1 Mi fotto la matrigna
di
John Gallo
genere
incesti
Mi chiamo John Gallo. Ho diciotto anni, frequento l’università, Archeologia, con risultati non eccelsi ma sufficienti diciamo….
Quattro anni fa mia madre è morta di quella brutta malattia che sembra un segno zodiacale e da allora siamo rimasti solo papà, mia sorella ed io.
Papà fa intermediazioni immobiliari fra Italia e Cina quindi è spesso all’estero anche per quindici giorni di fila. Mia sorella studia Arte a Firenze e vive la quasi tutto l’anno quindi, di fatto, sono praticamente solo.
Visto che ero ancora minorenne mio padre mi ha messo in casa una badante di origine russa. Un donnone di quasi cinquanta anni che di bello aveva solo due tette grosse come due angurie che ciondolavano ad ogni passo.
Forse è per quello che ho cominciato ad avere questa venerazione sia per le tette enormi sia per le donne mature o forse ero già così da prima visto che anche le altre familiari tipo mia zia o mia nonna hanno delle pere che sono uno spettacolo.
L’unica piatta era la mia povera mamma che non mi aveva nemmeno potuto allattare al seno per una mastite. Di preciso non so quale di questi eventi mi abbia reso così ‘tettomane’ ma di certo, Nania, la badante fu l’evento scatenante.
In pratica dopo due mesi che mi faceva compagnia e che mi facevo un sacco di seghe spiandola finimmo a letto insieme.
La cosa fu molto diretta come nel suo carattere. Ero sotto la doccia e mi ero pure fatto un segone quando lei entrò perchè non avevo asciugamani.
Io ero li col cazzo ancora eretto (è un po una mia particolarità: schizzo almeno tre volte prima che si ammosci) . Nania mi guarda col suo faccione rubicondo e sorride. ‘Tu fatto un bella sega’.
‘Una sega. Femminile ma non hai ancora imparato’ mormorai minimizzando sul fatto che dalla cappella mi colava un rivolo di sborra.
‘Tu hai bel cazzo da uomo’ disse gentile.
‘Bhe…. Grazie…..’.
‘Molto bello grosso’ aggiunse esaltandomi un po.
Sorrisi. Lei ammiccò e senza esitare aveva già la mano sul mio uccello.
‘Tu vergine?’.
‘Emmmmm…. Si’ ammisi mentre sentivo le sue tettone strofinarsi su di me.
Mi avventai su di lei mentre la sua mano sapiente mi segava alla grande. Via la camicetta, via la gonna, via le mutande (orrende) e via il reggiseno da elefante…. Le lasciai solo le calze autoreggenti color carne che mi eccitavano da matti.
Ora con quelle tette in tutto il loro splendore fu un sogno che si realizzava. Nania si chinò in ginocchio, si fece scivolare il cazzo fra le tette e aperta la bocca mi fece la mia prima ed indimenticabile spagnola.
Non durai molto, meno di dieci minuti, ero troppo eccitato. Alla fine mi partì uno schizzo che quasi le fece una doccia. Faccia, bocca, tettone…tutto inzaccherato del mio sperma.
‘Ora devo fare io doccia’ disse senza lamentarsi.
Io, ormai convinto di guidare il gioco la invitai a entrare e le aprii pure l’acqua. In realtà tutto volevo tranne che farle fare una doccia tranquilla.
Olga lo capì appena sentì la mia presenza dietro la schiena.
‘A porcellone tu…. A vuole ficona di Nania porcello’.
‘O si, la voglio tutta. Te la tappo’ sussurrai.
Lei tutta mansueta allargò le gambe quel tanto che bastava, me lo prese con la mano e se lo guidò dentro.
Sapeva che non ero esperto e si impalò tutta spingendo per farselo entrare fino ai testicoli.
In seguito mi avrebbe confessato che mancava dal suo paese da cinque anni e che da allora non aveva mai più fatto sesso quindi aveva anche lei una voglia incredibile pari se non superiore alla mia.
Facemmo la nostra bella pecorina con l’acqua che ci cadeva addosso. Dai gemiti e dagli urli Nania ribadì che avevo un cazzo molto sopra la media e si fece venire dentro senza tanti problemi.
‘Sborrooooooooooooooooooooo!’ urlai con tutto il fiato che avevo mentre sentivo di aver finalmente posseduto la prima donna della mia vita.
Da quel giorno cominciammo a scopare il più possibile. Nania veniva a letto con me ogni notte e anche di giorno non capitava mai meno di due volte che i miei ormoni impazziti richiedessero un suo ‘aiuto’.
