Non erano solo fantasie Cap 3
di
Mas1908
genere
esibizionismo
Rientrammo nel bungalow attraversando di nuovo il piccolo bosco ancora nudi. I nostri corpi sapevano ancora di sesso. Gli odori sono difficili da togliere ma forse non volevamo nemmeno rimuoverli. Malgrado queste piacevoli sensazioni, ci facemmo comunque una doccia e ci gettammo sul letto esausti dalla incredibile giornata appena trascorsa. Pensai che eravamo solo al primo giorno… e poi crollai. Al risveglio vidi che Giulia era già alzata. Nell’angolo cottura della casa era ancora nuda intenta a preparare la colazione e le finestre erano già aperte. Dimenticanza o tacito invito? “Dobbiamo parlare” disse ad un tratto. Mi si è gelato il sangue. Il tono della voce deciso e netto mi ha dato l’impressione di un totale ripensamento. “Ecco è la fine di tutto” pensai. “Senti” iniziò “quello che è accaduto era impensabile fino a 24 ore fa. Si faceva parte della mia ed anche della tua fantasia… ma cosa stiamo facendo?”. “Un attimo fammi prendere almeno il caffè” risposi. Avevo bisogno di avere più tempo per trovare parole e argomenti giusti per dare una risposta che sapeva di invito. Perché io volevo proseguire nella svolta che la nostra vita stava assumendo e non mi andava di tornare indietro. Sorseggiai il caffè con estrema lentezza e poi risposi “Mi domandi cosa stiamo facendo dopo aver fatto il migliore sesso della nostra vita? Mai abbiamo goduto così tanto, sia io che te, e mai ci siamo sentiti così appagati. Questo lo sai anche tu. Immagino che stai pensando che abbiamo corso un po’ troppo forse…” terminai mettendomi in attesa della sua risposta che non tardò ad arrivare. “Si certo è ovvio. Ieri per puro caso ho, e dico ho perché sono cosciente che ho provocato io questa cosa… ma qualche ora mi avevi scopato tu e due sconosciuti in autostrada e poi anche una coppia di ragazzi la sera. Ho pure avuto un rapporto lesbico che non avevo mai avuto prima… Avrò anche fantasticato su questo… ma in così poche ore abbiamo… abbiamo… uffa ma non ti è chiaro?” “Scusa ma cosa dovrebbe essermi chiaro; il fatto che da adulti abbiamo fatto, insieme, quello che volevamo fare da chissà quanto tempo? Certo che mi è chiaro. Mi è chiaro che lo abbiamo provocato, lo abbiamo cercato e poi fatto… tutto qui. Lo abbiamo fantasticato nelle nostre menti, per tutti questi anni, senza mai confessarcelo prima ed ora finalmente abbiamo trovato il coraggio per farlo. Io credo più che altro, che tu abbia paura del vortice che rischia di travolgerci” “Si certo è ovvio anche questo… se in così poche ore ci siamo lasciati andare fino a questo punto un attimo di riflessione è giusto che ci sia” “Senti dimmi chiaramente che ti sei pentita o che temi che il nostro matrimonio possa finire con queste cose... e comunque ti faccio notare che sei di nuovo nuda e con le finestre aperte…” risposi con un tono leggermente seccato e perentorio. “No non temo questo e non sono affatto pentita… ho solo paura di dove andremo a finire continuando così… come coppia intendo”. ”Senti facciamo così se sei d’accordo, senza però poi tornarci sopra ogni volta. Allora decidiamo noi cosa fare e con chi, quando e come farlo anche aspettando una nuova occasione del tutto fortuita. Oppure cercando situazioni nuove ma di comune accordo. Se a te una cosa non va di farla non la facciamo e la stessa cosa vale per me. Sei d’accordo così… io indietro non ho voglia di tornare questo lo devi sapere però…”. Rimase in silenzio qualche minuto e poi disse “Ok va bene, decidiamo così. Non ne parliamo più”. E via con l’occhiolino. Era già tornata quella del giorno prima, pensai. “Ti faccio subito una richiesta allora” aggiunse poco dopo “Ti piacerebbe vedermi scopare con tre uomini… tutti