La cugina
di
Alex323
genere
incesti
Mi descrivo:
Mi chiamo Daniele, ho 28 anni, e lavoro in un negozio sportivo.
Sono”bassino” e di fisico atletico, ben dotato.
Cosa che le tipe apprezzano.
I racconti che seguono sono in gran parte reali, tratti da esperienze personali. Altri di fantasia. Ma forse racchiudono lo stesso un pizzico di verità.
Quel pomeriggio faceva caldo, il sole allo zenith di giugno mi soffocava.
Decisi di fare un bagno nella piscina che i miei avevano costruito nel piccolo giardinetto privato.
Mentre l’acqua mitigava i miei calori il campanello della porta principale mi strappò dal paradiso.
Andai ad aprire, ancora bagnato e grondante.
“Ehi cuginastro te la godi eh!”
Davanti a me mia cugina Serena, che non vedevo da quasi due anni perché studentessa all’estero.
Cercai di non fare notare il mio sguardo che si posava sul suo seno.
Se non ricordavo male aveva fatto 18 anni da poco, ed era una meraviglia.
Con quel vestitino floreale più corto della media e quel décolleté sicuramente era l’attrazione dell’Università.
Alta un metro e settanta, bionda di capelli con gli occhi verdi intesi e uno sguardo penetrante già richiamava l’attenzione così.
Ma la terza di reggiseno e il culo allenato da anni di danza e palestra potevano resuscitare più di un morto.
“Che ci fai qui?” Chiesi cercando di mascherare l’eccitazione.
“La Zia non te lo ha detto che mi fermo per un po’ e visti i lavori da i miei dormo nella stanza di tuo fratello?”
“Non lo ricordavo ma entra, come stai?”
“Io bene cuginone, e anche te ti trovo in forma!”
Notai lo sguardo scivolare rapido verso la mia erezione, che il costume non poteva nascondere e tornare su,puntando i miei occhi.
Sapevo che aveva notato ma il mio imbarazzo prese il sopravvento, dimentico dell’animo vulcanico di Serena.
“Ti scoccia se faccio un bagno anche io, questa calura mi sta uccidendo…
Aspettami in piscina che metto il costume ed arrivo.”
Dopo di che sparì dirigendosi verso camera di mio fratello.
Tornò un quarto d’ora più tardi con un bikini che a stento le tratteneva il seno, strizzato nei lembi di stoffa.
Sentii il mio costume tendersi.
“Che te ne pare?ti sembro dimagrita?”
Mi chiese girandosi e facendo una piroetta.
La stoffa del pezzo di sotto era forse ancora più risicata,vedevo le labbra della sua vagina sporgere.
Deglutii.
“Sei una meraviglia!”
“E vedo che non ti sono indifferente ” rispose sorridendo guardando in basso dove la mia erezione oramai era evidente.
Mi scusai imbarazzato, ma lei rispose sempre sorridendo.
“Guarda che è il miglior complimento che un uomo possa fare”
E si infilò aggraziata nell’acqua gelida.
Vidi i capezzoli inturgidirsi attraverso il sottile velo del costume.
Cercai di occupare la mente con altro, le chiesi degli studi, dei corsi, della sua vita.
Lei rispondeva ma lo sguardo continuava a posarsi sul mio pene svettante attraverso il costume.
Dopo circa un quarto d’ora decidemmo di uscire, il suo corpo bagnato e il costume minimale aderente al corpo mi fecero fremere nuovamente.
“Ti spiace se mi metto in topless?”
Chiese con aria provocante.
Senza attendere risposta si tolse il pezzo di sopra, mostrandomi una terza abbondante ignara della forza di gravità.
Il pene stava iniziando a farmi male tanta era l’eccitazione.
Mi si avvicinò.
“Ti sembrano cresciute?” Mi chiese con sguardo ammiccante.
“Hai un bel seno”
“Senti come sono dure, mi sa mi devono venire..”
E prendendo la mia mano la poggiò sul suo seno che non riusciva a contenere.
Sentii i capezzoli turgidi sotto il mio palmo, e non riuscii a trattenermi dal giocarci.
Gemette,
“Anche a te è cresciuto qualcosa vedo..”
Posò la sua mano sul mio pene, massaggiandolo attraverso la stoffa, una sega lenta che mi tolse ogni freno inibitorio.
