02 Mi fotto la commessa
di
John Gallo
genere
incesti
Con la mia patente nuova di pacca decidemmo di festeggiare. Prendemmo la Bmw di papà e ci andammo a fare un bel giro in montagna dove le strade erano più impegnative e dove mi sarei messo un po’ alla prova.
Maria, splendida come al solito indossava una gonna corta gialla, una camicetta chiara e naturalmente i collant che rendevano le sue gambe ancor più sexy.
Infatti appena seduta ero già indeciso se guardare la strada o lei.
Viaggiammo per circa due ore, lenti ma non troppo mentre lei guardava il panorama e io stavo attentissimo ai giri del motore, alla marcia, alla traiettoria. In effetti comunque devo dire che il paesaggio alpino era davvero una favola.
A un certo punto mi disse ‘svolta in quella stradina’.
Io rallentai perplesso ‘Ma è quasi una mulattiera? Ci passo?’.
‘Ma si tranquillo venivo in questi posti già anni fa con mio marito…. Gira fidati’.
Obbedii ‘E dove andiamo di bello?’.
‘Poi vedrai’.
Rallentata la marcia al minimo per paura di sfasciare qualcosa in quello sterrato pieno di buche proseguii entrando sempre di più nel fitto bosco fin che non mi trovai davanti il fiume.
‘E adesso?’.
‘Adesso spegni che siamo arrivati’ sorrise lei.
‘A qui?’.
‘Non ti piace. Siamo soli, abbiamo una mini spiaggia tutta per noi e nessuno che venga a dirci una parola’.
‘Aaaaaaaa’ annuii mentre lei scendeva dalla macchina.
‘E che vorresti fare qui da soli porcona?’.
Lei sollevò la gonna e si calò il collant ‘per intanto mi faccio una pisciatina che ne ho davvero urgenza’.
Era senza mutande. Già solo questo fatto me lo fece venir duro. Ma poi iniziò a orinare e lo spettaccolo del piscio che sgorgava dalla sua figa fu cosi impagabile che per forza dovetti tirarmi fuori il cazzo e farli una poderosa sega.
Lei mi guardava mentre ancora coggiolava urina ‘a porcello ti piace il pissing’.
‘Bhe si è sexy direi’.
‘L’hai mai fatto?’ chiese.
‘Fatto cosa?’.
‘Pissing. Pisciarsi addosso mentre si scopa’.
‘No no solo visto qualche figa su internet mentre piscia… al massimo una volta ho visto mia nonna’.
‘Tua nonna che pisciava?’.
‘Si eravamo andati a fungi e lei non ne poteva più. Si è chinata e l’ha fatta’.
‘E tu guardavi?’.
‘Bhe si mi incuriosiva e….’.
‘E ti sei fatto una sega?’ insisteva Maria.
‘No. Cioè non li…. Dopo a casa si….’.
‘E bravo il mio maschione… Adesso invece te la puoi fare subito’.
Infatti lo staavo facendo. ‘Dai vieni vicino fammelo succhiare’.
‘Troia che sei. Non è la prima volta che vieni a scopare qui vero?’.
‘No ti ho detto che venivo con mio marito. Sai lui adorava la pioggia dorata. Farlo in casa non è molto igenico. Resta la puzza, sporchi tutto… Ma all’aperto è l’ideale. Poi ci si lava nel fiume e via….’.
‘Quindi venivate qui a farti pisciare addosso….?’.
‘E io a lui. Anche a lui piaceva bere’.
‘A me veramente adesso va di fottere’.
Lesta si gettò in avanti. Si era già tolta la gonna e tirato su il collant. ‘Strappalo e fottimi’.
‘Non vedo l’ora…. Mi sembri più troia quando hai il nylon sai…’.
‘Lo so caro lo metto apposta’.
Avevo già la cappella in posizione quando mi disse ‘Senti se ti piace al gusto di piscio. L’hai mai leccata appena pisciato?’.
‘No ma non mi faccio mancare nulla….’ e così feci. Mi chiani con la testa fra le sue gambe, strappai un buco abbastanza largo e presi a leccarle la passera con tutte le forze…
Cazzo era buonissima. Un miscuglio di umori di figa dolci e un retrogusto salato dell’urina… ‘Ummmm ma come lecca bene il mio golosone’.
‘Sei buonissima giuro, slap, slap, sleck….’.
‘Dai che ci sei…. Ummm ecco….. O si mi fai venire…. O si dai che…… Siiiiiiiiiiii’.
