Questione di DNA

di
genere
etero

Un’anta dell’armadio di Cristina era destinata ad accogliere tutti i suoi giochi di società. Ne aveva davvero tanti, in particolare amava i giochi di e con le parole. E così, per stare al passo con i tempi, si era scaricata sul telefono, giochi come Ruzzle, Wordcrack ecc.

E proprio durante una partita a WordCrack iniziò a chattare con Stefano. Inizialmente le loro conversazioni riguardavano le partite, le parole trovate, gli incastri mancati, i punti persi e quelli fatti...Conoscete Wordcrack? È come Scarabeo: hai 7 lettere, ognuna ha un punteggio e devi creare la parola più lunga posizionandola sul tabellone (che a sua volta ha caselle che raddoppiano o triplicano il valore della lettera o della parola), ma incastrandola con le lettere già presenti.

Piano piano iniziarono a parlare delle loro vite, dei loro problemi e anche dei loro sogni.

Si scambiavano foto e video di momenti di vita quotidiana (Cristina che prepara il pranzo, che carica la lavatrice o che va a fare la passeggiata con il cane; Stefano che sta al lavoro o che prepara il pranzo per il suocero).

Con il passare del tempo queste foto e questi video ritraevano momenti sempre più intimi:

Cristina che si spoglia per andare a dormire, che si fa un bel bagno rilassante.

Le chat erano diventate bollenti e l’appuntamento serale, quotidiano.

Una sera Cristina inviò un video in cui si masturbava alla grande mentre leggeva i suoi messaggi. In quei momenti le mani di Cristina diventavano le mani di Stefano, si muovevano come scritto nei messaggi, lei faceva ciò che lui scriveva.

Si toccava il seno, stringendo il capezzolo che sentiva diventar più duro, poi la mano scendeva giù e con l’indice giocava con il clitoride e con il medio andava su e giù per la fessura, allargando le piccole labbra per far vedere la fica vogliosa.

Stefano era più grande di Cristina di 10 anni (non era proprio giovane) e questa era un’avventura nuova e inaspettata. Gli piaceva il modo in cui Cristina viveva la sua sessualità, libero senza tanti tabù, cosa che non aveva mai trovato nelle donne che aveva frequentato. E quando, tra una chat e l’altra, Cristina gli confidò che, quando pratica la fellatio, quasi sempre, squirta, decise che doveva provare un’esperienza simile. Ne aveva sempre sentito parlare, ma non aveva mai avuto questa fortuna e fremeva dalla voglia di vederla schizzare.

E Cristina, un po’ malvagia, gli inviava le foto della chiazza bagnata che lasciava sul lenzuolo dopo aver fatto l’amore con il marito.

Stefano insisteva per incontrarsi di persona, anche solo per parlare: era un uomo comprensivo, riusciva a trasmettere tranquillità, ma anche dotato di un certo fascino e, fisicamente, ancora poteva dire la sua!

Aveva un negozio di tappezzeria e un giorno Cristina decise di fargli una sorpresa.

Abbastanza agitata, entrò nel negozio e chiese del sig. Stefano, ma un ragazzo, sicuramente il figlio perché sapeva che lavorava con lui e poi c’era una notevole somiglianza, le disse che era da un cliente e non sapeva quando sarebbe tornato. E aggiunse: "Posso aiutarla io? Di che aveva bisogno?”

Cercò di tergiversare, sperando che nel frattempo arrivasse Stefano e così disse che aveva quattro sedie da rifoderare e che le era stato indicato questo negozio da una sua amica. Voleva vedere qualche stoffa ed avere un preventivo, per farsi un’idea.

Il figlio fu gentile e il lavoro glielo aveva insegnato proprio bene Stefano, tant’è che propose a Cristina un tessuto davvero bello e le disse di portare le sedie la settimana successiva. Al che Cristina sollevò un problema logistico:” Io ho una Smart!”, al quale però il ragazzo trovò subito una soluzione. “Mi lasci il suo indirizzo e numero di telefono, verremo noi a ritirarle. La chiamerò per concordare il giorno e l’ora”.

Cristina ringraziò e uscì abbastanza soddisfatta. È vero che aveva affrontato una spesa non prevista, ma aveva la possibilità di incontrare Stefano quando fosse venuto a prendere le sedie.

