Al Ticino con mia moglie

di
genere
prime esperienze

MOGLIE


Come accade a molte donne, anche mia moglie andò in menopausa a soli 49 anni e parlando con degli amici le cui mogli lo erano già da tempo venni a sapere che questo alla maggior parte di loro aveva abbassato il desiderio di fare all’amore e se lo facevano era solo per soddisfare i propri mariti forse anche per paura che le facessero le corna.
Quindi fui piacevolmente sorpreso vedere che a mia moglie invece la menopausa aveva fatto l’effetto contrario, perché anziché farle passare la voglia gliel’aveva risvegliata tanto che ora era lei a chiederlo, anche troppo in confronto a prima visto che per farlo dovevo quasi pregarla, mentre ora era sempre lei a cercarmi un po' troppo assiduamente. L’aver perso il ciclo le aveva cambiato anche il modo di farlo, adesso faceva tutto ciò che prima rifiutava come ad esempio farsi venire in bocca, cosa che prima non faceva perché le faceva schifo mentre ora mandava giù come fosse un rosolio. Per non parlare del culo, solo una volta mi aveva permesso di farlo e poi non ha più voluto perché diceva di aver sentito un male cane e ora invece è lei a puntarselo sull’ano chiedermi d’incularla e contento lo faccio più che volentieri.
Quante volte è capitato di sentirmi chiamare dalla camera da letto dicendomi di sbrigarmi, e il più delle volte la trovavo che già si trastullava la figa dalla voglia di scopare.
Subito dopo iniziarono pure le manie, era pur vero che a noi era sempre piaciuto fare delle passeggiate serali nei parchi vicino casa soprattutto nei periodi estivi, ma ora le era venuta la smania di vestirsi in maniera provocante perché diceva che le piaceva attirare gli sguardi degli uomini che incontravamo mentre si passeggiava e per accontentarla dovevamo prendere l’auto per andare in parchi più lontani da casa per evitare di incontrare gente che ci conoscesse. Uno di questi era il parco di Trenno che fece al caso nostro in quanto leggemmo su internet che era frequentato da coppiette che ci andavano per il nostro stesso motivo.
Accadde più volte che qualche maschietto ci seguisse attratto dal suo modo di sculettare perché a lei piaceva farlo apposta e si eccitava sapendosi seguita tanto da bagnare le mutandine “quelle poche volte che le portava” e me lo diceva contenta di avermi complice: che stesse diventando ninfomane?
Da allora i parchi sono diventati la nostra meta. Lei esce di casa vestita in modo tradizionale per poi cambiarsi in macchina appena lontani da casa vestendo gonnelline e magliette/camicette che non lasciano nulla all’immaginazione tanto da sembrare una zoccola che va a battere.
Devo dire però che questo eccita anche me e ce ne fa vedere delle belle. Più di una volta è capitato che qualcuno mentre noi si era seduti su una panchina questi nascosto dietro una siepe si masturbava guardandola, con lei che sapendolo faceva ancora di più la porca aprendo le cosce per mostrargli la figa depilata senza mutandine.
Prima di continuare però vorrei descrivervela: Renata, la mia bella e matura mogliettina è una 50enne mora, 1,60 snella ma dalle curve burrose e mature dovute all’età che la rendono ancor più appetitosa, porta una IIIª di seno coi capezzoli scuri e perennemente duri e un bel culo sodo, insomma è quella che si può definire una bella donna tutt’ora attraente.
Ogni volta che dobbiamo uscire passa un sacco di tempo davanti allo specchio a rimirarsi per vedere se vestita in quel modo possa piacere, lei sa che anche a me piace che la guardino, mi piace vedere negli occhi degli uomini il desiderio di averla e mi inorgoglisco di questo sapendola solo mia.
Era questo che inizialmente ci eccitava ma col tempo non bastò più perché la sua voglia crescente di sesso mi sfinì e non riuscivo più a starle dietro e per sopperire alla mia mancanza acquistai alcuni toys in un sexy shop, ma pur godendo con quelli non si sentiva soddisfatta perché diceva che essere montata era tutt’altra cosa che mi fece pensare che sarebbe stato meglio trovare qualcuno discreto che piacesse a lei e che la montasse al posto mio e mi desse respiro.
