La nave scuola due
di
LILO
genere
gay
Dopo Roma, era chiaro che mia moglie non mi considerasse più un uomo, un maschio, non è che lo fossi poi così tanto a dire il vero, diciamo che non sono mai stato uno scopatore, con lei intendo.
Ma di buono, ci fù, il nostro accordo, io potevo continuare a fare la mia vita da femmina, incontrare chi volevo, e nel possibile, vivere da donna, lei come controparte, poteva scopare e uscire con chiunque lei volesse.
Devo dire che la cosa, da subito ci diede soddisfazione, io per lunghi periodi ero lontana da casa, e lei così, aveva campo libero con i suoi amanti, e visto che io non avevo, più interesse, verso di lei, ne verso altre donne, quando mi comunicò di essere incinta, mi venne semplice chiederle chi fosse il padre.
Mi donò, trè meravigliosi figli, due femmine e un maschio, concepiti da trè maschi diversi, e da mè riconosciuti.
Ma intanto la mia vita prendeva una strada diversa ogni giorno che passava, passai da sporadici incontri, a volte furtivi, come trav, a passare intere serate a passeggiare travestita in zone particolari di Milano, dove venivo adescata, e scopata dove capitava, e se ero fortunata venivo portata in una camera di albergo.
Ma non mi bastava, capivo che dovevo evolvermi, e così iniziai a frequentare locali dedicati a trans e trav, iniziai a truccarmi sempre meglio, e vestire sempre più da signora, e così, iniziai a pubblicare su riviste specializzate, di allora annunci per diciamo incontri a pagamento, divenni in breve una prostituta.
Grazie a una coppia anziana proprietaria di un alberghetto nella zona stazione centrale, avevo una camera tutta mia, parte della mia marchetta era loro, e anzi, mi trovarono anche i primi clienti, così, per alcuni anni, feci una delle più belle esperienze della mia vita.
Nel frattempo i bambini crescevano, e come figura paterna, non è che mi vedessero molto presente, e nel frattempo, successe quello che non avrebbe dovuto succedere, rimasi in una retata di prostituzione, una sera di Maggio, entrarono in albergo, e aprirono tutte le camere, io ero intenta a prendermi un bel cazzo nel culo, e fui arrestata e condotta con le altre prostitute in caserma.
Ero praticamente nuda, in reggicalze calze, tacchi, e un lenzuolo a coprirmi, finii sui giornali di Milano, e poco dopo tutti scoprirono la mia vera natura.
Mi licenziai, era chiaro che non potevo continuare a recarmi in azienda, e così, finii a battere, per strada come tutte le mie colleghe, e lo feci per circa quattro anni, e nel frattempo, continuai la mia evoluzione, mi feci un seno stupendo, non il solito a palla, ma giusto, leggermente a pera, erano una favola, e così la mia trasformazione in donna era sempre più marcata.
Ero molto carina, e trà le gambe avevo un bel cazzo, e poi un giorno conobbi un medico chirurgo.
Divenni la sua amante, anche se continuavo a prostituirmi, non più in strada ma in un appartamento che avevo acquistato, e un bel giorno mi fece una proposta che accettai.
Mi propose, di trasferire all'interno del mio corpo i miei testicoli, e togliermi le sacche, accettai, e così lui procedette.
Fese in modo, di infilarmi i testicoli in una posizione che non mi dessero fastidio, ma che mi dessero sempre la possibilità di sborrare, fù chiaro che essendo all'interno, il calore avrebbe ucciso i miei spermatozzoi, la cosa non mi interessava.
E così mi ritrovai liscia, un bel cazzo e niente palle, i miei clienti ne furono felicissimi.
Intanto, anche se a casa mi vedevano poco, i ragazzi crescevano, il nostro rapporto era ottimo, avevano accettato il fatto che il papà era una seconda mamma, ma poi successe una cosa che cambiò la mia vita.
Il figlio di mia moglie, era già un ragazzo cresciuto, e un bel giorno mi ritrovai mia moglie a Milano, io avevo da poco finito un incontro, ero ancora in reggicalze, calze tacchi, truccatissima, e quando entrò in casa, avevo ancora il cazzo durissimo, ero piena di sperma nel culo, non mi ero masturbata, e così lei lo notò, mi ricordo poco del tuo cazzo, mi scopavi pochissimo, ma devo dire che è notevole, io sorrisi, lo uso poco, è altro che vogliono da mè, lo so puttana, e mi si avvicinò, afferrò il mio cazzo, e guardandomi mi disse ti và?, se vuoi dissi io perché no, sono piena di sperma entrerai meglio, e così mi misi a pecora, e in breve avevo il suo braccio nel culo, mentre mi masturbava con l'altra mano.
Le spostai la mano, e le dissi infilala anche lei, finisco io, e dopo che me la infilò, mi masturbai fino a venire.
Poi esausta mi stesi, e lei si spogliò, e si stese nuda al mio fianco, la guardai, pur essendo passati gli anni era sempre stupenda, mi accarezzo e mi disse, ho bisogno di tè, sorrisi, non amo la figa lo sai, lei rise, non è per mè, e per tuo, o meglio mio figlio, rimasi stupita, in che senso le dissi, nel senso che è gay, e non ha ancora avuto la sua prima esperienza, e chi megli di tè per iniziarlo e seguirlo?.
Avrei dovuto sverginarlo, e portarlo nel mondo trans, ma sei matta le dissi, lei scivolò sul mio cazzo e iniziò un pompino da urlo, e in pochi minuti le venni in bocca, e poi mi baciò, si troia, lo sverginerai, e lo porterai nel tuo mondo è quello che lui vuole, altrimenti finirà nel letto di qualche stronzo.