Scopammo ovunque. Sul divano, in cucina, sulla lavatrice, sul lavandino mentre lavava i piatti e addirittura sul balcone mentre stendeva i panni.
Dopo una quindicina di giorni acquisita una certa padronanza del gioco le presi anche il culo togliendole l’ultima verginità che aveva conservato per tanto tempo. All’inizio fu doloroso per entrambi ma poi piano piano ci fece l’abitudine. Dopo un mesetto dal giorno della doccia la scopavo minimo 3 volte al giorno con punte di 7 volte e un record di 10 una domenica che aveva messo le calze a rete nere. Culo, fica, bocca. Mi dava tutto in ogni posizione e con grande entusiasmo e non si tirava mai indietro ma, il meglio restavano sempre le spagnole fra quelle sue enormi tette. Le succhiavo, le strizzavo, le adoravo. Le chiedevo di girare senza nulla in casa anche quando faceva solo i lavori perchè guardarle era già uno spettacolo. Adoravo quando si chinava in avanti e i due cocomeri penzolavano tesi al massimo. Mi piaceva contare le nervature delle poppe, mi piaceva metterci la testa in mezzo e sentirne il profumo….
Era il paradiso. Speravo sempre che papà non rientrasse mai a casa per poter fare il porco con Nadia come mi pareva.
Naturalmente tutto ha un rovescio della medaglia i nostri furono due. Il primo, più grave, dopo sei mesi di sesso intensivo: quindi, calcolando una media di tre al giorno, parliamo di almeno 600 scopate Nadia si accorse di essere incinta. A nessuno dei due era mai venuto in mente che pur se matura la badante non era ancora in menopausa.
L’altro rovescio, più grave, fu doverlo dire a mio padre. Nadia, per fortuna, non voleva fare casini. Nessuno l’aveva costretta e tutto ciò che era accaduto era stato consensuale. Non mi chiedeva di pensare al bimbo (che comunque era decisa a tenere) ma voleva solo del denaro per tornare al suo paese.
Quando papà seppe che l’avevo ingravidata io sgranò gli occhi incredulo anche se non mi disse mai nulla era evidente che la cosa l’aveva lasciato di stucco.
Non rividi mai più Nadia.
Non so quanti soldi le passò papà ma la donna sparì quel giorno stesso e anche anni dopo non riuscii più a ritrovare le sue tracce. Potere dei soldi.
La punizione per essermi sbattuto e ingravidato la badante fu restare da solo. Ormai ero quasi maggiorenne, potevo cavarmela da solo e sarebbe bastata una donna ad ore due volte la settimana.
Probabilmente per essere certo che non ricadessi in tentazione papà mi mandò una Filippina alta un metro e un tappo, senza seno e pure un po mascolina di faccia. Assolutamente inchiavabile!
Così mal volentieri tornai alle pippe quasi ogni sera anche se, per fortuna riuscii a sedurre Gianna la tettona del bar sotto casa. Una quarantenne separata, non bellissima e molto volgare con una sesta che le penzolava dietro al bancone ad ogni caffè.
Non era uno splendore e l’aveva già data a mezzo paese ma non mi importava. Per svuotare la canna ogni tanto andava benissimo.
Ci furono anche un paio di avventure con una vedova di 60 e con una pensionata che amava i ragazzini e che per darmela mi obbligò a depilarmi ogni pelo del corpo ma ve le risparmio.
Fatto sta che, a parte qualche serata al cinema o per un drink con le mie coetanee non riuscivo ad accendere scintille. Era come se fossi timido all’inverosimile con loro mentre eruttavo come un vulcano con le mature.
E poi, tanto per complicarmi la vita arrivò Maria….
Papà ce la presentò come ‘mia amica’ ma era evidentissimo che quei due scopavano. Lo si intuiva dagli sguardi, dalle movenze, dagli ammiccamenti. Bella non era di certo e nemmeno simpatica. Sembrava la classica quarantenne un po’ ignorante troppo presa a nascondere i segni del tempo sotto a chili di prodotti estetici e a enfatizzare il suo corpo con gonne troppo corte e tacchi troppo alti.
Vedova come papà aveva troppo lo stile da donna ‘sapiente’ che sapeva già tutto anche se poi nella realtà dubito avesse finito le scuole medie. Quando parlava gli strafalcioni erano all’ordine del giorno.
Di positivo, lo ammetto, aveva due belle bocce. Minimo un’ottava che stava strizzata malamente sotto alla camicetta e che non mancai di ammirare a lungo.
