Perché così

di
genere
etero

- Girati, cazzo, girati!

Dopo le parole del piacere, le rassicurazioni, i complimenti dolci e quelli volgari, il comando arriva trafelato e anche un po’ ringhioso. Ci sarebbe da rimanerci male: insomma, io ero proprio lì lì, questione di secondi, ero sulla soglia della follia. Perché non mi hai permesso di oltrepassarla? Ci sarebbe persino da incazzarsi.

Beh, le cose non stanno esattamente in questo modo, almeno per me. Se c'è una cosa per cui non mi incazzo proprio è questa.

Intendiamoci, ogni modo è gradito. Il fatto che lo sia di più o di meno dipende da tanti imponderabili fattori. Ma c'è un modo che è meglio di tutti, è il mio preferito. Sì, certo, a volte sento il bisogno o il piacere di farlo così o cosà. Tuttavia, se invece mi viene chiesto, proposto o anche imposto questo, non resto mai delusa, mai. "Girati!". Sì, subito. Potrei dire che non so il perché, invece lo so tanto bene da scriverci sopra.

Pecorina, quattro zampe, doggystyle, a cuatro, levrette... ditelo come vi pare. È una delle posizioni “da dietro”, ce ne sono tante e ognuna ha le sue sfumature, persino molto diverse tra loro. C'è quella di fianco, per esempio, che può dare un senso di intimità profonda ed avvolgente. Con altre è facile avvertire una urgenza eccitante e selvaggia, tipo essere schiantata da qualche parte a novanta gradi o essere presa in piedi faccia al muro (a volte anche senza muro, per la verità). Non è che le sensazioni siano sempre sempre sempre queste, non è la Bibbia, per me però lo sono spesso. E ripeto: vanno bene tutte, ognuna ha un suo perché.

Il doggy vero e proprio, però, è diverso, ha qualcosa in più.

Magari è una cazzata, ma sono sempre stata convinta che tutto abbia avuto origine dalla prima volta in cui dormii con un ragazzo. Una prima volta fulminea, visto che fino al giorno prima non era nemmeno il mio ragazzo, ero in uno stato di grazia. Mi dovevo ancora abituare a sensazioni che non conoscevo, anche se avevo una preparazione invidiabile sia a livello teorico che nelle prove orali, molte delle quali peraltro fatte proprio con lui che era fidanzato con un'altra. Ma quella era la prova pratica, era completamente differente. Ok, la mia personale esperienza è questa: la seconda volta che lo prendi pensi "adesso che non fa così male è bello". La terza, subito a ruota, pensi "no, d’accordo, è molto bello", anche se ti senti di nuovo un po' indolenzita. Io glielo dissi pure, con quel tono lagnoso che poi mi è rimasto: "Dio, quant'è bello scopare", completamente persa dietro quella meraviglia dentro di me. Mi contorcevo sopra di lui e le sue mani mi tenevano salde. Improvvisamente è uscito e ha detto qualcosa che non ho capito. Sempre senza capire mi sono ritrovata a pancia in sotto e, un attimo dopo, con il culo tirato su. Quasi impaurita ho domandato "cosa fai?", subito dopo ho avuto un flash: "ah, sì". Non proprio un pensiero, un semplice flash dei porno che avevo visto, quelli in cui spesso mi ero domandata come fosse scopare senza guardarsi negli occhi. E quando ha spinto si è dilatato anche il tempo, non solo la mia vagina. Mi è sembrato letteralmente che non finisse mai di affondare. Ho urlato, forse anche più di quando qualche ora prima mi aveva lacerato l'imene. Sono restata interdetta, stupefatta, deragliata di fronte a quel senso di profondità quasi inconcepibile e mai sperimentato. Mi è sembrato di sentirlo in pancia e ho provato quasi dolore. Anche senza "quasi". Dopo un po' - non proprio in quel momento, perché in quel momento non capivo un cazzo - mi sono chiesta con paura se lui non mi avesse addirittura danneggiata. Bene, anche a distanza di tempo posso dire che l’eredità del mio primo ragazzo è stata questa: una cicatrice in fondo all'anima e il piacere assurdo che provo nel sentirmi posseduta così, nella mente e nel corpo. Ero travolta. E soprattutto era stata una cosa così intima, personale, che non ho mai avuto, non dico il coraggio, ma nemmeno la tentazione di dirglielo. E sì che tra noi ci dicevamo pure troppo.