La sera Cristina gli scrisse che era passata in negozio, ma lui non c’era.

Rispose:”Nooooo! Come eri vestita?”

Non capì subito il perché di quella domanda, ce n’erano mille che avrebbero avuto più senso, ma rispose:

"Normale. Pantalone nero, magliettina nera, bolerino, cinta e scarpe rosse. Però le scarpe erano con il tacco” (seguito dalla faccina che ride).

-” Cazzo! Eri proprio tu!”

Continuava a non capire il senso di questi messaggi, pensò che l’avesse vista di sfuggita, lui tornava mentre lei andava via, infatti chiese:

"Ma mi hai vista?”

E ci fu la risposta chiarificatrice:

“No, io no. Ma quando sono tornato, mio figlio mi ha detto queste testuali parole "Papà, oggi è venuta una donna che emanava sesso da tutti i pori, tanto so pure come rincontrarla perché vado a prendere le sue sedie”. Gli ho chiesto di descrivermela e, purtroppo per me, le descrizioni combaciano”.

Tentai di sdrammatizzare, ma avevo intuito che questo per lui rappresentava un problema, e dissi: “Beh! Avete gli stessi gusti. Questione di DNA!”

Continuarono a sentirsi, ma Stefano sembrava essere più distante e poi le comunicò che sarebbe venuto con il figlio a ritirare le sedie, ma dovevano far finta di non conoscersi perché al figlio non aveva detto nulla.

Martedì alle 11 arrivarono a ritirare le sedie. Molto professionali, guardarono attentamente le sedie, parlarono tra di loro di cose tecniche, poi cercarono di spiegarle anche a Cristina, ma capì solo che dovevano mettere un supporto. Caricarono le sedie e dissero che l’avrebbero contattata a lavoro finito.

Passarono due giorni, squillò il telefono, Cristina rispose. Era il figlio, Riccardo, e chiese se gentilmente potesse passare in negozio perché era sorto un problema con il tessuto. Sarebbe potuta andare l’indomani.

Quella sera non riuscì a parlare con Stefano, le disse che era a cena con i parenti della moglie.

La mattina Cristina si preparò, si mise un paio di jeans un po’ aderenti, una magliettina blu, sabot, borsa e cinta di cuoio. Aveva indossato anche una collana un po’ etnica: laccetto si caucciù con ciondolo in legno a forma di spirale.

Prese la macchina e arrivò verso le 12.

Trovò solo Riccardo, jeans e camicia bianca che mettevano in risalto dei pettorali ben definiti e neanche i bicipiti erano male.

-” La stoffa che aveva scelto, purtroppo è fuori produzione. Ne dovrebbe scegliere un’altra, ho il nuovo catalogo”.

Accompagnò Cristina nel laboratorio (quante chat con Stefano durante la sua pausa pranzo proprio in quel laboratorio!) e lei dovette fare attenzione a non tradirsi. Conosceva perfettamente dove stava il divanetto, la sedia, la macchina da cucire e pure quella per il caffè.

Comunque la fece accomodare sul divano e la lasciò sola con il catalogo, dicendole che aveva tutto il tempo per decidere e che lui sarebbe tornato a breve per consigliarla, se ne avesse avuto bisogno.

Tornò dopo circa 20 minuti. Si sedette accanto a Cristina, chiedendole se avesse trovato qualcosa di suo gusto. Cristina mostrò le tre stoffe che avevano catturato la sua attenzione e chiese consiglio su quale delle tre si abbinasse meglio con il suo arredamento.

Riccardo iniziò a farle i complimenti per la casa, gli piaceva lo stile che definì “personale, ricercato, ma non snob né dozzinale”.

Poi sfogliando il catalogo, le sfiorò la mano e Cristina ebbe un brivido inaspettato. Forse lui se ne accorse, perché continuò a sfiorarle il braccio per poi dire:” Che polso piccolo che ha!” aggiungendo subito dopo un “Mi scusi!”

A quel punto Cristina pensò che era il caso di cominciare a darsi del tu, e disse: “E vero che sono più grande di te, ma puoi tranquillamente darmi del tu, anche perché mi fai sentire vecchia!”.