Non credo di averla presa in antipatia per partito preso. Non avevo questioni irrisolte tipo il rifiuto di sostituire mamma o cose simili, ero più che concorde che un uomo di quarantadue anni ancora belloccio e attivo avesse voglia di una compagnia femminile stabile tanto meglio se bella tettona.
Eppure quando papà mi disse che nel giro di qualche giorno Maria sarebbe venuta ad abitare da noi e che in seguito si sarebbero probabilmente sposati mi venne voglia di fare karakiri col coltello del burro.
Io però in famiglia contavo poco o nulla, in fondo era il lauto stipendio di papà a mantenere tutti quanti e quindi si stava ai suoi ordini.
Così eccoci tre giorni dopo il mio diciottesimo compleanno. Un compleanno misero festeggiato con una torta del supermercato comprata dalla badante e con Maria che cantava stonata ‘tanti auguri’. Una busta di papà ancora in Cina per lavoro con un biglietto ‘Tanti auguri ometto’ e duemila euro cash che facevano da regalo unico.
Siccome faccio gli anni a inizio luglio non dovevo nemmeno andare a scuola e più avanti sapevo già che sarei andato al mare da zia quindi tutto sommato, con le tasche piene, dovevo solo decidere che fare di me stesso. Potevo pure dirmi felice ma mi sentivo troppo, troppo solo e in più avevo una voglia di scopare che mi faceva scoppiare.
Andai al bar da Gianna sperando che fosse in buona e, come spesso accadeva, mettesse il cartello torno subito e mi portasse nel retro a far una bella sveltina.
Avevo già il cazzo duro sognando la spagnola che mi avrebbe fatto fra le sue poppe ma, sorpresa, era chiuso per ferie. La cara barista era partita per la Puglia dove di certo qualche bagnino stava facendole quello che avrei voluto farle io.
Così tornai a casa anche perchè avevo il cazzo teso sotto ai pantaloni e non c’era modo di placare la voglia. Avevo giusto dei file avi scaricati da internet di donne mature e formose che sarebbero stati perfetti. Una di loro, fra l’altro assomigliava molto a Nania.
Non c’era altra scelta. Mi sarei fatto la mia bella pippa e se poi non fosse bastata magari stasera mi sarei fregato la macchina di papà dal garage (non era la prima volta) e una battona nigeriana in tangenziale la potevo sempre trovare…
Arrivai a casa, entrai in bagno senza neanche pensarci e sorpresa delle sorprese trovai Maria nella vasca da bagno.
Ovviamente era nuda. Feci un sobbalzo e ne fece uno anche lei andando a coprirsi pudicamente le pere con le mani ma erano così grosse che le mani non coprivano molto.
‘Opsssss’ sussurrai mentre il misto di imbarazzo ed eccitazione mi impediva di muovermi.
‘Scusa ma non bussi?’.
‘Veramente questo sarebbe il mio bagno’ dissi tornando cosciente.
‘Lo sai benissimo che con papà abbiamo deciso di mettere la Yacuzzi nel nostro ed è inagibile per tutta la settimana’.
Veramente papà non aveva deciso un cazzo era stata la cara matrigna che forse aveva iniziato a farsi un po’ di conti a insistere per una Yacuzzi nel bagno padronale. Non che mi importasse, soldi di papà, contento lui contenti tutti… Ammetto però che quando mi comunicò la cosa pensai ‘devi proprio avere la fica di platino se dopo un mese ti compra una Yacuzzi’.
Cambiai discorso sempre fissandole le tette ‘Non hanno finito gli operai?’.
‘Hanno finito gli attacchi ma adesso è tutto smontato fin che non arriva la vasca…. Ci vorranno tre o quattro giorni penso’.
‘A ottimo’.
‘Va bhe dai tanto che sei qui tienimi l’asciugamani’ disse Maria indicando il lungo telo appeso. Io obbediente lo presi, lo allungai e tenendolo con entrambe le mani mi avvicinai mentre Maria si alzava in piedi e vi si avvolgeva dentro.
Dovette ovviamente spostare le mani e vidi le sue tette in tutto il loro splendore, soprattutto i due enormi capezzoli che sembravano messi apposta per essere ciucciati. Anche il culo bello tondo che notai ampiamente faceva venire voglia di prenderla a pecora.
Invece da bravo ‘figlio’ stetti li immobile, la aiutai a farsi su per bene, le accostai pure le ciabatte perchè le infilasse ammirando le sue unghie smaltate di rosa. Lei non disse nulla e uscì dal bagno, solo quando fu sulla porta ridacchiando disse ‘ora puoi sbattere gli occhi’ e poi sparì.
