Se non hai capito, ora è tardi

di
genere
etero

C'era molto rumore e non riuscivamo a sentirci quando parlavamo. Ci siamo addentrati così, un po' alla cieca, finché abbiamo trovato una stanza. Doveva essere uno studio: scrivania, poltrona tipo Chesterfield, libreria... quelle cose lì. Appena entrati abbiamo capito - ognuno per suo conto, è stata una cosa strana - che parlare non era la priorità di nessuno dei due e abbiamo cominciato a baciarci. 
Lo so, uno legge queste righe e pensa che stia facendo la finta tonta. Lo penserei pure io. Eppure posso assicurare che prima di chiuderci la porta alle spalle non avrei detto che saremmo finiti lingua in bocca. E anche per lui era così, non ho nessun elemento per dirlo ma ne sono certa. L’ho premesso, è stata una cosa strana.

E tuttavia sì, ho limonato con lui in quella stanza e... beh, non solo.

Non mi ricordo che abbia chiuso la porta a chiave, a dirla tutta non ho fatto nemmeno caso se ci fosse una chiave. Ma il rischio non è stato tanto mettersi a limonare, quanto assecondarlo mentre mi faceva scivolare giù il vestito e sbottonargli a mia volta camicia e pantaloni.

C'era malizia nei nostri sguardi, ma onestamente non sentivo tutta questa poderosa carica erotica, né in lui né in me stessa. Era un po' come se, quasi per gioco, avessimo deciso di continuare a pomiciare con solo l'intimo addosso, e basta.

Però poi si è sistemato sulla poltrona e mi ha fatta sedere sulle sue gambe, mi ha tolto il reggiseno, ha visto le mie tette. Cioè, ha fatto di più che vedermi le tette. Me le ha baciate, mi ha succhiato i capezzoli. La cosa è andata oltre i confini della semplice pomiciata, dopo un po’ ero piuttosto su di giri. Continuavo a baciarlo e ribaciarlo, non riuscivo a fermarmi, così come non riuscivo a rinunciare ai suoi giochi con i miei capezzoli.

Mi ha fatta sedere meglio sulle sue gambe, proprio a cavallo. Entrambi ci guardavamo negli occhi e ci baciavamo sfiorandoci con le mani, tutto qui. Lui era in mutande e io pure, ok, eppure non è che si andasse molto più in là. In un altro momento, o con un altro ragazzo, probabilmente avrei pensato “cosa cazzo sta aspettando?”.

È strano come certe volte la voglia trovi dei modi, diciamo così, originali per farsi strada, vero? Ci sono sere che cammini mano nella mano ma sei già bagnata e sai che, appena possibile, ti inginocchierai davanti a un "succhiamelo, troia". Oppure stai per salire in una macchina, in un appartamento, in una stanza d’albergo, ma è praticamente già mezz'ora che ti sta scopando il cervello e per rispondergli che lo senti tutto dentro è solo questione di tempo. In quel momento invece non avevo in mente nulla di questo. Sì, lo so, se qualcuno mi chiedesse "scusa, come pensavi che sarebbe andata a finire?" non potrei che dargli ragione. Ma era come vivere secondo per secondo, senza chiedersi cosa sarebbe successo di lì a poco, senza avere né la voglia né il bisogno di chiederselo. Non ero nemmeno fuori di me, avevo bevuto quasi nulla, era come galleggiare dentro qualcosa di molto piacevole. Ok, tutto sembrava portarci di fronte al più classico dei bivi: ti faccio un bocchino o mi scopi? Tuttavia, se, dopo esserci sbaciucchiati ancora un po’ ci fossimo rivestiti per poi tornare a ballare non mi sarei sorpresa. Nemmeno quando ha messo la sua mano sopra le mie mutandine color prugna.

Sì, sopra e non dentro, that’s all. Per un po' solo questo, poi ha ricominciato a baciarmi le tette muovendo quella mano: "Sei bagnata". Non c'era bisogno che me lo notificasse, lo sapevo. Diciamo che ha voluto sottolineare che si sentiva anche dall'esterno. E io mi sono messa a ridere, ma non per l'imbarazzo. Piuttosto come a dire “grazie tante che sono bagnata”, come se scherzassimo ancora. E ho continuato a ridere anche quando mi ha sollevata di peso e mi ha messa a sedere sulla scrivania, anche mentre mi baciava il lato esterno delle mutandine: "Bellissimo sto perizoma". Non era poi così male, ma se mi fossi domandata “adesso me lo toglie?” non so proprio che risposta mi sarei data.

