(Bar)Tender Is The Night

di
genere
etero

"Ciao, non ti voglio disturbare". Eccome no? Un grande classico. Un grande classico rompicoglioni-sfigato-perso, intendo dire. Secondo dm: "voglio solo farti i complimenti". Sì, appunto. Madonna mia, e cercate ogni tanto di essere originali, almeno sforzatevi un pochino.

Inzeppo il mio profilo di foto e video, uso un sacco di filtri e soprattutto non ce l'ho blindato (ma lo blinderò presto), ogni tanto capita di attirare tipi così. La mia regola è rimbalzarli abbastanza brutalmente, di solito senza manco vedere chi siano. Perderò qualche occasione interessante, ne dubito, ma per rimorchiarmi via direct message serve ben altro.

Quindi al momento la situazione è questa: sono seduta sul lettino sotto la palma, con il telefono in mano e alle prese con un attacco allergico alla lettura della parola "complimenti". Molto vicina allo shock anafilattico, direi, determinata a bloccarlo al volo prima che possa procurarmi altri danni. Questione di secondi, perché mentre lo sto per fare arriva un nuovo messaggio: "Che drink preferisci?".

Beh, non sarà proprio il Nobel per l'originalità, ma non è la solita domanda. Cioè, almeno è meglio del segno zodiacale. Do un'occhiata molto sommaria al profilo di questo qui, non male. Ma se dovessi dare retta a tutti quelli che non sono male...


Mi dispiace, caro, non sono focalizzata. Sono al mare dalla mia amica Tiziana e, se proprio devo pensare a qualche avventuretta, la mia vittima designata ce l'ho già: il fratello di un’amica di Titti, un ragazzo con due-tre anni meno di me, maturità appena fatta, tanto tanto carino, tanto tanto fidanzato, ma anche tanto tanto imbranato. Ho pure conosciuto i suoi genitori, mi adorano e hanno delle aspettative nei miei confronti. No, non quelle, che avete capito. Sperano che lo convinca a scegliere una facoltà "seria", come la mia, perché lui vorrebbe fare il Dams e invece per loro non se ne parla proprio. Sono matti, Marcolino è un ragazzo pieno di interessi artistici, suona e scrive roba Indie pop, ha molta voglia di impegnarsi in qualcosa che lo coinvolga. E io sono d'accordo con lui - questo ai suoi non gliel'ho detto - anche se penso che forse dovrebbe smetterla di farsi chiamare Marcolino. Resta il fatto che i genitori quasi mi supplicano due volte al giorno di fargli cambiare idea, hanno una fiducia cieca in me e nel mio ascendente su di lui. Non capisco perché mi sia capitata questa croce, è una fiducia immotivata, anche se quando hai una immagine pubblica come la mia succede questo e altro. È il bello di apparire (e spesso essere) una very very good girl. Magari anche un po' nerd inside, ma tutto sommato cordiale ed educata. Gente, so come essere irreprensibile anche in bikini, se voglio. Il brutto semmai è che, per questo e altri motivi, non posso certo mettermi a fare la troia con Marcolino, ragion per cui finora sono rimasta abbastanza frustrata nei miei tentativi di seduzione. Stamattina, forte della mission assegnatami dai suoi genitori, gli ho chiesto "mi accompagni a comprare le sigarette?", ma in quei dieci minuti non sono riuscita nemmeno a farmi dire "sei simpatica". In realtà più che simpatica sono stata proprio sfacciata, ma ho preso un palo in fronte. Ovviamente tutte le ragazze del gruppo hanno capito e penso che se la ridano alle mie spalle.

