I vicini
di
Rusade
genere
scambio di coppia
La figlia del diavolo.
Domenica, le quattro del pomeriggio. Renato prende Linda delicatamente, da dietro mentre guardano la televisione abbandonati sul divano. Fa un caldo asfissiante, ormai da settimane. Il divano è largo come un letto singolo, è una specie di dormeuse costruita apposta per loro da un artigiano tappezziere, cliente riconoscente. Era necessario un certo spazio per contenerli entrambi, visto le loro proporzioni. Renato ha da poco passato il giro di boa verso i 60 anni, ma è molto giovanile e vigoroso, anche se con un certo peso corporeo. Linda si è un po' appesantita anche lei, ma la sua clessidra è ancora nei quaranta e poi, ha un viso da monellaccia che tiene allegro il suo uomo giorno e notte. La domenica capita loro spesso di poltrire e di concedersi ai piaceri del sesso...
Sembra che guardino un documentario naturalistico sugli animali della savana. Dopo lunghi momenti di godimento, aiutandosi con un vibratore Hi-tech abbastanza silenzioso, Linda ottiene un ennesimo orgasmo e stringe le sue grosse natiche spremendo il sesso del suo amato. Anche a Renato viene voglia di concludere l'amplesso e accelerando il ritmo si impossessa del vibratore per stimolarsi le palle e l'ano. Il piacere sale rapido, entrambi si agitano ma, mentre lui le afferra i fianchi per l'ultimo slancio, il video citofono manda loro l'immagine di Antonella R. la stupida vicina. Segue un din-don.
Renato impreca, bestemmia ma non vuole fermarsi e continua con 3, 4 colpi ben assestati. Quindi esplode saturando la vagina della moglie.
Seguono attimi di silenzio, rotto dal respiro affannoso dei due e dal secondo squillo, questa volta è la porta di casa.
Renato impreca nuovamente, ma appena il cazzo moscio scivola via da lei come una lumaca bavosa, Linda si alza e sistemandosi la vestaglia apre la porta.
Ciao Linda, vi disturbo?
Figurati, sonnecchiavamo un po' davanti la tv, con questo caldo...
Si, scusa. Volevo parlare un po' con voi dell'amministratore del condominio. Non lo sopporto più!
Oh!
Linda finge attenzione, ma il suo pensiero è distolto dal piacevole gocciolare dello sperma che solletica l'interno delle sue cosce accaldate. I pensieri più immorali si fanno strada nella sua mente. Che direbbe adesso la vicina se si slacciare la vestaglia e le mostrasse cosce e fica imburrate chiedendole di leccarla? Poi le ficcherebbe la lingua in bocca per suggere e riprendere quanto le appartiene di diritto...
Sogni... ma all'improvviso, ecco che si fa strada in lei un idea da vera monellaccia qual è.
Scusami, ma adesso sono troppo accaldata e stanca per seguirti. Perché non vieni stasera con tuo marito per un piccolo rinfresco estivo a quattro, così potremo parlare di tutto con calma?
Ma non vorremmo disturbarvi, beh, grazie. Magari noi portiamo del gelato artigianale?
Va benissimo se non è un disturbo. A più tardi, allora
Linda richiude la porta e guarda sorniona il marito che sembra allibito.
Non preoccuparti, stasera ti faccio divertire. Ti fidi di me?
Passata qualche ora, Renato e Linda escono profumati dalla doccia e si accingono a vestirsi per la cena. Lei indossa un largo cafetano nero di leggerissimo cotone, il suo seno è grosso ma ancora sodo e sotto, naturalmente, non porta niente. Lui ha messo un elegante camicia di garza blu scuro con dei bianchi pantaloni di lino. Renato ancora non sa e si chiede cosa possa passare per la mente perversa di sua moglie. I due ospiti sono banali, stupidi fino al midollo. Lei coetanea di Linda, è più magra, ma assolutamente insipida e con un viso scialbo. Lui sotto i 50 porta gli occhialetti su un naso dritto a punta da contabile (forse lo è). Sono bianchi come chi non è mai andato al mare, hanno fatto l'amore solo una volta 10 anni fa per fare il figlio (stupido) ed hanno viaggiato solo fino a Venezia per il viaggio di nozze. Come si può passare una serata con due così? Renato lo chiede a Linda, ma lei sorride maliziosa e strizza l'occhio.