insieme, dove tu però sei solo spettatore?” Rimasi senza fiato. In un attimo era tornata proprio quella del giorno prima ed evidentemente mi aveva appena confidato una sua fantasia. Ma io ero ad un bivio. Dire di no, significava riaprire subito la discussione ma restava che non ero affatto convinto di dire di si. Mi resi conto presto che però non avevo scelta. “Ok risposi… quando vedi qualcuno che ti interessa basta che me lo dici e vediamo come fare” risposi. Ero appena stato colpito e affondato. Finimmo la nostra colazione a andammo al mare. Avevamo deciso di restare tutta la giornata. Quindi teli da mare, bibite e frutta. Arrivati ci rendemmo conto che la gente era all’incirca quella di ieri; poche persone e distanze rispettate. Mentre ero assorto in questi pensieri, Giulia era andata in riva al mare. Assaggiava con il piede la temperatura dell’acqua e ammirava la maestosità del mare. Voltava la testa a destra e sinistra ma già stava cercando qualcuno, ne ero certo. Qualche minuto dopo mi invitò a seguirla per fare una bagno. Mi alzai andandole incontro, la presi per mano e la condussi in acqua. Uscimmo poco dopo e ugualmente guardai il suo corpo bello e bagnato. I capelli che scendevano lungo il collo, il suo adorabile sedere ma notai anche il suo movimento con la testa. Non mi sbagliavo, stava proprio cercando di scorgere qualcuno. Ma non c’erano ragazzi, almeno non tre. Tornati all’ombrellone ci sdraiammo a prendere il sole. La stanchezza del giorno prima si impossessò di noi e ci assopimmo sotto quel benefico calore. Dormimmo circa due ore, forse qualcosa di meno, ma al nostro risveglio la spiaggia era ancora più vuota. Era quasi ora di pranzo per molti. Così andammo a fare due passi verso la spiaggia della sera precedente credo che in entrambi batteva forte la curiosità di vedere chi c’era. Nessuno, non c’era nessuno. Per cui delusi tornammo al bungalow. Dopo il pranzo, notavo nel volto di Giulia la delusione per la mattinata passata. Una volta nudi sul letto le dissi che il pomeriggio, malgrado avessimo deciso di non prendere l’auto per tutta la settimana, saremmo andati in giro alla ricerca di un locale dove lei avrebbe potuto trovare quello che cercava. Ormai volevo farla felice e accontentarla in questa sua ricerca, e tutto questo perché io volevo continuare a sperimentare cose nuove insieme a lei. Ci siamo preparati e diretti verso il paese, neanche tanto piccolo, aprendo così la caccia. Io vestito con bermuda e camicia e macchina fotografica al collo, Giulia con gonna poco sopra il ginocchio, camicia, sbottonata tanto da far intravedere il suo seno e senza mutande. Mezzora dopo lasciavamo la macchina al parcheggio del centro e a piedi, come due semplici turisti, ci siamo diretti verso la piazza principale. Eravamo turisti in visita alle bellezze del posto ma nessuno poteva immaginare che tipo di “bellezze” ci interessavano. Seduti ad un bar, ci siamo presi due bibite e, all’ombra di una calda giornata, parlavamo del più e dl meno. Ad un tratto con la mia macchina fotografica ho iniziato a scattare delle foto ma non a monumenti e chiese, bensì ai ragazzi che ignari girovagavano. Dopo qualche scatto, ho lasciato che fosse Giulia a vedere il risultato. Nessuno sembrava interessarla particolarmente. E comunque non c’erano gruppi di giovani. Ho così ripreso a scattare ma questa volta montando un obiettivo da 300 per meglio avvicinare i soggetti. Ma ho anche cambiato inquadratura. Avevo notato che dalla parte opposta a dove ci trovavamo noi, c’erano dei balconcini e su uno di questi era poggiato un ragazzo. Avrò avuto 24, 26 anni stava fumando. Inquadrai e feci lo scatto. Poi sul piccolo monitor delle reflex controllai il risultato. Non mi sembrava male. Così tornai