Quindi, quando rispondo al tipo di Insta, direi che il dieci per cento è curiosità e il quaranta per cento indolenza, tutto il resto è voglia di fare la stronza con qualcuno per vendicarmi del mondo, e questo qui mi sembra perfetto. Per altro sono sicura che tra due o tre messaggi lo bloccherò, non prima di avergli dato del rompicoglioni o dell'illuso. Le foto che ho nel profilo, ancorché relativamente entro i confini della decenza, mi consentono di dare dell'illuso a un sacco di gente. Comunque, la chat è qualcosa tipo:

"Che drink preferisci?".
"Perché?”.
“Perché qualunque sia, se vieni al Villa, te ne faccio almeno dieci meglio con la mano sinistra”.
"Lavori in un bar? Fate marketing profilato?" (spero che colga l'ironia).
"Ahahahah vieni e scoprilo" (non so se l'ha colta ma in ogni caso non si è fermato).

Vieni e scoprilo... intanto scopriamo chi è sto tizio. Se è davvero un barman la cosa potrebbe essere interessante, io li adoro i barman. Faccio un giro sul suo profilo e immediatamente mi è tutto chiaro: età dichiarata 29, di Genova o giù di lì. Lunga teoria di foto con amici, in gruppo, mentre fa sette o otto sport (palestra compresa), mai da solo con una ragazza, al massimo qualche selfie nel casino di una disco. E due pics che, si vede benissimo, sono state pensate, scattate e editate con molta cura: una in spiaggia mentre finge di guardare da un'altra parte, un'altra (black&white) mentre si issa in barca dall'acqua per mettere in mostra il suo patrimonio muscolare in tensione. Sorrido e mi dico che questo è un professionista e che l’ultima cosa che gli interessa è procacciare clienti per il bar. Non so il resto dell'anno cosa combini, ma il barista d'estate qui a Villasimius lo fa come secondo lavoro. E probabilmente ha da qualche parte un book di foto private che di sicuro non mette online.

"Chissà", gli rispondo.
"Ti aspetto".

Mah, mi dico, vediamo.

Vediamo cosa succede se mi presento al Villa verso le sette di sera, da sola e con un vestitino bianco, elegante ma molto corto, di quelli che si portano con una certa disinvoltura solo nei posti di mare: "Ciao Frankie, parecchio lavoro eh?". Telefono in mano e studiata risatina da oca mentre mi accomodo su uno sgabello appena liberato e accavallo le gambe facendo risalire il vestito ai limiti della forbidden area. Lui sarà un professionista ma io conosco certi codici. Quello degli sguardi che ci rivolgiamo dopo il mio saluto, per esempio. Il mio dice "sì, lo so, ho delle cosce infinite, le puoi ammirare". Il suo dice "non vedo l'ora che me le apri davanti".

A parte questo, però, l'accoglienza è impeccabile, informale ma non troppo, amichevole ma senza confidenze eccessive. Ci sa fare: "Tu sei Annalisa, visto che sei venuta?". Ricambio il sorrisino.

C'è molta gente, è l'ora dell'ape. Mi diverte molto vederlo così affaccendato da non poter dedicarmi le attenzioni che merito. Mi diverte molto anche osservare gli sguardi che mi lancia mentre sorseggio con molta lentezza il cocktail a sorpresa che mi ha preparato. È buono, non eccelso, tuttavia per compiacerlo esagero un po' nel mio gradimento.

Smessaggio con il telefono, respingendo con tranquillità tentativi di rimorchio vari. Con due inglesi molto simpatici mi faccio addirittura un sacco di risate e, se fossi un po' brilla e non avessi già un motivo per stare lì, chi lo sa... È carino però anche fare due parole con lui, in qualche rara pausa. Very very professional, e rispettoso, Frankie. E molto molto compunta io, per quanto l'ambiente lo consenta, non voglio sembrargli una matta. Tuttavia, ammetto che sono abbastanza colpita: riconosco che visto in una situazione "normale" è un bel tipo, decisamente meglio che nella versione lumacone telefonico seriale. Non è brutto, nemmeno bellissimo, e sotto la divisa quel corpo che ho potuto ammirare nella foto in b&w si intuisce bene. Ma soprattutto, anche se cerco di non darlo a vedere, sono letteralmente rapita dal modo in cui si muove e fa il suo lavoro, prepara i drink e interloquisce con i clienti, a ognuno una decina di secondi di sorrisi e disponibilità. Qualcosa di più, e qualche risata, con i frequentatori e le frequentatrici abituali. Ai limiti dell'indecenza, ma molto divertenti anche queste, le avances di una oversize sui quaranta che, tra vestito e accessori vari, avrà addosso almeno tremila e cinque-quattromila euro. Signò, me sa che con questo te dice male.

