Non era solo un gioco!

di
genere
dominazione

Fin da giovanissima sono sempre stata molto bella anche grazie ai miei adorati capelli biondi oltre a un seno abbondante e a un’altezza giunonica che da ragazzina mi facevano apparire più matura di quanto non fossi in realtà. Sapendo di essere desiderabile e desiderata ho sempre giocato con i miei coetanei che mi corteggiavano senza escludere nessuno solo per alimentare la mia vanità o forse solo perchè questo mi faceva sentire donna ma poi andavo al sodo solo con pochissimi fortunati accuratamente selezionati secondo i miei gusti dell’epoca. Nel 2010 avevo 18 anni e a settembre iniziavo il quinto anno di liceo, come sempre percorrevo il tragitto casa-scuola in autobus e talvolta poteva capitare che nella calca dell’autobus qualche persona mi toccasse accidentalmente ma non ci facevo caso però verso la fine del mese avevo notato che sempre più spesso un uomo mai visto gli anni precedenti (o forse non lo avevo notato, boh) mi toccava in punti “non strategici” tipo cosce o schiena senza farsi notare dagli astanti e, forse notando il mio disinteresse per i suoi tocchi, il suo agire si faceva sempre più ardito arrivando a palparmi platealmente il culo. A quel punto, anche se non me ne rendevo conto a quel tempo, ero difronte a un primo bivio: dimostrare il mio dissenso e cercare di evitare i contatti con lui o lasciarlo fare. Non ero entusiasta di lasciarmi palpare cosi da uno sconosciuto e non volevo che la gente notasse che ci stavo tuttavia mi stuzzicava l’idea di giocare un pò con lui (un uomo sicuramente over 50, molto affascinante, elegante e dal fisico possente), farmi ammirare, fare un gioco proibito, farlo eccitare e dominarlo senza voler andare oltre. Cosi, mentre nella mia mente si scontravano pensieri contrastanti, lo lasciavo fare e anzi a volte gli agevolavo il compito avvicinandomi a lui e favorendo i suoi tocchi con le mie posture. Quest’uomo non si era tirato indietro e osava sempre di più e a me iniziava a piacere davvero quel gioco che avevamo concordato tacitamente. Ogni giorno al ritorno da scuola il rituale era sempre lo stesso: salivo sull’autobus i cui posti a sedere erano sempre occupati giacchè salivo a una fermata intermedia (e naturalmente nessun cavaliere offriva il suo posto alle donne in piedi!), lui saliva alla fermata successiva e si piazzava vicino a me, durante il viaggio le sue palpate erano poche e fugaci ma decise e precise indirizzate a cosce, tette, culo, figa sempre sopra ai vestiti, non ha mai tentato di varcare quella soglia probabilmente per paura di essere beccato da qualcuno. Arrivata alla mia fermata scendevo senza guardarlo e lui restava a bordo. Era un rituale giornaliero che mi procurava piacere e poi con il tempo eccitazione, quella vera e pura che ti coinvolge e che ti fa bagnare come un lago solo grazie a quelle sconcerie che balenano nella tua mente in quei momenti per non parlare dei suoi sapienti tocchi che accendevano forti brividi lungo tutto il mio corpo, quando arrivavo a casa a volte mi masturbavo pure anche pensando a lui e a quello che avrebbe potuto farmi se sull’autobus se ci fossimo stati solo noi due o se fossimo stati in una limousine. Ma era un rituale appunto, per diversi mesi ogni giorno tutto era sempre uguale e questo mi faceva stare tranquilla e lui pareva freddo e imperturbabile con l’eccezione del suo pacco gonfio che impattava contro le mie natiche o contro il mio ventre e che al bisogno copriva con la giacchetta. Non riuscivo a fermare quel gioco ma a essere sincera non volevo neppure farlo, io mi divertivo e quell’uomo non sembrava pericoloso, semplicemente rendevamo il viaggio più piacevole consapevole che non lo stavo dominando come originariamente