Afterhour

di
genere
etero

In un certo senso è un posto “tranquillo”, dove la gente non va a caccia di emozioni forti. Tipo che non ci sono sfacciati tentativi di aggancio e tantomeno mani sul culo. Tipo che un "oh bionda!" - ​se altrove prelude a pressanti e a volte maneschi "viè qua, 'ndo vai?" - ​qui si rivela molto più facilmente un "oh, bionda, me stai a camminà su 'n piede!". Ops scusa.

Non è un pub e non è un bar, però i cocktail sono ottimi. Sempre che tu riesca a raggiungere il bancone e farti servire: in media ci vogliono dieci minuti buoni. Non è nemmeno una disco, anche se si balla. Oddio, vista la calca più che ballare ci si dondola con il bicchiere in mano: il vantaggio è che se svieni resti in piedi lo stesso. Si fa finta di fare conversazione, perché per farti sentire dalla tua interlocutrice o dal tuo interlocutore devi strillargli in un orecchio e spaccargli un timpano, mentre l'altro viene lacerato dalla musica ad alto volume.

Dice: ma allora che cazzo ci vai a fare? Lo so, teoricamente è inspiegabile, ma a me piace. E a giudicare dalla folla che lo riempie tutte le sere, non sono la sola. Mi piace il casino e mi piace persino la musica, anche se un vero e proprio dj set non c'è. Penso che sia una playlist messa su da uno schizoide, si passa da Mina alla house, dal metal ai remix di musica brasiliana. Vale tutto, è un mischione, anche per l'outfit. Nel senso che qui puoi metterti addosso qualsiasi cosa che poi ci pensa l'angustia del locale a shakerare per bene tutto e tutti. Io stessa non avverto nessun particolare impulso a vestirmi in un modo piuttosto che in un altro. Mini, autoreggenti, tacco 15 e scollatura all'ombelico? Macché, qui ci vengo ordinary girl: jeans e maglioncino di cotone, e ai piedi le Adidas. Solo che​ di solito il maglioncino di cotone me lo tolgo perché fa un caldo della madonna e mi trasformo in jeans e pancino scoperto.

Stasera invece, tacco 15 a parte che proprio non fa per me, ci sono venuta vestita da elegant-troia, soprattutto per quanto riguarda la lunghezza della gonna.

Perché ci sono quelle sere in cui hai la necessità di fare la ​troia e questa è una.

Solo che... un attimo. So che tradurrete le mie parole con “voglia di scopare”. Lo capisco, ma siete in errore. È soprattutto una esigenza mentale, mettiamola così. Credo che i concetti che le si avvicinano di più siano "vanità" e "esibizionismo", anche se vanitosa e esibizionista lo sono moderatamente, come tante (e tanti). Certe volte però è difficile resistere al desiderio di fare la matta e divertirmi parecchio sopra le righe, e poi quello che succede succede. L'occasione, come si dice, è troppo ghiotta.

Non ci sono inviti e non ci sono annunci, figuriamoci, però c'è un passaparola che fino ad oggi non ha mai deluso. Se sia in regola o meno non lo so, e sinceramente me ne frega poco, anche perché nel caso non sarei io ad andarci di mezzo. Ma qualcosa di strano deve esserci, sennò tutto sto sbatti e sto gran segreto non si spiegherebbero. Resta il fatto che, a quanto ne so, stasera non si chiude. O meglio si chiude sì, ma quando il locale si svuota un po' si va "oltre". E si torna tardi a casa, tardissimo. Il motivo per cui organizzino queste cose non mi è mai stato chiaro, ma anche di questo me n'è sempre fregato poco.

Ora, non vi fate strane idee. Non è che quando ci sono serate/nottate di questo tipo sto posto diventi di colpo la succursale di Sodoma e Gomorra, eh? Non si trasforma in un sex party, non ci sono divanetti in angoli oscuri dove sedersi e far partire le mani all'avventura, né privè dove fare gare di pompini. Tuttavia, a quanto ne so, quando è molto tardi la gente comincia a offrirti anche qualcos'altro oltre ai drink, e a volte cominciano a circolare quelle simpatiche pasticchette con le faccine sopra. Lo so perché me l'hanno detto e perché sono andazzi che si capiscono, non per esperienza diretta. ​Almeno qu​i ​dentro non ho mai fatto nulla del genere.