Quelle volte che Frankie mi rivolge l'attenzione, e in certi momenti sembra che non veda l'ora di farlo, anch'io ci metto qualcosa di mio. Del resto sono qui per questo. Linguaggio del corpo, direi. Soprattutto quando mi sporgo sul bancone scoprendomi un pochino: dallo scollo sulla schiena l'avrai già capito che non indosso il bra, quindi se vuoi butta un occhio. Niente di illecito, ma qualche occhiata arriva. A livello verbale invece gli unici due sgarri, se li vogliamo chiamare così, sono un "me ne fai un altro ma analcolico? Se mi ubriaco divento pericolosa" e un "sei venuta in versione fata". Stop. Grazie, comunque.

Approfittando del fatto che è andato nel retro a preparare chissacché, a un certo punto sparisco. Letteralmente, non pago nemmeno il conto (non penso di doverlo fare). Vado a cena con Titti e i suoi amici lasciandolo lì a lavorare e, magari, a rimuginare su cosa succede quando divento pericolosa.

La serata che segue, onestamente, è un po' del cazzo. Tiziana si eclissa per raggiungere il suo boy con la copertura della sottoscritta e all'insaputa della madre, una specie di integralista cattolica (sempre affettuosissima con me, però, devo dire) che non ha e non ha mai avuto la minima idea di che figlia si ritrovi. Mi capita di restare con i suoi amici e le sue amiche e non c'è nemmeno Marcolino-il-ragazzino-carino. Temo qualche presa per il culo sui miei tentativi andati buca con lui, ma non arriva. Mi annoio, giochicchio con il telefono fino a quando non leggo un dm di resa totale: "Tra un'ora stacco, sei libera? Anche un'altra volta se vuoi". Sogghigno: per essere un bomber stai facendo un po' la figura del sottone, eh Frankie? Gli dico no, stasera sono fuori con delle amiche, espungo di proposito la componente maschile del gruppo per dargli ad intendere che sono priva di accompagnatore e che magari ne cerco uno. Rispondere così a uno del genere dà una certa soddisfazione, non perché mi stia sul cazzo, tutt'altro. Però, caro Frankie, è una questione di annate: tu sarai un professionista ma con una Bitch 95 non ti ci devi mettere proprio. E per quanto mi riguarda la cosa finisce qui e lui pare che abbia capito. A letto mi masturbo, senza un'idea definita. Potrebbe essere Frankie, potrebbe essere Marcolino, potrebbe essere uno qualsiasi che mi prende da dietro mentre sto su un fianco. Potrebbe essere anche uno dei due inglesi che ho incontrato al bar. Qui l'idea si fa molto più definita e l'immagine diventa quella di uno dei due che mi si batte doggystyle mentre succhio l'amico, poi si danno il cambio. La morbida sgrillettata diventa un ditalino molto più concitato e devo stare attenta a non fare casino. Però almeno mi addormento tranquilla. 'Notte, ci vediamo domattina.

Di solito le insistenze mi danno fastidio, tuttavia ce ne sono alcune che so apprezzare. Per esempio questa: la mattina dopo, sempre via dm, mi ritrovo il messaggio "mi dai il wazzap?". Beh, ci sono quelli che ci mettono una vita per chiederti il numero e quelli che vanno dritti al punto. Quelli che vanno dritti al punto mi piacciono. Se sono come lui, è chiaro. Se vai dritto al punto ma c'hai la panzetta, le spalle curve e magari sei pure mezzo pelato mi piaci molto meno. Gli mando il numero, chissà se contava di averlo così in fretta, non credo. Subito dopo mi droppa la foto in bianco e nero che già conosco da Instagram, quella in cui sale sulla barca. Oggettivamente la migliore, chissà se è il primo take o ha provato e riprovato, capacissimo che sia così.