con l’inquadratura al balconcino. Feci altri scatti proprio mentre dietro al primo si affacciò un secondo tizio. Pressappoco la stessa età del primo. Continuai a scattare e dopo iniziai a vedere il risultato di quell’inatteso book fotografo ai miei soggetti ignari e sconosciuti. Su una foto, appena dentro la stanza, notai il passaggio di una terza persona. Capelli lunghi, mori e leggermente ondulati. Era evidente che non portava reggiseno perché si intravedeva un seno di tutto rispetto. Dannazione feci tra me… questa non ci voleva. Cancellai la foto e feci vedere le restanti inquadrature a Giulia. Mi confessò che le piacevano… ma sembravano essere solo due. Vabbè, risposi, magari hanno anche un amico. Dai se vuoi andiamo sotto la loro finestra e cerchiamo di attirare l’attenzione, le suggerii. Attraversammo con calma la piazza prendendo posto in un altro tavolo proprio di fronte al balcone dei due. Feci sedere Giulia con le spalle al passeggio ma di fronte alla vista dei ragazzi che in linea d’aria ora distavano da noi non più di 5 o 6 metri. Io, spalle a loro, mi godevo il passaggio. “Cosa facciamo ora?” mi domandò Giulia. “Sono ancora affacciati?”, chiesi io. Si fu la risposta. Allora fissa lo sguardo su uno dei due e non appena ti nota, tira fuori la lingua e leccati voluttuosamente le labbra. Poi con gesto di apparente indifferenza metti una mano dentro la camicetta e toccati un seno… se non è scemo capisce, risposi. Così fece; il ragazzo, sotto il richiamo dello sguardo di Giulia, si girò e lei fu pronta a leccarsi le labbra. Fece un occhiolino all’indirizzo del tizio e subito dopo, molto lentamente, infilò la sua mano dentro la camicetta, con una tranquillità e disinvoltura che mi erano sconosciute per quell’occasione. Si slacciò con lenta disinvoltura un bottone della sua camicetta. Spostò di poco la posizione del suo busto così da offrire al tizio una visione del suo seno certamente più nitida. Arrivò a toccare il suo capezzolo, massaggiandolo con delicatezza. La turgida protuberanza si mostrò alla fine dritto e voglioso per l’eccitazione e Giulia provò un sottile piacere e un piccolo brivido. “Che troia stai diventando Giulia”, commentai. Lei mi guardò e sorrise. “Mi ha fatto cenno di salire” mi disse tutta eccitata. “Lo vedi che non è scemo. Dai andiamo, proposi. Sentimmo lo scatto del portone e, una volta entrati salimmo il piano a piedi. Giunti al primo piano, vedemmo un lungo corridoio e a destra tutta una serie di porte di ingresso. La terza si aprì leggermente e potemmo così vedere più da vicino il ragazzo ammirato prima. Ci fece cenno di avvicinarci, invitandoci ad entrare. Si avrà avuto sui 25 anni sul metro e settanta, fisico asciutto, moro. Indossava un paio di boxer, che evidenziavano un una certa protuberanza, e non si fece problemi a riceverci così. Dietro di lui ecco il suo amico. Anche questo sui 25 anni ma di poco più alto. Una volta dentro, le presentazioni. Ciao sono Luca e lui è Fabio. Ciao fu la risposta del secondo mentre noi aggiungemmo i nostri nomi. Entrambi erano a torso nudo, Fabio in bermuda però. L’ingresso era ampio e spazioso e c’era la portafinestra dove prima erano affacciati i ragazzi. Un angolo cottura a sinistra ed un corridoio a destra che dava evidentemente suk resto dell’appartamento. Una porta laterale si aprì e vedemmo uscire una ragazza, la stessa che avevo fotografato io in precedenza. Sul metro e sessantacinque, più grande di età rispetto ai suoi amici. Avrà avuto una trentina d’anni pensai; indossava un leggero accappatoio in microfibra lilla. Tenuto molto largo, si intravedeva un bel seno che non voleva saperne di stare dentro. La cintura era tenuta piuttosto lenta e inevitabilmente lasciava vedere delle splendide