Poi sì, l'ha fatto. Ha scostato le mutandine di lato e me l'ha baciata. Proprio così: il primo contatto è stato un bacio, quasi a stampo, come quelli che si danno sulle guance. E poi ok, l'ha leccata. Direi anche abbastanza bene. Chiarisco: non è colpa mia, la mia fica va sempre incontro alla lingua di un ragazzo con un certo scetticismo. Apprezzo l’impegno maaa... quando l’imprinting te l’ha dato una ragazza con cui hai giocato a fare le lesbichette, il benchmark si alza tanto tanto tanto. Lui l’ha quasi raggiunto, devo essere onesta.

A quel punto tutto ha smesso di essere divertente ed è diventato fantastico. E poi, oddio, il "bellissimo perizoma" me l'ha tolto davvero e sono rimasta completamente nuda. Mi sentivo più nuda che mai, senza niente addosso in una casa sconosciuta e nello studio di un adulto sconosciuto. Lui pasteggiava tra le mie gambe ma con gli occhi faceva anche di peggio, mi divorava completamente. Non mi diceva nemmeno volgarità, non ancora, al massimo sussurrava "cazzo quanto sei figa". Ogni volta che lo diceva mi contorcevo, come se avessi voluto domandargli "davvero? dillo ancora" senza riuscirci. Poi, cazzo sì, ha messo la bocca sul mio grilletto, l'ha centrato in pieno. Non sono riuscita a trattenermi e ho iniziato a gemere. Piano, senza fare tanto chiasso, ma in modo inarrestabile e incontrollato. Soprattutto dopo che mi ha infilzata con le dita. Non le muoveva quasi per niente, ma anche in questo caso ha centrato perfettamente il bersaglio.

È stato, non so come dire, liberatorio. Per un attimo mi sono detta che tutto stava per finire, però senza rammarico. Subito dopo è arrivato il top del piacere ma anche il top della sorpresa. Ho esclamato "cazzo, sto venendo!" e l'ultima cosa che ho fatto di mia volontà è stata afferrargli i capelli e stritolargli la testa tra le cosce. Poi amen, ciao, non ricordo più nulla se non che tremavo e che ha dovuto mettermi una mano sulla bocca. Wow, sono venuta fortissimo. Tornata dalla mia escursione su Urano mi sono sentita all'improvviso molto imbarazzata. Perché - curioso a dirsi, di norma non me ne frega una mazza - mi sono resa conto che conoscevo appena questo ragazzo, mentre lui conosceva, se non proprio tutto di me, almeno Annalisa essentials: la mia iperventilazione, le mie urla, di cosa sapeva la mia vagina. Ho pensato un'altra volta che quella era la fine dei giochi. Davvero, cos'altro sarebbe potuto accadere? Era stato tutto così definitivo...

Ma poi sono tornata lucida, mi sono detta che avrei dovuto restituire la cortesia. Sono scesa dalla scrivania, un po' malferma. L'ho baciato a lungo, come se volessi riprendermi tutto il mio sapore che gli inzaccherava il muso. In quel momento l'ho visto bello, sì, un ragazzo ruvidamente bello. Non tanto magro, aveva un aspetto robusto, ma non da palestrato. Più che altro era molto sicuro di sé, un vero bastardo sicuro di sé e fiero di quello che aveva appena fatto. Nella vita dovrebbe fare il venditore, avrebbe successo, chi cazzo gli resiste? Comunque, mentre ci baciavamo gli ho detto “senti, resta un attimo così, ok?". Ha risposto "ok" quando io ero già quasi con le ginocchia sul parquet. Fino a quel momento non l'avevo mai toccato lì, ma mi era stato impossibile evitare di dare un paio di sbirciate. Ora però lo vedevo proprio bene. Sotto l'elastico delle Tommy Hilfiger bianche la sua erezione si estendeva completamente di lato. Molto di lato. E il suo rilievo era ben delineato. Molto ben delineato. L'ho sfiorato con la punta delle dita per tutta la sua lunghezza, ci ho passato i denti sopra per tutta la sua lunghezza. Un bel viaggetto, tra andata e ritorno. Ed era duro, cavolo, era molto duro. Quando gli ho abbassato le mutande ha guadagnato la sua posizione lentamente, dava l'impressione di essere pure bello pesante, e su questo pensiero ho avuto una scossa che è partita dalla vagina e si è distribuita su su per tutta la spina dorsale. Era bello ed era grosso, non enorme ma grosso. E anche i suoi testicoli, finalmente liberi, erano grossi. Ci ho perso la testa per un po', non potevo non lapparli come la sua lingua aveva lappato me. Capita che qualcuno ti dica "lecchi proprio come una cagna", ma lui no. Niente insulti, solo carezze appena accennate sulla mia testa bionda. L’ho leccato dai coglioni sino alla punta. Era molto umida. L'ho annusata, aveva un buon odore. Forse non ci sarebbe stato bisogno della saliva ma io ce ne ho messa un bel po'. Ci ho messo la bocca, aveva un buon sapore. Ha rantolato e, credo solo per istinto, mi ha imposto la mano sulla nuca. Nonostante fosse impegnativo, non ci ho impiegato tanto per ospitarlo tutto, per toccare i riccetti del suo pube con la punta del naso. Ero molto eccitata, ero molto ben disposta. Ero molto orgogliosa della mia bravura, della mia apnea e dei miei gorgoglii, orgogliosa di sfilarlo per riprendere fiato e di vederlo lucido, di vedere quel filo di saliva dondolante che lo univa alle mie labbra prima di spezzarsi. E ripetere l'opera tre, quattro volte. Ero pronta per consegnargli la password della mia bocca e della mia testa: quando vuoi, accelera, prendi il comando e ripristinami ai valori di fabbrica.