Questo però è poco importante, in fondo. La cosa che dice quella foto è una sola: VOGLIO FOTTERTI. Zero dubbi su questo. Semmai, mi domando che idea abbia della sottoscritta. È vero che ci siamo frequentati quasi niente, ma se davvero pensa che sia una che sviene di fronte alla foto di un bel manzo (cosa che oggettivamente è) un po' mi incazzo.

Un'arma letale per le mani ce l'avrebbe, ma non lo sa: la mia inspiegabile passione per i baristi. Difficile dire da cosa sia generata, forse è perché sono così… esposti, senza filtri, che cazzo ne so. Non è che mi piacciano tutti, ci mancherebbe, però li osservo tutti. Una volta - per farvi l'esempio di uno che certo non avrebbe mai potuto conquistare le attenzioni nemmeno di sua madre - davanti a un succo di frutta ho fatto finta di farmi rimorchiare da un quaranta/quarantacinque solo per godermi lo stupore sul volto sfigato di un tappetto rotondetto che dietro al bancone pensava "anvedi questo che ce prova co' 'na ragazzina e sta zoccoletta che ce sta pure". Molto divertente, anche se un po' mi dispiace per quell'uomo (un bel tipo, detto tra noi) che è stato ignaro strumento del mio gioco. Stronzetta? Sì, è vero.

Perciò, per tornare a Frankie, se sapesse come lo ammiravo – da un punto di vista non solo professionale – mentre era indaffaratissimo tra tumbler, bottiglie, ghiaccio e bicchieri… beh, penso che sarebbe molto meno circospetto nelle sue richieste.

Invece io dissimulo, gli apro le porte e gliele richiudo in faccia senza un motivo apparente. Non perché gliela voglia far penare – in realtà non sono ancora arrivata a domandarmi se dargliela o meno, l’interesse per Marcolino è molto forte e non vorrei distrarmi dall’obiettivo – ma perché mi piace il gioco. Sono ipercuriosa di vedere come si muove uno come lui.

Quando mi manda la sua foto su WhatsApp potrei commentare, ma non lo faccio. Sarebbe come cedere un pochino. Voglio piuttosto che lui sbrachi ancora un po', quindi giochiamo pure al gioco preferito dei maschietti: facciamo a chi ce l'ha più lungo, Frankie? Sono nel giardino della villetta di Titti, canotta e shorts a fiori, sola e pronta per andare al mare. Mi tolgo il reggiseno del costume e gli mando un selfie dall'alto con tanto di cappello, Ray-ban e scollatura. Non un granché la scollatura, d'accordo, ma si vedono in rilievo i capezzoli e non ho nemmeno dovuto lavorarci tanto. ”Sei bellissima”. Grazie al cazzo che sono bellissima, lo so da sola, dimmi qualcosa di più… beh, di “più”, no? Nulla, aspetto invano. All’ora di pranzo mi arriva un suo messaggio: sono al bar insieme a Titti e due amici suoi a farmi una costosissima insalata (sono pazzi) quando sento il tipico ding! “Se riesco a staccare un po’ prima ti va di andare a bere una cosa stasera?”.

Non so perché, sono cose che si sentono, ma sono arcisicura che si sia GIÀ riuscito a liberare la serata, o almeno parte di essa. Non chiedetemi il motivo (peraltro potrei pure sbagliarmi alla grande) ma ne sono stracerta. “Non so ancora, posso dirtelo dopo?”. Resta sulla corda e speraci, Frankie, non lo so nemmeno io se mi va di vederti. Magari sì o magari ti faccio buttare una serata libera.