Dieci minuti dopo sdraiato sul letto avevo il cazzo in mano. Trovato fra i video del pc una tettona molto simile a Maria mi segavo come un dannato. Mi ero persino messo un asciugamani accanto pronto all’uso perchè sapevo già che sarebbe stata una schizzata tipo cascate del Niagara. ‘Sta troia! Dovevo sbatterla contro la vasca e ficcarglielo dentro. Dovevo metterglielo fra le tette e sborrarle in bocca…. Porcona tettona….. Te la spacco la figa ummmmm…. arghhhhhhhhhh’.
Un litro!!!! E ne usciva ancora… e non era nemmeno molle…..
Mi alzai con l’asciugamani avvolto sul cazzo, aprii la finestra e mi fumai una sigaretta. In casa era vietatissimo quindi meglio far circolare un po’ d’aria.
La nicotina rilassa pensai mentre aspiravo una lunga boccata…
‘Toc, toc toc’ bussarono e subito dopo si aprì la porta.
Io feci appena in tempo a buttare la sigaretta dalla finestra che già Maria era in camera mia…
‘A però!!!’ disse facendomi notare che preso dal nascondere la sigaretta avevo scordato di essere completamente nudo visto che l’asciugamani era cascato.
‘Scusa ma entrì così in camera mia?’.
‘Bhe ho bussato no’.
‘Ma io mica ho detto avanti’.
‘Dai non fare il difficile. Hai visto nuda me e io ho visto nudo te. Siamo pari dai….’.
Feci spallucce. Meglio cambiare discorso.
‘Senti vado in centro a fare due compere vuoi venire? Ti faccio guidare un po’.
Tutto sommato non era una brutta idea. Dovevo accumulare esperienza col foglio rosa in vista dell’esame e ogni occasione era buona. Poi, al centro commerciale magari potevo comprarmi qualcosa anche io…
‘Ok va bene. Mi vesto’ dissi.
‘Vuoi il tempo di finire di segarti?’
Arrossii ‘Ma che dici’.
‘Guarda che si sente che ti stavi segando… Vedo che non hai finito quindi…. Senza problemi dai…’.
‘Ho già fatto -ammisi riluttante- dammi due minuti e mi vesto’.
‘Bho non sembra’ commentò lei fissandomi il cazzo durissimo.
Non me la sentivo di spiegarle che dovevo eiaculare almeno tre volte prima che calasse l’erezione così come non volevo ammettere che mi stavo segando pensando al suo culo e al suo seno così non dissi nulla di ciò ma solo un secco ‘Se esci un attimo mi vesto’. Più che altro non volevo che vedesse che mettevo i jeans senza le mutande sotto. Non le sopportavo già di mio ma con l’uccello duro era una vera tortura. Meglio mettere i jeans un po spessi, far scivolare la canna lungo la gamba e via così.
Lei si arrese e uscì ‘Comunque complimenti lo hai più lungo di tuo padre’.
‘Lieto di saperlo’ commentai a mezza voce imbarazzato come non mai.
Guidai io e commisi parecchi errori col cambio. Un po’ per mia inesperienza e un po’ perchè Maria in minigonna e calze nere era uno spettacolo, tanto più che le sue gambe stavano a meno di due centimetri dal mio cazzo e che la gonna era così corta che vedevo il segno della giarrettiera.
In più, tanto per non farsi mancare nulla, la camicetta che aveva segnava le tette in modo vistosissimo tanto che si notavano benissimo i capezzoli grandi e dritti che pulsavano da sotto…
Due volte o tre ammetto che pensai ‘adesso accosto, apro la zip e glielo sbatto in bocca…. Adesso lo faccio…. Lo faccio…..’ ma non lo feci.
Mi fece entrare in un negozio di intimo e ci venne incontro una commessa sulla quarantina bionda carina e con due tettone che non so come facessero a stare su da sole per quanto erano grosse.
‘Signora Maria che piacere’.
‘Lorella carissima…’ si avvicinò e si diedero il classico bacio sulla guancia.
‘Ho il solito problema. Mi servono un paio di body nuovi’.
‘Di quelli genere: angurie mature, come sempre’.
‘Per forza se no le gemelle non stanno comode’ e mentre lo diceva se le toccò anche un po’.
‘Lo so cara anche io stesso problema e non sono nemmeno grosse come le tue’.
Ovviamente subito le fissammo il petto. Lei se ne accorse e mi fece un sorrisetto. ‘Il mio figlioccio’ disse Maria mentre io ancora fissavo il petto di Lorella.
‘Tanto piacere’.
‘Piacere mio’ sorrisi imbarazzato mentre pensavo che ancora un po e la potenza dell’erezione avrebbe strappato i jeans.