Domenica, le quattro del pomeriggio. Renato prende Linda delicatamente, da dietro mentre guardano la televisione abbandonati sul divano. Fa un caldo asfissiante, ormai da settimane. Il divano è largo come un letto singolo, è una specie di dormeuse costruita apposta per loro da un artigiano tappezziere, cliente riconoscente. Era necessario un certo spazio per contenerli entrambi, visto le loro proporzioni. Renato ha da poco passato il giro di boa verso i 60 anni, ma è molto giovanile e vigoroso, anche se con un certo peso corporeo. Linda si è un po' appesantita anche lei, ma la sua clessidra è ancora nei quaranta e poi, ha un viso da monellaccia che tiene allegro il suo uomo giorno e notte. La domenica capita loro spesso di poltrire e di concedersi ai piaceri del sesso...
Sembra che guardino un documentario naturalistico sugli animali della savana. Dopo lunghi momenti di godimento, aiutandosi con un vibratore Hi-tech abbastanza silenzioso, Linda ottiene un ennesimo orgasmo e stringe le sue grosse natiche spremendo il sesso del suo amato. Anche a Renato viene voglia di concludere l'amplesso e accelerando il ritmo si impossessa del vibratore per stimolarsi le palle e l'ano. Il piacere sale rapido, entrambi si agitano ma, mentre lui le afferra i fianchi per l'ultimo slancio, il video citofono manda loro l'immagine di Antonella R. la stupida vicina. Segue un din-don.
Renato impreca, bestemmia ma non vuole fermarsi e continua con 3, 4 colpi ben assestati. Quindi esplode saturando la vagina della moglie.
Seguono attimi di silenzio, rotto dal respiro affannoso dei due e dal secondo squillo, questa volta è la porta di casa.
Renato impreca nuovamente, ma appena il cazzo moscio scivola via da lei come una lumaca bavosa, Linda si alza e sistemandosi la vestaglia apre la porta.
Ciao Linda, vi disturbo?
Figurati, sonnecchiavamo un po' davanti la tv, con questo caldo...
Si, scusa. Volevo parlare un po' con voi dell'amministratore del condominio. Non lo sopporto più!
Oh!
Linda finge attenzione, ma il suo pensiero è distolto dal piacevole gocciolare dello sperma che solletica l'interno delle sue cosce accaldate. I pensieri più immorali si fanno strada nella sua mente. Che direbbe adesso la vicina se si slacciare la vestaglia e le mostrasse cosce e fica imburrate chiedendole di leccarla? Poi le ficcherebbe la lingua in bocca per suggere e riprendere quanto le appartiene di diritto...
Sogni... ma all'improvviso, ecco che si fa strada in lei un idea da vera monellaccia qual è.
Scusami, ma adesso sono troppo accaldata e stanca per seguirti. Perché non vieni stasera con tuo marito per un piccolo rinfresco estivo a quattro, così potremo parlare di tutto con calma?
Ma non vorremmo disturbarvi, beh, grazie. Magari noi portiamo del gelato artigianale?
Va benissimo se non è un disturbo. A più tardi, allora
Linda richiude la porta e guarda sorniona il marito che sembra allibito.
Non preoccuparti, stasera ti faccio divertire. Ti fidi di me?
Passata qualche ora, Renato e Linda escono profumati dalla doccia e si accingono a vestirsi per la cena. Lei indossa un largo cafetano nero di leggerissimo cotone, il suo seno è grosso ma ancora sodo e sotto, naturalmente, non porta niente. Lui ha messo un elegante camicia di garza blu scuro con dei bianchi pantaloni di lino. Renato ancora non sa e si chiede cosa possa passare per la mente perversa di sua moglie. I due ospiti sono banali, stupidi fino al midollo. Lei coetanea di Linda, è più magra, ma assolutamente insipida e con un viso scialbo. Lui sotto i 50 porta gli occhialetti su un naso dritto a punta da contabile (forse lo è). Sono bianchi come chi non è mai andato al mare, hanno fatto l'amore solo una volta 10 anni fa per fare il figlio (stupido) ed hanno viaggiato solo fino a Venezia per il viaggio di nozze. Come si può passare una serata con due così? Renato lo chiede a Linda, ma lei sorride maliziosa e strizza l'occhio.
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