Accettai, e mi accordai perché mi raggiungesse la settimana dopo.
Ma di buono, ci fù, il nostro accordo, io potevo continuare a fare la mia vita da femmina, incontrare chi volevo, e nel possibile, vivere da donna, lei come controparte, poteva scopare e uscire con chiunque lei volesse.
Devo dire che la cosa, da subito ci diede soddisfazione, io per lunghi periodi ero lontana da casa, e lei così, aveva campo libero con i suoi amanti, e visto che io non avevo, più interesse, verso di lei, ne verso altre donne, quando mi comunicò di essere incinta, mi venne semplice chiederle chi fosse il padre.
Mi donò, trè meravigliosi figli, due femmine e un maschio, concepiti da trè maschi diversi, e da mè riconosciuti.
Ma intanto la mia vita prendeva una strada diversa ogni giorno che passava, passai da sporadici incontri, a volte furtivi, come trav, a passare intere serate a passeggiare travestita in zone particolari di Milano, dove venivo adescata, e scopata dove capitava, e se ero fortunata venivo portata in una camera di albergo.
Ma non mi bastava, capivo che dovevo evolvermi, e così iniziai a frequentare locali dedicati a trans e trav, iniziai a truccarmi sempre meglio, e vestire sempre più da signora, e così, iniziai a pubblicare su riviste specializzate, di allora annunci per diciamo incontri a pagamento, divenni in breve una prostituta.
Grazie a una coppia anziana proprietaria di un alberghetto nella zona stazione centrale, avevo una camera tutta mia, parte della mia marchetta era loro, e anzi, mi trovarono anche i primi clienti, così, per alcuni anni, feci una delle più belle esperienze della mia vita.
Nel frattempo i bambini crescevano, e come figura paterna, non è che mi vedessero molto presente, e nel frattempo, successe quello che non avrebbe dovuto succedere, rimasi in una retata di prostituzione, una sera di Maggio, entrarono in albergo, e aprirono tutte le camere, io ero intenta a prendermi un bel cazzo nel culo, e fui arrestata e condotta con le altre prostitute in caserma.
Ero praticamente nuda, in reggicalze calze, tacchi, e un lenzuolo a coprirmi, finii sui giornali di Milano, e poco dopo tutti scoprirono la mia vera natura.
Mi licenziai, era chiaro che non potevo continuare a recarmi in azienda, e così, finii a battere, per strada come tutte le mie colleghe, e lo feci per circa quattro anni, e nel frattempo, continuai la mia evoluzione, mi feci un seno stupendo, non il solito a palla, ma giusto, leggermente a pera, erano una favola, e così la mia trasformazione in donna era sempre più marcata.
Ero molto carina, e trà le gambe avevo un bel cazzo, e poi un giorno conobbi un medico chirurgo.
Divenni la sua amante, anche se continuavo a prostituirmi, non più in strada ma in un appartamento che avevo acquistato, e un bel giorno mi fece una proposta che accettai.
Mi propose, di trasferire all'interno del mio corpo i miei testicoli, e togliermi le sacche, accettai, e così lui procedette.
Fese in modo, di infilarmi i testicoli in una posizione che non mi dessero fastidio, ma che mi dessero sempre la possibilità di sborrare, fù chiaro che essendo all'interno, il calore avrebbe ucciso i miei spermatozzoi, la cosa non mi interessava.
E così mi ritrovai liscia, un bel cazzo e niente palle, i miei clienti ne furono felicissimi.
Intanto, anche se a casa mi vedevano poco, i ragazzi crescevano, il nostro rapporto era ottimo, avevano accettato il fatto che il papà era una seconda mamma, ma poi successe una cosa che cambiò la mia vita.
Il figlio di mia moglie, era già un ragazzo cresciuto, e un bel giorno mi ritrovai mia moglie a Milano, io avevo da poco finito un incontro, ero ancora in reggicalze, calze tacchi, truccatissima, e quando entrò in casa, avevo ancora il cazzo durissimo, ero piena di sperma nel culo, non mi ero masturbata, e così lei lo notò, mi ricordo poco del tuo cazzo, mi scopavi pochissimo, ma devo dire che è notevole, io sorrisi, lo uso poco, è altro che vogliono da mè, lo so puttana, e mi si avvicinò, afferrò il mio cazzo, e guardandomi mi disse ti và?, se vuoi dissi io perché no, sono piena di sperma entrerai meglio, e così mi misi a pecora, e in breve avevo il suo braccio nel culo, mentre mi masturbava con l'altra mano.
Le spostai la mano, e le dissi infilala anche lei, finisco io, e dopo che me la infilò, mi masturbai fino a venire.
Poi esausta mi stesi, e lei si spogliò, e si stese nuda al mio fianco, la guardai, pur essendo passati gli anni era sempre stupenda, mi accarezzo e mi disse, ho bisogno di tè, sorrisi, non amo la figa lo sai, lei rise, non è per mè, e per tuo, o meglio mio figlio, rimasi stupita, in che senso le dissi, nel senso che è gay, e non ha ancora avuto la sua prima esperienza, e chi megli di tè per iniziarlo e seguirlo?.
Avrei dovuto sverginarlo, e portarlo nel mondo trans, ma sei matta le dissi, lei scivolò sul mio cazzo e iniziò un pompino da urlo, e in pochi minuti le venni in bocca, e poi mi baciò, si troia, lo sverginerai, e lo porterai nel tuo mondo è quello che lui vuole, altrimenti finirà nel letto di qualche stronzo.
Accettai, e mi accordai perché mi raggiungesse la settimana dopo.
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