In realtà volevo altro. Cioè, non che mi dispiacesse, ma pensavo un'altra cosa. Pensavo: “Cazzo, perché non me lo mette dentro?”. E lui l'ha fatto. È bastata una domanda: "Ti va di metterlo dentro? Anche senza preservativo", "Ok, alzati".

Mi sono alzata, ci siamo baciati ancora. Sentivo contro il mio corpo la sua durezza, grondavo di desiderio. Mi sono voltata verso la scrivania, ci ho poggiato le mani e mi sono piegata un po'. Mi sono rialzata subito girando la testa all'indietro per pretendere l'ultimo bacio, ma soprattutto per offrirgli la mia dichiarazione di resa.

- Dimmi solo una cosa: pensi che sia una troia?
- Sì, sei decisamente una troia - ha risposto ridendo prima di affondare.- AH!
Ci sono quelli che magari lo pensano, ma si affannano a negarlo perché credono di offenderti. Non capiscono un cazzo. Non capiscono né il gioco né il momento. Non capiscono l'essenza di un pompino senza senso o di una scopata wham-bam-thank-you-ma'am. Invece la sua spudoratezza è stata spontanea, leggera, eccitante. Mi avrebbe persino divertita se avessi avuto il tempo di divertirmi in quel modo. Quando però mi ha infilzata ha iniziato quasi subito a sbattermi forte, il divertimento ha cambiato natura.

Se sei già venuta, a volte pensi "magari scopiamo solo un po', per vedere com'è, e poi glielo riprendo in bocca". Ma porca miseria, era realmente qualcosa di diverso, non c'era millimetro della mia vagina che non fosse suo. Sapeva davvero come spingere e come scivolarmi dentro, come se volesse e potesse davvero scavare con quel grosso cazzo dentro di me, così dannatamente dentro e dannatamente bene.

E lo so che può sembrare scemo, ma chi non l'ha mai fatto almeno una volta? (io spesso) Mentre mi scopava mi ripetevo che almeno a Stefy lo dovrò raccontare. Lei mi dirà "ti sei fatta riconoscere" e io le risponderò "da lui sì". "A fondo", replicherà lei con la sua solita ironia algida e perversa al tempo stesso. "Molto a fondo", le farò distanziando le mani. E insieme rideremo del mito del cazzo grosso, ma sarà una risata eccitata.

Però è vero che mi ha conosciuta come pochi altri. Che senso avrebbe negarlo, o minimizzare? Non era dolce ma neanche troppo brutale, c'è stato un momento che mi sono sentita presa, totalmente posseduta, nient’altro che un giocattolino nelle sue mani e nella sua disponibilità. Non stavamo scopando, era lui che mi fotteva, stop. È durato almeno fino a quando non mi ha rimesso la mano sulla bocca. Sì, dopo che mi ha presa per le spalle e ha iniziato a spingere e tirarmi a sé non ce l'ho più fatta, ho ricominciato a strillare. Sapevo che sarei venuta, ben prima di cadere nel solito deliquio e di non capire più niente. Lo sapevo. Era sesso in purezza, dream come true: un'estranea scopata da un estraneo con un grosso cazzo in dotazione. E infatti sono venuta forte ancora una volta, sempre con la sua mano sulla bocca.