Un fiotto di liquido caldo mi arrivò dritto in bocca e lo ingoiai.
‘Cavoli mi hai fatta venire’.
‘Me ne sono accorto’ risi io.
‘Bhe direi di approfittare che sono bella lubrificata. Tanto bere hai bevuto…. O hai ancora sete?’.
‘Magari dopo’ risposi mentre avevo già messo il palo sulle labbra della sua vagina.
Me la montai a pecorina per un buon quarto d’ora. Lei venne un’altra volta e subito dopo anche io inondandola con un bel litro abbondante. Poi mi alzai e le mostrai l’asta. ‘Adesso quindi toccherebbe a me pisciare?’.
‘Ti piacerebbe vero?’.
‘Si vaccona mi piacerebbe tanto… Ti piscerei sulle tettone….’.
Lei inginocchiata si afferrò le tettone strizzandole fra le mani. ‘Forza che aspetti fai la doccia alle gemelle’.
‘Ma davvero? Davvero posso pisciarti adosso?’.
‘Vai vai porco. Pisciami tutta….
E così feci….
Andammo avanti per più di due ore a scopare e a pisciare a turno… Provai anche il piacere di farmi pisciare in bocca da lei mentre mi stava seduta sopra e io mi segavo e il piacere del calore della sua urina sul mio pisello che pareva diventare ancor più duro….
Alla fine la convinsi anche a provare a pusciare mentre glielo tenevo dentro ma non le riuscì….’Mi stimoli troppo l’utero non riesco a spingere’.
‘Allora proviamo nel culo? Io spingo e tu pisci dai’.
‘Ma che porco….’.
‘Dai dai all’impiedi. Chinati solo un po in avanti che te lo ficco di nuovo nel culo e intanto svuotati….’.
‘Aaaaaa dai si questa non l’ho mai fatta’.
‘Dai dai. Tu pisci e io sborro dai’.
Ormai aveva il culo sfondato visto che glielo prendevo quasi ogni giorno….
‘O si piscioooooooooooooo’ urlò lei.
Io attaccato ai suoi fianchi la trattenevo a me e pompavo veloce ‘E io sborrooooooooooo’.
Finito di giocare dal baule apparvero due accappatoi e degli asciugamani. Maria aveva pensato davvero a tutto.
Ci lavammo. Lei gettò via il collant lurido di sborra, urina e strappato e tornò a casa senza calze.
‘Che fai lo lasci qui a bordo fiume?’.
‘Si si. Lascialo in pegno a qualche feticista. Magari se lo porta a casa e si fa le seghe’.
‘Azzz quanto sei porca. Dai si torna a casa? Direi che la gita è finita’.
‘Si si -annuì Maria- una gita bellissima e mi baciò con tutta la lingua avvinghiandosi a me calda e sensuale.
Arrivato a casa trovai la non graditissima sorpresa della bionda che vendeva intimo al centro commerciale.
Era chiaro dai discorsi che era un’amica di Maria e non mi dispiaceva neanche come donna, tanto più che, anche oggi come l’alta volta, aveva delle gonne davvero corte che regalavano scorci abbondanti delle sue belle gambe fasciate nel nylon delle calze color carne e dei tacchi delle sue scarpe a sandaletto. Insomma non era male da guardare ma quando si ha in mente solo di arrivare a casa, toglersi in fretta i vestiti per sbattersi la propia matrigna in tutti i modi possibili la presenza di un ospite non è mai gradita.
Mi sorrise ‘John carissimo tua zia arriva subito’.
‘Ottimo. Come stà signora Lorella?’.
‘O bene grazie ma dammi pure del tu caro… Fai conto che sia un po’ una tua mamma onoraria anche io’ e mi fece un sorrisetto un po’ enigmatico che faticavo a decifrare.
Dall’altra stanza sbucò la testa di Maria ‘O bravo il mio John che è già tornato così mi dai un parere’ avanzò entrando e….meravlia.
Indossava un body che pareva arrivato da un pornoshop, tutto nero di pizzi, le tette completamente al vento appena trattenute da un sottile velo fumè che non nascondeva nulla. Sotto, fra le gambe un simpatico buco decorato a petali di rosa lasciava libero l’occhio vedere la sua bella figa….il bocciolo del fiore.
Calze nere a rete con gancetto e scarpe a sandaletto nere col tacco tanto per non farsi mancare nulla. ‘Modello esclusivo appena arrivato ti piace?’.