È una dinamica strana e contorta, ma d'altra parte io sono spesso strana e contorta. Da un lato avrei sperato in approcci più volgari da parte sua, che mi consentissero di dirgli "sei un cafone" e bloccarlo ma allo stesso di bagnarmi tra le gambe e di regalarmi stanotte un altro ditalino mentre immagino di essere stritolata dalla sua morsa. Dall'altro mi piace questa sua insistenza, beneducata e a orecchie basse. Non perché mi piacciano i tipi beneducati e a orecchie basse - anzi, li detesto - ma perché è in netto contrasto con il modo con cui si presenta e appare. Da un certo punto di vista, anche se io ho decisamente molte più skills, è la versione maschile e predatoria di me stessa. Sono sicurissima che se gli dessi un dito si prenderebbe in un secondo tutto il braccio sciorinando rapidamente tutta la sua sicurezza e la sua innata capacità di leadership, quelle che manifestava ieri sera dietro al bancone e che ho percepito bene. Con me però, almeno per il momento, resta molto sulle sue.

Quando rimaniamo sole ne parlo con Titti: a meno che non abbia preso un abbaglio grande come una supernova, è uno che vuole una cosa soltanto, tutto il resto è corollario. Lei non può che convenirne. Mi domanda se me lo voglio fare e le rispondo "vediamo come gioca le sue carte". Lei mi fa una smorfia tipo "che te ne frega? va' e vedi", e di colpo mi si presenta la prospettiva di un'altra serata del cazzo. Ok, ma stavolta tocca a lei reggermi il gioco, le dico, soprattutto con il ragazzino. Ecco, se c’è una cosa che mi dispiacerebbe è che lo venga a sapere Marcolino. Degli altri e delle altre non me ne frega un cazzo: tra loro c'è di sicuro qualcuno o qualcuna che avrà dato a Frankie il mio Insta, pensava di farmi chissà quale scherzo ma magari va a finire che mi ha fatto un favore.

A questo punto è abbastanza ingenuo domandarsi come finisce questa serata, non credete? Tra l'altro non è nemmeno il punto centrale del racconto. Finisce vicino agli scogli con la sua mano sulla testa, lui che mi dice “sto venendo” e io che accelero il pompino. E poi in un posto più tranquillo, in macchina, che gli salto sopra e gli faccio "non smettereee". Del resto lo voleva lui e a quel punto lo volevo pure io, dov’è il problema?

Ma se il finale è scontato, devo dirvi che non mi aspettavo che il "prima" fosse così. Fino ai primi due o tre bacetti che ci siamo scambiati, seduti in un locale all'aperto, è stato praticamente perfetto. Dopo quelli, potete pure togliere il "praticamente". Chiaro, non è uno con cui ci parli di filosofia teoretica (faccio per dire, di filosofia teoretica non ne so un cazzo nemmeno io), però se si cerca qualcuno con cui passare una serata leggera, divertente ma non scema, sincera nelle intenzioni sin dal principio ma non volgare, Frankie è perfetto davvero. Anche prima di tirargli fuori l'uccello dai pantaloni, voglio dire. Quello viene da sé quando poi andate a fare una passeggiata sulla spiaggia e lui ti cinge discretamente ma inesorabilmente la vita. Soprattutto se a un certo punto sei andata in bagno e hai fatto sparire le mutandine.

Il pompino, fatto di mia iniziativa, è stato delizioso. Ma anche la scopata - in macchina e stando un po' scomodi, d'accordo - non è stata per niente male, anzi. Innanzitutto per la sua resistenza, ma anche per il modo in cui mi ha abbassato le spalline e si è dedicato alle mie piccole tette. Bravissimo, me le sono sentite adorare, almeno quanto io ho adorato e leccato il suo petto. Ha riso tantissimo e ha detto "così non me l'hanno mai chiesto" quando, dopo che si è sfilato il preservativo, gli ho domandato "me lo lasci pulire?". Poteva dire, che ne so, "è tutto tuo, troia", che con un altro sarebbe stato apprezzabile ma in quel momento e con lui avrebbe stonato. Invece ha reso divertente, leggera e al tempo stesso altamente sexy anche quella situazione. Ce ne saremmo fatti un'altra - io almeno me la sarei fatta - se non fosse che a quell'ora Tiziana mi aspettava già da un pezzo in giardino per rientrare insieme in casa. E del resto anch'io non vedevo l'ora di raccontarle tutto.