E subito: "Ma quale vecchia! Non so quanti anni hai, ma dalla prima volta che sei entrata in negozio mi hai colpito. Mi hanno colpito i tuoi occhi, “due fari”, il tuo portamento, il tuo personale. Un viso da bambolina su un corpo da divoratrice di uomini!”

Più o meno le stesse parole che usava il padre.

Però “divoratrice di uomini” a Cristina sembrò un po’ esagerato e lo fulminò con lo sguardo, tant’è che Riccardo aggiunse, quasi a scusarsi: “Non nel senso che tu lo sia davvero, ma hai un fisico che fa venire certi pensieri. Ecco tutto!”.

Comunque scelsero la stoffa: un rigato irregolare dai toni arancio.

Stava per chiudere il catalogo, quando Riccardo le afferrò le mani, chiedendo: “Ti posso baciare?” Gli occhi di Cristina divennero a forma di punto interrogativo e le gote si arrossarono, Riccardo le mise delicatamente le mani intorno al viso e la baciò.

Il sentire quelle labbra carnose e morbide sciolse le reticenze di Cristina, che però pensò subito a Stefano, al fatto che lo stava tradendo , ma pensò anche che, forse, era a conoscenza delle intenzioni del figlio e non si era fatto trovare apposta.

Cristina si lasciò andare.

Riccardo tolse il catalogo e la fece sdraiare sul divanetto. Iniziò a toglierle i sandali, sbottonò i jeans e li sfilò lentamente. Le sue mani risalirono lungo le gambe di Cristina, accarezzandole delicatamente e arrivarono a togliere la maglietta.

Era sdraiata sul divano solo con reggiseno e perizoma (proprio il completino che piaceva tanto al padre!). Riccardo era in piedi e la guardava, per poi dire:” Sei così chiara! Sembri di porcellana. Non riesco a darti un’età. Sei bellissima!”.

Si chinò su di lei e riprese a baciarla, poi baciò il collo mentre con le mani spostava le spalline del reggiseno per arrivare a slacciarlo e toglierlo.

Continuò a baciarla, dal collo scese giù, arrivò al seno e mentre baciava i capezzoli, prima uno poi l’altro, le toccava il seno che entrava perfettamente nella sua mano. Lo sapeva toccare! E le mani scesero ancora e tolsero le mutandine.

Ora completamente nuda (anzi no, aveva indosso ancora la collana), sdraiata sul divano con le mani di Riccardo che la toccavano e la sua bocca che la assaggiava, a Cristina vennero in mente tutte le foto e i video che si erano scambiati lei e il padre.

Era in uno stato confusionale: mentre Riccardo le toccava e baciava il seno, lei pensava ai commenti che il padre aveva fatto alle foto del suo seno; mentre con le mani delineava il contorno del suo corpo, Cristina pensava a quello che Stefano scriveva le avrebbe voluto fare. E fu così che dalla bocca di Cristina uscirono queste parole: “Facciamo un video?”

-” Se ne sei sicura, si.” _ e mentre Riccardo stava per prendere il telefono, Cristina aggiunse: “Facciamolo con il mio, così decido io quale uso farne!”. Annuì sorridendo.

La fece alzare un attimo dal divano per abbassare la spalliera e farlo diventare un letto a 1 piazza e1/2. Decisamente più comodo.

Ora erano in piedi l’uno di fronte all’altra, lui ancora vestito, lei no. Cristina si sdraiò e allungò le mani per chiamarlo a sé. Riccardo iniziò ad accarezzarla, le sue mani salivano dalle caviglie su per le gambe, poi l’interno coscia, poi i fianchi fino al seno per poi stringerlo mentre tra pollice e indice teneva i capezzoli. E Cristina iniziò a muoversi sinuosa, muoveva il bacino come alla ricerca di qualcosa.

Cristina gli sbottonò la camicia e gliela tolse del tutto, uscirono due bei pettorali, due spalle da nuotatore che ti danno sicurezza e protezione. Li accarezzò più di una volta e il sentire quei muscoli definiti, aumentava il suo desiderio. Gli sbottonò anche i jeans e dalla patta si sentiva un bel rigonfiamento. Si tolse i jeans.

Si sdraiò. Cristina si mise di lato, orizzontale a lui a quattro zampe, con la bocca all’altezza del suo pube e con la mano iniziò a toccare, quasi massaggiare, il suo cazzo.

