Mano di donna
di
lula
genere
saffico
Dopo diversi anni di inattività fisica, decisi che era arrivato il momento di ricominciare a fare ginnastica. Però non volevo iscrivermi in una delle tante palestre con sale pesi, programmi personalizzati e un’utenza che sembra uscita dai concorsi per Mr e Mrs Muscolo! Cercavo un posto dove fare ginnastica, semplicemente.
E venni a sapere che nella palestra della scuola che frequentavano i miei figli, la sera c’era un corso di ginnastica aerobica- posturale. Decisi di fare la lezione di prova.
Non eravamo tantissime, un gruppetto di 8 persone, ma per me era l’ideale: l’istruttrice ti poteva seguire e c’era la possibilità di fare nuove amicizie. Così due volte a settimana, martedì e venerdì dalle 20.30 alle 21.30, avevo questo impegno.
Nel corso del tempo il gruppo subì dei cambiamenti: alcune si aggiunsero, altre se ne andarono, altre ancora frequentarono per due-tre mesi...ma lo “zoccolo duro” resisteva ed era composto da me, Claudia, Sabrina, Barbara e Luisa.
A volte, dopo la palestra, ci fermavamo a bere una birra e a fare due chiacchere: avevamo parecchio di cui parlare e ci si confrontava su problematiche similari (marito, figli, lavoro).
Un giorno decidemmo di organizzare un week-end di relax in un agriturismo in Toscana. Eravamo in 6 e prendemmo tre stanze doppie. Io ero in camera con Claudia (tra tutte è quella con cui ho più affinità).
Arrivammo venerdì, nel tardo pomeriggio e saremmo ripartite domenica, sempre nel tardo pomeriggio.
La stanza era molto accogliente: pareti color arancio, mobili in legno scuro a contrasto ed era pervasa da un profumo di arancio e cannella inebriante.
Decidemmo di fare una doccia, prima di scendere per la cena.
Mentre mi stavo spogliando, vedo Claudia che mi fissa e mi chiede: “scusa, posso toccare il tu seno?”
E mi ricordai che una volta mi disse che invidiava il mio seno, lo trovava di una bella forma, tondo e pieno, molto diverso dal suo e che avrebbe desiderato averlo come il mio.
A dir la verità, apprezzamenti sul seno li avevo già ricevuti, ma sempre da uomini, e sentirli da una donna mi ha, come dire, inorgoglito.
Quindi, le sorrisi e le dissi: “Fai pure”.
Appoggiò delicatamente la mano sopra il seno, poi cominciò ad accarezzarlo esternamente, seguendo la sua forma con i polpastrelli, poi lo volle tutto nella mano e disse:” E’ bellissimo, morbido e sodo nello stesso tempo!”
Era la prima volta che una mano femminile, diversa dalla mia, mi toccava e non seppi cosa dire né cosa fare...infatti non feci e non dissi nulla. Quando tolse la mano, le sorrisi e andai a fare la doccia.
Durante la cena sentivo ancora le dita che mi sfioravano il seno ed ero pervasa da una sensazione di eccitazione. il sapere di essere desiderata da qualcuno, mi eccita.
Ma so anche celare questo mio aspetto, quindi durante la cena fui tranquilla, loquace e ironica come al solito. Ogni tanto, però, incrociando lo sguardo di Claudia, mi domandavo se più tardi sarebbe successo qualcosa o se per lei fosse finito tutto lì. Decisi comunque di non fare la prima mossa, di aspettare e vedere l'evolversi degli eventi.
Quando poi tornammo in stanza, ci preparammo per la notte. Io misi un pigiamino corto a spalla larga, color fucsia, pezzo unico, simil tutina da ciclista, con una generosa scollatura a V. Claudia mi disse:” Ti dona questo colore. Fa contrasto con la tua pelle chiara.”
Mi sdraiai sul letto e la testa sprofondò nella morbidezza del cuscino. Chiusi un attimo gli occhi per godermi quella sensazione di abbandono, quando sentii le sue mani accarezzarmi il collo. Aprii gli occhi, ci guardammo e senza dire una parola, le mani iniziarono a scendere, a spostare le spalline del pigiama, fino a che dalla scollatura non uscirono le mie tette, tonde, dure e con i capezzoli turgidi, già dal pomeriggio. Io non feci niente...mi abbandonai completamente. Sentivo le sue mani toccare i miei seni delicatamente, per poi stringerli con forza, ma senza fare male. Le sue mani poi scendevano sui fianchi ed io iniziavo a muovermi sinuosa e ad emettere gemiti. Claudia continuava a scoprirmi e a perlustrare il mio corpo e lo faceva in un modo che solo una donna può fare. Toccava i punti giusti e nel modo giusto.