Quando glielo dissi se la prese di brutto e mi gridò dietro dicendo che le stavo dando della puttana facendomi sentire una merda. La sera però accecata dalla voglia volle far pace e intanto che era eccitata tornai sul discorso dicendole di immaginare quanto sarebbe bello scopare con un cazzone grosso che le ravanava la figa confessandole che era da un po' che sentivo il desiderio di dirglielo perché quella fantasia mi eccitava a pensarla di vederla scopare con un altro : «sei sicura che non ti piacerebbe provare, chissà quante volte l’hai pensato, non dirmi di no che tanto non ti credo, sei una bella donna e sono sicuro che ti chiaverebbe per ore facendoti godere come non hai mai goduto.»
Ebbe un orgasmo lunghissimo, e quando si riprese mi disse: «ma io mica sono una puttana, come potrei farmi scopare da un altro, e poi tu cosa penseresti se lo facessi.» Ma ancora eccitata per tutto questo volle che la scopassi e mi spronò a chiavarla.
Ero certo che si sarebbe eccitata, bastava parlarle di cazzi e non capiva più niente, solo non ne aveva il coraggio di farlo o per vergogna o per paura che il nostro rapporto ne risentisse, stava a me portarla a trasgredire ma dovevo essere cauto e fare in modo che fosse lei a deciderlo senza forzarle la mano.
Era una tiepida serata di maggio, il cielo era sereno e stellato e come le altre sere volle che la portassi a fare una passeggiata al parco.
Camminando raggiungemmo il nostro solito viottolo che ci avrebbe condotto alla nostra panchina preferita in uno spiazzo isolato dove il più delle volte ne approfittavamo per fare qualche porcellata.
Come altre volte aveva su una minigonna di jeans con la cerniera sul davanti che se tirata su apriva completamente la gonna, scarpe da tennis e una t-shirt che non lasciava niente all’immaginazione ci sedemmo e incominciammo a pomiciare e poco dopo ebbi come l’impressione che ci stessero guardando. Senza dirle nulla rimasi sul chi va là curioso di scoprire se ci fosse qualcuno che ci stesse guardando, le feci aprire le cosce e mi misi a masturbarla coi sensi all’erta per scoprire se davvero ci fosse qualcuno quando sentii un fruscio tra i rami della siepe di fronte a noi e alcuni rami spostarsi e lo vidi. Continuai come se non me ne fossi accorto e continuai a masturbarla e sicuro che a lei avrebbe fatto piacere le dissi in un sussurro di quello che ci stava spiando pregandola di far finta di niente e per tutta risposta mi disse senza farsi sentire che ora ci avrebbe pensato lei a tirarlo scemo quello lì.
Non ne fui sorpreso anzi, era desiderosa di continuare a giocare e sapendo che c’era uno che la guardava me lo tirò fuori e sentendo come ce l’avevo duro lo strinse e disse: «adesso lo facciamo arrapare per bene il nostro bel guardone.» E in un attimo si abbassò e cominciò a spompinarmi facendo uscire dalla bocca dei risucchi tali che non sfuggirono all’osservatore che per meglio vedere aprì di più i rami e i nostri sguardi si incrociarono e vedendo che mi ero accorto di lui ma continuavamo comunque nel gioco, forte di questo uscì dalla siepe e si mise a menarselo davanti a noi. Renata lo vide pure lei quando lo vide menarselo si scatenò e mentre piegata mi faceva la pompa si tirò su la cerniera della gonna e l’aprì in modo che fosse libera di spalancare le cosce e mostrare allo sconosciuto la figa tutta ben depilata con le labbra rosa lucide di umori che subito presi a toccare facendola mugolare di piacere e eccitando ancora di più lo sconosciuto che incredulo di tanta fortuna si avvicinò ulteriormente per poterla ammirare da vicino.
Il chiarore della luna di quella sera l’aiutava in questo permettendogli di vedere quasi fosse giorno e una volta vicino prese a menarselo con frenesia.
