03 Mi fotto la vedova
di
John Gallo
genere
incesti
Una donna che ti sveglia succhiandoti l’uccello è sempre da apprezzare. Tanto più quando si tratta della tua matrigna.
Erano due mesi che avevamo iniziato a fare sesso e Maria si era rivelata una porca insaziabile tanto più che io, da parte mia ero un voglioso perverso che avrebbe scopato dall’alba al tramonto.
Oggi purtroppo era un giorno triste perchè, come avevo promesso a mio padre che sarei andato a prendere mia nonna e l’avrei accompagnata al mare dove viveva l’altra sorella Samantha.
Di solito ero felice di andare in vacanza in liguria per un mesetto ma questa volta l’idea di non avere la fica, le tette ed il culo di Maria a disposizione mi dispiaceva non poco.
Anche lei, ovviamente, sapeva che avrebbe sentito la mia mancanza e quella del mio uccello e per quello aveva deciso di svegliarmi a quel modo e così presto per guadagnare tempo.
Quando avevo aperto gli occhi pervaso dalla piacevole sensazione mi ero trovato il suo visino da vacca che succhiava come un’idrovora e le sue tettone che mi massaggiavano l’asta a tutta forza.
Ovviamente appena raggiunta la durezza desiderata Maria non aveva esitato un attimo a saltarmi in braccio, sbattermi le poppe in faccia, infilarsi da sola il mio uccello fra le gambe e cominciare a cavalcarmi a tutta forza.
‘Hey ma che ore sono?’ chiedo.
‘Le cinque e dieci’.
‘Ummmm credevo che nonna mi aspettasse per le otto’.
‘Infatti…’ e intanto già gemeva e contraeva le labbra della vagina come faceva ad ogni orgasmo.
‘Vuoi scopare per tre ore porcona…’ dico strizzandole le tettone fra le mani.
‘Nooo -ummm- solo due. Poi devi farti la doccia e ci vuole mezz’ora per andare da lei’.
‘A bhe giusto…. Solo due ore’ e muovo il bacino per darle ritmo.
SOLO!!!!
‘Voglio prosciugarti, ti devi far bastare questa scopata per un mese’.
‘Ummmm difficile lo sai che fra qualche ora sarò di nuovo in tiro. Mi hai abituato troppo bene mammina’.
‘Lo so, lo so porco… Anche io, cosa credi… Un mese di ditalini’.
‘Bhe anche quel cazzone di lattice che hai nel comodino penso aiuterà’ rido.
‘Ummm o siiiii…. O siiii eccone un altro siiiiiii… Non è mai come il tuo credimi’.
‘Bhe anche le pippe che mi farò al mare non valgono la tua figa tesoro’.
‘A porcello, magari ti trovi una ragazzina ligure che ti succhia anche il midollo e a me non ci pensi proprio’.
‘Ma figurati… La zia abita su un colle a un chilometro dal mare e a due dal mondo… Solo io, lei e nonna a tenermi d’occhio.
Finirà come al solito che mi farò pippe a manetta ogni sera quando dormono’.
‘O povero il mio pisellone che si dovrà slogare il braccioooooo ooooooo ooooooo!’.
‘Altro orgasmo?’.
‘siiiiiii oggi sono in calore davvero’.
‘Permetti se ora tocca a me?’.
‘Stai venendo amore mio?’.
‘siiiiiiiiiiiiii’ ululo e parte lo schizzo che le riempie la figa.
Lei si ferma. Col cazzo sempre dentro mi fissa ‘vuoi fare pausa?’.
‘no voglio fottere ancora anzi mi fai un piacere?’.
‘cosa?’.
‘Mi dai anche il culo dopo’.
‘Maiale!’ ride Maria.
‘Si lo so…. Dai forza cavalcami, scopami ancora ti prego’.
Maria riprende a cavalcare, le tette mi piovono in faccia e succhio avido i capezzoli, le mani scorrono sui suoi glutei che strizzo con tutte le forze che ho.
‘O Maria come farò un mese senza le tue tette e la tua figa….’.
‘Ummmm scopati tua zia allora!’ ridacchia lei.
‘Cosa?’.
‘Tuo padre dice sempre che ha la sorella zoccola’ e ride ancora.
In effetti su zia Samantha, sorella minore di mio padre, se ne dicevano tante. In primis che fosse lesbica o per lo meno bisex visto che non si era mai sposata e secondo, detto da papà che la conosceva bene, che da giovane si fosse ripassata quasi tutti i coetanei del paese senza farsi tanti problemi e che ancora adesso non avesse perso il vizio. Nella sua villetta a bordo mare portava a casa chissà chi e si faceva chissà quante scopate… L’altra mia zia, Virginia, sua sorella maggiore, giurava che una volta era passata a trovarla e aveva ospiti due ragazzoni bene in carne che lei aveva detto essere i muratori. Però non erano sul tetto o in giardino erano in salotto e non parevano troppo contenti di vederla… Così era nata la leggenda che Samantha si facesse queste mini gang bang all’insaputa di tutti.
In effetti zia Samy bionda, ben tettuta e sempre in mini gonna la voglia te la faceva venire e ammetto che qualche sega pensando a lei me la ero pure fatta. Lei però, forse perchè ero un ragazzino non mi aveva mai dato modo di pensare che l’interesse fosse ricambiato quindi non ero mai andato oltre alla pura fantasia, a parte, una volta che l’avevo vista nuda mentre si cambiava il costume da bagno in giardino. E li, era stato naturale e dovuto farmi il mio bel pippone pensando alle tettone e alla sua figa rasata.
‘Aaaaaarghhh’.
‘Tesoro ma sei venuto di nuovo? Così presto?’.
‘Capita…. Comunque tranquilla è ancora duro…’.
‘Come mai questo bis dopo pochi minuti…. Ti ha eccitato pensare a tua zia ammettilo’ dice Maria più con comprensione che con rabbia.
‘Bhe forse un po….Mi hai fatto venire in mente quella volta che l’ho vista nuda e….’.
‘A bene’.
‘Scusami….’.
‘Tesoro tranquillo mica posso essere gelosa o pretendere da te chissa cosa è chiaro che prima o poi ti troverai la ragazza ed è ovvio che con un pisello così di donne ne troverai tante…. Che devo dirti. Se tua zia te la da… Prendila’.
‘Non credo lo farà’.
‘Mai dire mai…. Adesso però basta parlare di lei…. Fammi venire’.
‘Ok amore, scivola sotto che adesso pompo un po io…. Voglio sfondarti….’.
Quindici orgasmi dopo Maria si dichiarò soddisfatta e senza che avessi a chiederglielo si mise a pecora e allargò le gambe per farsi sodomizzare.
‘Dai bello prenditi il culo che ti piace tanto’.
‘O si…. A lo sai quanto mi piace farlo nel culo’ econ due colpi secchi glielo ficcai dentro.
‘Ummmm mi sfondi siiiiii…. Ummmm mi fai venire anche dal culo’.
‘O si… Dai Maria che ti riempio di sborra siiiii’.
‘Ti piace tanto inculare le donne vero?’.
‘O si, siiii, lo adoro’.
‘Tanto che sei con lei al mare mettilo in culo a quella gran stronza di tua nonna… Mi odia lo sai’.
Era vero. Nonna non aveva mai accettato che suo figlio si portasse a casa un’altra donna ed erano bastati un paio di pranzi insieme per capire che le due erano assolutamente incompatibili.
‘Aspetti una volta che si china, lo tiri fuori e sbrang! Piglialo nel culo vecchia stronza….’ e ride.
‘Cazzzzzzzzz!’ esclamo io.
‘Tesoro ma sei venuto di nuovo?’ esclama Maria perplessa.
‘Temo di si’.
‘Non dirmi che ti ha eccitato l’idea di inculare tua nonna?’.
‘E come faccio a dire di no?’.
‘A che porcello…. dai non farti problemi la tua Maria capisce tutto. Fammi solo un piacere, se mai un giorno inculerai tua nonna falle una foto e mandamela che così godo anche io’.
‘Scherzi?’.
‘No. Non scherzo. Sarebbe una bella soddisfazione vedere quella saccente perbenista che lo prende in culo dal nipote. Non sai quanto…. Che facciamo hai finito o vuoi ancora….’.
‘Se resti così vorrei incularti ancora una volta’.
‘Fai pure caro… Tutte le volte che vuoi’
Me la inculai per bene fin che non mi svuotai un’ultima volta i coglioni. Certo di essere sazio, e anche perchè erano le sette meno cinque, concludemmo. Andai verso il bagno a farmi la doccia raccomandando prima a Maria ‘per favore mettiti qualcosa addosso anche tu se no quando esco mi viene voglia di sbatterti di nuovo’.
Obbediente e puntuale alle sette e trenta la baciai in bocca e scesi a prendere la macchina fedele agli ordini ricevuti.
Alle otto in punto sarei stato a casa di nonna, l’avrei caricata e ci saremmo fatti il nostro bel viaggetto di tre ore fino a quel minuscolo paese ligure dove abitava mia zia Samantha e dove saremmo restati un mese a fare le vacanze.
Negli anni passati ci aveva sempre portati mio padre ma ora che avevo la patente il compito era passato a me e non volevo fare brutta figura.
Approfittando che c’era poco traffico alle otto meno dieci ero già sotto al palazzo di nonna.