gambe. Con un gesto di falso pudore, cercò di coprirsi le parti bassi, salutandoci con un ciao, quasi ci fossimo visti la sera prima. Voce leggermente roca forse dovuta alla notte arroventata appena trascorsa con i due. Lei è Fabiana. Ciao ripeté la ragazza che a quel punto lasciò i lembi dell’accappatoio che subito si aprì sul davanti. Senza alcun segno di pudore ci mostrò i seni che erano splendidi con le aureole grandi e chiare, dove sopra si notavano due grandi capezzoli. Ma sotto… lì sotto… c’era una cazzo. Un grande cazzo moscio che in stato di eccitazione doveva essere di tutto rispetto… e che rispetto pensai. Fabiana era una trans, cosa inimmaginabile, sia dal timbro della voce che dal fisico. Un donna con il cazzo però. Bellissima. Era la prima volta per noi ma l’effetto su entrambi fu di rapida eccitazione. “Giulia prima mentre eri al bar ho notato che eri accaldata… molto direi”, disse Luca. “E si in effetti un pochino”, rispose mettendo di nuovo la mano sul seno. “Allora dai mettiti comoda e se vuoi spogliati… tranquilla non abbiamo problemi, siamo piuttosto aperti di mentalità come puoi ben vedere da sola” concluse indicando Fabiana con un sorriso. Quest’ultima per essere ancora più esplicita, gli si avvicinò baciandolo sulle labbra e subito dopo, rivolta a Fabio, baciò anche lui. “E’ geloso”, disse con un sorriso. Poi si sedette sul divano, lasciando che le si aprisse del tutto l’accappatoio. Si massaggiò i seni e poi prese a stuzzicarsi i capezzoli, torcendoli e tirandoli, che subito risposero alle sollecitazioni. Si fecero duri e grandi poi prese una mano di Giulia e la condusse su uno dei due. Mia moglie prese a massaggiare il seno di Fabiana mostrando sempre più interesse. Si alzò ed iniziò a spogliarsi. Prima la camicetta, facendo una lenta piroetta e dando modo ai presenti di ammirare le sue grazie. Luca si avvicinò e le tolse la gonna e tutti poterono vedere che era senza mutandine. “Lo vedi che avevi caldo… era chiaro…”, disse Fabio. La fica di Giulia fu mostrata a tutti. Ma Luca non era soddisfatto, per cui si avvicinò a Giulia, si mise in ginocchio davanti a lei e utilizzando i due indice delle mani la aprì. Dapprima poco, poi di più ed alla fine l’allargò tirandole le grandi labbra verso l’esterno. Il risultato fu che ora Giulia era dritta in piedi con Luca che la mostrava aperta a tutti. “E’ già bagnata…”, disse. Fabiana ormai rapita dalla visione aveva il cazzo bello teso, un’asta di carne lunga circa venti centimetri ma con una circonferenza notevole su cui svettava una cappella rossa di desiderio. “Dai Giulia facci vedere come succhi il cazzo a Fabiana… “, aggiunsi. Fabiana possedeva il terso cazzo che era nei desideri di Giulia e oltretutto a me piaceva l’idea di vederla succhiare un pene ad una donna. Giulia si accovacciò tra le gamba di Fabiana e preso in mano il suo pene iniziò un lento pompino. Fabiana dal canto suo, posò le mani sui suoi capelli mostrando di gradire il trattamento. Luca si avvicinò a Giulia tirandola su leggermente esponendo il suo culo alla nostra vista. Delicatamente con i pollici allargò le natiche di Giulia aprendo il buchino scuro del suo sedere e con delicatezza iniziò una lenta opera con la lingua. Si sentiva il gradimento di Giulia dai suoi soffocati oh di soddisfazione. “Ma tu non hai caldo?”, mi chiese improvvisamente Fabio. In effetti ero ancora in bermuda malgrado la mia eccitazione fosse evidente. Mi spogliai completamente e subito Fabio mi si avvicinò allungando la sua mano verso il mio cazzo. Prese a massaggiarlo con delicatezza e la mia risposta fu immediata. Con l’altra mano si abbasso le mutande mostrandosi anche lui in erezione. Istintivamente anche io allungai la mano andando a prendere il suo