‘Vieni carissima che ho dei modelli per le mie care amiche tettone che sono uno spettacolo’.
‘Tu che fai resti qui?’ domandò Maria e credo fosse un po’ un modo per dirmi che non sarei andato ad assistere alla prova dell’intimo.
‘No no vado al negozio Apple’.
‘Ottimo il primo che finisce raggiunge l’altro’.
Nel frattempo Lorella riapparve dalla sala sul retro. ‘Dai forza Miss Angurie che ti aspetto’.
‘Ha parlato la melona’ rise Maria e si allontanò.
Tornai da lei col mio Iphone nuovo con tanto di custodia. 980 euro ben spesi, ne ero certo. La zia stava ancora chiacchierando con Lorella ma aveva una busta chiusa in mano segno che forse aveva già terminato gli acquisti.
‘ma davvero, ti giuro che non esagero, sembra quello di un cavallo….’ diceva alla commessa che, quando mi vide di colpo cambiò espressione. ‘O eccolo!’ disse.
Maria si voltò bruscamente e arrossì ‘A bene hai fatto anche tu i tuoi acquisti. Allora possiamo andare’.
Si baciarono di nuovo. ‘Ciao carissima’. ‘Ciao Lorella magari una volta ti invito a cena…’ ‘Stupendo ci sentiamo e mi raccomando pensa a cosa fai’.
Ci allontanammo ‘A che devi pensare Maria?’ chiesi.
‘Ma niente roba fra noi donne’.
‘Credevo parlassi di cavalli’ dissi.
‘Cavalli ma che dici Joe?’.
‘Ho sentito: grosso come un cavallo’.
‘Avrai sentito male. Dai fammi vedere che hai preso di bello. Wow un iphone nuovo nuovo. Bellissimo. Appena a casa lo proviamo’.
E così feci. Appena a casa mi misi a fare la prima installazione, a scaricare e personalizzare le app ecc e, per fortuna, mi dimenticai un po di tette, di culi e di sesso in generale.
Maria intanto preparò un po’ di spaghetti all’arrabbiata per tutti e due che propose di mangiare in salotto mentre guardavamo un film.
Io portai l’hard disc esterno del mio pc, lo collegai all’ingresso usb della tv e subito da menù apparve la schermata con tutte le cartelle. ‘Ecco qua…. Prime visioni. Sono tutti film recenti’ dissi.
‘E invece la cartella XYZ che cosa è?’ domandò lei indicandola sullo schermo.
‘Nulla sono file di sistema che fanno girare l’hard disk. I film sono qui’ e premendo enter aprii la cartella più in fretta che potevo.
In realtà la cartella XYZ era quella dei filmati porno ma non era il caso di dirlo a lei.
Feci partire Sully, un bel filmone di Tom Hanks che avevo già visto due volte ma che riguardai volentieri. Piacque molto anche a lei che infatti stette zitta zitta per quasi tutto il tempo.
Solo quando finì il film tornò a parlare ‘Senti le fa bene le foto il tuo iphone?’.
‘Direi di si meglio di una fotocamera…’:
‘Hai voglia di farmi qualche foto per mia sorella?’.
‘In che senso?’.
‘Bhe voglio che veda come mi stà la roba che mi sono comprata così se le piace domani ne prendo anche per lei tanto abbiamo la stessa taglia’.
‘A ok….’ annuii mentre aprivo l’app per le foto.
‘Dammi due minuti che lo metto’.
‘Aspetto qui’.
Quando tornò per poco non mi cadde la palpebra. Era un body nero che la fasciava dalla vita fino al petto ma i seni non erano coperti, c’era solo un filo di seta che circondava entrambe le tette e che nelle intenzioni teneva su il resto…. Sotto aveva le calze nere con i gancetti e le giarrettiere e anche le mutandine erano sottilissime, nere e belle traforate.
Vedevo tutto! Le tette del tutto scoperte, la figa pelosa appena velata, le gambe sexy da impazzire inguantate nel nylon.
‘A questo hai comprato?’.
‘Questo è uno poi ne ho altri due. Bello vero?’.
‘Stupendo’.
‘Dai su fammi qualche foto’ incitò lei.
‘Ok ma tu non so, chinati, girati, metti una gamba sulla sedia…. Fai un po di pose’.
‘A vuoi proprio che faccio da modella’.
‘Ma si dai giochiamo un po’.
Cominciai a scattare a raffica. Lei si muoveva, si chinava, si voltava dimenando il culo…. Feci almeno cinquanta scatti compreso uno a gambe larghe dove si vedeva quasi tutto sotto alle mutandine ‘Altro che a tua sorella -pensavo- su queste foto mi ci faccio almeno cento seghe porcona’.