C’era qualcosa che mi turbava, una cosa che forse Maria aveva capito prima di me. Mai mi ero reso conto quanto inconsciamente fossi eccitato sessualmente da mia zia e da mia nonna. Mi era bastato pensare a loro mentre facevo sesso per venire dentro a Maria come una fontana.
Considerando che ora stavo per passare un mese da solo proprio con loro due la cosa mi creava da una parte un certo imbarazzo e dall’altra una forte eccitazione.
Per un istante, come un flashback mi venne in mente quella volta che ero entrato in bagno per sbaglio e avevo visto la nonna mezza nuda a gambe larghe che pisciava o tutte le volte che si sedeva sul divano e la gonna le si sollevava abbastanza per scorgerle le giarrettiere…
‘Basta!’ mi dissi, perchè il cazzo mi stava già venendo duro.
Facendo forza su me stesso scesi dalla macchina cercando di non pensarci… certo che…. se mai la nonna mi avesse detto che ci stava…. non mi sarei certo tornato indietro.
Appena aperta la porta di casa pensai per un attimo di essere entrato nel mio sogno che si avverava quando vidi la nonna in mutande e a pecorina che mi agitava davanti il suo grosso deretano.
Era già in posizione e aspettava la monta?
Che dovevo fare? Estrarre il cazzo e partire all’attacco… Ammetto che avevo comunque un po’ di imbarazzo quindi mi feci solo avanti e dissi ‘ciao nonna’.
Lei si alzò di scatto e finalmente capii vedendo tutta l’acqua per terra sul pavimento, gli strofinacci, il secchio e la sua maglietta bagnata.
‘Guarda che disastro John. Si è crepato un tubo del termosifone…. Sono due ore che tiro su acqua. Guarda in che stato sono’.
In effetti era tutta spettinata, sudatissima e bagnata. I pantacollant che di solito usava in casa erano buttati a terra in un angolo tutti marci e questo spiegava perchè fosse in mutande e maglietta.
Arrossii cercando di non farmene accorgere ringraziando dentro di me di non essermi davvero appoggiato col cazzo dietro di lei.
Probabilmente ero un pazzo a pensare a queste cose.
Certo però era da dire che la maglietta bianca tutta bagnata e la mancanza di reggiseno mostravano le tettone di nonna in tutto il loro splendore. Bisogna dire che nonna Antonietta aveva una nona naturale. Due angurie pazzesche che, senza reggiseno le calavano quasi fino all’ombelico. Per quanto facesse per tenerle a cuccia erano sempre prominenti ed eccitanti ogni volta che ti stava di fronte. Raramente poi le avevo viste così dettagliatamente perchè il tessuto bagnato non nascondeva nulla.
Volente o nolente mi stava venendo duro. Così, prima che mi scoppiasse nei pantaloni provai a cambiare discorso e restare sul problema ‘adesso che si fa nonna. Vado a cercare un idraulico?’.
‘Tranquillo l’ho già chiamato io. Viene nel primo pomeriggio’.
‘A quindi oggi non si parte?’
‘Non lo so, vediamo quanto ci mette. Dai su dammi una mano, prendi il secchio e lo straccio che asciughiamo questo disastro prima che marcisca il parquet’.
Obbediente, da bravo nipotino lo feci. Ogni tanto però, lo ammetto, mi giravo verso di lei ammirandola chinata a terra sia da davanti con le mammelle che sfioravano il pavimento, sia da dietro dove le mutande bianche mi facevano intravvedere il suo culone e un po’ i peli della sua figa. Ammetto che questo spettacolo mi faceva lavorare più volentieri.
Dopo più di un’ora avevamo quasi finito e siccome avevo i jeans fradici la imitai e me li tolsi restando in boxer. Anche la camicia messa nuova nuova quella mattina era un disastro e tolsi anche quella visto che, oltretutto, ero sudato come una bestia.
Nonna mi guardò ‘dai vieni in salotto che ci beviamo qualcosa di fresco’.
Mi sedetti sul divano e nonna arrivò con dell’acqua e ghiaccio e due bicchieri ‘mi spiace ma ho il frigo vuoto. Bevi l’acqua che tanto alla fine è la bibita più dissetante che ci sia’.
Lei sedette sulla poltrona vicino a me, sempre in mutande e messa così adesso vedevo davvero i dettagli della sua figa, tanto più che doveva averla davvero bella pelosa perchè si notavano i peli neri uscire dagli elastici.
‘Che hai un po’ di ernia?’.
‘Ernia?!’ chiesi senza capire.
Lei con un sorriso indicò il mio inguine. Abbassai gli occhi e mi accorsi che avevo mezzo uccello fuori dalla fessura dei boxer. L’indurimento era stato incontenibile. Avevo l’uccello duro come marmo e la nonna se ne era accorta.
‘O scusa…’ e mi coprii con la mano.
‘Quando succede così all’improvviso è ernia bisogna che ti fai guardare da un dottore’.
O magari è solo perchè sei praticamente nuda pensai senza dirlo.
‘Tranquilla nonna non è nulla adesso passa’.
‘Ma caro ti succede spesso di avere erezioni senza essere eccitato? Guarda che è grave e bisogna curarlo’.
‘Ma no nonna davvero non è nulla… Anzi guarda adesso vado in bagno un attimo e mi passa’.
‘A te la fai passare in quel modo’ e mimò il gesto di una pippa con la mano.
Io arrossii. Era la prima volta che mia nonna parlava così esplicitamnete di seghe. ‘No ma io…. Cioè volevo solo lavarmi le mani e….’.
‘Senti John non scherziamo. Se sei solo eccitato è un conto ed è normale che alla tua età lo sia ma il pisello che ti si indurisce così di colpo non è normale e bisogna farsi vedere. Già vivi con quella mezza vacca ignorante di Maria che se ne fregherà alla grande e tua padre sempre in giro per il mondo…. Nessuno che si cura di te e magari non sai neanche di avere un problema alla spina dorsale…’.
‘Ma no nonna no’.
‘Adesso cerco il numero della dottoressa Zappa e vediamo se può darti una controllata veloce’.
Adesso si che si faceva grave ‘nonna basta ti prego. Non ho nulla alla spina dorsale ero solo eccitato e si, volevo andare in bagno a farmi una sega’.
Ci fissammo. Un momento di silenzio che parve durare una vita. Era la prima volta che parlavo a mia nonna in modo tanto diretto e ora non sapevo che dire. Non sapevo che avrebbe fatto… Ero terrorizzato.
Poi la vidi sorridere ‘a eri solo eccitato… E da cosa se posso saperlo?’.
‘Non ti arrabbi?’.
‘No voglio solo capire’.
‘Bhe con la maglietta bagnata si vedono le tue tett…. cioè i seni e….’.
‘Aaaaaaa le sorellone’ rise.
Abbassò la testa e si guardò il corpo. ‘Bhe si in effetti sono quasi nuda’ e rise di nuovo.
‘Scusa’ e abbassai la testa mostrandomi pentito.
‘Bhe la colpa è più mia che tua. Dai non è successo nulla. Gli occhi sono fatti per guardare’.
Io ero sempre più a disagio soprattutto perchè invece di andare a nascondersi il mio pisello ora che ero in piedi era pure più duro di prima e tutto fuori.
‘Vado in bagno ok….’.
‘No aspetta. Fammi capire una cosa. Vai di la e ti stantuffi così…. E a cosa pensi?’.
‘Bhe non so…. A qualcosa penso…. Non sono cose che dovrei dirti….’.
‘Senti caro ma pensi di essere il primo? Tuo padre l’ho beccato che aveva 13 anni più o meno… Si era nascosto in camera mia e si stava facendo una pugnetta mentre mi spiava che mi cambiavo’.
‘Ma dai?’.
‘Ma si dai è normale che uno guardi. Poi devo ammettere che queste due bombe sono anche difficili da nascondere’ e se le prese fra le mani eccitandomi ancora di più.
‘Dai facciamo una bella cosa. Una di quelle cose che restano un segreto fra nonna e nipote’ e di colpo si sfilò la maglietta facendole ciondolare in tutto il loro naturale splendore. ‘Nonna?’.
‘Dai mettiti comodo… Guarda pure quanto vuoi mentre ti tocchi’.
Ero basito. La nonna mi autorizzava a farmi un segone davanti a lei… Assurdo!!
Mi calai i boxer restando completamente nudo e me lo presi in mano ‘guarda che io lo faccio davvero’.
‘E cosa aspetti? Che vuoi che tolga anche le mutande?’ rise lei.
‘Bhe se ti andasse non direi di no’ la mano stava già muovendosi sulla mia asta.
‘A porcello allora non guardavi solo le tettone di nonna…. anche la gatta’.
‘Bhe….io….’.
‘Tranquillo, in effetti non è che queste vecchie mutande nascondano gran che… Tanto vale’ e rapida le calò fino alle caviglie con totale naturalezza…. Quando vidi la sua bella ficona pelosa non mi trattenni più. La mano partì a tutta velocità per una grandiosa sega.
‘Certo che ce l’hai davvero grosso. Devi averlo ereditato dal tuo povero nonno’.
‘Il nonno lo aveva grosso?’.
‘Una trave come la tua e non gli bastava mai povero uomo’.
‘Aaaaaa interessante’ mormoravo mentre mi segavo come un pazzo.
‘Quando stai per sparare dillo che ti do le mie mutandone così non schizzi in giro… Va bene divertirsi ma la sborra in salotto non è igenica’.