Anche Renata però, attratta da questa situazione raggiunse l’orgasmo, era la prima volta che vedeva un cazzo estraneo e vederlo poi menarlo per lei fu il massimo, era talmente bagnata che si sentiva distintamente lo sciacquio che facevano le dita penetrando nella figa fradicia e presa dalla voglia si mise di nuovo a ciucciarmelo.
A quel punto però la voglia di chiavare crebbe, si alzò e con le mani si appoggiò alla panchina, e una volta a pecora mi disse di chiavarla.
Eccitato mi posizionai dietro lei glielo ficcai dentro cominciando a montarla davanti al guardone che spostandosi per vedere bene la monta si mise a fianco a noi a menarsi il cazzo.
Era intorno alla sessantina, ma da come gli tirava il cazzo non si sarebbe detto, allungò la mano e mi guardò per chiedermi il consenso di toccarla e siccome non dissi di no le mise la mano sul culo e prese a carezzarlo.
Renata sentì la mano estranea e si voltò, vide che l’accarezzava mentre se lo menava e lasciò che la palpasse, ma così facendo quello sentì di poter avere altro e girando intorno alla panchina si mise col cazzo di fronte a lei e invogliarla a prenderglielo in bocca, cosa che però Renata non fece, però glielo prese in mano e mentre la montavo si mise lei a fargli la sega.
Il tipo era talmente eccitato che poco dopo che Renata glielo menava quello cominciò a sborrare e in men che non si dica mia moglie colta di sorpresa non ebbe il tempo di scansarsi e il primo schizzo le finì sul mento.
Appena finito di sborrare quello col dito le raccolse il rivolo di sborra dal mento e con uno scatto lo gettò per terra, poi si mise il cazzo dentro e ringraziandoci si allontanò.
Era la prima volta che facevamo sesso davanti a qualcuno, ma soprattutto era la prima volta che Renata facesse una sega a uno sconosciuto e la cosa gli piacque tantissimo mi disse poi durante il tragitto verso casa.
Riparlammo dell’accaduto e decidemmo assieme che avremmo dovuto assolutamente rifarlo perché era piaciuto a entrambi moltissimo.
Successivamente però nonostante avessimo cercato di ripetere l’esperienza, occasioni simili non se ne ripresentarono più e decidemmo così di aiutarci con internet a trovare posti dove poter ricreare quella situazione e ne trovammo su un sito.
Era un sito specifico dove indicavano luoghi per car-sex come parcheggi o fiumi, non c’era che da scegliere e Renata, vista la bella stagione optò per i fiumi a noi comodi da raggiungere scegliendone uno sul Ticino dove leggemmo che si praticava naturismo e non solo, stando a quanto leggemmo.
Ci andammo il sabato dopo, era un luogo isolato e per raggiungerlo dovemmo fare un bel po' di strada in mezzo al verde, ma alla fine arrivammo e scoprimmo che si prestava benissimo a quello che avevamo in mente di fare, ma non trovammo anima viva, tanto che pensammo di aver sbagliato posto.
Eravamo lì da un po' ormai, ce ne stavamo stesi al sole senza nessun altro in giro e quasi ci venne lo sconforto per la giornata sprecata, neanche un guardone che ci facesse divertire, soprattutto per Renata che non vedeva l’ora di rifare quell’esperienza quando d’un tratto sentimmo rumori di ciottoli e passi che si avvicinavano che ci fece sperare che finalmente arrivasse qualcuno.
Poi però con disappunto mi accorsi che il rumore dei passi dopo aver raggiunto la siepe oltre la quale eravamo noi si allontanavano. Mi alzai per vedere chi fosse e vidi un ragazzo in costume con uno zaino in spalla che superatoci si allontanava, e per attirare la sua attenzione mi misi a ridere in modo da farmi sentire sollecitando anche Renata a farlo in modo che si accorgesse che dietro alla siepe c’era una coppia e l’escamotage ebbe l’effetto da noi desiderato perché il ragazzo sentendo le risa di una donna tornò sui suoi passi.
Contenti io e Renata ci scambiammo un segno d’intesa e messa a pancia in giù si preparò all’arrivo del tipo mettendo in bella mostra il suo meraviglioso culo impreziosito dal minuscolo triangolino del perizoma brasiliano che fuoriuscendo dal solco tra le natiche lo impreziosiva ancora di più.