Qualche mese dopo (e qualche scopata dopo) avrei comunque dato una definizione a questo caleidoscopio di sensazioni. Una definizione esagerata, ma nel sesso le esagerazioni ci possono stare: verbo "sfondare", prima coniugazione, modo imperativo. Non ero più con il mio ragazzo ma con il mio primo scopamico: “Sfondami”. Da quel punto in avanti mi sono compiaciuta assai spesso di dire "sfondami". Come la lagna fastidiosa che il cazzo mi caccia fuori, anche questa preghiera mi appartiene, viene da lontano.

È vero, la posizione è oscena ai limiti dell'imbarazzante: certe volte mi sento solo un buco, sia pure contornato da un fondoschiena davvero invidiabile. In quell'attimo il messaggio che lancio è forse ancor più imbarazzante: dimentica tutto! Dimentica i miei occhi e il mio bel faccino, la mia pelle; dimentica la mia conversazione brillante e la mia mente superlativa, dimentica il mio sorriso e le mie arti di seduzione; dimentica i miei piccoli capezzoli duri e metti un attimo da parte (questo è difficile dimenticarlo, lo so) il pompino che ti ho appena fatto per prepararti per bene. In quel momento sono un vuoto che ha bisogno di essere riempito, sono una bocca che ha bisogno di urlare e dire sconcezze. Se lui è sveglio, lo ha capito dall'ultimo sguardo che gli ho lanciato prima di girarmi. È pure vero che ci sono modi in cui questa posizione può essere addirittura resa più oscena, non pretendo di conoscerli tutti ma un po' sì, e in linea di massima non sono nemmeno contraria a sperimentarli. Maaa... restiamo basic, ok? Io un ingresso caldo, bagnato, pulsante: la femmina. Tu uno stecco teso, duro, rovente: il maschio. Io Jane, tu Tarzan. Solo questo, ora conta solo questo: datti da fare e (ovviamente) sfondami.

Dal punto di vista fisico non ho molto da dire. È chiaro che la penetrazione può essere molto intensa e profonda. Quanto profonda, beh, dipende in gran parte da lui, e non parlo solo delle dimensioni - che contano, è vero, anche se i maschi tendono a sopravvalutarle - o della durezza (quella sì che a volte mi lascia senza fiato). E poi vabbè, esistono gli XXL, ma quelli meriterebbero un discorso a parte. Troppo lungo da fare.

Il lato più interessante è, come sempre, quello mentale. Persino una espressione in apparenza esclusivamente fisica come "tutto dentro" ha un risvolto psicologico maggiore rispetto a quello fisico, almeno per me. Prendimi, dammelo tutto dentro, ti voglio tutto dentro, ti sento tutto dentro... Sono modi per esprimere il fatto che COSÌ mi sento interamente posseduta o desidero esserlo, come di più non è possibile. Perché il punto è esattamente questo, è di questo che si parla: possesso. E il possesso non è una cosa che ha a che fare con le dimensioni.

Il possesso ha a che fare con altre cose, per esempio gli occhi. Perché ok, è una posizione in cui non è proprio impossibile baciarsi e guardarsi, però… Beh, baciarsi richiede qualche contorsione ma si può fare, e per guardarsi in fondo basta voltare la testa. A me però non viene tanto spesso di farlo, è molto più facile che me ne resti così. Mi godo il momento e il cazzo, prendimi. Però mi godo anche il fatto che, se lui non può guardarmi in viso, ha allo stesso tempo l’osservazione privilegiata su tutto il resto di me, a partire da un punto di forza della sottoscritta. Ho un bel lato B, senza falsa modestia, e sistemata in quel modo si vede tutto. E poi ho anche una bella schiena, delle gambe un po' sottili ma magnifiche, dei bei capelli biondi... In tutte/tutti noi una piccola dose di esibizionismo è sana: adoro essere guardata e ammirata, desiderata. E quando la manifestazione carnale del desiderio maschile ti riempie la vagina tutte sappiamo cosa accade: fottimi, continua, più forte, non smettere.