Era già bello duro e gonfio e lo volle in bocca.

Iniziò a leccare e succhiare la cappella, poi iniziò a girargli intorno con tutta la lingua per poi iniziare a fare su e giù, sempre con più avidità.

Mentre era immersa nel piacere di assaporare il suo cazzo, volse lo sguardo verso il telefono e vide le dita di riccardo che entravano nella sua fica e nel suo culo. Le sentiva bene, ma il vederle aumentò la sua eccitazione e poi sul video apparvero tante goccioline...Aveva squirtato!

Riccardo aveva uno sguardo sorpreso, meravigliato (lui non era al corrente di questa predisposizione di Cristina, a differenza del padre!), ma soddisfatto e ancor più eccitato. Aveva capito che c’era una relazione il pompino e lo squirt, così le tenne ferma la testa per farglielo sentire tutto in gola, fino in fondo. E gli schizzi che seguirono, inzupparono il divano!

Si misero nella classica posizione del 69, lui sotto, lei sopra. Cristina continuava a volerlo in bocca, sembrava avesse paura di non riuscire a saziarsi, mentre Riccardo con quattro dita le entrava dietro e con l’altra mano toccava ora la fica bagnatissima ora il seno. Poi lei si girò, ora a cavalcioni su di lui, lo prese tutto nella fica, mentre lui le baciava i capezzoli, sempre più duri, e con le mani le stringeva il seno.

Poi le mise una mano nel culo e una in bocca! E Cristina fece di nuovo un lago!

Quando tolse la mano da dietro, Cristina ci infilò la sua, tutto il pugnetto e lui la guidava!

Poi si alzarono, o meglio lui si alzò, lei rimase sul divano e si mise a quattro zampe offrendogli il culo. Lui la penetrò da dietro e Cristina lo sentì tutto e inarcò la schiena per sentirlo ancora meglio. Da dietro le mani di Riccardo iniziarono a toccare il seno, rotondo sodo e turgido e a dare schiaffetti alla fica strabagnata.

A Cristina piaceva sentire il piacere di Riccardo, che al momento dell’orgasmo le inondò la schiena con il suo sperma.

Rimase sdraiata qualche minuto, nell’abbandono dei sensi e sentì la sua mano che la puliva con un asciugamano offrendole la possibilità di fare una doccia.

Per un istante Cristina pensò “Ma cosa ho fatto?”, ma ci fu subito la frase di Riccardo a rompere quel silenzio: “Non è mica finita qui. Ci rivedremo. Io non ti lascio scappare!”.

E Cristina, sempre perché quando è in imbarazzo la butta sull’ironia, disse: "Ma non ho più sedie da far riparare!”.

Tornata a casa Cristina scrisse a Stefano, dicendogli che era stata con il figlio. Non era affatto sorpreso, come aveva immaginato, e le rispose: “A mio figlio sei entrata in testa!”.

Cristina gli inviò il video, accompagnato dal messaggio “Decidi tu se vederlo”.

Il giorno seguente Cristina trovò la risposta di Stefano “Ho visto e ho capito il perché gli sei entrata così in testa! Però quando finirà con mio figlio, ricordati di me...perché io non ti dimentico!”.

La storia con Riccardo durò diversi mesi e quando finì, Stefano tornò a scriverle.

Ma il tono era diverso, e la cosa sorprese positivamente Cristina perché non era considerata solo dal punto di vista sessuale, ma si sentiva apprezzata proprio come persona nella sua interezza.

I messaggi ritornarono ad essere quotidiani, finché non si incontrarono.

Andarono in un appartamento di un amico di Stefano al mare. Erano riusciti a ritagliarsi un week end solo per loro.

La prima sera parlarono davanti ad un buon vino rosso. La mattina seguente andarono al mare e il resto della giornata lo passarono a letto.

Fisicamente il figlio vinceva, aveva pure un vantaggio di 30 anni, ma la dolcezza, la premura con cui la toccava Stefano, proprio come fosse una bambola di porcellana che si può rompere, la fecero innamorare. Comunque Cristina soddisfò la curiosità di Stefano e dovettero lavare le lenzuola.











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2022-05-18
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