Io presi il libro che finora stavo leggendo e mi finsi assorto da quello fino a che ci raggiunse e come sorpreso di trovarsi di fronte a una bella figa ci salutò e si guardò in giro per vedere dove mettersi. Era un giovanotto sui trent’anni e a prima vista lo giudicai un bel tipo.
Ci voltammo come sorpresi di vederlo e rispondemmo al suo saluto. Dopo essersi
guardato in giro ci chiese visto che lì dov’eravamo noi c’era parecchia sabbia se non ci desse fastidio se si metteva lì anche lui. Guardai Renata e fu lei a rispondergli dicendo che non ci dava alcun fastidio, avvisandolo però che noi avevamo scelto quel punto per poter metterci in libertà a prendere il sole e se a lui non stava bene avrebbe dovuto spostarsi andando da qualche altra parte.
«Assolutamente» rispose lui, «anch’io vengo qui per lo stesso vostro motivo e quindi non vedo il problema.»
«Bene, in questo caso sei ben accetto.» Gli risposi.
Prese dallo zaino l’asciugamano e come speravo lo stese non distante dai piedi di Renata, gli si era praticamente di fronte e qualora lei avesse aperto le gambe lui avrebbe potuto ammirarla avendo di fronte una vista meravigliosa: si sedette e si sfilò il costume ostentando un cazzo dalle misure importanti anche se a riposo, tirò fuori dallo zaino un libro e messosi steso a pancia in giù verso mia moglie finse di leggere mentre vedevo benissimo che sbirciava da sopra il libro il culo di lei a meno di due metri da lui.
Ero a mille e lei pure, il giovane non era male, non era un palestrato ma aveva comunque un bel fisico, ma a Renata che importava più di ogni altra cosa era la situazione che stava nascendo col suo arrivo, ne eravamo consapevoli e credevamo che lo stesso fosse anche per lui. Pensai che fosse il tipo giusto vista l’intraprendenza con la quale ci aveva chiesto ottenendolo il permesso fermarsi vicino a noi.
Renata stanca di mostrargli il culo voltata a guardare il nulla non vedendo cosa facesse mi fece un cenno d’intesa come accordi presi precedentemente e disse: «amore mettimi un po’ d’olio, non vorrei che mi venissero le spalle rosse.»
«Solo le spalle?» chiesi, e lei: «ma no amore, dappertutto.»
Incominciai dalle spalle e scendendo sulla schiena arrivai a spalmarlo sui reni.
«Devo slacciarti il perizoma sennò si unge d’olio.»
«Si è meglio: slaccialo» rispose. Le slacciai i laccetti laterali e lei sollevando il culo se lo fece sfilare da sotto con lui che ora poteva vederle estasiato la sua figa gonfia di voglia e messa lì in bella mostra per lui.
Ripresi a spruzzarla d’olio partendo dalle chiappe e ungendole anche il solco, poi presi a stenderlo passando adagio con le dita sull’ano e più giù per accarezzarle la figa già umida di voglia.
Sentendosi toccare intimamente e sapendo di avere gli occhi del ragazzo addosso aprì di più le gambe e sollevò il culo per meglio sentirsi toccare, eccitato non constatare quanto fosse porca non resistetti e le cacciai dentro due dita facendola trasalire: «hei!» Fece lei sobbalzando, «che fai!»
«Sss» feci io, «stai giù buona e lasciami fare.» Guardai il ragazzo e gli strizzai l’occhio rendendolo complice, cosa che lo rese ancora più sicuro di sé.
Dopo averla stimolata per bene facendole salire la voglia le dissi di voltarsi che le avrei messo l’olio davanti.
«No!» Disse lei voltandosi, «davanti lo faccio io.»
Prese la boccetta dell’olio e sedutasi difronte a lui si spruzzò l’olio sulle gambe e cominciò a frizionarsi partendo dal basso e risalire fino a raggiungere le cosce che allargò per bene per poterlo spalmare. Mentre lo faceva lo guardò dritto negli occhi come a volerlo sfidare, spalancando letteralmente le gambe e iniziò a passarsi le dita sulla figa accarezzandola senza mai staccargli gli occhi di dosso.