Serata davvero molto ma molto wow. Forse idealizzo un po’, per vari motivi che non sto qui a raccontare, ma non credevo fosse così. Avevo anche bisogno di essere trattata, dopo, con un po' di dolcezza, cosa che a lui evidentemente viene naturale

Potrebbe bastare, no? Certo che potrebbe, ne avanzerebbe pure. E invece, tutto questo passa in secondo piano rispetto alla serata BIS. Che nessuno dei due ha previsto e messo in agenda. Cioè, io forse un po' sì, nel senso che di solito non sono una che si attacca, ma se una cosa mi è piaciuta, sapete com'è... Lui proprio no, ma lo sapevo. Da questo punto di vista è anche peggio di me, non è il tipo da seconda volta. Però ha le sue eccezioni e io sono una di queste.

Un'eccezione molto sfacciata, certo: "Tra un paio di giorni parto, mi piacerebbe salutarti". "Stavo per chiedertelo io". Ci contavo ma sinceramente non me l'aspettavo, così come non mi aspettavo una felice coincidenza.

Coincidenza che, a parte la voglia di entrambi, è molto semplice da spiegare: lui condivide l'appartamentino con un suo amico, ma stasera, stanotte, ha via libera. Ragion per cui ci diamo appuntamento, mi passa a prendere e ci chiudiamo lì, senza tante menate.

 A posteriori è stato molto eccitante sapere che "avevo casa libera anche la sera che sei venuta al Villa, mi scoppiava il cazzo e ho dovuto farmi una sega". Un po' volgare, è vero, ma è quella volgarità che ti puoi concedere dopo che hai raggiunto un certo grado, diciamo così, di intimità. E quella l'abbiamo raggiunta al volo appena entrati in casa, io fradicia e senza nulla sotto il vestito, lui già tangibilmente prontissimo nei suoi pantaloni di tela leggera: sono rimasta nuda in mezzo secondo e l'ho pregato di scoparmi. Alla pecorina e sul bordo del letto, con lui in piedi, perché in quel momento mi andava di essere dominata e strillare sconcezze che la prima volta non gli avevo concesso. Giustiziata due volte, la prima quasi subito, la seconda con un dito infilato nel sedere che mi ha fatto vedere le stelle ma anche capire che le zoccole le riconosce al volo ma non glielo dice, glielo dimostra.

Eccitante, davvero, anche senza insulti. Ma di cose eccitanti ce ne sono state molte altre. Alcune le potete immaginare, una forse no.

Scena: un classico "dopo" stesi nudi sul letto. Lui si fuma una meritata sigaretta e io dopo averglielo ripulito lo lecco e lo sbaciucchio un po' dappertutto. Sarà l'odore che emana, ma mi piace moltissimo passare labbra e lingua sul suo ventre e sul suo petto. È un bel baciare, e senza vestiti è anche un bel vedere. Con un mano giochicchio con le palle. La mia è una fissazione vera e propria, lo so, ma le sue le trovo particolarmente belle. Ogni tanto do una tirata anche io dalla sua sigaretta, cosa che quando me la chiedono mi infastidisce molto. A lui no, e ciò gli fa guadagnare altri punti. Nonostante mi abbia sbatacchiata per benino, la mia disposizione d'animo è evidente: "quando vuoi, io sono pronta". Per chiarire il concetto trasformo i miei bacetti in un bocchino vero e proprio. Adoro farlo mentre l'altro fuma e, magari, pensa ad altro, magari alle bollette da pagare. Non lo risveglio particolarmente ma, ok, non c'è fretta, e visto che stiamo in stand by possiamo trovare il tempo anche per le confidenze. A partire da una che mi eccita sempre moltissimo.