Oltre a questo, il fatto che io non possa vedere amplifica paradossalmente tutte le altre sensazioni: le voci, i suoni dei lamenti, i rumori delle carni che sbattono e del cazzo che mi sciacqua dentro, le mani che stringono o mi spingono giù, lo strapotere fisico, il ritmo martellante delle spinte. Posso abbandonarmi al mio piacere, pensare solo a quello e ai segnali che lui mi invia. E già basterebbe, sono in Paradiso. Ma volendo c'è di più: se per esempio scopi con ragazzi conosciuti da pochissimo o che comunque non significano nulla per te, questo ti permette di spersonalizzare loro e te stessa. Io potevo addirittura immaginare che fosse qualcun altro o fantasticare di non sapere proprio chi fosse: mi faceva sentire puttana, mi eccitava. E se in qualche modo mi bendavano, o altro, il fatto di non poter vedere neanche volendo mi faceva impazzire. La solita domanda “lo senti il mio cazzo?” fatta in quel contesto mi mandava fuori di testa. E per la verità mi ci manda ancora. Sono bendata e accecata, ma poiché tutti i miei sensi convergono su quello, ciò che provo è indescrivibile: vedere un maschio che perde il controllo con me è impagabile, percepirlo senza poterlo vedere forse lo è di più.

È paradossale, ma il fatto che la visione non sia reciproca stabilisce una connessione molto forte. Guardarsi in faccia significa giocare più o meno alla pari, nel momento in cui lui si mette dietro di me questo gioco salta, lui ha il potere di guardarmi mentre io questo potere l'ho perso. Ed è proprio perché amo perderlo che mi volto di rado.

Alla fine è questo, è solo giocare a chi comanda. A volte mi piace sistemarmi sul bordo del letto, in modo che lui debba restare in piedi. Potrebbe chiavarmi in ogni modo, ma se resta in piedi mi comunica una sensazione maggiore di forza e predominio. Il messaggio è: sono così vulnerabile, sfrutta questo vantaggio, in questo momento sono solo una troia senza volontà e tu devi approfittarne sfacciatamente, altrimenti sono la troia più infelice e inutile del Pianeta Terra.

Come dicevo prima, grazie a Dio non c'è un solo modo di scopare, anche perché alla lunga fare sempre le stesse cose annoia, ne converrete. Tra l'altro ho una personalità un po' scissa, che mi fa altalenare: a volte mi fa essere sottona, a volte leader e anche un po' stronza. Ma riconosco che, all'atto pratico, il più delle volte mi piace essere soggiogata a letto. E sottolineo a letto, è molto meglio sfogare le proprie tendenze da sottona tra le lenzuola e pretendere rispetto e parità fuori.

Intendo dire che, in definitiva, sono io stessa che scelgo di farmi soggiogare, ma non sono certa che lui lo capisca fino in fondo. È una cosa che parte tutta dalla mente e, proprio perché è una mia scelta, il piacere fisico che ne ricavo è devastante. Non dico che sia proprio un gioco di ruolo - so di cosa parlo, ne ho fatti diversi - ma ci assomiglia molto. Se avete mai fatto un altro gioco - quello del "cosa sei tu? sono la tua troia" - capite cosa intendo.