credevo ma non me ne preoccupavo anzi avevo anche iniziato a toccargli il pacco di sfuggita qualche volta e in un’occasione in cui le circostanze lo permettevano la mia palpata fu prolungata praticamente lo stavo segando attraverso i pantaloni. Avevo esagerato, potevo evitarlo ma non ci avevo dato troppo peso sul momento anche perchè lui restava sempre imperturbabile e zitto (non avevamo mai udito le nostre voci nemmeno per sbaglio), avevo quindi inconsciamente superato un altro bivio prendendo una direzione precisa. Poi arrivò il 4 febbraio 2011, un venerdi lo ricordo ancora dato che fu un altro bivio in quel “gioco”, il bivio finale che in quel caso avevo riconosciuto ma avevo scelto la direzione da prendere quasi inconsciamente. Quel giorno durante il viaggio tutto era accaduto come al solito fino a quando ero scesa dall’autobus, come al solito ero entrata in un parco per accorciare il tragitto fino a casa quando a un tratto mi accorgo che lui era qualche metro dietro di me e fu come un fulmine a ciel sereno, cosa ci faceva li? perchè mi stava seguendo? Ero un po spaventata ma lui non faceva nulla, si limitava a seguirmi e non aveva reagito nemmeno quando mi giravo per guardarlo cosi io proseguivo dritta ma senza correre fino a che, arrivata vicino ai bagni pubblici sento una voce calma ma autoritaria dirmi: “seguimi”, mi giro e me lo ritrovo dietro e mentre lo osservo lui si dirige verso i bagni, ecco il bivio finale... Cosa fare? Potevo scappare tanto mi aveva superata e non mi aveva nemmeno sfiorata, correndo dalla parte opposta l’avrei sicuramente seminato... ma dopo qualche istante lo seguii in silenzio, vi giuro non so perchè, non lo so nemmeno oggi, non so darmi una spiegazione razionale. Arrivati dentro al piccolo edificio dei bagni lo vedo aprire una porta senza dire nulla, dopo qualche istante in cui eravamo immobili a guardarci mi aveva fatta entrare nel bagno spingendomi dentro e chiudendo la porta alle sue spalle dopo esservi entrato anche lui. Mi aveva fatto cadere a terra lo zaino e mi aveva spinta contro il muro difronte alla porta, lui dietro di me mi teneva bloccata e spingeva il cazzo contro il mio culo ma rimaneva immobile e in silenzio. Io non capivo cosa stava succedendo, se mi vuole scopare perchè non fa nulla? Non tenta nemmeno di baciarmi o di palparmi... gli basta tenere il cazzo contro il mio culo? Dopo poco, non so nemmeno io come, avevo provato a divincolarmi (debolmente credo) e gli chiedevo timidamente cosa volesse, la sua risposta mi aveva shockata: “io cosa voglio? Sei tu che devi dirmi cosa vuoi!”, io non capivo, era assurdo, era lui che mi aveva seguita e che mi aveva messa faccia al muro in quel cesso quindi io cosa potevo volere? “Io non voglio niente!”, Avendo una guancia al muro potevo vederlo e lui mi guardava negli occhi sempre! Da quando eravamo entrati in bagno mi aveva sempre guardata negli occhi! Dopo aver udito la mia risposta per la prima volta aveva cambiato espressione, aveva assunto un’espressione corrucciata come se lo avessi preso in giro “ah si non vuoi niente eh? Dillo che vuoi il mio cazzo! Devi dirmelo, devi implorarmi di dartelo altrimenti te lo sogni!”, io ero sconvolta , come si permetteva?!?! Lui era il pervertito non io! Ma ero riuscita a dire solo qualche parola tipo “No... io non...”. Lui, recuperando la solita espressione seria e imperturbabile (come cavolo faceva a essere cosi distaccato?) mi aveva risposto “bugiarda tu lo vuoi eccome e ora te lo dimostro...”, detto questo aveva celermente calato i miei jeans fino alle ginocchia incontrando solo flebili quanto inutili resistenze da parte mia, mettendo le mani sugli slip davanti alla figa aveva esclamato “perchè hai le mutande bagnate? Sei eccitata perchè vuoi il mio cazzo vero troia?”