‘bhe si…. ummmm si è molto……stimolate’.
‘Me lo ha portato Lorella dritto dal negozio’.
‘A che gentile’.
‘Bhe non sono capi che posso mettere in vetrina mi pare ovvio’ sorrise la bionda.
‘E’ davvero molto bello’ dissi.
‘O si lo vedo che ti piace’ rise la bionda indicandomi. In effetti era estate e indossavo solo dei pantaloni di tela molto leggeri e i boxer. Il cazzo mi era già venuto duro solo a guardare Maria ed era schizzato fuori dai boxer da solo e ora pulsava paurosamente sotto alla tela chiaramente visibile.
Feci per coprirmi pudicamente con una mano quano Maria disse ‘caro non avere vergogna… L’ho preso apposta per te siamo felici che ti faccia così effetto…
‘A davvero?’.
‘Ma certo caro- disse Lorella aprendosi di colpo il vestito a camicione che indossava- per questo ne ho messo uno anche io’.
Aperti tutti i bottoni l’abito cadde da solo e Lorella restò con un body gemello a quello di Maria solo di colore bianco coordinato con le scarpe e le calze color carne.
Sgranai gli occhi indeciso se mangiarmi con gli occhi le sue belle tettone appena un po’ più piccole di quelle di Maria o sbirciare nel buco del fiorellino per vederle la figa…
La bionda fece due passi verso di me e ruppe gli indugi ‘Maria dice grandi cose di te… Grandi e grosse’ e mi sfiorò il pacco con due dita.
Io fissai Maria e lei fece si con la testa in segno di consenso. Non potendone più mi lascai andare. La mia mano scivolò sulle tettone di Lorella. ‘Anche tu hai grosse attrattive cara’ e strizzandole le tette le ficcai la lingua in bocca.
Le mani di lei, intanto erano arrivate ai miei pantaloni. Li sbottonarono in fretta e me li calarono con altrettanta velocità.
Lorella mi prese il cazzo in mano ‘o Maria non esageravi ha davvero una trave al posto del cazzo’.
‘E non si stanca mai di usarla’ aggiunse la mia matrigna che aveva iniziato a toccarsi con le dita.
In un attimo Lorella era seduta sul divano e aveva il mio uccello fra le tette. Una spagnola fatta davvero bene con la sua bocca calda e avvolgente che mi leccava la cappella e succhiava come un’idrovora.
Maria mi stava di fianco e mi accarezzava la schiena come una gattina che fa le fusa ‘la mia amica ha tanto bisogno di cazzo….’.
‘E io non vedo l’ora di darglielo’.
Sollevò le gambe, le allargò bene e usando il buco già previsto dal body gli ficcai il cazzo nella pancia. La figa di Lorella era completamente depilata e caldissima. Pareva persino un po’ stretta.
‘Ti piace porcona?’.
‘ummmm siiiii. O si che cazzoneeeeeee’.
Messe le mani sotto alle sue caviglie per tenerle sollevate presi a pomapre a tutta forza ‘Ummmm dai…. Ummm Lorella che bella figa calda….. ummmm’.
‘O Cristo stò già venendoooooo. Siiiiiiiiiii’.
Non le davo tregua. Presi a pompare anche più di prima e lei sentiva arrivare un’orgasmo dietro l’altro…. ‘Godooooooo. Si ancoraaaaaaaaaaa’.
Maria si avvicinò di colpo ‘Oi ingorda non me lo consumare tutto’.
‘Tranquilla Maria posso sfondarvi tutte e due senza problemi’ risposi io tutto infoiato e felice di scopare due troie assieme.
‘O si ma ho voglia adesso…. Almeno leccami la figa’ e senza aspettare invito scavalcò Lorella e le piazzò la patata dritta sulla bocca.
‘ummmm siiiii…. ummmmm si lo sai che la adoro siiii slap slap’ Lorella leccava meccanicamente ed era chiaro che queste due qualche lesbicata se la erano già fatta. La cosa, ovvio, non mi dispiaceva affatto.
A guardarle così non mi trattenni più. Tolsi il cazzo dalla sua figa e le sborrai sulle tette e in faccia.
Poco dopo, Lorella, che non aveva creduto alle parole di Maria quando glielo aveva detto notò con piacere come avessi il cazzo ancora duro. Maria sorrise ‘te lo avevo detto che ne fa almeno tre di fila senza soste’.