Certo, se una pensa al sesso romantico come completamento di un amore romantico, farlo alla pecorina non è la prima cosa che ti viene in mente. Ce ne sono di ragazze che la vedono così e non ho nulla da eccepire. E non solo quelle romantiche: per esempio anche la mia migliore amica, che romantica non lo è per nulla, i primi tempi non voleva farlo in questo modo, aveva l’impressione che il suo lui “volesse solo farsi una scopata”, che non guardarsi in faccia indicasse una certa indifferenza nei suoi confronti. Ok, lei presto ha cambiato idea, ma è un punto di vista che esiste e che, pur non condividendo, posso comprendere. Però, se lui ha voglia di farsi solo una scopata e tu pure, che c'è di male? Questo è un altro punto di vista, il mio. Lo so, vi sembrerò arida, ma è solo il mio modo di concepire il sesso.

Tuttavia, anche chi come me adora questa posizione deve ammetterne il carattere animalesco. Beh, a me piace anche per questo, ci trovo qualcosa di primordiale che annulla millenni di civilizzazione e ci riporta per un breve periodo a ciò che di base siamo. I latini la definivano "coitus more ferarum", cioè scopare come fanno gli animali. Come dar loro torto? Animali, appunto. Che ne so, forse c'è qualcosa che fa rivivere l'istinto di perpetuare la specie e il patrimonio genetico, di essere prescelta e inseminata dal maschio Alfa del branco. Che poi chi ti scopa in quel momento sia o non sia in effetti un maschio Alfa, e che con i contraccettivi la possibilità di procreare sia ridotta praticamente a zero, non importa. È la sensazione che conta.

Essere bombata alla pecorina mi regala tutto questo, è ciò che il mio corpo e la mia mente in quel momento desiderano, è essere spinta oltre il limite, è il mio massimo piacere. Non è solo questione di darmi cazzo, non è "scopare", è "essere scopata". È una sensazione cui non riuscirei mai a rinunciare. È il momento delle mie fantasie più depravate, e se lui ci sa fare le soddisfa con tutto ciò che ha a disposizione: cazzo, muscoli, mani, mente, perversioni, parole. Quando dico che uno ti sa scopare intendo questo, non se ce l’ha più o meno grosso. È ovvio che se ha un bel cazzo è meglio, ma non indispensabile.

A proposito di parole, a me il dirty talking è sempre piaciuto. Non so se sia una mia fissa personale, probabilmente sì e probabilmente ho rotto le palle a furia di scriverne. Tuttavia ho sempre avuto l'impressione che scopare in questo modo faccia dilagare la quantità di porcate verbali, ti porti a dire e a sentirti dire le cose più oscene del mondo. Forse non è proprio così, forse è davvero solo un’impressione, ma a me sembra che non guardarsi in faccia aiuti a annullare ogni inibizione (non che io ne abbia mai avute tante) e a sciorinare un intero vocabolario delle parole sconce.

E a proposito di parole, come non citare quella magica di cui parlavo all'inizio? "Girati", anzi "girati!", con il punto esclamativo. Sì, lo so, mettermi da sola in posizione è molto da troia, o anche implorare lui di ribaltarmi. Ma infinitamente più frequente è sentire nelle orecchie qualcosa tipo quel "girati, cazzo, girati!". Se non amassi quel ringhio esasperato e stravolto ci sarebbe da averne paura. Mi rendo conto che è qualcosa di molto personale e che non tutte possono riconoscersi in quello che sto per scrivere, ma questi momenti possono essere così intensi da non avere paragoni. Nonostante il sesso abbia una miriade di sfaccettature fantastiche, mi verrebbe da dire che questa è la migliore, è sublime. Adoro questa esplosione di brutalità, forza e predominio maschile, questa scarica di endorfine che la prospettiva imminente di essere presa da dietro mi regala. Magari fino a un attimo prima eravamo pura sweetness, oppure l'ho reso scemo con un bocchino, oppure abbiamo cercato e trovato i nostri link più intimi guardandoci negli occhi, magari ho comandato e governato i nostri piaceri standogli sopra. Stavo forse godendo di tutto questo? Non fate domande sceme, certo che stavo godendo. A un certo punto però è come se una parte del maschio (non parlo del suo uccello) si risvegli, a volte la senti arrivare e altre si presenta all'improvviso. E poi quell'ordine quasi strafottente: "Girati!". In una manciata di secondi ho fatto il giro del mondo e, se prima mi sentivo madonna, adesso mi sento puttana di strada. Non importa, prenditi tutta la mia sfolgorante passività, torna dentro di me, scopami, obliterami, dammi ancora cazzo, fatti sentire fino allo stomaco. Di questo si tratta, ammettiamolo senza timidezze. Una mia amica, non quella di prima, un'altra, mi confessò che a lei piaceva molto farlo a quattro zampe ma un po' si vergognava perché le sembrava di essere scopata come una puttana... Il mio consiglio? Beh, diglielo: "Mi stai scopando come una puttana". Dite questa o qualsiasi altra cosa vi venga in mente, sprofondate nella spudoratezza, a che vi serve il pudore in questo momento? E se proprio volete sentirvi rassicurate, non è che tecnicamente siete delle puttane, sappiatelo, è solo un modo per dire che state godendo alla grande.