Gioiva nel vedergli in viso la bramosia con la quale la guardava e questo la eccitò al punto che iniziò piano a masturbarsi con le dita affusolate e le unghie rosse di smalto che sparivano tra le labbra fradice di desiderio.
Arrapato come non mai quello si tirò su e messosi in ginocchio difronte a lei si prese il cazzo che sembrava sfidare la gravità e lo scappellò mostrandole una cappella lucida e violacea, poi sportosi col bacino si mise a menarlo prima piano e poi con foga incredibile.
Aveva un bel cazzo ed ero certo che a Renata piacesse un sacco visto il suo modo di fare e da come lo guardava trasognata.
Anch’io non resistetti e mi misi a toccarmi, non immaginavo che in così breve tempo si spingesse a tanto, era magnifico vedere quanta porcaggine aveva dentro, stava tirando fuori la troia che era in lei e non mi sarei stupito se ora glielo prendeva in mano come aveva fatto al parco con lo sconosciuto: lo speravo tanto.
In quel mentre sentimmo dei sassi muoversi, c’era qualcuno che si stava avvicinando e smettemmo appena in tempo perché poco dopo sulla riva passò una coppia che vedendoci ci salutò e se ne tornarono indietro.
Questo però raffreddò gli animi, ma visto che avevamo rotto il ghiaccio lo invitai a mettersi vicino per scambiare qualche chiacchiera e chiedere informazioni del posto in cui eravamo, se fossero in parecchi a frequentarlo per fare naturismo ecc. Ci rispose che la maggior parte delle coppie che frequentavano quel luogo lo facevano per lo più per fare trasgressione con frequentatori abituali e non.
Passammo così una mezzoretta facendoci l’idea di quello che accadeva e ci sentimmo più sereni perché se qualcuno ci avesse visto non avremmo dato scandalo.
Ci facemmo un bagno rinfrescante e una volta asciutti Renata messasi giù mi disse di metterle ancora un po' d’olio su spalle e schiena.
Ero in procinto di farlo quando d’istinto mi venne di allungare la confezione d’olio al ragazzo e chiedergli se gli andava di farlo lui.
Renata si voltò a guardarmi stupita di questo ma non disse nulla e si mise prona in attesa.
Entusiasta della possibilità di poterla toccare le spruzzò d’olio le gambe e iniziò a massaggiarle i piedi, e da come lo faceva non doveva essere la prima volta, era lentissimo nei movimenti e senza fretta la massaggiò manco fosse un professionista.
Risalì lento i polpacci e nel vederla palpata da un estraneo mi fece rizzare il cazzo in maniera stupenda, ma non ero il solo a essere in tiro, anche lui aveva il tarello in piedi e attesi di vedere cos’avrebbe fatto una volta arrivato al culo.
Era risalito fin sull’attaccatura delle cosce che lei teneva larghe per agevolarlo nei movimenti. Per me vedere le sue mani sfiorarle la figa mi mandò in estasi e mi fecero sperare che accadesse qualcosa di più spinto.
L’atmosfera era così colma di libidine che facevamo fatica a trattenere, l’adrenalina era a mille e il ragazzo osando le palpò a mano piena la figa facendola sussultare e gemere nel sentire le sue dita toccarla intimamente e con gesto spontaneo eccitata sollevò il culo come se volesse donarsi.
Visto l’atteggiamento di mia moglie, quello mi guardò, e col viso paonazzo di voglia sempre guardandomi le infilò dentro un dito che fu seguito subito da un altro e sentendola gemere di piacere prese a masturbarla fino a che pochi tocchi dopo Renata eruppe in un orgasmo fantastico e tremando si lasciò sopraffare dal piacere tenendo il culo sollevato fino a che si rilassò e si adagiò di nuovo appagata.
Le dita di lui erano lucide del piacere di lei e dalla figa lucida le si vedeva il suo piacere fuoriuscire.
Lui gli si stese affianco col cazzo appoggiato sotto un gluteo, lei allungò una mano e lo prese in mano godendo della sua grossezza e si voltò per poterglielo vedere, Poi guardandolo aprì nuovamente le gambe per fargli capire che voleva che la toccasse ancora e lui prontamente le fiondò nuovamente le dita dentro accontentandola, le piaceva di brutto quel ragazzo e lasciava che la masturbasse dandole piacere.
