Vita da Schiava (03)
di
Sherazade
genere
sadomaso
Non sapevamo quanto tempo fosse passato dal momento in cui ci lasciarono al buio stese sul pavimento gelido,quello che sapevamo era che stavamo letteralmente congelando ed eravamo scosse da tremiti incontrollabili.Dopo un tempo che parve infinito si accese una luce ed entrò la stessa donna che ci aveva comperate.Non ci degno neanche di una parola ma disse agli uomini che l'accompagnavano:"cominciate da quella,prendetela e portatela alla preparazione" si stavano riferendo alla mia compagna di sventura.La presero in silenzio e la portarono fuori dalla stanza,quindi la donna uscì e venne spenta la luce lasciandomi sola a tremare di paura e freddo.Quando si accese nuovamente la luce gli stessi uomini entrarono e mi sollevarono di peso portandomi via da quella ghiacciaia.Il percorso fu piuttosto lungo e riuscii a vedere solo muri scuri intervallati da qualche porta chiusa e luci fioche che illuminavano i lunghi corridoi.Alla fine arrivammo davanti ad una porta,l'aprirono e mi ritrovai in un a stanza illuminata da luci che mi fecero lacrimare gli occhi tanto erano forti.Al centro della stanza c'era una poltrona ginecologica con anelli ai braccioli ed anelli dove si appoggiano le gambe.Mi misero in piedi e mi liberarono le braccia e le gambe,poi mi sbatterono sulla poltrona legandomi gli arti agli anelli così da impedirmi ogni movimento.Entro una donna vestita con un camice grigio e con gli occhi bassi,senza dire nulla prese da un tavolino un rasoio elettrico ed iniziò a tagliarmi i capelli,me li tagliò tutti,poi passo a depilarmi completamente le sopracciglia le ascelle ed il pube.Finito col rasoio elettrico fu la volta di quello con le lamette che usò per eliminare ogni più piccolo pelo rimasto anche dalle gambe.Finito il suo lavoro uscì in silenzio come era arrivata.Entrò quindi un'altra donna,abbigliata come la prima,che iniziò a tagliarmi le unghie delle mani molto corte e quindi mi inserì le mani in una specie di sacchetto di pelle dentro il quale non potevo che tenerle strette a pugno.Venni fatta scendere dalla poltrona e nuovamente legata e ricondotta nella staza gelida.Arrivata trovai la mia compagna di sventura anche lei nelle mie identiche condizioni.Ci portarono la solita sbobba soffocandoci da tanta che ce ne infilavano in bocca per nutrirci.Poi buio e freddo e freddo e buio.Una vera tortura essere trattate peggio di un animale.
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