- Quante te ne sei portate qui dentro?
- Non quante avrei voluto, ahahahah... ma non posso permettermi una casa da solo.
- Beh, è l'ideale per una botta e via, ottima scusa tra l'altro.

Forse è proprio l'effetto "seconda volta": nessuno dei due deve dimostrare nulla e si fa spazio a quell'intimità di cui parlavo prima. Con lui ne sento molta e, sarà anche per via del mio momento un po' particolare, ma gli racconto cose di me che sanno veramente in pochi. E poi sincerità chiama sincerità.

- È difficile che ci ricaschi con la stessa - mi dice - tu sei un caso speciale.
- Lo immagino - ribatto cercando di restare sul filo dello scherzo - ma è difficile resistermi anche per uno come te, sono un esemplare unico.
- Non è proprio così...

- Ahahahah porco, cioè?

Lo ripeto, per me è uno scherzo, non me ne frega niente davvero. Ma Frankie fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: tira fuori il telefono e apre l'app delle foto. Dice "ecco un altro esemplare unico" e mi mostra l'immagine - non esattamente casta - di una moretta piccolina, tette "da sballo" e fidanzato al seguito che "andava a giocare a tennis mentre io la scopavo letteralmente in ogni posizione, spesso in camera loro" (i virgolettati sono suoi).

- La mia preferita è lei, ci sono ancora in contatto e a volte le scrivo solo per farmi mandare foto zozze e audio dove mi dice le peggiori porcate. Mi sa che la andrò a trovare a Torino...

La ragazza è caruccetta, non molto di più, ma dal fervore con cui Frankie ne parla immagino che abbia delle doti nascoste. Inoltre sì, ha un paio di tette invidiabili. Riconosco l'arredamento sullo sfondo, la foto è stata scattata qua dentro. A Frankie piace tenere un ricordo delle sue conquiste.

- Ahahahah sei davvero un maiale, lo sapevo che avevi un book, ci avrei messo la mano sul fuoco!
- Ti andrebbe di farne parte?

Gli dico di sì, nonostante sia sempre stata contraria a ste cose. Non alle gallerie di foto delle altre, sticazzi, ma a farmi riprendere, anche se qualche volta non ho potuto evitarlo. Però scelgo una posizione più “artistica”: seduta, gambe accavallate e sigaretta nella mano che mi copre il seno e parte del viso. Sguardo intenso. Si capisce che sono nuda ma a parte questo non si vede niente. Uno sbuffo di fumo crea un effetto nebbia per niente male. Gli chiedo di confrontare la mia foto con quella della morettina che se ne sta seduta contro la testiera del letto: ha una faccia tra l'impertinente e l'imbarazzata, ma intanto tiene le cosce spalancate, la troia.


- Un'altra classe, ammetterai - gli dico.
- Anche lei ha un suo perché - risponde compiaciuto.
- Come si chiama?
- Lei si chiama numero quattordici.
 
Bum.

- Ahahahahah la chiami per numero? - chiedo dopo un attimo di smarrimento - e io che numero sarei?

- Tu sei la numero ventuno, ti piace? È il numero di Pirlo.