‘Ok adesso il secondo body dammi dieci minuti’ disse e si allontanò.
Non ce la facevo più. Sapevo che dieci minuti non erano tanti ma nemmeno pochi…. Tremavo ma ero troppo arrapato. Il cazzo mi uscì dai pantaloni quasi da solo e prima che me ne rendessi conto mi stavo già segando come un pazzo guardando le foto che le avevo appena fatto….
Credo di non avere mai avuto l’uccello tanto duro!
Il mio errore fu pensare che avesse chiuso la porta mentre si cambiava.
Il secondo errore di pensare che l’avrei sentita riaprire la porta prima di tornare.
Fatto sta che me la trovai davanti mentre segavo il cazzo a tutta forza e per di più guardando le sue foto.
‘Occccazzzzo Maria’ scattai di colpo lasciando andare sul divano il telefono per cercare in qualche modo di coprirmi.
Fu anche peggio perchè così lei vide chiaramente che sul cellulare c’era la sua foto in bella vista….
‘A bene. Vedo che il mio body ti è piaciuto proprio tanto -rise- e di questo cosa ne dici’.
Io restai di sasso. Era un body rosso fuoco, sempre con calze nere e reggicalze. Le coppe erano tutte traforate e si vedeva tutto, in più, o aveva messo dei tanga fatti con la ragnatela di un ragno o era senza mutande.
‘beeeeee beeeee bellloooooo’ dissi come uno zombie.
‘Non ha le mutande coordinate quindi non le ho messe. Dovevo prenderne un paio rosso e non ci ho pensato’.
‘Stai bene anche così giuro’.
‘E’ si. Vedo che anche il tuo amico li sotto gradisce’ e indicò il mio uccello che ormai aveva vita propria. La cappella era gonfia e pulsava. Ero tesissimo.
‘Maria forse è meglio se vado in camera?’
‘No no resta pure caro che ci guardiamo un altro film’ di forza prese il telecomando, mi sedette a fianco e in un attimo aprì la cartella XYZ.
‘Guardiamoci un po’ di questi file di sistema’.
Subito apparvero due donne, penso tedesche, sui 40. Una rossa e una bionda che avevano minimo la nona. Con loro un uomo di colore con un cazzo immenso se ne stava in piedi mentre le due con le tettone fra le mani gliele strusciavano sul cazzo.
‘Ummm tu non sei nero ma non hai nulla da invidiargli’ disse.
‘Maria io…..’.
‘Zitto, zitto che ci perdiamo il meglio del film’.
I tre intanto ci davano come matti. Dopo il pompino le due si erano messe a farsi un sessantanove e l’uomo di colore contemporaneamente lo aveva piantato nel culo alla rossa penetrandola senza apparente fatica.
‘Uguali a quelle della Lorella sai…. Identiche… La rossa le ha identiche’.
‘Perchè gliele hai viste?’.
‘Mi pare ovvio….’.
Quindi avevo l’imbarazzo della scelta. Di cosa volevo eccitarmi di più? Di Maria a tette quasi fuori e fica al vento seduta accanto a me, delle due porche in tv, del fatto che la mia matrigna andasse a guardare le tette alle amiche. Se era un sogno non volevo svegliarmi.
‘Dimmi la verità Joe: da quanto non scopi?’.
‘Io bhe…..dai saranno due mesi più o meno’.
‘Accidenti alla tua età ti parrà un secolo. Tuo padre mi ha detto della badante…. Scommetto che ti manca. Scommetto che te la facevi tutti i giorni’.
Grazie papà non ero già abbastanza in imbarazzo.
‘Veramente viaggiavamo sulla meda di tre al giorno’.
‘A però bravo…. Io comunque prendo la pillola per evitare certi problemi. Non che serva con tuo padre che non mi tocca da un mese però….’.
‘Bhe si ingravidata dal tuo figlioccio non sarebbe una grande idea’ ammisi.
‘Ma per fortuna il rischio non c’è’ sorrise lei e, a quel punto mi chiuse la mano secca sul cazzo.
Mi fissò languida ‘Ma io ti piaccio?’.
Dovevo confessare. Inutile nascondersi.
‘Maria è da quando ti ho vista in bagno oggi che ce l’ho duro. Quando sei venuta in camera avevo appena sborrato pensando a te e non mi si è nemmeno ammosciato….’.
‘E io che credevo di starti sulle palle. Mi sono persino comprata questa lingerie per vedere se reagivi’.