‘Ma è meraviglioso’ esclamò Lorella.
‘Si però questa è mia’ chiarì Maria che si era già messa a pecora sul divano.
‘Ma certo caraa mia…. Non vuoi intanto assagiarmi?’.
‘O si, voglio sapere che gusto prende quando è piena di sborra….’.
Io intanto glielo avevo già piazzato dentro e tenendola per i fianchi me la montavo a pecora a tutta forza.
‘ummmmmm che buonaaaaaaaaaaa’ rise Maria.
‘ummmmm mi fai venire porcella…. Ti vengo in bocca’ rispondeva la bionda.
‘E io ti sfondo troia’ dissi io mentre la montavo come un toro.
Era bellissimo vedere le due porche lesbicare. Vedere Maria ciucciare le tettone a un’altra donna.
Riempii la figa anche a lei con grande appagamento e quindi decidemmo di spostarci a letto.
Le due vacche decisero di trasformarmi nella loro sedia dell’orgasmo. Mi fecero sdraiare in centro al letto e a turno mi si sedevano in braccio e mi cavalcavano con tutte le forze che avevano fino ad arrivare all’orgasmo quindi, ancora bagnate lasciavano il posto all’altra che iniziava a cavalcarmi a sua volta. La cosa non mi dispiaceva affatto tanto più perchè in quella posizione potevo giocare, strizzare, leccare e succhiare le loro gigantesche mammelle fino a saziarmene.
I loro orgasmi si susseguivano a ritmo continuo, solo quando annunciavo che stavo per venire anche io, da buone amiche si mettevano entrambe con la bocca sulla mia asta e slinguavano insieme fin che lo schizzò non inondava i loro volti. A questo punto. Grate. Una mi ingoiava la cappella e l’altra mi metteva la lingua sui testicoli e in pochi secondi tornavo operativo per un’altra cavalcata.
Alla fine, quando Lorella disse ‘scusate ma io ho le gambe che non ce la fanno più….’ non so quanto tempo fosse passato ma erano venute non meno di venti volte a testa….
‘John grazie sei stato davvero meraviglioso….’.
‘e non merito un premio Lorella’ dissi io.
‘???’.
Maria si mise a ridere ‘cara vuole farti il culo’.
‘Cosa?’ scattò Lorella.
‘Te l’ho detto che è insaziabile’.
‘Si cari ma io li dietro sono vergine non so se questo affare entra’.
‘Lo facciamo entrare vedrai’ risi io palpandole le chiappe sotto al body.
‘Dai cara fallo contento’ insisteva anche Maria.
‘Ma ho paura. Mi fa male’.
‘Dai cara facciamo così adesso gli do il mio che sono abituata e intanto ti lecco bene bene il buchetto anche a te cosi sei bella pronta e vedrai che scivola dentro benissimo’.
‘O Maria non so se è che in fondo lo desidero o l’idea che mi metti la lingua nel culo ma non riesco a dire di no’.
Le due porcone slacciarono i body in vita liberando le loro chiappe grosse e burrose, si misero una dietro l’altra chinate come due cagne e Maria prese a fare il lavoretto fra le chiappe di Lorella.
Io intanto, a mia volta, aprii le chiappe alla mia matrigna e glielo piantai secco nel suo culo ampiamente sfondato.
‘Ti piace vero?’ chiese Maria.
‘O si…. La lingua in culo è stupenda siiii’ gemeva la bionda.
‘E vedrai adesso che arriva questo’ dissi io e dopo aver sfilato il cazzo dal culo di zia lo piantai in quello di Lorella senza tante cerimonie.
La bionda tirò una bestemmia che fece quasi venire giù il soffitto ma ormai aveva già mezzo cazzo dentro al culo.
Le diedi il tempo di abituarsi al dolore e quindi spinsi ancora mentre Maria mi stava accanto godendosi ogni particolare.
Quando fu tutto dentro le dissi ‘perchè non lecchi anche il mio di culo’.
‘A porco anche questo vuoi che faccia’.
‘sei la mia troia o no?’.
‘Si, si lo sono tesoro mio’ annuì Maria e lesta si mise dietro di me.
Quando sentii la sua lingua che mi stimolava l’ano presi a pompare nel culo di Lorella a tutta forza. Lei ululava in un misto di piacere e dolore perverso, Maria leccava in apnea senza sosta e non smettemmo fin che, con un urlo liberatorio non mi liberai dell’ultimo fluente schizzo che riempì di sborra il culo di Lorella….