Senza contare che quel "girati!" è un piccolo ordine. E a me piace eseguire piccoli ordini. Ci sono uomini che fantasticano su donne portate in giro al guinzaglio o che debbono mangiare da una scodella senza usare le mani, o altre stronzate del genere. Basta molto meno per farti bagnare il cervello e mandarti la fica in pappa, per trasformare lui in padrone e me in schiava. Dimmi "girati!" e il mio stato d'animo si trasformerà in una cosa tipo "disponi pure di me a tuo piacimento". L'importante è che ci sia quella giusta dose di arroganza, né poca né troppa. E che quella arroganza sia abbastanza consistente da infilarmela dentro. Fa tutto parte di una cosa che definirei pacchetto-potere.

Esagerando un po', è pure possibile che ogni tanto si finisca dentro un film intitolato "Il sadico e la masochista". In fondo, piagnucolare "fammi male" è un altro modo di consegnarsi e, se voglio farlo eccitare più di quanto non lo sia già, questo è un modo abbastanza sicuro. In realtà non c'è bisogno che faccia proprio male, se lui è ben messo la sensazione richiama quello che scrivevo più sopra: "fammi male" è un po' il sinonimo di "sfondami". A volte però la sensazione è quella di essere presa a martellate sulla cervice, la cosa può piacere, ma non sempre, anzi. Questo è tra l'altro il motivo per cui tra un cazzo lungo e sottile e uno più corto ma bello pieno, di norma tutte preferiamo quest'ultimo.

Altra fonte di dolore, i capelli tirati. Non so, in questo caso credo che la mia sensibilità sia davvero eccessiva. Mi piace, e anche parecchio, ma solo se ne avverto la spontaneità e l'urgenza. Se invece in qualche modo sento che lui stia semplicemente riproducendo quello che ha visto nei porno non lo sopporto. E guardate che è strano, eh? Io in genere sono molto indulgente con chi imita i pornostar, e i ragazzi lo fanno molto più di quel che si creda. Ma per quanto riguarda sentirmi afferrare per i capelli, beh, oscillo paurosamente tra la resa senza condizioni e la ribellione.

