H-Revolution

Ammettilo Jan, non hai capito un cazzo. E neanche tu, polletto.

Naturalmente comprendo ciò che vi muove, è quello che qui dentro vorremmo in tanti, anche se ho la certezza che siamo una minoranza (ma questo in fondo non conta, ogni grande cambiamento parte da un’avanguardia): spazzare via la merda che un giorno sì e l’altro pure travolge questo sito.

Per questo vorrei essere indulgente con voi. Ma non mi è proprio possibile. Avete fallito. Uno con la sua pretesa di porre un limite alle pubblicazioni quotidiane per, diciamo così, autore. L'altro con le sue iperboliche, paradossali, provocatorie richieste di qualità. Avete fallito. Armi datate, purtroppo, inesorabilmente datate, buone per una battaglia contro i mulini a vento.

Che spreco di fantasia quei titoli immaginari, improbabili, sgrammaticati, proposti per racconti altrettanto improbabili e sgrammaticati ma così spesso prodotti e pubblicati: masturbazioni sui video di Salvini, scialorree, zie e nonne inculate per dodici episodi di fila, gente che mostra le sue erezioni al reparto latticini dell'Esselunga...

Per non parlare della pornografia della ricotta e dell'idea blasfema di somministrare ai lettori racconti costruiti di sole bestemmie.

Opere chiuse in se stesse, finite, come un racconto ottocentesco. Dalle strutture sempre uguali, ridondanti.

Poi, di colpo, un giorno arriva un pazzo che ti piazza lì una pecorina con un Typing drawing. Un precursore probabilmente ignaro ma che ha fiutato l'aria del cambiamento.

E immediatamente dopo, il Genio. Un finto analfabeta che fa compiere un balzo in avanti di venti anni a questo sito.

La Rivoluzione. Semplice, in fondo, come ogni rivoluzione.

Bastava togliere una lettera, la lettera H.

E l'opera, da chiusa in se stessa che era, finita, sterile, diventa immediatamente Opera Aperta.

Aperta agli infiniti percorsi mentali dei lettori, creativa.

O una moglie puttana. 

Perfetto, definitivo. O una moglie puttana.

Oppure?