‘O ragazzi è stato stupendo. Bisognerà che venga a casa vostra più spesso’.
‘Ma certo porcona vieni ogni volta che vuoi e se no ti avanza il tempo non preoccuparti, adesso che so cosa ti piace magari ogni tanto passo io a darti una ripassata in negozio’.
‘Maria hai proprio ragione è un porco perverso’.
‘Lo so-annui la matrigna- ed è proprio per questo che lo adoro’.
‘Già…. E’ davvero adorabile’ ammise la bionda e mi ficcò la lingua in bocca per baciarmi ancora una volta.
Tra una lunga pausa e l’altra finalmente finirono di installare la yacuzzi in bagno. Quando avvenne io ero in giro ma Maria mi mandò la foto del bagno via watzap. C’era la foto della grande vasca e sotto la scritta ‘finalmente finita’.
Le risposi con un smile che sorrideva e la scritta ‘ottimo’.
Due minuti dopo mi arrivò un altro commento suo ‘non vedo l’ora di provarla’ subito dopo un suo selfie completamente nuda seduta a bordo vasca.
‘Porca che sei’ le scrissi.
‘Torna presto che facciamo il bagnetto’ commentò lei e stavolta mi mandò una foto in diretta della sua figa…
Un invito così non si poteva rifiutare. Rimandai le ultime commissioni e venti minuti dopo ero a casa….
Maria mi aspettava già nella yacuzzi nuda. Il vibro massaggiatore era già attivo e la vasca era tutta un ribollire di bolle.
In un lampo mi tolsi tutto e liberai l’asta che si issò come il pennone della bandiera.
Maria aveva lo sguardo in estasi esattamente come quando la facevo venire…
‘Che hai ti sei masturbata?’.
‘No caro, mi sono solo seduta con la patatina sul getto…. Ma sai che ficata è meglio che farselo con le dita….’.
‘A quindi sei venuta?’.
‘Cinque volte’ sorrise lei maliziosa…
‘Allora che si fa vengo a darti anche questo o ti sei già arrangiata da sola?’.
Lei approfittò che mi ero avvicinato per allungare la mano e afferrarmi il cazzo. Subito lo strinse e iniziò a farmi una sega. ‘Il mio bel pisellone sempre duro…sarai mica geloso di un getto d’acqua… Dai entra, dai che questo lo devi provare…. Metti l’uccello vicino al getto e vedrai se non godi’.
‘Stai andando benissimo anche tu con la mano cara’ dissi io invitandola a non smettere di segarmi.
‘Su dai vieni, non fare l’antipatico, prova il getto fammi felice’.
Obbedii e in effetti era piacevolissimo. Mi era già capitata una cosa simile una volta in piscina quando mi ero fermato per sbaglio vicino alle griglie dell’acqua… Il getto spinto fuori a contatto con l’intimo stimolava inequivocabilmente strane e piacevoli sensazioni. Certo non era al pari di una sega o di una buona scopata ma era comunque piacevole.
Probabilmente, pensai, per una donna era diverso visto che si trattava di farsi stimolare da una forza d’acqua a pressione diretta dentro alla vagina che poteva simulare una rozza, ma potente, penetrazione.
‘Bhe si è piacevole ma io preferirei infilarlo nella tua figa’ dissi.
‘Ummm allora girati… Facciamo cosi: tu ti siedi e io mi metto sopra di te così me lo infili’.
‘Ottimo’.
Maria si sdraiò come se fossi la sua amaca, sentii il cazzo che le penetrava dentro mentre con la mano la cingevo poco sotto al seno e la tiravo verso di me. Lei godendo la penetrazione iniziò a muoversi avanti e indietro.
‘O che bel cazzone duro…. O dai che ci mancava solo qui nella vasca e poi abbiamo scopato in tutta la casa’.
Io la accarezzai dolce palpandole un seno ‘già pure sulla lavatrice mentre centrifugava ti ricordi’.
‘E tu ti ricordi che l’abbiamo quasi rotta per quanto spingevi…’.
‘Bhe eri tu che dicevi di spingere porcona’ e la baciai sul collo.
‘Ummm tesoro ma io ti dirò sempre di spingere…. Anche adesso… Spingi, spingiiiii’.