Con la mano sinistra spostai il pezzo di sotto del costume facendomi largo nel suo canale già umido, l’ingresso del mio dito le strapp’ un altro gemito, un urletto.
Rovesciò gli occhi.
“Ohhh”
Aumentò il ritmo della sega, mentre con l’altra mano cercava di abbassare il costume.
Il secondo dito si face largo dentro di lei, col palmo sentivo un grilletto duro che rispondeva alle mie carezze.
“Lo voglio sentire in bocca ” mi sussurrò’.
Si inginocchiò rapida sfilandomi il costume.
La cappella gonfia e violacea davanti alle sul labbra.
La circondò con la lingua, giocandoci, mulinandola, prima di inghiottirlo e farlo riuscire umido di saliva.
Il calore della sua bocca sembrava lava.
Iniziò una pompa lenta ma esperta, sentivo ad ogni colpo la sua lingua giocare sul mio frenulo.
Mi portò al limite, ma sentendolo fremere nella sua bocca si fermò, scendendo verso i testicoli e passandoci la lingua.
” Non ancora cuginetto…” Mi disse alzandosi.
“Sdraiati”
Obbedii mentre lei si sfilava io sotto del costume.
Si accovacci’ su di me, guidandolo con la mano sull’ingresso della sua vagina glabra, sentii le pareti allargarsi mentre entravo lentamente.
Un colpo finale lo fece scivolare tutto dentro, umido degli umori che stava grondando.
“Siii ” la sentii gemere.
Accompagnai i suoi movimenti tenendo le mani fisse su quel culo marmoreo.
Acceller’ il ritmo, come una cavalcata al galoppo.
Ad ogni spinta sentivo le pareti della vagina avvolgermi il pene in maniera sempre più serrata.
Si irrigidì.
“Oh my god, vengo,vengo…siiiiiii” sentii il pene avvolto in una morsa, mentre lei si godeva l’orgasmo con gli umori che colavano lungo la mia asta.
“Ora girati”le dissi quando si fu ripresa.
Obbedì, si mise in piedi aggrappandosi al bordo della piscina.
Quel culo invitante che tanto avevo ammirato era al mio cospetto finalmente.
Passai la lingua nel solco delle natiche fino a scivolare verso la clitoride.
“Ohhhh” gemette rovesciando la testa all’indietro.
Continuai a leccare sentendo il sapore della sua eccitazione invadermi il palato.
Un nuovo orgasmo si fece strada.
“Oddio, vengo, vengo….non fermarti ti prego…siiiiii oddio siiii”
Fu più intenso del primo, quasi le gambe tremanti le cedettero ma io non le diedi il tempo di riprendersi.
Mi alzai e allargandole le natiche le entrai dentro in un sol colpo.
“Pianoooo” mugolò.
Ma in quel momento l’eccitazione aveva preso il sopravvento.
La stantuffai come uno stallone impazzito, guardando il pene sparire dentro di lei.
Avevo quel culo a mia disposizione e non mi sembrava vero.
“Oddio non fermarti, oddio, cazzo, cazzo! Godo, godoooo”
Sentiii di nuovo la vagina avvolgermi l’asta come una presa ben salda, il suo corpo fremere.
Lo spinsi più a fondo sentendo l’addome battere su quel culo scultoreo.
Lo tenni fermo lì per un po’, godendomi le sue contrazioni.
Ma anche io ero arrivato al limite.
“Ora sta a me le dissi.”
Si girò.
Con aria ammiccante mi disse:”mi è venuta sete, che ne dici di darmi da bere?”
Sorrisi mentre si inginocchiava.
Iniziò una pompa veloce, aiutata dalla mano destra che assecondava i movimenti della bocca.
Quando senti il pene inturgidirsi cercò di metterlo più a fondo possibile nella gola.
Rovesciai un fiotto di sperma direttamente nel suo esofago, poi un altro.
L’ultimo lo fece cadere sulla lingua, gustandolo prima di deglutire.
Mi guardò.
“Buono, ottima annata”
Scoppiammo a ridere.
Passò la lingua in ogni angolo della mia asta per ripulirla da ogni residuo rendendomela lucida.
Sentii l’eccitazione crescere di nuovo,ma il campanello ci blocco ancora vogliosi.
I miei erano tornati dal lavoro.
Ci rivestimmo in fretta per andare ad aprirgli.
Ma Serena girandosi con aria ammiccante mi disse prima che aprissi la porta
“Non è finita qui…”
per i commenti, feniced@rabia@hotmail.it
Mi chiamo Daniele, ho 28 anni, e lavoro in un negozio sportivo.