Piegandosi verso lui col cazzo stretto nella mano lo avvicinò alle labbra e lambendo la cappella diede un colpo di lingua, mi guardò come a dirmi guarda cosa sto per fare e incominciò dapprima a leccarlo per poi metterselo in bocca e succhiarlo come fosse una prelibatezza di stagione.
Ancora una volta però dissi loro di smettere perché c’era qualcuno che si stava avvicinando e ci mettemmo tutti e tre giù a far finta di prendere il sole.
Quando fummo nuovamente soli chiesi a mia moglie: «non ti andrebbe di riprendere da dove hai smesso, adesso poverino avrà le palle che gli faranno male dalla voglia, non sarebbe meglio vuotargliele.»
Lei fece una smorfia scherzosa e rivolta a lui gli chiese se davvero gli facessero male.
«Un po' sì» rispose lui.
«Fai una cosa» dissi io, «mettilo anche a lui un po' d’olio, il sole oggi picchia di brutto.» Lei sembrò pensarci, poi allungò la mano e prese l’olio.
«Va bene, dai mettiti giù che te ne metto un po'» disse rivolto a lui.
Quello capendo l’antifona invece che mettersi a pancia sotto fece il contrario, lei si accovacciò al suo fianco, gli spruzzò d’olio il petto e prese a stenderlo.
Per ungergli il basso ventre prese il cazzo e lo spostò di lato, e senza mai mollarlo gli passò l’olio mentre il cazzo stretto tra le sue dita prese a crescere lungo e duro, allora lei lo strinse alla base e lo guardò ammirata, guardò entrambi e esclamò:
«Possibile che gli venga duro così in fretta appena lo tocco!» disse tutta contenta.
«Mi sa che tu hai delle voglie arretrate, o sbaglio.»
«No» rispose, «sei tu che mi fai quest’effetto, mi fai morire.» rispose quello arrapato come non mai.
“Che troia” pensai, non vedeva l’ora di prenderglielo di nuovo in mano, e non solo, ora di sicuro non l’avrebbe più mollato e presa dal desiderio si mise a menarlo facendomi andare in estasi e vedere quanto fosse porca mi misi a menarmelo anch’io.
Sedutale accanto dandogli la schiena passò col braccio sul suo torace appoggiando il gomito sul telo al suo fianco sinistro, era praticamente semi sdraiata sopra lui e col viso s pochi centimetri dal cazzo e tirandogli all’ingiù il prepuzio fece uscire la grossa cappella violacea che guardava come se dovesse mangiargliela e si mise a menarlo mentre lui disteso si beava delle sue attenzioni palpandole il culo e le tette alle quali strizzava i capezzoli facendole scaturire versi di piacere.
Quando sentì il cazzo pulsarle nella mano e lui che cominciava a dimenarsi capì che il ragazzo era in procinto di godere, allora si avvicinò col viso e prese a leccargli la punta per poi avvolgere con le labbra la cappella mandandolo letteralmente in estasi fino a che i versi di lui annunciarono la sborrata in arrivo e il primo schizzo impetuoso e le finì in faccia sorprendendola, Renata reagì subito abbassando il cazzo facendo in modo che gli altri spruzzi le finissero sul seno. Quando anche l’ultima goccia uscì dopo averglielo ben strizzato, si alzò da sopra e potei vederle il seno letteralmente ricoperto di crema bianca, mentre dal mento le colava giù la schizzata che le aveva colpito il viso: presi il telefonino e le scattai una foto ricordo.
Quando si alzò per prendere i fazzolettini per ripulirsi vidi che lo sperma era così denso che le rimasero appiccicati addosso come colla e lei col mento appoggiato sullo sterno si beò nel vedere quanta gliene aveva riversata addosso, ci intinse un dito che poi portò alle labbra per carpirne il sapore, con me non l’aveva mai fatto.
Era ora di andare, sistemammo le cose nei nostri zaini e salutammo il giovane promettendoci di rivederci ancora: non sarebbe più accaduto fino all’estate successiva perché per motivi famigliari non potemmo più andarci.


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cp58mi@gmail.com
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2022-05-02
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