‘Si siii nelle mutande siiii’ ummmm cazzo stavo per scoppiare.
‘Nonna sei bellissimaaaaaaaaa’.
‘A porcone adulatore scommetto che vorresti anche toccarmi’.
‘Ummmm si si fammele toccare siiiii’.
‘E va bene avvicinati…..’.
Io preso dalla pazzia lo feci e andai anche oltre perchè le misi proprio l’uccello sulle tette.
‘A… Comodo così…. Ma che fai questa è una spagnola lo sai’.
‘No lo sarebbe se me lo prendessi in bocca’ dissi mentre lo muovevo fra le sue tettone.
‘Non ti pare che adesso sia chiedere troppo’.
‘Lasciamo venire sulle tette nonna…. Dai che ci sono….. Oooooooo’.
‘Ma in bocca non te lo prendo’.
‘No no ok…. O siiiii’ il calore avvolgente di quelle tettone era più che sufficiente… Ero arrapato ai massimi….
‘Sborrooooooooooooooo’.
Arrivò un fiotto potentissimo dritto sul suo volto. Bocca, naso, occhi e collo erano lordi di sperma….
Lei prese le sue mutande e si pulì come fossero un asciugamani ‘e meno male che non lo volevo in bocca. Mi hai fatto la doccia’.
‘Scusa’.
‘Fa niente’ poi mi avvolse le mutande intorno al cazzo come fosse un pacco regalo ‘così non sgloccioli. Dai ora vai in bagno e datti una lavata va bene’.
‘Ok nonna. Grazie nonna’.
‘E ricordati che è un nostro segreto’.
‘Si nonna te lo giuro. Grazie è stato bellissimo’.
E scappai in bagno…
Sono un porco.
Ho appena finito di farmi una sega sulle poppe di mia nonna e invece di pensare ad altro sto già riflettendo sul fatto che, se partiamo domani, potrei benissimo andare di nuovo a casa e scopare un’altra notte con Maria.
Davvero non mi basta mai.
E’ quasi l’una del pomeriggio, l’idraulico non verrà prima delle tre e ne avrà minimo per tutto il giorno… ‘Nonna allora che si fa ci vediamo domani o meglio dopodomani?’.
‘No ma perchè mi dici ciò?’ chiede lei che fra l’altro è ancora nuda, cosa che noto con grande piacere.
‘Bhe c’è l’idraulico e….’.
‘E ti spiace così tanto stare un giorno a casa di nonna?’.
‘Ma no, no che hai capito’.
‘A ecco…. Allora adesso ci vestiamo e andiamo alla trattoria qui vicino a mangiare un boccone perchè in casa non ho nulla. Poi mi dai una mano con l’idraulico. Una bella dormita e domani alle 7 pronti e svegli… Va bene?’.
‘Sto ai tuoi ordini nonna’ sorrido io.
‘Bhe prima di tutto direi che ti potresti mettere delle mutande pulite e nascondere il serpentello che continua a guardarmi dal suo occhione’.
Ha ragione. Ho solo il suo accappatoio che mi va pure un po corto e l’uccello mezzo duro è li a fare bella vista. ‘Si però ho tutto sotto in macchina…. Tutto nella valigia a parte il jeans e la maglietta che ho tolto prima’.
‘Bhe chiaro che così non puoi andarlo a prendere o fai venire un colpo alla vicina di casa…. Capirai non ne vede uno dagli anni ottanta’ e ride.
A me invece quell’allusione a Filomena, la vicina di casa sua coetanea e tettona ha stuzzicato non poco la fantasia. Sarà perchè a volte dal terrazzo di nonna l’ho vista che stendeva i panni mezza nuda o quella volta in ascensore che aveva solo una canotta da uomo che nascondeva ben poco della sua latteria ma, spesso da ragazzo, qualche sega alla vedova Teresina l’ho dedicata senza tanti problemi…
Immaginare di passarle davanti col cazzo al vento chissà perchè mi eccita un bel pò….
E si vede perchè subito nonna esclama ‘Aaaaaa ma allora è un vizio! Ma non avevi appena finito?’.
Mi guardo e ho il cazzo tutto dritto come l’asta di una bandiera…
‘O no scusa nonna…. Sarà il caldo….’.
‘O magari è meglio che copro le gemelle e il boschetto vero’ sussurra maliziosa.
Non oso dirle che pensavo a un altra, se pensa che le sue poppe non mi bastino mai (cosa vera fra l’altro) preferisco lasciarglielo pensare.
‘Aspetta qui che mi vesto e vado giù io a prenderti la valigia’.
‘Mi spiace farti fare la fatica nonna. Ma non hai nulla che possa mettere un attimo tipo tuta o roba così’.
‘Quanto peserà mai questa valigia?’.
‘E’ un trolley grande con tutto dentro. Anche il Pc e i libi… Sarà 40 chili buoni’.
‘Aaaaaa allora davvero ci vuole un toro per portarlo su’.
‘Appunto. Ma proprio non hai che so dei vecchi jeans, una tuta dei pantaloncini?’.
Lei ci pensa e poi ‘Vieni…’ mi fa cenno ed entriamo in camera sua.
Inizia a rovistare nell’armadio mentre io mi siedo sul letto. A quel punto non posso fare a meno di pensare che così chinata col grasso culone in bella vista è perfetta per una pecorina…. Ora davvero mi sa che appena possibile mi farò un altra sega.
Tira fuori delle calze nere di nylon e un body sempre nero lucido e pieno di orli e merletti.
Lo indossa. I movimenti ritmici che deve compiere sono eccitantissimi e quando solleva una gamba alla volta sul letto per mettersi le calze me la mangio davvero con gli occhi. L’uccello ormai pulsa di vita propria.
‘Caro ma che hai? Sembri una statua….. -poi ridacchiando- una statua con la meridiana… Che ora segna quel bastone?’.
In effetti se mi mettessi nella posizione giusta la mia asta di carne potrebbe anche fare da gnomone senza problemi.
‘Scusa nonna ma sai…. Le calze sono così sexy e tu sei così sexy…..’.
‘A porcello… Va bhe dai lo prendo per un complimento….. Guarda ti ho trovato questa camicia…. In origine era un vestito ma puoi metterla come camicione tanto ti arriva quasi alle ginocchia… Poi è nera e nasconde tutto’.
Mi porge questo abito, penso suo di quando era giovane che dovrebbe essere di quelli interi che si indossano con la cintura in vita e che io infilo come camicia cercando di nascondere il pisello sotto.
Lui però non collabora ed eccolo sollevarsi di nuovo…
Nonna scuote la testa ‘No così non va. Ci vuole proprio un pantalone. Ti darei uno dei miei pantacollant ma ci balli dentro due volte… Tu non hai mica questo culone’ e si da uno schiaffo su una natica.
Dio vuol farmi morire…. Tra un po me lo stacco dalla voglia che ho di tirare la sega.
‘Aspetta ho un’idea. Non sarà elegante ma se non ti fai problemi potresti mettere questi’.
Li afferro. Solo sentirli in mano mi da piacevoli e insane sensazioni ‘Collant?’.
‘Si…. Quelli invernali neri sessanta denari…. Sono coprenti e restringenti. E’ come avessi la tuta da ciclista…. Li metti sotto e non si vede nulla’.
‘Collant tuoi?’.
‘Ovvio. Di chi se no. Se però ti imbarazza mettere calze da donna basta dirlo…’.
‘Ma no, ma no li metto subito’ mi volto e mi chino per infilarli. Mentre le do la schiena non posso fare a meno di portarli al naso per sentire se profumano magari della sua figa…. Ovviamente sono stati lavati quindi è solo un’illusione ma mi pare quasi di sentire aroma di sesso…
‘Aspetta. Non si mettono così. Devi arrotolarli e poi farteli scorrere sulla gamba. Sdraiati sul letto e solleva le gambe che lo faccio io dai’.
Oddio… Adesso mi mette lei i collant… Mamma mia che voglia che mi viene’.
Arrotola l’indumento, me lo infila nei pieni e poi lo fa salire lentamente. Quella sensazione sulla pelle è impagabile. L’uccello è proprio di fronte a lei, sento quasi il suo alito sulla cappella mentre mi veste. Arriva al cazzo, lo afferra delicata con due dita e lo abbassa…. Fa un po fatica perchè è durissimo e più spinge più io faccio ‘argh’.
Non credo mi abbia mai toccato il cazzo con tanta insistenza.
‘Ecco fatto. Va che bello che sei’.
Mi guardo allo specchio sembro un mezzo travestito e un mezzo ballerino di danza classica…. Ma può andare.
Infilo ai piedi le scarpe da tennis e sono pronto.
L’uccello sotto è ancora li che pulsa ma il nylon e l’elastico lo trattengono. Solo il bozzo è bello evidente appena celato dalla lunga camicia.
‘Ok vado a prendere la valigia’.
‘Bravo ma fai veloce’ dice nonna ben conscia che non sono propriamente un simbolo di eleganza e sobrietà.
O si nonna, penso, faccio veloce si perchè appena torno mi faccio un altro di quei segoni che tu neanche immagini…
Va tutto bene. Scendo, prendo la valigia, non passa nessuno, nessuno mi nota. Chiudo l’auto, entro, sollevo il trolley per fare i gradini, chiamo l’ascensore.
Si apre la porta, entro e sono salvo.