Sono”bassino” e di fisico atletico, ben dotato.
Cosa che le tipe apprezzano.
I racconti che seguono sono in gran parte reali, tratti da esperienze personali. Altri di fantasia. Ma forse racchiudono lo stesso un pizzico di verità.
Quel pomeriggio faceva caldo, il sole allo zenith di giugno mi soffocava.
Decisi di fare un bagno nella piscina che i miei avevano costruito nel piccolo giardinetto privato.
Mentre l’acqua mitigava i miei calori il campanello della porta principale mi strappò dal paradiso.
Andai ad aprire, ancora bagnato e grondante.
“Ehi cuginastro te la godi eh!”
Davanti a me mia cugina Serena, che non vedevo da quasi due anni perché studentessa all’estero.
Cercai di non fare notare il mio sguardo che si posava sul suo seno.
Se non ricordavo male aveva fatto 18 anni da poco, ed era una meraviglia.
Con quel vestitino floreale più corto della media e quel décolleté sicuramente era l’attrazione dell’Università.
Alta un metro e settanta, bionda di capelli con gli occhi verdi intesi e uno sguardo penetrante già richiamava l’attenzione così.
Ma la terza di reggiseno e il culo allenato da anni di danza e palestra potevano resuscitare più di un morto.
“Che ci fai qui?” Chiesi cercando di mascherare l’eccitazione.
“La Zia non te lo ha detto che mi fermo per un po’ e visti i lavori da i miei dormo nella stanza di tuo fratello?”
“Non lo ricordavo ma entra, come stai?”
“Io bene cuginone, e anche te ti trovo in forma!”
Notai lo sguardo scivolare rapido verso la mia erezione, che il costume non poteva nascondere e tornare su,puntando i miei occhi.
Sapevo che aveva notato ma il mio imbarazzo prese il sopravvento, dimentico dell’animo vulcanico di Serena.
“Ti scoccia se faccio un bagno anche io, questa calura mi sta uccidendo…
Aspettami in piscina che metto il costume ed arrivo.”
Dopo di che sparì dirigendosi verso camera di mio fratello.
Tornò un quarto d’ora più tardi con un bikini che a stento le tratteneva il seno, strizzato nei lembi di stoffa.
Sentii il mio costume tendersi.
“Che te ne pare?ti sembro dimagrita?”
Mi chiese girandosi e facendo una piroetta.
La stoffa del pezzo di sotto era forse ancora più risicata,vedevo le labbra della sua vagina sporgere.
Deglutii.
“Sei una meraviglia!”
“E vedo che non ti sono indifferente ” rispose sorridendo guardando in basso dove la mia erezione oramai era evidente.
Mi scusai imbarazzato, ma lei rispose sempre sorridendo.
“Guarda che è il miglior complimento che un uomo possa fare”
E si infilò aggraziata nell’acqua gelida.
Vidi i capezzoli inturgidirsi attraverso il sottile velo del costume.
Cercai di occupare la mente con altro, le chiesi degli studi, dei corsi, della sua vita.
Lei rispondeva ma lo sguardo continuava a posarsi sul mio pene svettante attraverso il costume.
Dopo circa un quarto d’ora decidemmo di uscire, il suo corpo bagnato e il costume minimale aderente al corpo mi fecero fremere nuovamente.
“Ti spiace se mi metto in topless?”
Chiese con aria provocante.
Senza attendere risposta si tolse il pezzo di sopra, mostrandomi una terza abbondante ignara della forza di gravità.
Il pene stava iniziando a farmi male tanta era l’eccitazione.
Mi si avvicinò.
“Ti sembrano cresciute?” Mi chiese con sguardo ammiccante.
“Hai un bel seno”
“Senti come sono dure, mi sa mi devono venire..”
E prendendo la mia mano la poggiò sul suo seno che non riusciva a contenere.
Sentii i capezzoli turgidi sotto il mio palmo, e non riuscii a trattenermi dal giocarci.
Gemette,
“Anche a te è cresciuto qualcosa vedo..”
Posò la sua mano sul mio pene, massaggiandolo attraverso la stoffa, una sega lenta che mi tolse ogni freno inibitorio.
Con la mano sinistra spostai il pezzo di sotto del costume facendomi largo nel suo canale già umido, l’ingresso del mio dito le strapp’ un altro gemito, un urletto.