Tuttavia, anche in mancanza di additivi, divanetti e privè, dopo una certa ora le cose possono ugualmente degenerare con facilità.

Qui dopo la chiusura, verso le tre di notte, a patto che tu ti tolga i tronchetti ti lasciano ballare mezza ubriaca sopra i tavoli insieme a due ragazze del nord Europa, per dire. E se la tua gonna è sufficientemente corta, come stasera, vedi molte teste reclinate su un lato. Una delle due ragazze indossa una camicia, e le camicie si possono sbottonare e togliere. E anche far roteare sopra la testa con un dito finché decollano e finiscono chissà dove tra risate, urla e applausi degli spettatori. L’amica, che danza accanto a te, forse avrebbe voglia di imitarla, ma è abbastanza evidente che sotto il top non indossa il reggiseno. Tu quella voglia non ce l'hai, innanzitutto perché non ti va di fare ciò che ha fatto un’altra, e poi perché restare in mutande e bra davanti a un pubblico di ubriachi se non peggio non è il tuo mood. Si godano la tua faccia e il tuo sorriso, che sei anche più carina, e la trasparenza nera del tuo perizoma. Mi piace pensare che, una volta a casa, qualcuno si ricordi della sottoscritta. Una ragazza che trae ispirazione dalla nordica però c'è. Dall'alto vedi una tipa, o per meglio dire vedi una cascata di capelli ricci, che balla con le braccia alzate e bacia il suo primo cavaliere mentre il secondo le sfila la maglietta griffata prima di essere baciato a sua volta, anche se quando prova a toglierle il reggiseno - ma forse è solo una mossa accennata per scherzo - si becca un sorriso e uno schiaffo sulle mani. Ti concentri su quel sorriso che dice "lo farai, ma non qui". Quella ragazza lì sì che ha grandi programmi per il dopo, bisogna riconoscerlo.

Qui, verso le tre e mezza di notte, puoi anche perdere l'equilibrio ed essere afferrata al volo da un ragazzo ​per niente male cui, in precedenza, hai concesso due sessioni di flirting a distanza durate una trentina di secondi ciascuna, non di più, ma che è da un po’ che si è avvicinato. Lui ti stringe così forte che tu, brilla come sei, puoi solo sghignazzargli in faccia e lasciarlo fare. Ok, mio salvatore, ora torno a ballare sul tavolo ma solo se mi prometti che resti qui a impedire che mi schianti al suolo, e se vuoi sbirciarmi sotto la gonna fai pure, anzi ci conto.

Qui, verso le quattro di notte, puoi limonare con quel ragazzo per niente male fingendo di ballare e, poiché a volte vi incollate proprio, avvertire attraverso i vestiti che gli stai facendo un certo effetto. Tuttavia, dato che come ho già detto il bisogno di fare la zoccola non si traduce immediatamente in voglia di scopare, quando la sua mano sale un po' troppo sulla coscia ti allontani sghignazzando anche peggio di prima con la scusa di dovere andare a fare pipì.

Qui, sempre verso le quattro di notte, può capitarti - mi è capitato - di incrociare una ragazza e un ragazzo uscire insieme dai bagni delle donne, tanto nessuno ci fa più caso, e cercare di indovinare dall'espressione di lei cosa è successo, se gliel'ha "solo" preso in bocca o si è fatta proprio bombare dentro un box. Mica è facile, io infatti non l'ho capito e un po' ancora mi dispiace. Sì, lo so, non fate i rompicoglioni, la cosa più corretta sarebbe​ dire "in fondo a me che cazzo me ne frega?". È vero maaaa... non siate ipocriti, ok? Vorrei vedere voi, non sareste curiosi?

Questa notte però si va live.