Quando arrivò a toccare il clitoride, io toccai il cielo. Muoveva le sue dita nello stesso identico modo in cui le muovo io quando mi masturbo. Con il dito medio gira intorno al clitoride, due, tre giri poi lo preme e poi inizia ad andare su e giù lungo tutta la fessura. Per poi tornare nuovamente a roteare sul clitoride e a dargli due tre colpetti...Più faceva così, più mi bagnavo.
Lei era rimasta in canotta e mutandine, ma io non ebbi la voglia di toccarla, ma mi piaceva davvero tanto essere toccata da lei! E mentre con le dita continuava a darmi piacere, iniziò a baciarmi i capezzoli, duri e dritti e quando mi guardai il seno, lo vidi davvero sodo, tondo e anche io pensai “ma allora è davvero bello!”
Lei si accorse del mio sguardo compiaciuto, lasciò che continuassi io a toccarmi il seno. Lei continuò con un dito a giocare con il clitoride e con la lingua iniziò a succhiare le mie piccole labbra (per le mie devo usare l’ossimoro grandi piccole labbra!). Iniziai ad inarcare la schiena, proprio come quando l’istruttrice ci fa fare il ponte, per sentire la sua lingua il più in fondo possibile.
E mentre provavo piacere, ero completamente nelle sue mani ma nella mente si susseguivano le immagini dei migliori amplessi avuti con alcuni uomini...e il mio piacere aumentava. E’ strano descrivere la sensazione che ho provato: sentire mani di donna, morbide e delicate, che toccano il tuo corpo, accarezzano il tuo seno, i tuoi fianchi, delineando il contorno delle tue curve e nella testa immaginare l’uomo.
Raggiunsi alti livelli di piacere e, una volta finito, continuai a toccarmi da sola... mi piaceva sentirmi così bagnata!
I giorni seguenti trascorsero in tranquillità, allegria e spensieratezza.
Io e Claudia? Amiche più di prima
E venni a sapere che nella palestra della scuola che frequentavano i miei figli, la sera c’era un corso di ginnastica aerobica- posturale. Decisi di fare la lezione di prova.
Non eravamo tantissime, un gruppetto di 8 persone, ma per me era l’ideale: l’istruttrice ti poteva seguire e c’era la possibilità di fare nuove amicizie. Così due volte a settimana, martedì e venerdì dalle 20.30 alle 21.30, avevo questo impegno.
Nel corso del tempo il gruppo subì dei cambiamenti: alcune si aggiunsero, altre se ne andarono, altre ancora frequentarono per due-tre mesi...ma lo “zoccolo duro” resisteva ed era composto da me, Claudia, Sabrina, Barbara e Luisa.
A volte, dopo la palestra, ci fermavamo a bere una birra e a fare due chiacchere: avevamo parecchio di cui parlare e ci si confrontava su problematiche similari (marito, figli, lavoro).
Un giorno decidemmo di organizzare un week-end di relax in un agriturismo in Toscana. Eravamo in 6 e prendemmo tre stanze doppie. Io ero in camera con Claudia (tra tutte è quella con cui ho più affinità).
Arrivammo venerdì, nel tardo pomeriggio e saremmo ripartite domenica, sempre nel tardo pomeriggio.
La stanza era molto accogliente: pareti color arancio, mobili in legno scuro a contrasto ed era pervasa da un profumo di arancio e cannella inebriante.
Decidemmo di fare una doccia, prima di scendere per la cena.
Mentre mi stavo spogliando, vedo Claudia che mi fissa e mi chiede: “scusa, posso toccare il tu seno?”
E mi ricordai che una volta mi disse che invidiava il mio seno, lo trovava di una bella forma, tondo e pieno, molto diverso dal suo e che avrebbe desiderato averlo come il mio.
A dir la verità, apprezzamenti sul seno li avevo già ricevuti, ma sempre da uomini, e sentirli da una donna mi ha, come dire, inorgoglito.