Quando mi sono ripresa lui non era più con me, era tornato a sedersi sulla poltrona proprio come aveva fatto quando ci eravamo spogliati quasi del tutto. La differenza è che stavolta era senza mutande. Vedevo il suo uccello che svettava, lucido, scoperto sulla punta. Mi aspettava, ma ci ho messo qualche secondo prima di muovermi. Avevo il fiatone e la testa mi girava anche un po', mi sono mossa verso la poltrona con passi incerti. Non so perché si fosse seduto di nuovo lì, forse era stanco o forse voleva semplicemente cambiare posizione. In ogni caso, non mi sono posta il problema. L'ho raggiunto e mi sono chinata, l'ho baciato con molta tenerezza. Ero talmente piena di benessere e gratitudine che gli ho sussurrato “fammi fare qualcosa”. Mi sono inginocchiata un'altra volta tra le sue gambe aperte, lui si è sistemato un po' meglio e io ho messo ancora la mia bocca sul suo cazzo. Il sapore era cambiato, c'era anche il mio e mi piaceva moltissimo. Poi, quando questo sapore è sfumato ho avvertito quel senso di soddisfazione che si impossessa di te quando succhi qualcosa di grande. 
Cosa posso dire? Volevo succhiarlo e basta, per il mio semplice piacere di farlo. Esatto, pensavo solo a me. Volevo sentire la mia bocca riempita come se non ci fosse più spazio per altro. L'ho fatto, l'ho slurpato alla perfezione. Credo che lui sarebbe stato pure d'accordo ad essere finito così, ma ben presto ho avuto bisogno di farci un altro giro, sentivo che avrei potuto avere un altro orgasmo. Mi sono messa sopra, l'ho guidato dentro di me (già il semplice fatto di impugnarlo mi mandava fuori di testa), ho iniziato a muovermi su quell'affare e lui ha iniziato a farmici saltare sopra. E wow, lo sentivo eccome, questo è certo. Come aveva fatto all'inizio, ha succhiato ancora le mie piccole tette. Doveva piacergli proprio tanto, figurarsi a me: era bellissimo, anche se i capezzoli erano così duri che mi facevano male. O forse era bellissimo proprio per quello. Mi è bastato un minuto per venire di nuovo, con meno intensità delle prime due, ok, ma davvero non potevo lamentarmi. Sì, tre orgasmi. In realtà ho finito per averne quattro, perché poi mi ha rivoltata con la schiena verso di lui. Reverse cowgirl.

Ma è venuto anche lui, finalmente, dicendo “sto per sborrare" come per chiedermi un permesso che già aveva. Anche se non gliel'avessi dato, ero certa che l'avrebbe fatto in ogni caso, e questa consapevolezza mi ha eccitata molto. L'ho sentito spararmi dentro, come una raffica di due o tre colpi di sperma. Ero già in dirittura di arrivo, quello è stato il colpo di grazia, ho goduto a colpi di "sì, così, così". Siamo venuti praticamente insieme, a pochi secondi l'una dall'altro. Non succede quasi mai, si potrebbe dire che è stato romantico, no?

Di tutto questo tu ovviamente non sai un cazzo, perché non sono certo venuta io a raccontartelo. Per quanto mi riguarda avresti benissimo potuto vivere nell'ignoranza nei secoli dei secoli. Ma visto che qualcuno o qualcuna, non so chi, ha avuto la bella idea di fartelo sapere... beh, negare mi sembrerebbe ipocrita. Cioè, neanche ipocrita. Diciamo infantile. Sì, l'altra sera a quella festa sono stata con Andrea, e allora? No, non voglio essere ostile. Non voglio neppure trincerarmi dietro il fatto che non devo renderne conto a nessuno e tantomeno a te, anche se sarebbe la verità. Sì, tu mi hai fatto avere l'invito alla festa e mi ci hai accompagnata, sei venuto a prendermi e mi hai riportata a casa. Sei stato gentile, dico davvero. E io credo di avere ricambiato la gentilezza indossando il set color prugna che mi hai fatto consegnare da Amazon. Mancava il bigliettino di accompagnamento ma era implicito, come sa qualunque ragazza che riceve un regalo del genere: "Voglio togliertelo io". Anche se, ammettilo, è stata un po' una caduta di stile. Cioè, Amazon, dai... Comunque molto bello come regalo, deve esserti costato un botto, mi dispiace avergli lasciato le mutandine, ad Andrea. Tu però sapevi che ce l'avevo addosso, non negare, ti ho visto sbirciare nella scollatura. Credo che ti abbia fatto piacere, no? Quanto poi a farmelo togliere da te... beh, mi sa che ti sei fatto un film tutto tuo.