Perché una volta entrata nei bagni delle donne, ti capita di vedere una di quelle scene che a occhio ricorderai finché campi. Tipo la faccia e il bob di una ragazza cinese, o quel che è, tatuata e più alta di te anche se con dei tacchi assurdi e con il vestito più corto del tuo, che senza emettere un fiato e con gli occhi semi rovesciati sta per rendere l'anima a Dio sotto gli assalti di una mazza davvero inverosimile. Lui è una specie di energumeno più tatuato di lei, un ciclope che in sala avevi già notato. Lei no, non l'avevi vista, e sì che non è una che passa inosservata.

Ne succedono dentro i bagni dei locali, eh? Fatevelo dire da una che ci ha recitato la parte dell'attrice protagonista. Lesbicate ma anche effusioni etero. E se non le vedi direttamente, dietro le porte chiuse senti comunque dei rumori inconfondibili. Tra chi viene preso con le mani nella marmellata (diciamo così) c'è chi reagisce con fastidio, c'è chi si nasconde, chi si ferma pieno/a di imbarazzo, chi ti insulta e ti invita a farti i cazzi tuoi (vabbè​, io ero venuta per pisciare), c'è chi va avanti come se niente fosse.

Come sti due, che non sai nemmeno se si siano accorti di ​me. Perché lei ci scommetterei che non si accorge più di niente di ciò che la circonda e lui è troppo concentrato a vedere se può farglielo uscire dalle narici. Mai avuta la sindrome della guardona ma, cazzo, è l'immagine di qualche secondo che mi si marchia a fuoco nella memoria, sembra un video porno dal vivo. Bravi, avete fatto bene a non chiudervi.

A sto punto non faccio nemmeno finta di andarci, a fare pipì. Torno indietro scombussolata e incerta. Già avevo l'accompagnatore semi arrapato, adesso anche io faccio certi pensieri. Forse è meglio ​filare via subito, tanto nella sua macchina dovrò salirci comunque, visto che uno strappo gliel'ho chiesto tempo fa. Comincio a pentirmi di non essere andata via con i miei amici, perché non sarebbe una sorpresa se ci provasse pesantemente mentre io sono sì turbata, probabilmente anche sessualmente eccitata, ma paradossalmente per niente interessata.

Difficile far capire come mi sento, a meno che non vi accontentiate di questa spiegazione: in questo momento non mi vanno rotture di cazzo, neanche mezza, da nessuno.

Voglio restare idealmente dentro quel bagno come se fosse un museo, in contemplazione di quel quadro in movimento. Continuo ad avere incisa nel cervello l'immagine della ragazza cinese piegata sul lavabo, apparentemente inerte e nella piena disponibilità del bruto che le stava dietro. Il vestito tirato su, le gambe già lunghe per conto loro installate su quei trampoli. Ma soprattutto quei capelli neri che svolazzavano ad ogni botta, l'espressione assente e gli occhi quasi bianchi, la bocca socchiusa dalla quale non usciva un gemito. Chissà, magari è una che non fa rumore quando scopa, oppure non aveva più la forza di farlo. Può succedere di ritrovarti senza fiato.

E poi sì, è logico, l'altra immagine che non riesce a svanire è la furia quasi cattiva di quel gigante dall'uccello spropositato. Non gliel'ho visto proprio bene bene ma vi giuro che quello che ho visto mi è bastato. Tuttavia lasciate che ve lo dica: non provo invidia, golosità, voglia o queste cazzate qui, non recrimino sul pensiero che al posto della cinese avrei voluto esserci io. Anche perché è vero che l'attrazione verso il Dio Cazzo esiste (e di sicuro quello siede molto vicino a Giove nell'Olimpo), ma davanti a uno così la prima cosa che pensi è che è pure troppo, siamo sincere.

