Una serata insolita
di
ISALE
genere
prime esperienze
Quel sabato sera, dopo ripetute insistenze, mi ero lasciata convincere dalle mie amiche single a uscire.
Avevo declinato vari inviti: le loro esigenze erano decisamente diverse dalle mie, donna felicemente impegnata.
Trovavo i loro discorsi sugli uomini tremendamente patetici. Erano sempre terribilmente "affamate". Quando cercavo di farle ragionare sul fatto che un compagno di vita non bisogna certo cercarlo in un night, mi davano della bacchettona.
Non immaginavo lontanamente, però, quello che sarebbe successo di lì a poco.
Quella sera avevo abbandonato i miei jeans e avevo rispolverato un vestitino che era da tempo nell'armadio e indossato i tacchi alti. Una calza si sganciò e sollevai il piede sul letto per riagganciarla. Mi voltai verso lo specchio ed ebbi un moto interiore di compiacimento. Avevo da tempo abbandonato, presa dalla routine quotidiana, le mie vesti da femme fatale.
Arrivate al locale, fummo accolte dalle luce soffuse. Numerosi divani accoglievano persone intente a consumare la cena a buffet, a dialogare a pomiciare con in mano un flut.
Al centro della sala, sopraelevata rispetto ai salottini, una pista dove donne e uomini avvinghiati si palpeggiavano a vicenda. Dopo circa mezz' ora le mie amiche si erano già fatte rimorchiare: dal "Ciao, come stai? " alla lingua in gola e alle mani di un perfetto sconosciuto sul culo fu un attimo. Mi trovai seduta su uno dei divani a scuotere la testa e a bere il mio prosecco. Fu allora che mi accorsi di occhi scuri e profondissimi che mi fissavano dal divano di fronte al mio. Sperai dentro di me che quegli occhi rimanessero dov' erano, ma invece mi raggiunsero e si fermarono alla distanza di poco più di mezzo metro. Si era seduto accanto a me, disinvolto, appoggiando il gomito allo schienale. Mi fissava. Le gambe divaricate in pantaloni di taglio classico e una elegante fibbia facevano da cornice a un "pacco" mai visto in vita mia. La camicia lasciava intravedere i pettorali scolpiti. Mi sentivo a disagio, non sapevo dove guardare. Se ne accorse e ruppe il ghiaccio: " Non sono carine le tue amiche a lasciarti qua tutta sola, si vede che non sei un tipo da night..."
Questa considerazione mi colse di sorpresa e non so perché mi indispettì.
"Perché? Come sono quelle da night?" chiesi secca. "Zoccole" mi rispose con schiettezza. " Vengono qua per farsi scopare, hanno un' esagerata voglia di cazzo. Tu hai l' aria da santarellina, per questo mi hai incuriosito." Avvicinò di più il suo viso al mio e mi sussurrò all' orecchio: " Forse mi sbaglio..." Arretrò nuovamente con le spalle sullo schienale portando il bacino in avanti. Ero paralizzata e prima che potessi rendermene conto mi prese la mano e la poggiò sulla sua erezione. Sembrava che la lampo scoppiasse da un momento all' altro. Ebbi un brivido lungo la schiena e sentii colare la fica. Si alzò di scatto e chiuse la tenda che isolava il divano in un separè. Mi si parò davanti e due gesti repentini mi colsero di sorpresa: con una mano tirò fuori il cazzo e con l'altra mi afferrò la nuca spingendomi la testa verso il membro. Lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo avidamente al ritmo della sua mano che spingeva verso il suo pube la mia testa. Poi mi spinse in giù sul divano, passò la spalla sotto la mia coscia sinistra affinché mi aprissi più possibile mi infilò le dita della mano sinistra in fica fottendomi con una serie di colpi che mi fecero inondare, poi afferò la parte inferiore delle mutande e le strappò violentemente. A quel punto mi infilò il cazzo duro e nodoso in un colpo solo e cominciò a pomparmi come nessuno aveva mai fatto. Sbrodai più volte e i miei gemiti di piacere si persero nel rumore assordante della discoteca. Quando arrivò mi guardò compiaciuto, si alzò, si ricompose e mi disse che era stato un piacere. Scomparve al di là della tenda.
Frastornata e soddisfatta ebbi giusto il tempo di ricompormi prima che arrivassero le mie amiche per tornare a casa.
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