Ma neanche il tempo di dirlo e la porta invece di chiudersi si riapre.
Con orrore vedo l’ombra imponente della vedova Filomena che entra con me.
‘Buongiorno’ dice asciutta.
‘buon… buon giorno signora’ rispondo io tentennante.
La guardo. Pantaloni rosa della tuta, canotta da uomo bianca e ciabatte. I suoi 130 chili sbordano da tutte le parti. I dieci chili buoni di tette sono incipienti e incontenibili tanto più che non deve avere il reggiseno. Ha in mano il bidoncino marrone dell’immondizia. Doveva proprio andare a prenderlo adesso?
Lei guarda me e il mio ‘costume’.
Ci riflette ‘senti ma sei frocetto? Lo sa tua nonna?’.
‘Cosa sono scusi?’.
‘Ma si dai quelli che si vestono mezzi da donna perchè gli piace prenderlo nel culo’.
Precisiamo una cosa. La vedova Filomena è nata in calabria, sempre più o meno vissuta nei campi. Avrà la seconda elementare e magari neanche quella e non è certo una che si misura nel parlare. Ricordo una volta, anni fa che pur davanti a me bambino che ascolatvo disse a mia nonna ‘Lo sai che quella puttana di mia figlia è di nuovo incinta…. Si comprasse un cazzo di gomma come ho fatto io farebbe un affare….’ e subito dopo aveva fatto una grassa risata senza alcun senso di colpa.
‘No guardi che c’è uno sbaglio… Ero da nonna senza pantaloni e mi sono dovuto arrangiare come potevo’.
Ma lei non mi sta nemmeno ascoltando ‘Ma che mondo che abbiamo… Uomini che inculano uomini, donne che leccano la fessa alle donne… Tramvestiti….’.
E li rido perchè mi fa pensare a un tranviere gay!!!
‘Guardi che si sbaglia glielo giuro’. Ora sono un po’ terrorizzato perchè la vedova Filomena è peggio di Facebook per passare notizie.
Dagli un pettegolezzo (e questo è bello grosso) e mezza giornata e i cazzi tuoi li sapranno in tutta la città.
‘Signora mi ascolti….’.
‘Ma dai, ma dai lo so che non è colpa tua lo hanno detto anche alla tele che è una malattia dei geni’.
‘Si della lampada….. -non ce la faccio più. Mi sale una rabbia dentro che di botto la mano scatta sul pulsante di stop e blocco l’ascensore- Senti vecchia stronza mi vuoi ascoltare. Non sono gay, non sono frocio e neanche travestito’ ho gli occhi iniettati di fuoco. Senza quasi rendermene conto calo i collant e mi afferro il cazzo che salta fuori imponente e durissimo ‘To lo vedi come mi viene duro a fissare le tettone a una vecchia chiattona come te… Immagina le giovani!’.
‘O minchia che minchia’ scatta lei e resta davvero senza parole.
‘La vuoi? La vuoi succhiare? La vuoi nella figa che è meglio del tuo cazzo di gomma? E’ questo che vuoi?’.
Le ho già afferrato una mammella…
Lei sgrana gli occhi… ‘Madonnna che uccello che tieni’.
Faccio ripartire l’ascensore… ‘Dai che adesso te lo faccio provare zoccolona’.
Arriviamo al piano. Lascio la valigia sul pianerottolo e invece di andare a destra verso l’appartamento di nonna vado a sinistra seguendo la signora Filomena… Io ho il cazzo al vento, lei le tette che ciondolano fuori dalla canotta… Non stiamo certo andando a berci un caffè…
La casa era arredata modestamente per non dire di peggio e aleggiava un forte odore di fritto quasi fastidioso. Ma non ero certo lì per dare consigli di arredo. Neanche il tempo di chiudere la porta e avevo già afferrato l’elastico della tuta rosa di Filomena e glielo avevo calato con un colpo secco fino alle caviglie.
Il suo grosso culo burroso mi si presentò davanti e non diedi nemmeno modo alla vecchia befana di andare fino alla camera da letto. Con una spinta la feci arrivare fino a un buffet di formica per farla chinare in avanti e già le avevo messo due dita in mezzo alle gambe.
‘Senti come sei bagnata vaccona’ dissi mentre le ficcavo dentro le due dita assieme senza preoccuparmi di farle male’.
‘ummmm porcone ti piace la figa vero’.
‘Ne ho chiavate di meglio troia…. Ma ora stai ferma che ti impalo’.
‘Non sei tanto gentile….’ borbottò lei.
‘Non sono mica venuto a fare il gentile, sono venuto a spaccarti la figa puttanona’.
‘E le calze non le levi?’ disse facendomi notare che indossavo ancora i collant di mia nonna.
‘No… E tanto per chiarire li tirai su e poi li strappai per poter avere il cazzo fuori senza doverli togliere.
‘Quindi è vero che sei un po’ ricchione’ ridacchiò la vecchia.
‘Si infatti questo è proprio da ricchione’ e con un colpo secco la penetrai.
Doveva essere a secco da anni e sentii quasi le pareti vaginali che si spaccavano.
‘Piano cazzo…..!’ urlò la vecchia ma a me delle sue obiezioni non importava nulla. Mi aveva beccato già mezzo arrapato da mia nonna in più con quel nylon addosso che mi stimolava ancora di più e aveva colmato il tutto facendomi incazzare a dismisura con la storia del frocio.
Ora era giusto che mi sfogassi come meglio credevo.
Dopo tre o quattro pompate decise inizi a bagnarsi ben bene e anche il suo dolore divenne piacere. Io, strizzando con forza quei due maniglioni di lardo che avevo sui fianchi pompavo con tutta la forza che avevo e mi beavo, guardando lo specchio a figura intera che rifletteva la nostra immagine e che mi mostrava le sue enormi e molli tettone che ballonzolavano a tutta forza ad ogni colpo.
Dopo poco sentii che faceva un verso simile a un nitrito di un cavallo…. la porca stava venendo.
Continuai a fotterla ben bene fin che non ne fui sazio e sentendo i coglioni pieni le ordinai ‘forza girati che ti sborro sulle tettone’.
Non era un’invito ma un’ordine quindi lei non se lo fece ripetere due volte. Con andatura goffa e claudicante cercò di voltarsi meglio che poteva mentre dalla figa le colavano liquami giù lungo fino alle cosce.
Si mise piano piano in ginocchio, levò la canotta comunque del tutto inutile guardò il cazzo che si avvicinava mentre io lo segavo velocemente.
Partì lo schizzo e le arrivò giusto sulla poppa sinistra ma era così abbondante che di rimbalzo un po’ le arrivò sul mento.
Filomena chiuse gli occhi e io continuai a pompare con la mano per svuoatrmi bene con altri due fiotti di sperma che le colarono sempre sulle poppe.
A quel punto, visto che aveva chiuso gli occhi quasi schifata decisi che era il caso di andare avanti. Le afferrai i lunghi capelli bianchi con forza la tirai a me e dissi ‘apri la bocca puttana’.
Lei provò a non farlo ma la cappella era già sulle sue labbra e spingevo….
‘Forza ingoia sto gelato’.
‘ummmm porc….’ borbottò ma non poteva parlare perchè il mio uccello pieno di sborra le era già entrato in gola.
‘Forza non dirmi che non sai fare un pompino…. Dai su vecchia mignotta succhia’.
Obbedì…..
A quel punto mi accorsi che nella tasca del camicione di nonna avevo il mio iphone e stava vibrando.
Lo presi in mano senza smettere di tenere il cazzo in bocca a Filomena e vidi che era la nonna…
Risposi.
‘John ma dove cavolo sei finito?’.
‘Scusa nonna arrivo subito’.
‘Ma dove sei? Coi i miei collant addosso? Ma sei matto?’.
‘Nonna ho detto che vengo subito….’ e chiusi la conversazione mentre Filomena ancora ciucciava a tutta forza e le sue tettone facevano da cuscino ai miei coglioni.
A quel punto visto che avevo ancora il telefono in mano mi venne in mente di fare qualche bel primo piano a Filomena con mio uccello in bocca e le tette tutte sborrate….
Nonostante la voglia fosse di stare li a farmi la vecchia ancora una volta e possibilmente spaccarle il culo come meritava non potevo far aspettare ancora nonna. Così glielo sfilai di bocca e lo feci sparire meglio che potevo dentro al collant…
‘Ora devo andare ma appena ho tempo torno…’.
‘Ma chi ti credi di essere? Mica sono una puttana che vieni a scopare quando vuoi capito? Sono una signora per bene io’.
‘No tu sei una vacca petteggola e la prossima volta che vengo ti prendo anche il culo…. E sappi, se caso mai ti andasse di parlare in giro di me, di nonna o del mio collant che ho queste belle foto di te che ciucci il cazzo. Se ti gira di spettegolare te le attacco nell’ingresso del palazzo capito?’.
‘Io sono una donna riservatissima cosa credi’ disse mentre si alzava in piedi e si puliva la bocca con la mano.
‘Si si riservatissima…. Dai che vado’.
Lei mi chiamò. Aveva il sorriso gentile di una ragazzina. Un sorriso che non avevo mai visto su quel faccione acido e antipatico ‘Allora ripassi a trovarmi amore?’.
‘Appena avrò voglia e tempo’.
Lei si diede uno schiaffo da sola su una chiappa ‘Non farmi aspettare amore che ti do anche il culo’ e mi mandò un bacio con la bocca.