cazzo. Era la prima volta che toccavo un membro che non era mio anche se la sera precedente lo avevo preso in bocca un pene tra le mani non lo avevo ancora mai avuto. Lo sentivo liscio, pulito e duro e la mano scorreva leggera su tutta la sua lunghezza. Poi mi abbassai e iniziai a fargli un pompino mentre Giulia leccava tette e cazzo di Fabiana e Luca aveva iniziato a penetrarla nel culo. Fabiana dal canto suo si era sdraiata e invitava Giulia a posizionarsi al suo fianco mentre con la mano cercava di inserire il suo pene dentro la sua fica. Riuscita nel suo intento fece posto anche a Luca che da dietro spinse delicatamente il cazzo dentro il culo di Giulia. Presa davanti e dietro, come era nei suoi desideri, invitai Fabio ad andare verso il viso di Giulia per infilare il suo cazzo nell’unico buco che ne era sprovvisto. Così fece ed io rimasi a guardare quell’aggrovigliato di corpi dove in mezzo c’era mia moglie. La scena era estremamente eccitante e presi a massaggiarmi il cazzo. Ma non volevo venire subito ma godere della visione e degli orgasmi di Giulia. Non ero affatto pentito del desiderio che mi aveva confessato e vederla così intenta a donarsi a loro mi rendeva piacevolmente cornuto. Luca poco dopo lasciò il culo di Giulia e venendo dietro me prese ad allargarmi il sedere. Io ero con il mio cazzo in mano mentre lui mi stava leccando il mio buchino. Sapevo già cosa stava per accadere e non feci nulla per fermare Luca anzi lo incoraggiai posizionandomi quasi a novanta gradi. Poco dopo iniziai a sentire la sua cappella che provava a farsi largo nel culo. “Fai piano è la prima volta…” dissi sottovoce. Giulia girandosi si accorse di quanto stava per accadere e volle vedere da vicino il cazzo di Luca che profanava il mio buchino. “Bello il mio maritino si fa inculare… guardate è la prima volta per lui ma sembra piacergli parecchio” disse. Tutti girarono lo sguardo verso di me proprio mentre Luca con un ultima spinta affondò tutto il suo cazzo dentro di me. Fabio mi mise allora il suo membro in bocca ed ora le parti si erano invertite. Io ero pieno in tutti i miei buchi e Giulia stava a guardare la scena. Fabiana però prese la testa di Giulia e la spinse con forza verso il suo cazzo muovendola ritmicamente. Si vedeva che desiderava venirgli in bocca e si sentiva dai suoi lamenti. Fu un attimo e Fabiana le scaricò tutto il suo sperma dentro … due o tre ondate di sborra riempirono al bocca di Giulia proprio mentre Fabio faceva la stessa con me. Sentii il pulsare del suo cazzo e subito dopo una gran quantità di sperma mi riempì la bocca. Avevamo tutti e due la bocca piena e ci unimmo in un bacio a scambiarci sapori e dense quantità. Ma volevo di più. Andai da Fabiana e la baciai sulla bocca e poi presi a succhiare i suoi seni, deponendo parte della sborra sui suoi capezzoli. Spalmai per bene tutto ed iniziai a giocare con loro. Prima presi a morderli, poi a leccarli e baciarli; di seguito li tirai torcendoli sempre di più. Fabiana mi lasciava fare e il dolore che certamente le procuravo, sembrava eccitarla ancor di più. Chiamò Giulia e le chiese di sedersi sul suo cazzo di spalle infilandosi dentro la fica il pene. Fabio continuava a farsi fare un pompino da Giulia e Luca, chinato tra le sue cosce, leccava tanto la sua fica che il cazzo di Fabiana. Una scena degna del miglior Miller. Da lì in poi non ci furono limiti e quando le forze vennero meno ci sdraiammo avvinghiati l’uno a l’altro. Umori e sperma erano su ogni parte dei nostri corpi ed ancora ne avremmo voluto di più. Ma era finito. Retava solo un grande appagamento ed una eccitazione latente
P.S. come sempre attendo commenti e suggerimenti a: mas1908@libero.it
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