Rovesciò gli occhi.
“Ohhh”
Aumentò il ritmo della sega, mentre con l’altra mano cercava di abbassare il costume.
Il secondo dito si face largo dentro di lei, col palmo sentivo un grilletto duro che rispondeva alle mie carezze.
“Lo voglio sentire in bocca ” mi sussurrò’.
Si inginocchiò rapida sfilandomi il costume.
La cappella gonfia e violacea davanti alle sul labbra.
La circondò con la lingua, giocandoci, mulinandola, prima di inghiottirlo e farlo riuscire umido di saliva.
Il calore della sua bocca sembrava lava.
Iniziò una pompa lenta ma esperta, sentivo ad ogni colpo la sua lingua giocare sul mio frenulo.
Mi portò al limite, ma sentendolo fremere nella sua bocca si fermò, scendendo verso i testicoli e passandoci la lingua.
” Non ancora cuginetto…” Mi disse alzandosi.
“Sdraiati”
Obbedii mentre lei si sfilava io sotto del costume.
Si accovacci’ su di me, guidandolo con la mano sull’ingresso della sua vagina glabra, sentii le pareti allargarsi mentre entravo lentamente.
Un colpo finale lo fece scivolare tutto dentro, umido degli umori che stava grondando.
“Siii ” la sentii gemere.
Accompagnai i suoi movimenti tenendo le mani fisse su quel culo marmoreo.
Acceller’ il ritmo, come una cavalcata al galoppo.
Ad ogni spinta sentivo le pareti della vagina avvolgermi il pene in maniera sempre più serrata.
Si irrigidì.
“Oh my god, vengo,vengo…siiiiiii” sentii il pene avvolto in una morsa, mentre lei si godeva l’orgasmo con gli umori che colavano lungo la mia asta.
“Ora girati”le dissi quando si fu ripresa.
Obbedì, si mise in piedi aggrappandosi al bordo della piscina.
Quel culo invitante che tanto avevo ammirato era al mio cospetto finalmente.
Passai la lingua nel solco delle natiche fino a scivolare verso la clitoride.
“Ohhhh” gemette rovesciando la testa all’indietro.
Continuai a leccare sentendo il sapore della sua eccitazione invadermi il palato.
Un nuovo orgasmo si fece strada.
“Oddio, vengo, vengo….non fermarti ti prego…siiiiii oddio siiii”
Fu più intenso del primo, quasi le gambe tremanti le cedettero ma io non le diedi il tempo di riprendersi.
Mi alzai e allargandole le natiche le entrai dentro in un sol colpo.
“Pianoooo” mugolò.
Ma in quel momento l’eccitazione aveva preso il sopravvento.
La stantuffai come uno stallone impazzito, guardando il pene sparire dentro di lei.
Avevo quel culo a mia disposizione e non mi sembrava vero.
“Oddio non fermarti, oddio, cazzo, cazzo! Godo, godoooo”
Sentiii di nuovo la vagina avvolgermi l’asta come una presa ben salda, il suo corpo fremere.
Lo spinsi più a fondo sentendo l’addome battere su quel culo scultoreo.
Lo tenni fermo lì per un po’, godendomi le sue contrazioni.
Ma anche io ero arrivato al limite.
“Ora sta a me le dissi.”
Si girò.
Con aria ammiccante mi disse:”mi è venuta sete, che ne dici di darmi da bere?”
Sorrisi mentre si inginocchiava.
Iniziò una pompa veloce, aiutata dalla mano destra che assecondava i movimenti della bocca.
Quando senti il pene inturgidirsi cercò di metterlo più a fondo possibile nella gola.
Rovesciai un fiotto di sperma direttamente nel suo esofago, poi un altro.
L’ultimo lo fece cadere sulla lingua, gustandolo prima di deglutire.
Mi guardò.
“Buono, ottima annata”
Scoppiammo a ridere.
Passò la lingua in ogni angolo della mia asta per ripulirla da ogni residuo rendendomela lucida.
Sentii l’eccitazione crescere di nuovo,ma il campanello ci blocco ancora vogliosi.
I miei erano tornati dal lavoro.
Ci rivestimmo in fretta per andare ad aprirgli.
Ma Serena girandosi con aria ammiccante mi disse prima che aprissi la porta
“Non è finita qui…”
per i commenti, feniced@rabia@hotmail.it
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