‘Maria ma io…. Cioè avessi saputo…. E’ dal giorno che ti ho conosciuta che mi immagino le tue tettone in faccia….’.
Rise ‘A ragazzo mio a parlarne prima quanti grilletti che mi risparmiavo’.
‘Pensa io che tra un po ho i calli alle mani’.
E ridemmo assieme…
Si alzò in piedi e sempre tenendomi per il cazzo disse ‘dai forza andiamo a letto che ti voglio tutto’.
‘No no nel letto di papà non ce la faccio. Andiamo nel mio’.
‘Ma è piccolo’ obiettò lei.
‘Meglio così stiamo più vicini’ ed eccitato mi voltai e la baciai in bocca. Le nostre lingue si contorsero l’una nell’altra. La sua mano mi accarezzava delicata il cazzo, la mia le scivolò fra le gambe accarezzando il suo folto bosco. Le trastullai il grilletto grande e cicciotto…. Era già bagnatissima…
‘Maria corriamo a letto che se no esplodo!’
Era come una bambola fra le mie braccia.
Si era sdraiata sotto di me, spalancato le gambe quel tanto che bastava e mi aveva attirato fra le sue enormi tettone mentre il mio cazzo duro come marmo la penetrava senza apparente difficoltà visto quanto era baganata.
‘O si…. Ummm mi entra in gola siiii’ sussurrava Maria estasiata mentre la mia bocca si poggiava sui suoi enormi capezzoli duri come due noccioli.
Presia pompare con tautta la forza che avevo.
Il mio uccello iniziò a scorrerle su e giù e Maria impazziva ad ogni colpo di reni sussultando sempre più forte.
‘O sii O siii ma sei un toro…. Ummmm’.
‘Di sfondo Maria! Ti sfondo’ sussuravo io sempre soffocato dalle sue tettone morbide e sudate che circondavano il mio volto.
‘Ummm eccolo…. Dai si…. O si Joe…. Sto venendo mi fai impazzire’.
Accelerai il ritmo. Ora pompavo davvero come un cane in calore.
‘Oooooo. Daiiiiii’ mi incitava lei.
‘Si dai siiiiii’ la solleticavo io mentre con una mano saggiavo la morbidezza di quel seno giunonico.
‘Vengoooooooooooooooooooo’ ululò lei e io senza darle tregua pompai ancora più forte con tutta la potenza che avevo in corpo.
Quando colò fuori il succo del suo orgasmo sentii la vampata bollente che mi allietava l’uccello e mi diede la forza per continuare a scoparla a tutta forza fin che anche il mio attrezzo cominciò a vibrare pronto a spruzzare….
‘Vienimi dentro…. Riempimi tutta…. Vai tranquillo’.
‘Ummmm…. Sicura -domandai senza mollare il ritmo- Non volevo certo fare centro al primo colpo’.
Per tutta risposta Maria mi fece il solletico sul culo eccitando i miei sensi.
‘Sborra riempimi tutta dai….’.
‘O siiii…. Dai Maria si…. Ti riempio come una vacca…..’ e mi liberai minimo mezzo di litro di sperma che avevo nei coglioni.
Lo sfilai e seppur unto di liquami non aveva nemmeno perso vigore. Maria lo guardò e strabuzzò gli occhi ‘O ma è meraviglioso tesoro’.
Capendo che ero pronto ad andare avanti fece una mezza rotazione mettendosi a pancia sotto e mi si porse a pecorina pronta per essere presa.
Mi misi dietro di lei inginocchiato e glielo piazzai dentro mentre mi aggrappavo ai suoi fianchi. ‘O si così si sente di più…. Ummmm mi fai venire ancora….’.
Me la scopai come una cagna per un po. Ogni tanto le tiravo qualche sonoro schiaffo sulle chiappe burrose che lei pareva gradire. Ogni tanto le accarezzavo le gambe fasciate nel nylon e le scariche di piacere si ripercuotevano sulla mia erezione che restava tesa e dura.
La afferrai sotto la pancia stringendole un seno e la tirai a me facendola alzare dritta mentre sempre dentro di lei la scopavo quasi all’impiedi baciandole il collo…. Maria venne di nuovo e poi ancora e ancora fin che toccò a me e, stavolta decisi di sfilarmi per tempo.
Lasciai che cadesse sul letto esausta, la feci voltare appena per potermi mettere accanto al suo viso e prima che dicesse qualcosa, segandomi a forza le schizzai in faccia…. ‘Argh mi affoghi!’ protestò.
‘Allora apri la bocca e bevi porca’.
Lei sollevò la testa, Aprì la bocca e lo prese in bocca tutto grondante. ‘Ummmmm’ sospirò mentre se lo faceva entrare in bocca.