‘Che puttana’ sussurrai mentre mi chiudevo la porta alle spalle…
Erano due mesi che avevamo iniziato a fare sesso e Maria si era rivelata una porca insaziabile tanto più che io, da parte mia ero un voglioso perverso che avrebbe scopato dall’alba al tramonto.
Oggi purtroppo era un giorno triste perchè, come avevo promesso a mio padre che sarei andato a prendere mia nonna e l’avrei accompagnata al mare dove viveva l’altra sorella Samantha.
Di solito ero felice di andare in vacanza in liguria per un mesetto ma questa volta l’idea di non avere la fica, le tette ed il culo di Maria a disposizione mi dispiaceva non poco.
Anche lei, ovviamente, sapeva che avrebbe sentito la mia mancanza e quella del mio uccello e per quello aveva deciso di svegliarmi a quel modo e così presto per guadagnare tempo.
Quando avevo aperto gli occhi pervaso dalla piacevole sensazione mi ero trovato il suo visino da vacca che succhiava come un’idrovora e le sue tettone che mi massaggiavano l’asta a tutta forza.
Ovviamente appena raggiunta la durezza desiderata Maria non aveva esitato un attimo a saltarmi in braccio, sbattermi le poppe in faccia, infilarsi da sola il mio uccello fra le gambe e cominciare a cavalcarmi a tutta forza.
‘Hey ma che ore sono?’ chiedo.
‘Le cinque e dieci’.
‘Ummmm credevo che nonna mi aspettasse per le otto’.
‘Infatti…’ e intanto già gemeva e contraeva le labbra della vagina come faceva ad ogni orgasmo.
‘Vuoi scopare per tre ore porcona…’ dico strizzandole le tettone fra le mani.
‘Nooo -ummm- solo due. Poi devi farti la doccia e ci vuole mezz’ora per andare da lei’.
‘A bhe giusto…. Solo due ore’ e muovo il bacino per darle ritmo.
SOLO!!!!
‘Voglio prosciugarti, ti devi far bastare questa scopata per un mese’.
‘Ummmm difficile lo sai che fra qualche ora sarò di nuovo in tiro. Mi hai abituato troppo bene mammina’.
‘Lo so, lo so porco… Anche io, cosa credi… Un mese di ditalini’.
‘Bhe anche quel cazzone di lattice che hai nel comodino penso aiuterà’ rido.
‘Ummm o siiiii…. O siiii eccone un altro siiiiiii… Non è mai come il tuo credimi’.
‘Bhe anche le pippe che mi farò al mare non valgono la tua figa tesoro’.
‘A porcello, magari ti trovi una ragazzina ligure che ti succhia anche il midollo e a me non ci pensi proprio’.
‘Ma figurati… La zia abita su un colle a un chilometro dal mare e a due dal mondo… Solo io, lei e nonna a tenermi d’occhio.
Finirà come al solito che mi farò pippe a manetta ogni sera quando dormono’.
‘O povero il mio pisellone che si dovrà slogare il braccioooooo ooooooo ooooooo!’.
‘Altro orgasmo?’.
‘siiiiiii oggi sono in calore davvero’.
‘Permetti se ora tocca a me?’.
‘Stai venendo amore mio?’.
‘siiiiiiiiiiiiii’ ululo e parte lo schizzo che le riempie la figa.
Lei si ferma. Col cazzo sempre dentro mi fissa ‘vuoi fare pausa?’.
‘no voglio fottere ancora anzi mi fai un piacere?’.
‘cosa?’.
‘Mi dai anche il culo dopo’.
‘Maiale!’ ride Maria.
‘Si lo so…. Dai forza cavalcami, scopami ancora ti prego’.
Maria riprende a cavalcare, le tette mi piovono in faccia e succhio avido i capezzoli, le mani scorrono sui suoi glutei che strizzo con tutte le forze che ho.
‘O Maria come farò un mese senza le tue tette e la tua figa….’.
‘Ummmm scopati tua zia allora!’ ridacchia lei.
‘Cosa?’.
‘Tuo padre dice sempre che ha la sorella zoccola’ e ride ancora.
In effetti su zia Samantha, sorella minore di mio padre, se ne dicevano tante. In primis che fosse lesbica o per lo meno bisex visto che non si era mai sposata e secondo, detto da papà che la conosceva bene, che da giovane si fosse ripassata quasi tutti i coetanei del paese senza farsi tanti problemi e che ancora adesso non avesse perso il vizio. Nella sua villetta a bordo mare portava a casa chissà chi e si faceva chissà quante scopate… L’altra mia zia, Virginia, sua sorella maggiore, giurava che una volta era passata a trovarla e aveva ospiti due ragazzoni bene in carne che lei aveva detto essere i muratori. Però non erano sul tetto o in giardino erano in salotto e non parevano troppo contenti di vederla… Così era nata la leggenda che Samantha si facesse queste mini gang bang all’insaputa di tutti.
In effetti zia Samy bionda, ben tettuta e sempre in mini gonna la voglia te la faceva venire e ammetto che qualche sega pensando a lei me la ero pure fatta. Lei però, forse perchè ero un ragazzino non mi aveva mai dato modo di pensare che l’interesse fosse ricambiato quindi non ero mai andato oltre alla pura fantasia, a parte, una volta che l’avevo vista nuda mentre si cambiava il costume da bagno in giardino. E li, era stato naturale e dovuto farmi il mio bel pippone pensando alle tettone e alla sua figa rasata.
‘Aaaaaarghhh’.
‘Tesoro ma sei venuto di nuovo? Così presto?’.
‘Capita…. Comunque tranquilla è ancora duro…’.
‘Come mai questo bis dopo pochi minuti…. Ti ha eccitato pensare a tua zia ammettilo’ dice Maria più con comprensione che con rabbia.
‘Bhe forse un po….Mi hai fatto venire in mente quella volta che l’ho vista nuda e….’.
‘A bene’.
‘Scusami….’.
‘Tesoro tranquillo mica posso essere gelosa o pretendere da te chissa cosa è chiaro che prima o poi ti troverai la ragazza ed è ovvio che con un pisello così di donne ne troverai tante…. Che devo dirti. Se tua zia te la da… Prendila’.
‘Non credo lo farà’.
‘Mai dire mai…. Adesso però basta parlare di lei…. Fammi venire’.
‘Ok amore, scivola sotto che adesso pompo un po io…. Voglio sfondarti….’.
Quindici orgasmi dopo Maria si dichiarò soddisfatta e senza che avessi a chiederglielo si mise a pecora e allargò le gambe per farsi sodomizzare.
‘Dai bello prenditi il culo che ti piace tanto’.
‘O si…. A lo sai quanto mi piace farlo nel culo’ econ due colpi secchi glielo ficcai dentro.
‘Ummmm mi sfondi siiiiii…. Ummmm mi fai venire anche dal culo’.
‘O si… Dai Maria che ti riempio di sborra siiiii’.
‘Ti piace tanto inculare le donne vero?’.
‘O si, siiii, lo adoro’.
‘Tanto che sei con lei al mare mettilo in culo a quella gran stronza di tua nonna… Mi odia lo sai’.
Era vero. Nonna non aveva mai accettato che suo figlio si portasse a casa un’altra donna ed erano bastati un paio di pranzi insieme per capire che le due erano assolutamente incompatibili.
‘Aspetti una volta che si china, lo tiri fuori e sbrang! Piglialo nel culo vecchia stronza….’ e ride.
‘Cazzzzzzzzz!’ esclamo io.
‘Tesoro ma sei venuto di nuovo?’ esclama Maria perplessa.
‘Temo di si’.
‘Non dirmi che ti ha eccitato l’idea di inculare tua nonna?’.
‘E come faccio a dire di no?’.
‘A che porcello…. dai non farti problemi la tua Maria capisce tutto. Fammi solo un piacere, se mai un giorno inculerai tua nonna falle una foto e mandamela che così godo anche io’.
‘Scherzi?’.
‘No. Non scherzo. Sarebbe una bella soddisfazione vedere quella saccente perbenista che lo prende in culo dal nipote. Non sai quanto…. Che facciamo hai finito o vuoi ancora….’.
‘Se resti così vorrei incularti ancora una volta’.
‘Fai pure caro… Tutte le volte che vuoi’
Me la inculai per bene fin che non mi svuotai un’ultima volta i coglioni. Certo di essere sazio, e anche perchè erano le sette meno cinque, concludemmo. Andai verso il bagno a farmi la doccia raccomandando prima a Maria ‘per favore mettiti qualcosa addosso anche tu se no quando esco mi viene voglia di sbatterti di nuovo’.
Obbediente e puntuale alle sette e trenta la baciai in bocca e scesi a prendere la macchina fedele agli ordini ricevuti.
Alle otto in punto sarei stato a casa di nonna, l’avrei caricata e ci saremmo fatti il nostro bel viaggetto di tre ore fino a quel minuscolo paese ligure dove abitava mia zia Samantha e dove saremmo restati un mese a fare le vacanze.
Negli anni passati ci aveva sempre portati mio padre ma ora che avevo la patente il compito era passato a me e non volevo fare brutta figura.
Approfittando che c’era poco traffico alle otto meno dieci ero già sotto al palazzo di nonna.
C’era qualcosa che mi turbava, una cosa che forse Maria aveva capito prima di me. Mai mi ero reso conto quanto inconsciamente fossi eccitato sessualmente da mia zia e da mia nonna. Mi era bastato pensare a loro mentre facevo sesso per venire dentro a Maria come una fontana.
