Vita, morte e rinascita

di
genere
etero

Lory è una ragazza di ventisei anni, studentessa universitaria, da poco ha interrotto una relazione importante. Ma ora è sconvolta dalla morte del padre, malato da tempo. Ciò che le passa per la testa in quel momento è una sensazione strana, è sì sconvolta, ma il suo non è proprio dolore, confusione, straniamento e alienazione, quella mattina alterna sguardi rivolti ai visitatori con quelli persi nel vuoto. Proprio tra i visitatori sembra aprirsi uno scenario chiaro, tra di loro c’è anche un gruppo di suoi amici, tra loro intravede Lazo, lo conosce da qualche anno ormai ma tra i due non c’è mai stata particolare considerazione reciproca.
Luzzo quel giorno come un faro di notte fa si che Lory concentri il suo sguardo totalmente su di lui, le occhiate sparse e perse hanno finalmente trovato una direzione, il ragazzo è solitamente riservato, lascia intravedere talvolta qualche cenno di anticonformismo, alcune volte in modo goffo, ora è davanti a lei nel salone di casa sua, ora in piedi ora seduto, silenzioso, occhiali da sole, camicia e pantaloni neri, trench beige. Gli chiede se vuole del caffè, accetta, gli chiede se ha una sigaretta, affermativo, escono fuori a fumare. Lei comincia a fare domande su di lui sulla sua vita, Lazo risponde a tutto ciò che gli viene chiesto, cerca di farlo nel modo più esaustivo possibile, ma allo stesso tempo si chiede il perché una ragazza che ha appena perso il padre senta il bisogno di conversare con lui, perché non è dentro a piangere? Perché non sembra affatto affranta? La realtà era che lui stesso voleva maledettamente fottersela, ne era ancora inconscio, ma sin da quando era entrato in casa sua e l’aveva abbracciata qualcosa era passato dall’uno all’altra, in quell’istante i respiri reciproci si erano attaccati addosso, e lei ne era appena diventata cosciente. Quando si ritrovano a parlare del protagonista di giornata, il defunto, lei sembra tenere più ad informarlo che attualmente si trova in obitorio e ne sarà prelevato solo domani mattina; quindi, la madre ed i fratelli passeranno la notte fuori e lei starà sola. Lazo capisce tutto, quello che gli è stato detto ed anche quello che non gli è stato detto, è ora di pranzo va via, un’occhiata maliziosa gli dà la sensazione che di sera dopo aver cenato dovrà trovarsi di nuovo in quella casa, con lei, soli stavolta.
Saranno ormai le dieci di sera, Lazo girovaga per l’isolato dove vive Lory, tutto il pomeriggio non ha fatto altro che pensare a lei, alla sua bocca, i suoi occhi, il modo in cui parlava e nonostante in lui ancora covasse il piccolo timore d’aver frainteso, si avvia alle scale, arriva al pianerottolo, citofona, lei impiega un secondo ad aprire. Camicia da notte rosé, spettinata, quasi lo tira per il braccio per farlo entrare, col timore che magari andasse via. Gli versa del succo di frutta all’ananas, lui nel frattempo toglie il cappotto e lo porta all’attaccapanni, sul divano parlano di come in questi anni non si siano mai aperti più di tanto tra di loro, che avrebbero potuto approfondire prima la loro amicizia, lui le poggia la mano sull’interno coscia e la fa salire sempre di più, si baciano, ed in lui sembra come se gli stesse venendo in mente tutta la sequenza di eventi in mattinata, dal saluto fino alla sigaretta arrivando ad ora. Toglie le scarpe, il pantalone e la camicia abbassa la mutanda, il suo pene è ancora moscio, Lory si stacca dalla sua bocca è comincia ad accarezzarglielo, lo massaggia, lo sbuccia, lecca la cappella, in men che non si dica è diventato un pezzo di marmo, poi gli monta su in cowgirl inversa, prende il pene e lo dirige verso di se, lo fa entrare nella vagina, e comincia a dondolare su e giù, gode, urla e si dimena, il movimento diventa gradualmente sempre più veloce, Lazo da dietro guarda la sua schiena magra, il suo culo che batte sulle sue gambe, è lei che dirige il gioco, lui si rilassa si gode la vista dei suoi muscoli che si contraggono e si rilassano ed ogni tanto con le mani tocca e carezza indistintamente qualche parte del suo corpo. Dopo un po' però sente il bisogno di alzarsi e prendere in mano la situazione, la porta al tavolo, la tiene sempre di spalle e lo spinge nell’ano, le urla di Lory sono un misto di dolore e piacere, tra se e sé pensa che avrebbe dovuto insalivargli la cappella per farlo scivolare meglio, ma ormai non ha più importanza ed anzi forse va meglio così, il leggero dolore le consente di urlare, mai aveva urlato come stava facendo ora, pensa al perché non l’abbia voluto scopare prima, poi pensa alla morte del padre, ai momenti di attesa nei corridoi dell’ospedale e l’inserviente che ne comunica il decesso, da quel momento lei era entrata in una fase di sospensione, la strada che stava percorrendo fino ad allora non l’avrebbe più soddisfatta, il tempo di una giornata ed eccola che riesce a sentirsi come una regina e pensa che se tutto questo non fosse successo non avrebbe mai provato delle sensazioni così intense, Lazo invece non pensava tutte queste cose, ma era impegnato a gestire l’inculata, ci teneva a mantenere il ritmo giusto, la ragazza avrà sofferto tanto per il lutto, devo accudirla per bene, raggiunge l’orgasmo e lascia che la sborra fuoriesca mentre si trova nel culo di Lory, questa sentendo lo getto caldo sembra ritornare alla scopata, Lazo si ferma, dà la possibilità a Lory di raddrizzarsi con la schiena, i due corpi sono ora pressati l’uno all’altro, lei si gira con la testa e si baciano, la sensazione che prova nell’avere ancora il suo pisello e la sborra nel culo è piacevolissima, la fa sentire lurida, una maiala, questo è quello di cui ha bisogno, non vuole più saperne di quella ragazza posata, sempre al suo posto, mai scortese e che non diceva mai una parola fuori posto, con il padre è morta anche quella ragazza lì.
scritto il
2022-05-17
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