Beh lo so, anche se nelle sue parole non c'è traccia di sicumera, vanagloria o cose del genere, capisco che c'è chi potrebbe rimanerci male o addirittura incazzarsi. È comprensibile e persino logico. Senza contare che sono stata appena paragonata a un calciatore della Juventus. Ma io no. A parte una certa ammirazione per un tipo che è qui da metà maggio e che (siamo a fine luglio) se ne è già fatte ventuno, compresa la sottoscritta, ciò che mi rende assolutamente impossibile avercela con Frankie è il suo can-do-re. La sua onestà, persino, e la sua sensibilità. Per essere uno scopatore seriale è un mix devastante. Lui vuole entrare nel tuo corpo, non certo nel tuo cuore, e si presenta per quello che è. Poi però la scelta è tua e lui la rispetterà, e ti rispetterà, qualunque essa sia. Adesso capisco perché ho accettato di farmi fare quella foto. D'accordo, non avrà una filosofia di vita particolarmente profonda - chiavarsi il numero più alto possibile di rappresentanti del sesso femminile, dalle postadolescenti alle milf - però ricordo di averne conosciuti pochi che ti trattano così sia prima che dopo. Per non parlare del "durante": ti fa realmente sentire "messa sotto" ma anche unica e preziosa. L'adorazione delle mie tettine - per parlare di una cosa scema che però qualche complesso me l'ha generato - me la porterò dietro molto a lungo. È una cosa che vale per tutte quelle che si porta a letto: tu gli piaci e, anche se non te lo dice, ti fa capire che è per questo che ci ha provato con te. Si potrebbe sostenere che lo spettro del suo gradimento è davvero ampio, d'accordo. E allora? Sarà molto ampio ma sono convinta che sia assolutamente onesto, gli piaci davvero.

Di uomini così ce ne sono, ma sono rari. I sedicenti "maschi alfa" dovrebbero prendere nota e imparare: il solo fatto di essere adesso sotto le lenzuola con lui mi gratifica e mi eccita molto. Sarà una scopata come tante altre, d'accordo, ma intanto è la seconda ed è di ottima qualità, e con un tipo davvero speciale. Chissenefrega se anziché Annalisa per lui sono la numero ventuno, questo conta davvero poco. Conta molto di più il link che si è creato tra noi e che adesso sento fortissimo.

- Tu però sei pericoloso, non ti succede mai che qualcuna ci resti sotto?
- Un po' so chi puntare, e comunque sono sincero sempre e sin da subito, se non va bene rinuncio.
- Non è così facile, Frankie, e in ogni caso con me non l'hai fatto.
- Con te è diverso, nemmeno con lei è stato come con te - dice indicando la foto della zoccoletta torinese.
- Perché? Con me come sarebbe?
- Perché quando ti ho vista ho pensato "questa me la debbo fare assolutamente", tra l'altro te l'ho detto: quella sera che sei passata al bar avevo una voglia di scopare assurda e ho dovuto farmi una sega. Anche se poi ho capito... non so come spiegartelo, ma quella pericolosa sei tu.
- Ahahahah... se avessi saputo di essere un pericolo forse avrei rinunciato io.
- Ti sei pentita?
- Beh no, scopi da Dio, anzi tra un po' ricominciamo ché ho voglia.
- Dammi l'aiutino, dimmi la cosa più volgare che ti viene in mente adesso.
- Ahahahahah... imbottiscimi di cazzo tutta la notte.
- Davvero non me lo dai il culetto?
- No Frankie, ma per il resto puoi farmi quello che ti pare.

Una delle notti più belle della mia vita, davvero, anche sotto il profilo fottimi-come-se-non-ci-fosse-un-domani. E guardate che non sono di manica larga. Avete presente quando si dice che uno ha un cazzo assolutamente regular ma che funziona benissimo e che lo usa da Dio? E avete presente uno che, se quando ha finito si rende conto che tu ne vorresti ancora, ti giustizia con due dita belle grosse? Quei tipi che ci tengono che tu abbia il tuo orgasmo (in realtà quella sera ho perso il conto), che ne fanno proprio un punto d'onore? Ecco, se a questo aggiungete un fisico splendido e un comportamento che nei momenti giusti è addirittura "tenero" avete la fotografia di Frankie. Molto più dettagliata di quelle delle troie, me compresa, con cui ingolfa il suo telefono. E forse il culo glielo potevo anche dare, ho amiche che lo fanno. Titti, per dirne una, spesso si concede e anche volentieri. A me qualche volta è pure piaciuto, ma da quel punto di vista non sono una "on demand". Stavolta però un po' mi sono pentita.

E a proposito, bye bye Marcolino.

scritto il
2024-10-02
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