Presi a dare rapidi colpi di bacino mentre lei si sollazzava e arrivava l’ennesimo orgasmo. Era bello fare quell’esperienza in acqua ma non era certo la scopata migliore della mia vita, tanto più che in quella posizione ero davvero limitato nei movimenti.
Fu solo quando il programma relax della vasca attivò il getto che avevo dritto sotto al culo che le cose cambiarono.
Una forza potente prese a stimolarmi l’ano, meglio di una lingua che ti lecca il culo…
‘Ummmm’ gemetti.
Anche Maria lo notò perchè disse ‘Caro ma sbaglio o ti si sta ingrossando il cazzo?’.
‘Ummm cavoli si…. E’ l’effetto del getto che ho sotto al culo… L’uccello non me lo ha solleticato molto ma da dietro…. Ummmm…’.
‘Caro mio voi maschietti fate tanto i difficili quando si tratta di culo perchè temete sempre di passare per froci ma la realtà è che anche voi, li dietro avete una zona erogena…’.
‘Si cazzo Maria…. Mi sta facendo venire davvero…. ummmmm’.
‘Allora sborra tesoro della mamma…. Sborra……’.
‘Non sei mia mamma ummmm….’ borbottai fra il serio e l’eccitato.
‘Ma è come se lo fossi…. Anzi sono meglio della mamma no visto che ti faccio godere come un pazzo….’.
‘Ummmm si….. Si cazzo….. Godoooooo’ e le venni in figa.
Ne uscì così tanta che dopo un po’ dovemmo fermarci perchè tutta l’acqua era diventata stranamente gelatinosa.
Maria di corsa spense i getti e tutto si fermò.
‘Perchè hai spento?’ chiesi.
‘Te lo immagini dover chiamare il tecnico dopo un giorno perchè abbiamo i filtri pieni di sborra….’.
‘Bhe mica devi dirgli che è mia’.
‘A porcello così vuoi un alibi?’.
In effetti considerando che i filtri del riciclo trattenevano tutte le impurità che immettevamo della vasca e quindi anche i miei e i suoi liquidi seminali non era una cattiva idea fare in modo che non fossimo gli unici colpevoli di essere venuti in quella vasca.
‘Va bene, stai tranquillo che sabato quando torna tuo padre gli faccio provare la vasca e ci facciamo una bella scopata anche con lui… Lo faccio perchè ti voglio bene amore mio’.
‘Pensavo lo facessi perchè il cazzo non ti basta mai’ obiettai.
‘Bhe si anche quello’ rise lei mentre si alzava in piedi per uscire dalla vasca.
Si mise sulla tazza e a gambe larghe iniziò a urinare ‘sarà che stimola ma ero piena che non la tenevo più’.
‘E sarà che sono un perverso ma quando ti vedo pisciare non resisto’ dissi io e senza farla finire le misi il cazzo in bocca per un poderoso pompino che Maria mi fece senza fare obiezioni….
Papà a casa. Ieri sera li ho sentiti darci dentro.
Ho spiato. Maria a pecora sul letto con le tettone che andavano su e giù a tutta forza e babbo dietro che sudava sette camicie pompando a tutta forza.
Mi è toccato farmi una sega per poter dormire.
Ho preso un paio di calze di nylon di Maria e me le sono passate sul cazzo fin che non sono venuto con un mega spruzzo.
Ho inondato ben bene le calze e le ho rimesse in bagno… l’idea di Maria col mio sperma lungo le gambe mi ha stuzzicato da matti.
Ora però non si può passare il weekend a seghe. Prendo la BMW e dico che vado a farmi un giro. I due piccioncini non vedono l’ora di restare soli e non fanno obiezioni.
L’idea è di andare al negozio da Lorella. Magari ha voglia di compagnia, magari potremmo imboscarci da qualche parte e farci una bella ciulata sul sedile posteriore, penso col cazzo già bello duro.
Invece, sorpresa, brutta sorpresa, al negozio non c’è. C’è una ragazzina che magari potrebbe anche starci insistendo un po’ ma con cui non ho quasi modo di parlare visto il via vai di gente.
“Lorella?” chiedo.
“Oggi è il suo giorno libero” mormora la ragazza.
Esco con le pive nel sacco, torno in macchina. Adesso bisognerebbe sapere dove cazzo abita Lorella. Potrei chiamare Maria, lei lo sa di sicuro ma non mi va molto di impensierire papà e poi, penso, Lorella è sposata e ha, mi pare, un paio di figli. Non mi ci vedo ad andare a suonarle il campanello col cazzo duro.