Lo so, lo immagino, adesso vorresti seppellirmi sotto una valanga di recriminazioni. Non lo fai perché sei un bravo ragazzo e sei anche abbastanza intelligente da capire che non puoi vantare nessun diritto su di me. Però guarda, te lo giuro, un po' ti comprendo e non voglio assolutamente fare la stronza. Sennò perché avrei accettato di parlare con te? Su Skype, poi. A proposito, abbiamo sempre smessaggiato e mandato vocali su WhatsApp, mo arriva sta novità di Skype. E a quest'ora di notte, poi. Ma vabbè, diciamo che faccio finta di credere che tu abbia voglia di guardarmi in faccia, potevi scegliertela un po' meglio la scusa.

Anyway, ti chiedo solo un po' di sincerità. Io sono stata sincera, non ho niente da nascondere. E anche se non mi metto a sbandierare quello che ho fatto (non sono quel tipo di troia lì) non mi va nemmeno di sentirmi vagamente sotto inquisizione. Se sei arrabbiato con me, dimmelo. È sbagliato ma lo capisco. Però dimmi anche: cosa ti aspettavi davvero? Pensavi di presentarmi come la tua prossima fidanzata? Che ti avrei dedicato un po' più di attenzioni, che ci sarebbe scappata una pomiciatina? O che quando mi hai riaccompagnata a casa ti avrei detto, che ne so, "ti va di fermare la macchina da qualche parte?". Non ci sarebbe stato nulla di male a pensarlo, eh? Mica mi offendo, conosco bene il rito del bocchino di ringraziamento. Maaa... a parte il fatto che ero stanca, non offenderti tu stavolta, non mi andava proprio. Eri realmente lontano quattro galassie dai miei desideri.

No, non è perché mi sono messa con Andrea, che cazzo vai a pensare? Andrea non c'entra nulla, è solo una questione tra me e te. Un po' di chimica ci vuole, no? O eri convinto che bastasse portarmi a una festa, farmi un regalo sexy, adularmi? Non funziona così. Una scintilla, per quanto piccola, deve scattare. Mi dispiace ma con te non è successo e con Andrea sì. Però non stiamo insieme, ora. È ovvio che avrei potuto risentirlo, rivederlo. Ci siamo scambiati i contatti, si fa più o meno sempre. Se lui mi avesse cercata ieri, sì, credo che ci sarei andata. L’avrei considerato il secondo tempo della festa, magari in un posto più comodo. Poiché però non l'ha fatto, lo considero già History. E poiché un po' conosco il tipo, credo che lui faccia altrettanto.

Ciò non significa che adesso io sia bella pronta e a tua disposizione, che ti sei messo in testa? Non lo trovi, non so, umiliante? Dico per me, non per te. Io faccio il cazzo che mi pare. Domani mattina vado all’università e, se mi va e se trovo uno che mi piace, magari gli faccio un pompino ai bagni del quarto piano. Faccio un'ipotesi di scuola, eh? È capitato, ma non penso proprio che domani mattina... Era per dirti che posso pure farlo. Ma non vuol dire che basta spingere un pulsante e... tac!

E no che non ti faccio vedere le tette, non mi va proprio, sei matto? A parte il fatto che, non succede, ma metti che mia madre apre la porta e mi vede con le tette di fuori davanti al computer, che cazzo deve pensare? Ecco perché hai insistito per Skype, guarda te che tipo. Comunque, non è questo, è che non mi va. Certo che conosco il sesso virtuale, l'ho fatto, cosa c'entra? Non funziona così, te l'ho già detto, non è che ci vediamo su uno schermo e tu mi fai "ti prego, ho il cazzo duro" e allora io ti rispondo "oh wow, masturbiamoci insieme!". Dove le hai viste ste cose? E soprattutto, cosa significa che ce l'hai duro da quando hai saputo che ho scopato con Andrea? No, non era il primo venuto, lo sai che lo conoscevo, ma poteva anche esserlo, e allora? Ti sei eccitato per questo? Hai pensato "madonna questa che fame di cazzo"? Hai pensato che per me uno vale l'altro?