. Io non ci credevo e negavo l’evidenza, ero sincera non credevo di essere eccitata e al massimo pensavo di averle bagnate con il gioco di prima, allora per la prima volta da quando era iniziato il nostro gioco mesi prima mi aveva infilato due dita in figa tirandole fuori poco dopo mettendomele davanti agli occhi e sentenziando “guarda! Osi dire che non sei eccitata?”. Se prima ero sconvolta in quel momento lo ero ancora di più! Le sue dita erano bagnate e non potevano che essere i miei umori vaginali e da come erano bagnate non potevo che essere un lago ma ci ho messo ancora non so quanto tempo per realizzare che lo ero! Si ero eccitata, non spaventata ma eccitata, si forse un pò spaventata lo ero non lo so ma sicuramente ero eccitata. Improvvisamente avevo capito! il gioco, la mia eccitazione, i miei atteggiamenti, la mia reazione al suo “seguimi!”... volevo il suo cazzo? Possibile che desiderassi il suo cazzo? Possibile che volessi farmi scopare in quel lurido bagno da un uomo di almeno 30 anni più di me e di cui non conoscevo nemmeno il nome? Mentre cercavo di ragionare lui rimaneva immobile con le sue dita davanti ai miei occhi in attesa di una mia risposta che alla fine gli avevo dato “io... sono eccitata ma non so se...”, lui sempre più risoluto e probabilmente stufo del mio non voler ammettere la verità mi aveva messo di nuovo le dita in figa e, tenendomi schiacciata al muro, mi masturbava furiosamente. Io ansimavo ma non reagivo cosi lui aveva rotto il silenzio ripetendomi a intervalli più o meno regolari “ammettilo! Dimmi che vuoi il mio cazzo, implorami di scoparti!”. Io non reagivo (non so perchè, è una delle tante cose di questa vicenda che non mi spiego) e lui continuava imperterrito e imperturbabile finchè dopo il mio orgasmo mi sono cedute le gambe. Era stato un orgasmo sconvolgente, bellissimo, profondo... non avevo mai provato nulla di simile e non capivo più nulla, lui mi stava reggendo in piedi non più cosi schiacciata al muro come prima, non so bene come sia accaduto e perchè fatto sta che a un certo punto senza che lui me lo avesse chiesto nuovamente avesse gli dissi “scopami ti prego!”. Lui sempre imperturbabilw non aveva replicato, mi aveva sbattuta al muro e mi aveva tolto maglietta, reggiseno, jeans e mutandine gettando tutto a terra, si era tirato fuori l’uccello e poi mi aveva fatta girare, mi aveva guardata per alcuni secondi sempre in rigoroso silenzio mentre io non riuscendo a reggere il suo sguardo guardavo in basso e non potevo fare a meno di guardargli il cazzo in piena erezione che mi puntava impaziente come uno di quei missili che seguono il proprio bersaglio. Improvvisamente mi aveva sollevata e, sempre con la schiena alla parete, mi aveva scopata, li in piedi, senza parlare, senza cambiare posizione, senza delicatezza, senza baciarmi in bocca ma facendo solo qualche breve e rara eccezione per le mie tette. Sembrava un robot programmato per scoparmi, bravo nello svolgere il suo compito ma freddo e impassibile ma in fondo anche io lo ero, l’unica differenza era che io lo abbracciavo però ero immobile e mi gustavo quel momento cosi pieno di emozioni e godimento. Ogni suo affondo era una scossa di piacere che mi pervadeva come se il suo cazzo fosse stato una siringa che mi iniettava godimento, il mondo circostante non esisteva più, nemmeno lui, eravamo solo io e il suo cazzo che mi sfondavs e mi faceva godere, in quel momento non avrei voluto essere da nessun’altra parte, se mi avessero offerto un miliardo di euro per interrompere quel rapporto avrei rifiutato. All’improvviso lui mi molla a terra come un sacco di patate interrompendo bruscamente quel magico piacere che provavo e che durava da no so quanto tempo, mi