Considerando che ora stavo per passare un mese da solo proprio con loro due la cosa mi creava da una parte un certo imbarazzo e dall’altra una forte eccitazione.
Per un istante, come un flashback mi venne in mente quella volta che ero entrato in bagno per sbaglio e avevo visto la nonna mezza nuda a gambe larghe che pisciava o tutte le volte che si sedeva sul divano e la gonna le si sollevava abbastanza per scorgerle le giarrettiere…
‘Basta!’ mi dissi, perchè il cazzo mi stava già venendo duro.
Facendo forza su me stesso scesi dalla macchina cercando di non pensarci… certo che…. se mai la nonna mi avesse detto che ci stava…. non mi sarei certo tornato indietro.
Appena aperta la porta di casa pensai per un attimo di essere entrato nel mio sogno che si avverava quando vidi la nonna in mutande e a pecorina che mi agitava davanti il suo grosso deretano.
Era già in posizione e aspettava la monta?
Che dovevo fare? Estrarre il cazzo e partire all’attacco… Ammetto che avevo comunque un po’ di imbarazzo quindi mi feci solo avanti e dissi ‘ciao nonna’.
Lei si alzò di scatto e finalmente capii vedendo tutta l’acqua per terra sul pavimento, gli strofinacci, il secchio e la sua maglietta bagnata.
‘Guarda che disastro John. Si è crepato un tubo del termosifone…. Sono due ore che tiro su acqua. Guarda in che stato sono’.
In effetti era tutta spettinata, sudatissima e bagnata. I pantacollant che di solito usava in casa erano buttati a terra in un angolo tutti marci e questo spiegava perchè fosse in mutande e maglietta.
Arrossii cercando di non farmene accorgere ringraziando dentro di me di non essermi davvero appoggiato col cazzo dietro di lei.
Probabilmente ero un pazzo a pensare a queste cose.
Certo però era da dire che la maglietta bianca tutta bagnata e la mancanza di reggiseno mostravano le tettone di nonna in tutto il loro splendore. Bisogna dire che nonna Antonietta aveva una nona naturale. Due angurie pazzesche che, senza reggiseno le calavano quasi fino all’ombelico. Per quanto facesse per tenerle a cuccia erano sempre prominenti ed eccitanti ogni volta che ti stava di fronte. Raramente poi le avevo viste così dettagliatamente perchè il tessuto bagnato non nascondeva nulla.
Volente o nolente mi stava venendo duro. Così, prima che mi scoppiasse nei pantaloni provai a cambiare discorso e restare sul problema ‘adesso che si fa nonna. Vado a cercare un idraulico?’.
‘Tranquillo l’ho già chiamato io. Viene nel primo pomeriggio’.
‘A quindi oggi non si parte?’
‘Non lo so, vediamo quanto ci mette. Dai su dammi una mano, prendi il secchio e lo straccio che asciughiamo questo disastro prima che marcisca il parquet’.
Obbediente, da bravo nipotino lo feci. Ogni tanto però, lo ammetto, mi giravo verso di lei ammirandola chinata a terra sia da davanti con le mammelle che sfioravano il pavimento, sia da dietro dove le mutande bianche mi facevano intravvedere il suo culone e un po’ i peli della sua figa. Ammetto che questo spettacolo mi faceva lavorare più volentieri.
Dopo più di un’ora avevamo quasi finito e siccome avevo i jeans fradici la imitai e me li tolsi restando in boxer. Anche la camicia messa nuova nuova quella mattina era un disastro e tolsi anche quella visto che, oltretutto, ero sudato come una bestia.
Nonna mi guardò ‘dai vieni in salotto che ci beviamo qualcosa di fresco’.
Mi sedetti sul divano e nonna arrivò con dell’acqua e ghiaccio e due bicchieri ‘mi spiace ma ho il frigo vuoto. Bevi l’acqua che tanto alla fine è la bibita più dissetante che ci sia’.
Lei sedette sulla poltrona vicino a me, sempre in mutande e messa così adesso vedevo davvero i dettagli della sua figa, tanto più che doveva averla davvero bella pelosa perchè si notavano i peli neri uscire dagli elastici.
‘Che hai un po’ di ernia?’.
‘Ernia?!’ chiesi senza capire.
Lei con un sorriso indicò il mio inguine. Abbassai gli occhi e mi accorsi che avevo mezzo uccello fuori dalla fessura dei boxer. L’indurimento era stato incontenibile. Avevo l’uccello duro come marmo e la nonna se ne era accorta.
‘O scusa…’ e mi coprii con la mano.
‘Quando succede così all’improvviso è ernia bisogna che ti fai guardare da un dottore’.
O magari è solo perchè sei praticamente nuda pensai senza dirlo.
‘Tranquilla nonna non è nulla adesso passa’.
‘Ma caro ti succede spesso di avere erezioni senza essere eccitato? Guarda che è grave e bisogna curarlo’.
‘Ma no nonna davvero non è nulla… Anzi guarda adesso vado in bagno un attimo e mi passa’.
‘A te la fai passare in quel modo’ e mimò il gesto di una pippa con la mano.
Io arrossii. Era la prima volta che mia nonna parlava così esplicitamnete di seghe. ‘No ma io…. Cioè volevo solo lavarmi le mani e….’.
‘Senti John non scherziamo. Se sei solo eccitato è un conto ed è normale che alla tua età lo sia ma il pisello che ti si indurisce così di colpo non è normale e bisogna farsi vedere. Già vivi con quella mezza vacca ignorante di Maria che se ne fregherà alla grande e tua padre sempre in giro per il mondo…. Nessuno che si cura di te e magari non sai neanche di avere un problema alla spina dorsale…’.
‘Ma no nonna no’.
‘Adesso cerco il numero della dottoressa Zappa e vediamo se può darti una controllata veloce’.
Adesso si che si faceva grave ‘nonna basta ti prego. Non ho nulla alla spina dorsale ero solo eccitato e si, volevo andare in bagno a farmi una sega’.
Ci fissammo. Un momento di silenzio che parve durare una vita. Era la prima volta che parlavo a mia nonna in modo tanto diretto e ora non sapevo che dire. Non sapevo che avrebbe fatto… Ero terrorizzato.
Poi la vidi sorridere ‘a eri solo eccitato… E da cosa se posso saperlo?’.
‘Non ti arrabbi?’.
‘No voglio solo capire’.
‘Bhe con la maglietta bagnata si vedono le tue tett…. cioè i seni e….’.
‘Aaaaaaa le sorellone’ rise.
Abbassò la testa e si guardò il corpo. ‘Bhe si in effetti sono quasi nuda’ e rise di nuovo.
‘Scusa’ e abbassai la testa mostrandomi pentito.
‘Bhe la colpa è più mia che tua. Dai non è successo nulla. Gli occhi sono fatti per guardare’.
Io ero sempre più a disagio soprattutto perchè invece di andare a nascondersi il mio pisello ora che ero in piedi era pure più duro di prima e tutto fuori.
‘Vado in bagno ok….’.
‘No aspetta. Fammi capire una cosa. Vai di la e ti stantuffi così…. E a cosa pensi?’.
‘Bhe non so…. A qualcosa penso…. Non sono cose che dovrei dirti….’.
‘Senti caro ma pensi di essere il primo? Tuo padre l’ho beccato che aveva 13 anni più o meno… Si era nascosto in camera mia e si stava facendo una pugnetta mentre mi spiava che mi cambiavo’.
‘Ma dai?’.
‘Ma si dai è normale che uno guardi. Poi devo ammettere che queste due bombe sono anche difficili da nascondere’ e se le prese fra le mani eccitandomi ancora di più.
‘Dai facciamo una bella cosa. Una di quelle cose che restano un segreto fra nonna e nipote’ e di colpo si sfilò la maglietta facendole ciondolare in tutto il loro naturale splendore. ‘Nonna?’.
‘Dai mettiti comodo… Guarda pure quanto vuoi mentre ti tocchi’.
Ero basito. La nonna mi autorizzava a farmi un segone davanti a lei… Assurdo!!
Mi calai i boxer restando completamente nudo e me lo presi in mano ‘guarda che io lo faccio davvero’.
‘E cosa aspetti? Che vuoi che tolga anche le mutande?’ rise lei.
‘Bhe se ti andasse non direi di no’ la mano stava già muovendosi sulla mia asta.
‘A porcello allora non guardavi solo le tettone di nonna…. anche la gatta’.
‘Bhe….io….’.
‘Tranquillo, in effetti non è che queste vecchie mutande nascondano gran che… Tanto vale’ e rapida le calò fino alle caviglie con totale naturalezza…. Quando vidi la sua bella ficona pelosa non mi trattenni più. La mano partì a tutta velocità per una grandiosa sega.
‘Certo che ce l’hai davvero grosso. Devi averlo ereditato dal tuo povero nonno’.
‘Il nonno lo aveva grosso?’.
‘Una trave come la tua e non gli bastava mai povero uomo’.
‘Aaaaaa interessante’ mormoravo mentre mi segavo come un pazzo.
‘Quando stai per sparare dillo che ti do le mie mutandone così non schizzi in giro… Va bene divertirsi ma la sborra in salotto non è igenica’.
‘Si siii nelle mutande siiii’ ummmm cazzo stavo per scoppiare.