“Salve sono venuto a ciularvi la mamma…”.
Non è il caso.
Così rassegnato mi faccio un giro cercando di non pensare al sesso. Magari potrei andare al bar centro e vedere se c’è qualche amico con nulla da fare. Magari una partita a carte o a calcetto e si fa passare il pomeriggio in allegria.
Poi la vedo. Non posso fare a meno di notarla. Mi pare si chiami Elisabetta, madre del mio compagno di scuola Simone.
Non so perché ma ha sempre avuto lo stile da troia. Saranno quelle minigonne da paura che indossa nonostante l’età o le calze nere con i disegnini. Non so ma mi ha sempre odorato di sesso.
Ha due borse della spesa in mano e incede a passo lento sui soliti tacchi vertiginosi.
Accosto. Lei non mi nota. Suono il clacson e lei alza la testa quasi infastidita prima di riconoscermi.
“Signora Boccia buongiorno”.
Si avvicina “O ma tu sei John”.
“Si signora. Serve un passaggio”.
Scuote la testa “Ma no figurati, casa mia è poco lontana”.
Insisto “Ma così carica. Su salga, metta la spesa dietro che le risparmio un po’ di fatica”.
Lei sorride “In effetti fa molto caldo”.
Sale. Quando si china a poggiare la spesa la gonna si alza così tanto che vedo una specie di micro perizoma che nasconde poco e nulla. Così noto che la signora si rasa la patata perché di peli non ne vedo.
A me una che se la rasa sa già un po’ di troia.
Qualcosa sotto mi si smuove. Quasi quasi ci proverei.
Magari potrei trovare una scusa per andare a casa sua e poi da cosa nasce cosa.
Si siede, partiamo. Li accanto a me con la gonna abbastanza sollevata vedo davvero tutto quello splendore di gambe così vicino che ad ogni cambiata di marcia è una tentazione provare a sfiorarla. “Dove devo girare?” chiedo.
“Per ora vai dritto” sorride lei con quei denti sporgenti e un po’ storti. Parliamoci chiaro non è una bellezza di faccia ma in fondo poco importa.
Continuo dritto e la strada pare allontanarsi dal centro abitato “È ancora molto lontana casa sua?”.
“L’abbiamo già passata” sorride lei.
D’impulso freno ma lei mi tranquillizza mettendomi una mano sulla gamba “Tranquillo. Avevo solo voglia di farmi un giro. Ti spiace”.
“Non mi spiace affatto” dico mentre sento la sua mano sempre più vicina al pacco.
Me lo sfiora “Accidenti ma è tutta roba tua” esclama strabuzzando gli occhi.
“Già…”.
“Ummm…”.
“Vuole vederlo?”.
“Posso?” chiede pro forma visto che sta già armeggiando sulla cerniera.
La trave salta fuori.
Sgrana gli occhi “Mamma mia ma è una gamba questa!”.
Eccitata si china sotto al cruscotto lo afferra con una mano, lo sega un po’ e se lo porta alla bocca.
Inizia a spompinare e si sente subito che è pratica di queste cose.
Una pompa da paura con sborrata finale e ingoio mentre ci allontaniamo sempre più dalla città.
Fatico a tenere la macchina in strada, la velocità si riduce sempre di più mentre le godo in bocca come un porco.
Decido di ficcare la macchina in un anfratto prima di andare a far danni.
Spengo il motore, mi fermo appena in tempo per venirle in bocca con tutta la mia voglia.
Lei prova a bere tutto ma mi esce così tanta roba che quasi la soffoca. Lo sperma le cola sul viso, sul collo, sul vestito.
Continua a su chiare e bere tipo idrovora e quando alza la testa sembra sudata e stravolta.
“Mamma mia cosa ne avevi in quei coglioni… due litri”.
“Fa dei pompini fantastici Signora”.
“Non credi sia ora di darci del tu” sorride lei mentre prova a ripulirsi con un fazzoletto.
Sorrido.
Lei mi fissa il cazzo “Ma è ancora durissimo?”.
“Non basta uno schizzo ad ammosciarlo. Non con una pompa comunque”.
Sgrana gli occhi “A porcellone e che vorresti fare?”.
Le accarezzo una gamba, la mano sale e le sfiora l’inguine. “Hai tutta la patata umida. Non dirmi che non ti va Betta”.
“Nessuno mi chiama Betta”.