Insomma, non ho pensieri speciali su di lui o su di lei. Non mi è nemmeno possibile separare nettamente l'una dall'altro. Io sono molto attenta ai particolari, ai dettagli. E ne ho intercettati parecchi, non solo quelli che vi ho già descritto. Presi uno per uno potrebbero essere molto eccitanti, potrei addirittura farmi un film tutto mio a partire dalle mutandine bordeaux della ragazza finite dentro il lavandino e masturbarmi seguendone la trama. Oppure concentrarmi sulle braccia dell'uomo, su quei muscoli gonfi e tesi che la tenevano ferma. Ma stavolta i particolari mi dicono qualcosa solo perché fanno parte di un insieme: due esseri in apparenza opposti eppure perfettamente compenetrati, che morirei dalla voglia di sapere come si sono conosciuti e come è scoccata la scintilla dell'attrazione tra lei, lunga e sottile come un giunco, e lui che sembra un boscaiolo del Wyoming. Lei nel pieno dell'incoscienza eppure persino delicata nelle movenze, lui brutale e in totale controllo, inarrestabilmente lanciato a prendersi la soddisfazione che tutti i maschi cercano.

A un certo punto si aggiunge qualcosa che mancava, me ne accorgo solo mentre salgo in macchina e il mio galante cavaliere mi apre lo sportello: il file audio. Non sembrerebbe nulla di speciale, invece lo è. Quando la porta del bagno si è chiusa, ovattando la musica in sala, a dominare è rimasto il suono del respiro di lui: pesante, affannato, sbuffato, ritmato. Quel tipo di respiro che, quando lo senti dietro, fa dire a te stessa "bravo, così, metticela tutta" prima di precipitare nello stesso deliquio di quella ragazza. Adesso, con il ricordo di quel suono, sì che il quadro è completo.

In un altro momento ci sarebbe da farsi venire mille desideri, gatta morta delle cinque di notte Mode On: ehi-bello-a-sto-punto-mi-è-venuta-voglia-di-cazzo-cosa-hai-deciso? Ci sarebbe da accorgersi che le tue mutandine sono così bagnate che ti viene voglia di togliertele. In un altro momento ci sarebbe eccome. Ma che vi devo dire, non mi va. Non mi va di arrivare sotto casa e dirgli "ma davvero mi lasci così?". Non mi va di succhiare o di godermi la perquisizione intima di un paio di dita. Non mi va di scopare in macchina o di essere messa a novanta su un cofano. Non mi va di verificare che il cancello laterale di quel parco non lo chiudono mai e poi tornare a casa con il perizoma dentro la borsa, il vestito impolverato e i fili d'erba appiccicati dietro.

Non mi va.

Non mi va di mettere in scena la parodia di ciò che ho appena visto o, peggio ancora, di stare a gambe aperte pensando più a quei due che allo sconosciuto che mi sta trombando.

A quei due mi riprometto di ripensarci, questo è poco ma sicuro, ma lo farò da sola e con un paio di dita dentro (con due dita è raro, stavolta però ci starebbe proprio) e magari non subito, non stanotte. O forse sì, stanotte, anche se è quasi l'alba. Chi lo sa se una volta a letto mi viene la voglia di toccarmi. Vedremo.

Ma intanto grazie di avermi riaccompagnata a casa, amico mio. E grazie anche per la discrezione della tua mano che si alternava tra la leva del cambio e la mia coscia, ma senza osare troppo. L'ho apprezzata, dico davvero. Sì ok, ti chiamo. Oppure chiamami tu, va bene. Mi spiace, sei stato sfortunato. Evidentemente non era una di quelle sere, anche se forse con un diverso stato d'animo un bocchino di ringraziamento te l'avrei fatto. Ma è andata così.


- Oh, Stefy...
- Allora?
- Tutto ok, tu?
- Dicevo, ieri notte?
- Tutto tranquillo, sono stata un po' a ballare dopo che hanno chiuso.
- Non ci credo.
- E non fare la stronza, ahahahahah.
- Con te non si sa mai, ahahahah... e quel tipo che ti batteva i pezzi?
- Eh? Ah, no, carino, mi sono fatta riaccompagnare da lui.
- E basta?
- Basta.
- Lo rivedi?
- Boh, lui vorrebbe, ma mi sa che gli blocco il numero. Cioè, non lo so, però se insiste...
- Strano, mi pareva che...
- Stefy, lo sai cosa ho visto di VERAMENTE STRANO ieri notte?



scritto il
2024-08-12
6 9 2
visite
2 4
voti
valutazione
7.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.