‘Nonna sei bellissimaaaaaaaaa’.
‘A porcone adulatore scommetto che vorresti anche toccarmi’.
‘Ummmm si si fammele toccare siiiii’.
‘E va bene avvicinati…..’.
Io preso dalla pazzia lo feci e andai anche oltre perchè le misi proprio l’uccello sulle tette.
‘A… Comodo così…. Ma che fai questa è una spagnola lo sai’.
‘No lo sarebbe se me lo prendessi in bocca’ dissi mentre lo muovevo fra le sue tettone.
‘Non ti pare che adesso sia chiedere troppo’.
‘Lasciamo venire sulle tette nonna…. Dai che ci sono….. Oooooooo’.
‘Ma in bocca non te lo prendo’.
‘No no ok…. O siiiii’ il calore avvolgente di quelle tettone era più che sufficiente… Ero arrapato ai massimi….
‘Sborrooooooooooooooo’.
Arrivò un fiotto potentissimo dritto sul suo volto. Bocca, naso, occhi e collo erano lordi di sperma….
Lei prese le sue mutande e si pulì come fossero un asciugamani ‘e meno male che non lo volevo in bocca. Mi hai fatto la doccia’.
‘Scusa’.
‘Fa niente’ poi mi avvolse le mutande intorno al cazzo come fosse un pacco regalo ‘così non sgloccioli. Dai ora vai in bagno e datti una lavata va bene’.
‘Ok nonna. Grazie nonna’.
‘E ricordati che è un nostro segreto’.
‘Si nonna te lo giuro. Grazie è stato bellissimo’.
E scappai in bagno…
Sono un porco.
Ho appena finito di farmi una sega sulle poppe di mia nonna e invece di pensare ad altro sto già riflettendo sul fatto che, se partiamo domani, potrei benissimo andare di nuovo a casa e scopare un’altra notte con Maria.
Davvero non mi basta mai.
E’ quasi l’una del pomeriggio, l’idraulico non verrà prima delle tre e ne avrà minimo per tutto il giorno… ‘Nonna allora che si fa ci vediamo domani o meglio dopodomani?’.
‘No ma perchè mi dici ciò?’ chiede lei che fra l’altro è ancora nuda, cosa che noto con grande piacere.
‘Bhe c’è l’idraulico e….’.
‘E ti spiace così tanto stare un giorno a casa di nonna?’.
‘Ma no, no che hai capito’.
‘A ecco…. Allora adesso ci vestiamo e andiamo alla trattoria qui vicino a mangiare un boccone perchè in casa non ho nulla. Poi mi dai una mano con l’idraulico. Una bella dormita e domani alle 7 pronti e svegli… Va bene?’.
‘Sto ai tuoi ordini nonna’ sorrido io.
‘Bhe prima di tutto direi che ti potresti mettere delle mutande pulite e nascondere il serpentello che continua a guardarmi dal suo occhione’.
Ha ragione. Ho solo il suo accappatoio che mi va pure un po corto e l’uccello mezzo duro è li a fare bella vista. ‘Si però ho tutto sotto in macchina…. Tutto nella valigia a parte il jeans e la maglietta che ho tolto prima’.
‘Bhe chiaro che così non puoi andarlo a prendere o fai venire un colpo alla vicina di casa…. Capirai non ne vede uno dagli anni ottanta’ e ride.
A me invece quell’allusione a Filomena, la vicina di casa sua coetanea e tettona ha stuzzicato non poco la fantasia. Sarà perchè a volte dal terrazzo di nonna l’ho vista che stendeva i panni mezza nuda o quella volta in ascensore che aveva solo una canotta da uomo che nascondeva ben poco della sua latteria ma, spesso da ragazzo, qualche sega alla vedova Teresina l’ho dedicata senza tanti problemi…
Immaginare di passarle davanti col cazzo al vento chissà perchè mi eccita un bel pò….
E si vede perchè subito nonna esclama ‘Aaaaaa ma allora è un vizio! Ma non avevi appena finito?’.
Mi guardo e ho il cazzo tutto dritto come l’asta di una bandiera…
‘O no scusa nonna…. Sarà il caldo….’.
‘O magari è meglio che copro le gemelle e il boschetto vero’ sussurra maliziosa.
Non oso dirle che pensavo a un altra, se pensa che le sue poppe non mi bastino mai (cosa vera fra l’altro) preferisco lasciarglielo pensare.
‘Aspetta qui che mi vesto e vado giù io a prenderti la valigia’.
‘Mi spiace farti fare la fatica nonna. Ma non hai nulla che possa mettere un attimo tipo tuta o roba così’.
‘Quanto peserà mai questa valigia?’.
‘E’ un trolley grande con tutto dentro. Anche il Pc e i libi… Sarà 40 chili buoni’.
‘Aaaaaa allora davvero ci vuole un toro per portarlo su’.
‘Appunto. Ma proprio non hai che so dei vecchi jeans, una tuta dei pantaloncini?’.
Lei ci pensa e poi ‘Vieni…’ mi fa cenno ed entriamo in camera sua.
Inizia a rovistare nell’armadio mentre io mi siedo sul letto. A quel punto non posso fare a meno di pensare che così chinata col grasso culone in bella vista è perfetta per una pecorina…. Ora davvero mi sa che appena possibile mi farò un altra sega.
Tira fuori delle calze nere di nylon e un body sempre nero lucido e pieno di orli e merletti.
Lo indossa. I movimenti ritmici che deve compiere sono eccitantissimi e quando solleva una gamba alla volta sul letto per mettersi le calze me la mangio davvero con gli occhi. L’uccello ormai pulsa di vita propria.
‘Caro ma che hai? Sembri una statua….. -poi ridacchiando- una statua con la meridiana… Che ora segna quel bastone?’.
In effetti se mi mettessi nella posizione giusta la mia asta di carne potrebbe anche fare da gnomone senza problemi.
‘Scusa nonna ma sai…. Le calze sono così sexy e tu sei così sexy…..’.
‘A porcello… Va bhe dai lo prendo per un complimento….. Guarda ti ho trovato questa camicia…. In origine era un vestito ma puoi metterla come camicione tanto ti arriva quasi alle ginocchia… Poi è nera e nasconde tutto’.
Mi porge questo abito, penso suo di quando era giovane che dovrebbe essere di quelli interi che si indossano con la cintura in vita e che io infilo come camicia cercando di nascondere il pisello sotto.
Lui però non collabora ed eccolo sollevarsi di nuovo…
Nonna scuote la testa ‘No così non va. Ci vuole proprio un pantalone. Ti darei uno dei miei pantacollant ma ci balli dentro due volte… Tu non hai mica questo culone’ e si da uno schiaffo su una natica.
Dio vuol farmi morire…. Tra un po me lo stacco dalla voglia che ho di tirare la sega.
‘Aspetta ho un’idea. Non sarà elegante ma se non ti fai problemi potresti mettere questi’.
Li afferro. Solo sentirli in mano mi da piacevoli e insane sensazioni ‘Collant?’.
‘Si…. Quelli invernali neri sessanta denari…. Sono coprenti e restringenti. E’ come avessi la tuta da ciclista…. Li metti sotto e non si vede nulla’.
‘Collant tuoi?’.
‘Ovvio. Di chi se no. Se però ti imbarazza mettere calze da donna basta dirlo…’.
‘Ma no, ma no li metto subito’ mi volto e mi chino per infilarli. Mentre le do la schiena non posso fare a meno di portarli al naso per sentire se profumano magari della sua figa…. Ovviamente sono stati lavati quindi è solo un’illusione ma mi pare quasi di sentire aroma di sesso…
‘Aspetta. Non si mettono così. Devi arrotolarli e poi farteli scorrere sulla gamba. Sdraiati sul letto e solleva le gambe che lo faccio io dai’.
Oddio… Adesso mi mette lei i collant… Mamma mia che voglia che mi viene’.
Arrotola l’indumento, me lo infila nei pieni e poi lo fa salire lentamente. Quella sensazione sulla pelle è impagabile. L’uccello è proprio di fronte a lei, sento quasi il suo alito sulla cappella mentre mi veste. Arriva al cazzo, lo afferra delicata con due dita e lo abbassa…. Fa un po fatica perchè è durissimo e più spinge più io faccio ‘argh’.
Non credo mi abbia mai toccato il cazzo con tanta insistenza.
‘Ecco fatto. Va che bello che sei’.
Mi guardo allo specchio sembro un mezzo travestito e un mezzo ballerino di danza classica…. Ma può andare.
Infilo ai piedi le scarpe da tennis e sono pronto.
L’uccello sotto è ancora li che pulsa ma il nylon e l’elastico lo trattengono. Solo il bozzo è bello evidente appena celato dalla lunga camicia.
‘Ok vado a prendere la valigia’.
‘Bravo ma fai veloce’ dice nonna ben conscia che non sono propriamente un simbolo di eleganza e sobrietà.
O si nonna, penso, faccio veloce si perchè appena torno mi faccio un altro di quei segoni che tu neanche immagini…
Va tutto bene. Scendo, prendo la valigia, non passa nessuno, nessuno mi nota. Chiudo l’auto, entro, sollevo il trolley per fare i gradini, chiamo l’ascensore.
Si apre la porta, entro e sono salvo.
Ma neanche il tempo di dirlo e la porta invece di chiudersi si riapre.
Con orrore vedo l’ombra imponente della vedova Filomena che entra con me.