Quindi, le sorrisi e le dissi: “Fai pure”.
Appoggiò delicatamente la mano sopra il seno, poi cominciò ad accarezzarlo esternamente, seguendo la sua forma con i polpastrelli, poi lo volle tutto nella mano e disse:” E’ bellissimo, morbido e sodo nello stesso tempo!”
Era la prima volta che una mano femminile, diversa dalla mia, mi toccava e non seppi cosa dire né cosa fare...infatti non feci e non dissi nulla. Quando tolse la mano, le sorrisi e andai a fare la doccia.
Durante la cena sentivo ancora le dita che mi sfioravano il seno ed ero pervasa da una sensazione di eccitazione. il sapere di essere desiderata da qualcuno, mi eccita.
Ma so anche celare questo mio aspetto, quindi durante la cena fui tranquilla, loquace e ironica come al solito. Ogni tanto, però, incrociando lo sguardo di Claudia, mi domandavo se più tardi sarebbe successo qualcosa o se per lei fosse finito tutto lì. Decisi comunque di non fare la prima mossa, di aspettare e vedere l'evolversi degli eventi.
Quando poi tornammo in stanza, ci preparammo per la notte. Io misi un pigiamino corto a spalla larga, color fucsia, pezzo unico, simil tutina da ciclista, con una generosa scollatura a V. Claudia mi disse:” Ti dona questo colore. Fa contrasto con la tua pelle chiara.”
Mi sdraiai sul letto e la testa sprofondò nella morbidezza del cuscino. Chiusi un attimo gli occhi per godermi quella sensazione di abbandono, quando sentii le sue mani accarezzarmi il collo. Aprii gli occhi, ci guardammo e senza dire una parola, le mani iniziarono a scendere, a spostare le spalline del pigiama, fino a che dalla scollatura non uscirono le mie tette, tonde, dure e con i capezzoli turgidi, già dal pomeriggio. Io non feci niente...mi abbandonai completamente. Sentivo le sue mani toccare i miei seni delicatamente, per poi stringerli con forza, ma senza fare male. Le sue mani poi scendevano sui fianchi ed io iniziavo a muovermi sinuosa e ad emettere gemiti. Claudia continuava a scoprirmi e a perlustrare il mio corpo e lo faceva in un modo che solo una donna può fare. Toccava i punti giusti e nel modo giusto.
Quando arrivò a toccare il clitoride, io toccai il cielo. Muoveva le sue dita nello stesso identico modo in cui le muovo io quando mi masturbo. Con il dito medio gira intorno al clitoride, due, tre giri poi lo preme e poi inizia ad andare su e giù lungo tutta la fessura. Per poi tornare nuovamente a roteare sul clitoride e a dargli due tre colpetti...Più faceva così, più mi bagnavo.
Lei era rimasta in canotta e mutandine, ma io non ebbi la voglia di toccarla, ma mi piaceva davvero tanto essere toccata da lei! E mentre con le dita continuava a darmi piacere, iniziò a baciarmi i capezzoli, duri e dritti e quando mi guardai il seno, lo vidi davvero sodo, tondo e anche io pensai “ma allora è davvero bello!”
Lei si accorse del mio sguardo compiaciuto, lasciò che continuassi io a toccarmi il seno. Lei continuò con un dito a giocare con il clitoride e con la lingua iniziò a succhiare le mie piccole labbra (per le mie devo usare l’ossimoro grandi piccole labbra!). Iniziai ad inarcare la schiena, proprio come quando l’istruttrice ci fa fare il ponte, per sentire la sua lingua il più in fondo possibile.
E mentre provavo piacere, ero completamente nelle sue mani ma nella mente si susseguivano le immagini dei migliori amplessi avuti con alcuni uomini...e il mio piacere aumentava. E’ strano descrivere la sensazione che ho provato: sentire mani di donna, morbide e delicate, che toccano il tuo corpo, accarezzano il tuo seno, i tuoi fianchi, delineando il contorno delle tue curve e nella testa immaginare l’uomo.
Raggiunsi alti livelli di piacere e, una volta finito, continuai a toccarmi da sola... mi piaceva sentirmi così bagnata!
I giorni seguenti trascorsero in tranquillità, allegria e spensieratezza.
Io e Claudia? Amiche più di prima
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
I tre puntiniracconto sucessivo
Questione di DNA
Commenti dei lettori al racconto erotico