Guarda, io non lo farei perché poi ti tocca pulire, ma se vuoi farti una sega sul laptop fattela, che vuoi che ti dica? Da quanto hai uno screensaver con la mia foto? E quando me l'hai fatta? Uh, se me lo dicevi mollavo il bicchiere da qualche parte e mi mettevo in posa... però sì, è vero, è più spontanea. Le foto rubate lo sono sempre. Comunque davvero, non è che la cosa mi scaldi tanto. Sì, un paio di cum tribute li ho ricevuti anch'io. È lusinghiero, ma poco di più. Uno dei due mi piaceva pure, se mi avesse chiesto di ripulire il display con la lingua mi sarei divertita. Sapessi come ci è rimasto quando gliel'ho detto, ahahahah. No, l'altro era come te, non mi piaceva tanto, ma il primo sì.

Cioè, dai, non mi offendo, ma non credo che tu sia nelle condizioni di dirmi che sono una troia... e tu che vuoi sborrare su un computer cosa sei?

Se proprio ci tieni, ok, fammelo vedere. Credi che mi impressiono? O che mi eccito? Te l'ho già detto che ti fai film tutti tuoi, vero? Ecco, uh, no, al posto tuo la domanda se Andrea ce l'ha più grosso non la farei. Che poi non è quella l'unica cosa che conta. Ahahahah, no hai ragione, conta, eccome se conta, però non è l'unica.

No, ti sbagli, vedi? Ecco le mani, non mi sto toccando. E se lo facessi non te lo direi. Certo, osservare un ragazzo che se lo mena è piacevole maaa... vuoi sapere una cosa? Non sono tanto brava a segarlo, mi sento goffa, preferisco i pompini, lì sì che sono una prof. Comunque, neanche questo c'entra nulla. Dicevo: vedere un ragazzo che si fa una sega può essere un gioco eccitante, ma dipende dal ragazzo. Non è che se ti inquadri il cazzo e te lo sbatti io poi mi allago. Per masturbarmi ci vorrebbe ben altro. Sì, anche ripensare a come mi si è fatta Andrea, certo, quello sì. Cazzo, all'inizio sembrava una roba da qualche bacetto e poi... Ah, questo la spia non te l'ha detto, eh? È proprio andata così, doveva essere la tipica limonata che si fa alle feste, poi abbiamo trasceso un pochino ahahahah. No, io non l'ho raccontato a nessuno, evidentemente l'ha fatto lui. Ma mica mi dispiace, eh? Anzi. Mi sarebbe piaciuto ascoltare di nascosto. Beh sì, ad ascoltare sì che mi sarei eccitata.

Invece tu ti sei eccitato a sapere che abbiamo scopato... e vabbè, i gusti sono gusti. Però dai, chi è stato a dirtelo? No, guarda, non ti faccio vedere né le tette né tantomeno la fica, posso anche vivere senza che me lo dici. È stato Andrea? Noooo! Me stai a pijà per culo. Davvero? Ma manco lo conosci! È venuto lì e ti ha chiesto se ero la tua ragazza? E poi... no, dai. Cioè, ha detto davvero "allora non ti dispiacerà se l'ho scopata"? Non ci credo, wow, che bastardo. E lì ti sei eccitato... ma sai che sei strano? Non ti ha raccontato nient'altro? Peccato. Non ti ha neanche fatto vedere le mutandine che mi hai regalato? Peccato. Ce le aveva in tasca, sai? Non ti ha nemmeno detto che sono troia? Nemmeno che mi chiamava troia? E sì, da un certo punto in poi sì, altro che Annalisa. Da un certo punto in poi... zac: "troia". Sì che mi piace, certo. Se me lo dici tu non mi fa né caldo né freddo, anzi forse mi incazzo, ma mentre me lo diceva lui... "troia", "davvero? dillo ancora". Non me ne fregava più nulla che mi dicesse "cazzo, quanto sei figa", quando gli stavo sopra era tutto un botta e risposta così. E anche quando poi gli davo le spalle. Ecco, a ripensare a questo sì che mi eccito, e pure parecchio. Dico davvero. Vuoi che ti racconti altri dettagli?

scritto il
2024-10-30
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