aveva messa in ginocchio tenendomi per i capelii, dopo avermi puntato il cazzo sulla faccia si era masturbato per qualche secondo e poi mi aveva riversato addosso tutta la sua sborra, mi aveva colpita in piena faccia e sul petto con non so quanti fiotti di sperma ma sicuramente molti. Senza mollare i miei capelli mi aveva costretta a ripulirglielo con la bocca, a essere sincera avevo una gran voglia di farlo ma non osavo muovermi, cosi l’ho preso in bocca con delicatezza quasi con devozione e riverenza, volevo assaggiare il suo sapore, volevo spompinarlo, volevo averlo ancora ma dopo poco lui lo aveva tirato fuori, lo aveva preso in mano e sempre in silenzio mi aveva pisciato addosso! Io ero rimasta rimasta immobile basita e incredula, lui mi innaffiava da testa a piedi e io cercavo di capire cosa stesse succedendo senza riuscirci, poi mi ha mollato i capelli e io ero caduta di schiena contro il muro sempre immobile e in silenzio. Lo guardavo ricomporsi in silenzio e uscire dal bagno chiudendo poi la porta senza curarsi di me come se nulla fosse accaduto, come se avesse semplicemente fatto pipi da solo in quel cesso. Io per un tempo indefinito ero rimasta immobile a terra in quella pozzanghera di piscio senza nemmeno tentare di coprirmi, forse involontariamente avevo pisciato anche io in quei momenti ma non ricordo bene. La sua pisciata in qualche modo mi aveva svegliata e mi aveva fatta “tornare sulla terra”. Recuperata un pò di lucidità avevo iniziato a pensare a quello che era successo accarezzando distrattamente la striscia di peli pubici biondi presente nella zona centrale del mio pube, giocherellare con i miei peli abbastanza lunghi forse mi permetteva di scaricare la tensione... Ripensandoci non so perchè me ne stavo nuda nuda a tera in quel cesso giocando con i miei peli pubici ma avevo tante domande e dubbi che mi frullavano in testa: perchè non avevo tentato di sottrarmi? Davvero volevo scopare con lui? Sono io che l’ho usato per avere il suo cazzo o lui ha usato me? se mi voleva perchè ha atteso tutti quei mesi? Ora cosa accadrà? ecc Ma avevo anche due certezze: 1)ero stata stupida e superficiale a perdere il controllo della situazione e a non fiutare il pericolo, 2)...cazzo se mi era piaciuto! Fortunatamente i miei vestiti non si erano bagnati, io mi ero asciugata con la carta igienica e dopo essermi rivestita ero tornata a casa puzzando in maniera indecente, credo che nessuno abbia mai saputo cos’era successo e questo resterà il mio grande segreto. Dal giorno seguente pur vedendoci sempre sull’autobus non mi ha più calcolata di striscio umiliandomi ancora una volta e io non ho fatto nulla per cercarlo, non volevo andare oltre a quanto era accaduto o forse non volevo implorarlo nuovamente di scoparmi. Crescendo e ripensando a quanto era successo ho realizzato che in realtà era stato lui a dominarmi fin dall’inizio facendomi accettare le sue mani addosso, facendomi credere di controllare la situazione e infine usando il mio corpo e umiliandomi.
Quella è stata la situazione più umiliante ma allo stesso tempo più intensa dal punto di vista emotivo della mia vita e non la rinnego cosi come non lo odio, probabilmente se potessi tornare indietro rifarei tutto quasi come se gli riconoscessi la vittoria su di me. Ad ogni modo da allora ho imparato una lezione importante: devo stare attenta a come mi comporto e a non stuzzicare troppo gli appetiti maschili perchè altrimenti prima o poi si trova chi ti punisce. Un altro strascico di questa vicenda è il fatto che da allora ho una certa predilezione per gli uomini maturi, ho avuto qualche storia con qualche cinquant’enne ma non era stata la stessa cosa
scritto il
2022-04-24
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