Io le afferrai la testa e le diedi il ritmo mente la tenevo salda dai capelli ‘Ciuccia….. Ciucciaaaaa…. Siiiiiiii’.
Non potevo resistere al fascino della spagnola e appena ritrovato vigore nella sua bocca glielo infilai a forza nel solco fra le perone.
‘Dai forza fammi godere’.
Maria senza farsi pregare si afferrò le tettone, le strinse bene fra il mio cazzo e prese a muoverle su e giù.
‘Ecco così…. O che brava che sei….. Dai si…..’.
Avrei anche potuto venirle in faccia un’altra volta ma lei mi implorava ‘fottimi di nuovo…. Mettimelo dentro Joe….’.
‘Troia non ti basta mai’ dissi mentre le scivolavo sopra e guidavo la mazza nel suo buco spalancato.
‘No…. Non basta mai…. Lo voglio tutto…. Tuttoooooooooo’ sopirò mentre la fottevo di nuovo a tutta forza.
Due ore dopo stavamo ancora chiavando….
Le venni nella figa per l’ennesima volta e decisi che avevo bisogno di fare una pisciata.
Maria con viso in estasi mi guardava sdraiata sul letto. Il suo bel body nuovo era tutto pieno di sborra, le calze smagliate in più punti. Chiazze di sborra anche in volto e un rivolo che le colava fra le gambe.
Sembrava reduce di una battaglia.
Tornai svuotato dall’urina e Maria si stava togliendo quella specie di abiti ormai inutilizzabili. Io solo a guardarla che si denudava mi eccitai di nuovo. Approfittando che era chinata in avanti le infilai la lingua fra le gambe e presi a leccarle la figa da dietro…
‘Ummmm ma che fai….’.
‘Fammi sentire di cosa sai Maria’.
‘Oooo no…. Oooooo maaaaa…. Ummmm mi fai venire così…. Anche così ummmmm…. Pazzoooooooo’.
Si gettò sul letto. ‘Cavoli oltre che super dotato sei anche un leccatore professionista…. Lecchi benissimo’.
‘Probabilmente perchè mi piace’ dissi io.
Stavamo sdraiati nudi uno accanto all’altro e ci baciammo limonando un po’…
‘Sei fantastico….’.
‘Perchè parli al passato? Mica ho finito’ e le mostrai il cazzo che mi era tornato duro dopo averle leccato la patata.
‘Ooooooo ma sei inesauribile’.
‘Forse non hai ancora capito che tu stanotte non dormi. Ti voglio tutta e ti voglio in ogni buco tesoro’.
Lei sgranò gli occhi come se non avesse capito mentre la mia mano le palpava le chiappe e il mignolo si soffermava sul suo buchetto anale.
‘Sono vergine li lo sai’.
‘Non preoccuparti faccio piano’ sorrisi io.
Mi accarezzò i capelli e il volto amorevolmente ‘Tesoro fammi venire e sono tua. Ti do tutto ma tu fammi godere ti prego’.
‘Maria fin che siamo soli ogni notte sarà nostra’.
‘O si stupendo’ sospirò la donna mentre le scivolavo sopra e la scopavo in figa un’altra volta….
‘Aaaaaaa….. Ummmmm…. Credevo volessi il culetto amore’.
‘Abbiamo tempo. Non è nenanche mezzanotte’ dissi mentre pompavo di nuovo a forza nella sua gnocca.
‘Joe sei spettacolare!!!’ esclamò e si lasciò andare godendo ancora e ancora e ancora…
‘Aiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa’ urlò così forte da far traballare i vetri.
‘Scusa’ dissi.
‘Pazienza caro in fondo il culo te lo sei meritato tutto’ e sorrise.
Riuscii in fretta a prendere la patente.
Ormai era passato un mese dalla nostra prima chiavata e a parte i week-end quando c’era mio padre per il resto del tempo scopavo Maria praticamente ogni giorno.
Mia sorella, per fortuna ebbe l’idea di fare una stage a Londra che l’avrebbe tenuta via per un mese e anche la figlia di Maria, mia sorellastra, non sarebbe tornata ancora per un po’ perchè ospite di qualche zio…
Con la casa quindi libera le nostre scopate si facevano sempre più frequenti tanto che non ci vestivamo nemmeno più e a partire dalla colazione che di solito facevo a letto mentre lei già mi succhiava l’arnese ci sparavamo queste giornate di sesso totale.
Culo, bocca, figa… Pompini, spagnole….
Tutto era lecito.
Ormai Maria era la mia troia e me la sarei goduta a lungo.
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