“Ti da fastidio?”.
“No. Anzi. Mi piace molto” sorride mentre il mio dito le sta masturbando piano piano il buchino bagnato.
A sorpresa spalanca la porta e scende. Io la seguo senza esitare incurante di avere l’uccello al vento.
Si china contro il cofano della BMW. Con una mano solleva in un colpo solo la gonna svelandomi il suo culo stretto a mandolino,
Il perizoma è così minuscolo che non nasconde nulla.
“Facciamo veloce però che devo preparare la cena a Simone”.
“Sarò un fulmine” la rassicuro mentre prendo posto dietro di lei e calato quel misero indumento mi libero la strada nella sua gnocca depilata.
SPROK!
“Ooooooo” ulula mentre la penetro fino ai coglioni con un unico colpo.
La afferrò per i fianchi lisci e caldi con tutta la mia forza e inizio a fotterla a tutto spiano mentre la BMW ondeggia avanti e indietro a ogni colpo. Pochi minuti e la sento venire con un guaito tipo lupa. Sotto diventa un vulcano che mi avvolge il cazzo e mi stimola l’orgasmo sguazzando nel suo fluido sempre più abbondante che le cola dalle gambe.
La sbatto sempre più forte, lei viene ancora, forse altri due volte, forse di più. Poi mi lascio andare.
Lo tiro fuori appena in tempo perché non si sa mai e le inondo il culo giusto fra le chiappe e il buco. Cinque o sei colpi di mano e svuoto ben bene la canna mentre lei ancora chinata davanti a me con la scusa di pulirsi la berbarda piena si sta chiaramente masturbando.
“Che gran scopata” sospira mentre io svuotato riprendo fiato continuando a fissare quel gran culo…
Accosto di fronte al suo palazzo, lei si è giusto rimessa un po’ a posto anche se il rossetto che aveva sulla bocca adesso è in buona parte sul mio cazzo.
Accanto a noi si ferma un motorino. Il ragazzo scende, toglie il casco e lo riconosco: Simone.
Lei scende, si avvicina, gli dà un bacino e poi confabula qualcosa. Io scendo un po rosso in volto.
“Ciao Joe”.
“Ciao Simo” rispondo mentre la madre sparisce verso casa sculettando con le borse in mano.
“Allora come è andata?”.
“Cosa scusa?”.
“Non girarci attorno. Lo so che le piace ciucciare cazzi ai ragazzini. Le piacciono giovani e verginelli. Ogni tanto si carica anche ragazzini delle medie”.
“Ma io…” balbetto.
“È il suo hobby” spiega lui.
“E a te va bene?” sbotto incredulo.
“Fin che ogni sera si ciuccia a dovere il mio può fare ciò che vuole. Le avevo solo chiesto di non farsi i compagni di scuola perché poi la gente parla. Ma non resiste”.
“Tranquillo amico che non dico nulla. Sono discreto in certe cose”.
“Meglio così. Comunque se ti va ogni tanto di farti fare un lavoretto mandami un messaggio che le parlo io…”.
“Io -balbetto- insomma non mi ha fatto solo un lavoretto. Me la sono proprio fatta. Scusa amico”.
Lui, a sorpresa, sorride “A però allora devi averla proprio convinta. A me sono tre anni che mi fa solo chinotti. Se provo a fotterla si incazza dice che sono ancora piccolo. Sei proprio fortunato”.
Non so che dire. Dico “grazie” e ci salutiamo. Lo vedo allontanarsi mentre si tocca la patta dura fra i pantaloni. Ci giocherei qualcosa che appena in casa glielo metterà in bocca…
Torno a casa. Quasi ora di cena. La giornata è volata via bene.
Maria ha la camicia da notte. Molto probabilmente appena sono uscito i due sono tornati a letto.
Ceniamo. Poche parole di circostanza con la tv accesa e un pezzo di film italiano dopo cena sul divano prima di andare a letto.
Papà si alza alle cinque. Deve prendere un aereo alle 7 per andare non ho ben capito dove. Forse in Argentina. Fatto sta che starà via una quindicina di giorni.
Alle cinque e un quarto esce di casa con la valigia fatta mentre io dormo ancora.
Cinque e mezza e Maria è già nuda sul mio letto che si da da fare con la bocca sulla mia asta dura come marmo…
Scopiamo felici sapendo di avere davanti altri quindici giorni di sesso senza limiti.
Contatti: Johngalloclub@gmail.com
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