‘Buongiorno’ dice asciutta.
‘buon… buon giorno signora’ rispondo io tentennante.
La guardo. Pantaloni rosa della tuta, canotta da uomo bianca e ciabatte. I suoi 130 chili sbordano da tutte le parti. I dieci chili buoni di tette sono incipienti e incontenibili tanto più che non deve avere il reggiseno. Ha in mano il bidoncino marrone dell’immondizia. Doveva proprio andare a prenderlo adesso?
Lei guarda me e il mio ‘costume’.
Ci riflette ‘senti ma sei frocetto? Lo sa tua nonna?’.
‘Cosa sono scusi?’.
‘Ma si dai quelli che si vestono mezzi da donna perchè gli piace prenderlo nel culo’.
Precisiamo una cosa. La vedova Filomena è nata in calabria, sempre più o meno vissuta nei campi. Avrà la seconda elementare e magari neanche quella e non è certo una che si misura nel parlare. Ricordo una volta, anni fa che pur davanti a me bambino che ascolatvo disse a mia nonna ‘Lo sai che quella puttana di mia figlia è di nuovo incinta…. Si comprasse un cazzo di gomma come ho fatto io farebbe un affare….’ e subito dopo aveva fatto una grassa risata senza alcun senso di colpa.
‘No guardi che c’è uno sbaglio… Ero da nonna senza pantaloni e mi sono dovuto arrangiare come potevo’.
Ma lei non mi sta nemmeno ascoltando ‘Ma che mondo che abbiamo… Uomini che inculano uomini, donne che leccano la fessa alle donne… Tramvestiti….’.
E li rido perchè mi fa pensare a un tranviere gay!!!
‘Guardi che si sbaglia glielo giuro’. Ora sono un po’ terrorizzato perchè la vedova Filomena è peggio di Facebook per passare notizie.
Dagli un pettegolezzo (e questo è bello grosso) e mezza giornata e i cazzi tuoi li sapranno in tutta la città.
‘Signora mi ascolti….’.
‘Ma dai, ma dai lo so che non è colpa tua lo hanno detto anche alla tele che è una malattia dei geni’.
‘Si della lampada….. -non ce la faccio più. Mi sale una rabbia dentro che di botto la mano scatta sul pulsante di stop e blocco l’ascensore- Senti vecchia stronza mi vuoi ascoltare. Non sono gay, non sono frocio e neanche travestito’ ho gli occhi iniettati di fuoco. Senza quasi rendermene conto calo i collant e mi afferro il cazzo che salta fuori imponente e durissimo ‘To lo vedi come mi viene duro a fissare le tettone a una vecchia chiattona come te… Immagina le giovani!’.
‘O minchia che minchia’ scatta lei e resta davvero senza parole.
‘La vuoi? La vuoi succhiare? La vuoi nella figa che è meglio del tuo cazzo di gomma? E’ questo che vuoi?’.
Le ho già afferrato una mammella…
Lei sgrana gli occhi… ‘Madonnna che uccello che tieni’.
Faccio ripartire l’ascensore… ‘Dai che adesso te lo faccio provare zoccolona’.
Arriviamo al piano. Lascio la valigia sul pianerottolo e invece di andare a destra verso l’appartamento di nonna vado a sinistra seguendo la signora Filomena… Io ho il cazzo al vento, lei le tette che ciondolano fuori dalla canotta… Non stiamo certo andando a berci un caffè…
La casa era arredata modestamente per non dire di peggio e aleggiava un forte odore di fritto quasi fastidioso. Ma non ero certo lì per dare consigli di arredo. Neanche il tempo di chiudere la porta e avevo già afferrato l’elastico della tuta rosa di Filomena e glielo avevo calato con un colpo secco fino alle caviglie.
Il suo grosso culo burroso mi si presentò davanti e non diedi nemmeno modo alla vecchia befana di andare fino alla camera da letto. Con una spinta la feci arrivare fino a un buffet di formica per farla chinare in avanti e già le avevo messo due dita in mezzo alle gambe.
‘Senti come sei bagnata vaccona’ dissi mentre le ficcavo dentro le due dita assieme senza preoccuparmi di farle male’.
‘ummmm porcone ti piace la figa vero’.
‘Ne ho chiavate di meglio troia…. Ma ora stai ferma che ti impalo’.
‘Non sei tanto gentile….’ borbottò lei.
‘Non sono mica venuto a fare il gentile, sono venuto a spaccarti la figa puttanona’.
‘E le calze non le levi?’ disse facendomi notare che indossavo ancora i collant di mia nonna.
‘No… E tanto per chiarire li tirai su e poi li strappai per poter avere il cazzo fuori senza doverli togliere.
‘Quindi è vero che sei un po’ ricchione’ ridacchiò la vecchia.
‘Si infatti questo è proprio da ricchione’ e con un colpo secco la penetrai.
Doveva essere a secco da anni e sentii quasi le pareti vaginali che si spaccavano.
‘Piano cazzo…..!’ urlò la vecchia ma a me delle sue obiezioni non importava nulla. Mi aveva beccato già mezzo arrapato da mia nonna in più con quel nylon addosso che mi stimolava ancora di più e aveva colmato il tutto facendomi incazzare a dismisura con la storia del frocio.
Ora era giusto che mi sfogassi come meglio credevo.
Dopo tre o quattro pompate decise inizi a bagnarsi ben bene e anche il suo dolore divenne piacere. Io, strizzando con forza quei due maniglioni di lardo che avevo sui fianchi pompavo con tutta la forza che avevo e mi beavo, guardando lo specchio a figura intera che rifletteva la nostra immagine e che mi mostrava le sue enormi e molli tettone che ballonzolavano a tutta forza ad ogni colpo.
Dopo poco sentii che faceva un verso simile a un nitrito di un cavallo…. la porca stava venendo.
Continuai a fotterla ben bene fin che non ne fui sazio e sentendo i coglioni pieni le ordinai ‘forza girati che ti sborro sulle tettone’.
Non era un’invito ma un’ordine quindi lei non se lo fece ripetere due volte. Con andatura goffa e claudicante cercò di voltarsi meglio che poteva mentre dalla figa le colavano liquami giù lungo fino alle cosce.
Si mise piano piano in ginocchio, levò la canotta comunque del tutto inutile guardò il cazzo che si avvicinava mentre io lo segavo velocemente.
Partì lo schizzo e le arrivò giusto sulla poppa sinistra ma era così abbondante che di rimbalzo un po’ le arrivò sul mento.
Filomena chiuse gli occhi e io continuai a pompare con la mano per svuoatrmi bene con altri due fiotti di sperma che le colarono sempre sulle poppe.
A quel punto, visto che aveva chiuso gli occhi quasi schifata decisi che era il caso di andare avanti. Le afferrai i lunghi capelli bianchi con forza la tirai a me e dissi ‘apri la bocca puttana’.
Lei provò a non farlo ma la cappella era già sulle sue labbra e spingevo….
‘Forza ingoia sto gelato’.
‘ummmm porc….’ borbottò ma non poteva parlare perchè il mio uccello pieno di sborra le era già entrato in gola.
‘Forza non dirmi che non sai fare un pompino…. Dai su vecchia mignotta succhia’.
Obbedì…..
A quel punto mi accorsi che nella tasca del camicione di nonna avevo il mio iphone e stava vibrando.
Lo presi in mano senza smettere di tenere il cazzo in bocca a Filomena e vidi che era la nonna…
Risposi.
‘John ma dove cavolo sei finito?’.
‘Scusa nonna arrivo subito’.
‘Ma dove sei? Coi i miei collant addosso? Ma sei matto?’.
‘Nonna ho detto che vengo subito….’ e chiusi la conversazione mentre Filomena ancora ciucciava a tutta forza e le sue tettone facevano da cuscino ai miei coglioni.
A quel punto visto che avevo ancora il telefono in mano mi venne in mente di fare qualche bel primo piano a Filomena con mio uccello in bocca e le tette tutte sborrate….
Nonostante la voglia fosse di stare li a farmi la vecchia ancora una volta e possibilmente spaccarle il culo come meritava non potevo far aspettare ancora nonna. Così glielo sfilai di bocca e lo feci sparire meglio che potevo dentro al collant…
‘Ora devo andare ma appena ho tempo torno…’.
‘Ma chi ti credi di essere? Mica sono una puttana che vieni a scopare quando vuoi capito? Sono una signora per bene io’.
‘No tu sei una vacca petteggola e la prossima volta che vengo ti prendo anche il culo…. E sappi, se caso mai ti andasse di parlare in giro di me, di nonna o del mio collant che ho queste belle foto di te che ciucci il cazzo. Se ti gira di spettegolare te le attacco nell’ingresso del palazzo capito?’.
‘Io sono una donna riservatissima cosa credi’ disse mentre si alzava in piedi e si puliva la bocca con la mano.
‘Si si riservatissima…. Dai che vado’.
Lei mi chiamò. Aveva il sorriso gentile di una ragazzina. Un sorriso che non avevo mai visto su quel faccione acido e antipatico ‘Allora ripassi a trovarmi amore?’.
‘Appena avrò voglia e tempo’.
Lei si diede uno schiaffo da sola su una chiappa ‘Non farmi aspettare amore che ti do anche il culo’ e mi mandò un bacio con la bocca.
‘Che puttana’ sussurrai mentre mi chiudevo la porta alle spalle…
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