un tipo molto estroverso rompo subito il ghiaccio con presentazioni varie e qualche battutina per metterla a sua agio, il suo sgardo mi ipnotizza e in me cerco di stare molto calma e di non far capire nulla a nessuno e soprattutto a lei essendo io sposato con mia moglie in attesa del nostro primo figlio, il pomeriggio come al solito tutti in pausa e tutti a fumare e rilassare tra un a chiacchierata e l'altra è mi ci ritrovo a passare 3 ore della mia vita, le più belle e veloci di tutte.
Passa qualche giorno e il rapporto stranamente al posto di migliorare peggiora, allora tra me e me penso che abbia sfruttato il mio essere estroverso per inserirsi in modo veloce a lavoro facendo la simpatica per un po'. Dopo un po' di settimane un po' freddi ci ricapita un pomeriggio insieme gli racconto un po' la mia vita e lei la sua, gli dico le mie passione e una di queste è quella per i dolci e gli porto in dono un dolce fatto da me, tutto filava per il verso giusto ci eravamo chiariti anche se lei era sempre la stessa era io che avevo perso certezze e cercavo di riprendermele. Appena la situazione sembrava andare per il verso giusto una notizia mi stava per ammazzare, mi chiedevano di andare in trasferta a Bergamo per 2 settimane. Ci vado e non faccio altro che pensare a lei, allora faccio un piccolo passo per placare la mia angoscia del non vederla, gli chiedo l'amicizia sui social e dopo un po' di attesa eccola che arriva e manco a farlo apposta la sera con una scusa banale eravamo lì a parlare, io ero in hotel e lei a casa appena rientrata da una serata col suo ragazzo, parliamo del più e del meno inizialmente e la sensazione che ne fa da padrone è il fatto che sembrava ci conoscessimo da anni tanto era la sintonia tra cose in comune ed esperienze fatte. Passati i 15 giorni dove ci siamo sentiti praticamente tutte le sere era diventato il nostro rito ormai dopo aver trascorso la giornata tra lavoro e impegni ritrovarci a scrivere e parlare, faccio ritorno a casa e lavoro. L'ultima sera prima del mio ritorno ero riuscito a strappargli una promessa, appena ci vediamo ci diamo un abbraccio così grande e forte da farci del male, e così fu appena ci incrociammo ci fu uno sguardo magnetico e ci abbracciamo così forte che ancora ora sento il suo profumo sulla mia pelle.
Passa qualche settimana solita routine la sera ci troviamo a scriverci e si avvicina il giorno del mio compleanno e lei mi dice che ha un regalo per me e che appena possibile me lo da lontano da occhio indiscreti dei colleghi, ci appariamo dopo il lavoro e mi da questa scatolina, mi abbasso per ringraziarla e al posto di un abbraccio gli do un bacio sulle labbra, dato il trasporto mi aspetto fosse ricambiato invece mi da uno schiaffo e mi lascia lì attonito come uno stupido e va via imprecando. La sera provo a chiarire e le scrivo dopo un po' di resistenza gli strappo un incontro il mattino al bar per un caffè e chiarire il tutto. A BREVE PUBBLICHERÒ LA SECONDA PARTE DOVE INIZIERÀ IL BELLO DELLA STORIA E NELLA TERZA PARTE LA FINE CHE NON VI ANTICIPO COME SIA.
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