Una cosa per cui al contrario sono sempre disposta a pagare un piccolo prezzo sono le sculacciate. Anche in questo caso è facile che l'idea gli sia stata suggerita da un porno, lo so, ma non avete idea di come uno schiaffo sul sedere possa farmi decollare. Il fatto di non vedere conta molto, perché la sculacciata può arrivare anche mentre lo cavalco, per dire, ma in qualche modo me ne accorgo. Quando invece cala da dietro e all'improvviso è del tutto diverso, l'effetto-sorpresa cambia completamente le cose: magari lui mi sta trivellando e io sono lì a incitarlo o a produrre la mia lagna, è bello, è fantastico, che ci potrebbe essere di meglio? Invece... CIAFF, di colpo salgo al piano di sopra del piacere. Si può scambiare il mio urletto per una manifestazione di dolore, tanto è acuto, ma lasciatevi dire che il dieci per cento è lamento, un altro dieci è sorpresa, il resto è piacere puro. Dal punto di vista fisico credo che sia perché è una zona molto sensibile, magari ci penso e scriverò uno spin off sullo spanking, ma anche in questo caso l'aspetto prevalente è quello mentale: la forza di una mano maschile che si abbatte è un altro segno di dominio e, anche se non la vedo, l'idea dell'impronta rovente sulla mia natica ne è il sigillo. Il bruciore che ti lascia e persino il rumore della manata mi portano su quel confine tra il piacere e il piccolo dolore dove posso facilmente sbroccare. Personalmente sbrocco anche quando quel confine lo oltrepasso, perché la sculacciata perfetta esiste - forte da farti sentire una specie di puntura, ma non tanto da farti male - ma magari c'è chi è più rude o in quell'istante non riesce a controllarsi, a me piace in tutti i modi. Per non parlare del fatto che domandare di essere sculacciata cambia la sua considerazione nei miei confronti: "Ancora...", "Ti piace?", "Sì...", ciaff, "oh sì, fammi male". Lo so cosa pensa, pensa qualcosa come "ammazza, sei più troia di quanto credevo...", oppure "questa si lascia fare tutto". Anche se è il ragazzo più delicato e sensibile del mondo non può non pensarlo. Ed è giusto e bello così.

E infine, anche se è in contraddizione con quello che ho detto sull'importanza del "non vedere", non posso fare a meno di parlare di un accessorio formidabile: lo specchio. Il sesso allo specchio è divertente per tutti, credo, perché come dicevo prima in tutti c'è una componente di esibizionismo o di voyeurismo. Ok, forse bisogna superare certe timidezze. Non sto parlando per me, eh? Quando ero vergine a me già piaceva, e eccitava parecchio, guardarmi/guardarci allo specchio mentre succhiavo, figuratevi dopo. Però c'è chi prova vergogna. Beh, per farlo davanti a uno specchio il mio consiglio è di lasciarsi andare. Magari, se la cosa può accendervi, provate a pensare che non state guardando un porno, ma che il porno siete voi. Divertitevi anche a osservare lui, la protervia con cui vi sbatte, la apparente concentrazione su se stesso e sul proprio piacere. Oppure osservate le vostre smorfie: è naturale che il minimo che vi possa capitare è di non riconoscervi, del resto non vi state facendo l'eye liner, state ospitando un alieno nella vagina. Ma rendetevi conto che anche se il vostro viso si deforma siete, anzi siamo, belle lo stesso, magari in un modo diverso. Compiacetevene. Attenzione però che lo specchio può essere anche una carogna e spingervi a fare cose che non avevate preventivato, ad andare troppo in là. Io per esempio sono convinta che il sesso anale mi sia piaciuto per la prima volta proprio per colpa di uno specchio: "Ti piace?", "Sì". In realtà fino a quel momento non mi stava piacendo per niente, anzi. Ma oltre a quello che provavo, vedevo lui dietro di me e la mia faccia deformata. Muscoli contratti e in rilievo, il collo tirato allo spasimo, i tendini, un attimo prima i denti serrati e un attimo dopo la bocca spalancata nel lamento. Poi la sua domanda e il mio sorriso che illumina tutto. Non so nemmeno io perché ho sorriso, faceva un male cane e non c'era nulla da sorridere, ma quando ho risposto "sì" mi riferivo esattamente al mio sorriso. Per la prima volta, bum! Piacere nonostante tutto. Capite quanto può essere carogna uno specchio?

Ok, ho fatto solo un accenno alla fine, ma è ovvio che il doggystyle possa indurre quella tentazione lì e far venire quell'idea lì. Non solo ai maschi, persino a me. Magari pure su questo farò uno spin-off, ma per ora non ne parlo, per quanto mi riguarda il sesso anale è proprio un'altra cosa. È come prendere un ascensore e salire al roof garden della subalternità più estrema e sconcia. Non ne parlo, ma voi siete libere e liberi di immaginare.
scritto il
2024-09-27
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